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Valstagna Day 1°

Post n°462 pubblicato il 01 Settembre 2007 da CacciatricediSangue

dopo svariati rinvii, indecisioni, dubbi…durante le ferie siamo riuscite a progettare il viaggio in tutto e per tutto. Comprata una tenda decente, fatta una lista di cose da portare, avuta la conferma dell’arrivo dei personaggi veneti…e in men che non si dica, il 23 agosto giunse alle porte

 

non credo di potermi dilungare in quisquilie…anche perché tre giorni cosi intensi sarebbero troooooppo lunghi da raccontare. Cercherò di riassumere i punti salienti…

la partenza stabilita a mezzanotte modello cenerentole in fuga venne posticipata di una buona ora e mezza. L’incastro modello tetris dei bagagli rese complicato persino l’ingresso di Morrigan e le sue borse. Ufficialmente siamo partite alle 01.40. il buio, la notte e l’orario sarebbero dovuti essere i nostri unici compagni di viaggio. Bella cazzata, mai visto cosi tanto traffico di notte…e non parlo di camion, parlo proprio di auto! Comunque, fino a bologna viaggio liscio come l’olio. A bologna ci si ferma per far rifornimento, per marchiare il territorio, e per lasciare il volante a morrigan. E puntuale come un orologio svizzero, a bologna esce fuori la nebbia svegliata dal torpore. Anche lei si aggiungerà ai nostri fidati compagni di viaggio. Dopo aver preso le misure con l’auto, e aver capito che, effettivamente, dallo specchietto retrovisore non si vedeva altro che un bordo della tenda, morrigan fila spedita alla cieca sull’autostrada. Poco prima dell’uscita di Padova ci fermiamo per rimpinguare il serbatoio.
impresa ardua. I cartelloni non si vedevano, le uscite idem. Morrigan si trova a compiere una manovra sconsigliata ai piu, ingresso in autogrill cercando di evitare piu camion parcheggiati possibili e accostate alla pompa di benzina… “morrigan accostati un altro po” “un altro pochetto” …gia vedevamo lo sguardo del benzinaio, aveva i tratti tipici non italiani, poi vista l’ora (le 4 di mattina) il posto, e il giorno…era piu che possibile che fosse dell’est. Ci guarda, io faccio cenno a morrigan che non serve la chiave per aprire il bocchettone della benzina…”c’è la manovella li, vicino al piede” e cosi passai mezz’ora per farle capire dove fosse, nel mio italiano sbiascicato dalle 5 del mattino, con le parole difficili, troppo difficili da trovare vista l’ora. Le risate soffocate cominciano a uscire dall’abitacolo…lo sguardo del benzinaio è incredulo…morrigan esasperata esce dall’auto “io non lo trovo fallo tu!” e mostrandole la manovella tra le risa mi sento dire “ma…quello non è vicino al piede! È vicino al sedile” effettivamente, a lei era vicino al sedile…e fu li che ci rendemmo conto che il benzinaio tutto era tranne che dell’est, visto che, tra le nostre risate ci chiede “Xè ‘a fine o l’inizio delle ferie?” con tipico accento veneto… prima figura di merda da segnare.

Alle 6.40 usciamo dall’autostrada, ci manca poco ormai. Riprendo in mano il volante, e, alla vista di Cittadella sui cartelloni direzionali, tento la pazzia. Chiamo mia madre e mi informo sullo stato di dormiveglia dei parenti. Guardo Morrigan, e la rassicuro “stiamo giusto il tempo per un saluto”.
come volevasi dimostrare. Se alle 7 eravamo a casa di mia zia, alle 10 e mezza siamo riuscite a fuggire dal ritrovo parentesco, dopo aver sentito svariati “andate alle Grotte di Oliero? Beo! Ma massa piccolo, noi lo chiamiamo el buso de Oliero per quello!”

Alle 11 troviamo il ridente paesino festivaleggiante. Del festival manco l’ombra! Niente cartelloni, striscioni, omini vestiti da celti…niente di niente! Solo Valstagna, la sua piazza principale e il suo mercato (3 banchi e uno di frutta). C’è voluta un’ora per trovare l’ingresso del festival. Ma della zona adibita a campeggio non ce n’erano tracce. Decidiamo di entrare e chiedere informazioni sperando che ci sia qualcuno. Ed è cosi che capimmo che, appena arrivate a Valstagna, avevamo perso di poco il campeggio girandoci intorno come due trottole. Seguiamo le indicazioni ed eccoci!

“area adibita a campeggio, nel bosco, vicino al fiume…” cosi c’era scritto nel sito…in pratica era una striscia d’erba lunga da qui a li (allungate le braccia e aggiungeteci qualche metro per capire) lungo il fiume brenta. Fatto il sopralluogo, notato lo scalino rotto, svuotiamo l’auto e montiamo la tenda. Impresa ardua? Non direi, la tenda ha fatto tutto da sola! Mai acquisto fu piu azzeccato!
il tempo di organizzare il tutto, tirar su il tavolo, mettere i bidoni di birra a mollo nel fiume ed ecco Morrigan che parte…”vado a guadare il fiume”. Non racconterò altro, ne mostrerò foto compromettenti. Basta solo sapere che oltre alle sanguisughe sui piedi di Morrigan, le scarpe che voleva evitare di bagnare sono finite allegramente in acqua.
il tempo di riposare un pochino (credo d’aver russato copiosamente), di lavarsi e via, come nuove. Una partitina a carte degna del circolo degli anziani felici, una tisana sulla fiamma della citronella e, puntuale arriva la seconda figura di merda. Ci guardiamo attorno, non c’è nessuno, e a turno ci cambiamo tranquillamente come se fossimo gli unici esseri viventi a distanza di km. Poco dopo spunta un auto che si ferma “siete qui per il festival? Sapete che avete a disposizione i bagni con lo spogliatoio vicino al campetto da calcio?” rosse in volto ringraziamo e ci prendiamo la nostra mezz’ora di umiliazione. Rigenerate le pile, si pensa a come andar a raccattare il resto della ciurmaglia. La chiamata di Valfar ci riporta alla realtà. Le indicazioni che gli erano state date dagli omini in divisa l’hanno portato da tutt’altra parte. Ovvero: la zona campeggio distava dal festival piu o meno 3 km, a mezzo chilometro dal festival c’era il cimitero (cosa che io avevo scambiato per una chiesa) dove loro avevano parcheggiato le auto…e si erano allegramente incamminati ritrovandosi ai piedi del festival con millemigliaia di buste della spesa. La visione effetto profughi si è palesata davanti ai miei occhi. Caricata nuovamente l’auto, raggiunte le altre, si è pronti per arrivare al “camping”. È gia buio, e la prima cosa da fare è tirar su le tende. I bagagli di tre auto cariche finiscono scaricati tutti nello stesso punto, cosi da rendere partecipi tutti i passanti del nostro arrivo. L’impresa della tenda budino rimarrà memorabile. Tanto che la verandina sconclusionata servirà da dispensa (come da foto nel post precedente…non è spazzatura quella! È ben di dio!)

La prima sera va cosi…tra tende tirate su, organizzazione e tavolo pieno di roba, si cerca di far amicizia con Jourgens, che è sempre stato simbolo di socialità e giocosità ovunque si trovi. Insomma, è uno che si adatta a tutto. Sinceramente ricordo poco. Ricordo che sono spuntate fuori patatine, crostatine, vino, birra e Giorgio. Ricordo che alle 3 di notte il rifiuto di andare a dormire era forte, anche a dispetto del freddo. Ricordo che attorno a quel tavolo c’era un gruppo di vecchietti armati di coperta pronti a lottare contro l’umido. Ricordo che alle 3 di notte, data l’esistenza della dispensa in bella vista, ci si sono avvicinati due soggetti armati di boccioni di vino e corno per bere. Ricordo che i discorsi sono saltati di palo in frasca. Dalla politica aizzata del Prof, alla musica, alle idiozie, ai “i xè gusti…a’a fin fine” frase che rimarrà nella memoria di tutti, anche di chi non ne conosce il significato, alle parole arcaiche in dialetto…a Morrigan che aveva iniziato a parlare tirolese, al club del cavallo…la prima notte è andata cosi, grazie anche all’aiuto di San Giorgio.

Al risveglio scommettemmo su chi tra i campeggianti se ne fosse uscito per primo con la pasta a colazione, cosa che arrivò presto…

 
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