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L'ANGELO AZZURRO

Post n°282 pubblicato il 28 Febbraio 2012 da lorifu
 

 

Ero molto giovane quando vidi per la prima volta il film: “L’Angelo Azzurro” tratto dal libro di Heinrich Mann “Il Prof. Unrat”  che mi colpì molto non solo per il tema trattato, la discesa agli inferi di un compassato e maturo Professore di ginnasio di Lubecca  a causa di  una insana passione per la bellissima lola lola, impersonata dalla grande Marlene Dietrich ma per la cupezza dell’ambientazione e del protagonista che nonostante la tragedia personale non riuscì mai  a  suscitare sentimenti di simpatia e compassione.

Il film inizia con la scena in cui la sua domestica, interrogata sulla morte del cardellino che teneva in gabbia, rispondendo con un seccato: ” Ah, era tanto che non cantava più” lascia presagire tetri scenari futuri.

E il film si dipana in un crescendo di passione autodistruttiva tanto da ottenebrare la mente di un uomo che perso nella follia amorosa rovina se stesso  e  la sua reputazione, attraverso una serie infinita di umiliazioni fino al tragico finale in cui, in un ultimo singulto di dignità si toglie di dosso i panni di pagliaccio e va a morire nell’aula della scuola dove aveva insegnato.



Si tratta di un film piuttosto amaro e crudele con molte  chiavi di lettura aldilà di una retorica spicciola che lo vorrebbe etichettare unicamente come un film d’appendice.

Il Prof. Unrat, che in tedesco significa letteralmente spazzatura, così lo chiamavano i suoi allievi, con malcelato livore,  delineando una personalità non molto edificante per la meschinità che caratterizzava il suo tratto di insegnante e i suoi rapporti in società improntati al più rigido e ipocrita perbenismo è una figura estremamente moderna, in bilico tra il protagonista di una tragedia greca e il più bieco e licenzioso uomo dei nostri giorni.

 Lo è quando incarna le vesti del predicatore e del moralizzatore dei costumi e  forte del suo ruolo e del suo rango grida allo scandalo, al vizio, al degrado rimanendo invischiato come in una tela di ragno nelle stesse trame da lui per primo  odiate e combattute.

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Commenti al Post:
mpt2003
mpt2003 il 28/02/12 alle 16:48 via WEB
il mio è un ricordo vago e lontano nel tempo....non riuscirei a parlarne...:(
 
 
lorifu
lorifu il 01/03/12 alle 11:38 via WEB
Ogni tanto in televisione lo ripropongono. Potrebbe essere un'occasione....:-)
 
C3F6
C3F6 il 28/02/12 alle 16:55 via WEB
Ricordo solo vagamente il film. La lettura del tuo post mi ha fatto venire in mente che ci sono uomini avanti negli anni che credono di fare breccia nei cuori di Russe e Moldave con il loro charme e poi rimangono in mutande, senza nulla. Neanche un centesimo. E io ci godo!:-)
 
 
lorifu
lorifu il 01/03/12 alle 11:40 via WEB
Condivido in pieno. Purtroppo il consumismo ha accentuato questo fenomeno e dall'est corrono a frotte :-))
 
Vince198
Vince198 il 28/02/12 alle 19:35 via WEB
Il film l'ho visto, da ragazzo, con i miei cari.. Lei è stata una donna molto bella, affascinante: uno dei primi film in cui si vedevano due bellissime gambe, oltretutto!
Sembra perfino impossibile di come un uomo, apparentemente irreprensibile nel suo mestiere, peraltro molto stimato, riveli una parte del proprio carattere così debole, tale da perder la testa per una donna si bellissima, però molto più giovane di lui.. Eppure capita, Loretta: non c'è niente di cui meravigliarsi. Anche l'opposto, come ho accennato nel mio blog oggi..
Le debolezze umane esistono, specie quando non si accetta lo stato attuale della propria vita. E l'amore fa fare cose che, viste sotto l'ottica della ragione, sembrano essere proprio assurde..
Chi "conosce" ed ha provato amore in tutte le sue possibili "estensioni", però, sa di cosa si sta parlando..
Ciao, un abbraccio ^___^
 
 
angiolhgt
angiolhgt il 28/02/12 alle 19:48 via WEB
ho un ricordo abbastanza preciso del film..i toni caricaturali sono per l'appunto quelli del romanzo d'appendice ma i protagonisti sono straordinari : che sia ambientato nella germania del nord protestante e moralmete rigida non è un caso, fa meglio risaltare il contrasto e la nemesi che colpisce il professore. Nel film Marlene è veramente un concentrato di sensualità, una forza ineluttabile della natura. Per quanto riguarda il personaggio del professore una osservazione: le nature rigide sono le più fragili, quando non tengono più si frantumano in mille pezzi.
 
   
lorifu
lorifu il 01/03/12 alle 21:28 via WEB
Per Angelo: Infatti, il prof. Unrath ligio alla forma e alle rigide convenzioni di una società decadente che avrebbe lasciato il posto in breve a un periodo storico del quale già si avvertivano i segni premonitori nel momento in cui diviene un pupazzo nelle mani di Lola dimostra tutta la sua fragilità e debolezza diventando una maschera grottesca e ridicola. Lui, iniziale tutore dell’ordine si trova a sguazzare ed annegare in quel disordine morale dal quale si sentiva irresistibilmente attratto.
 
 
lorifu
lorifu il 01/03/12 alle 11:51 via WEB
Per Vince: In effetti il film si gioca tutto sulla centralità del ruolo di Marlene, una maga Circe che riesce a circuire l’anziano professore scaraventandolo in un abisso senza ritorno. Per il regista è anche il pretesto per rappresentare la decadenza guglielmina alla vigilia del 1929, quando il nazismo stava muovendo i primi passi. Un film dalle tante chiavi di lettura dove la vicenda amorosa va vista nel contesto e non come unico motivo ispiratore. Ciao Vince, a presto. .-))
 
Less.is.more
Less.is.more il 28/02/12 alle 21:47 via WEB
Purtroppo non l'ho visto, ma da quello illustri è interessantissimo.Anche il titolo è significativo. Si parla di "Angelo azzurro" anche nelle arti figurative d'avanguardia tedesca! Un saluto:)
 
 
lorifu
lorifu il 01/03/12 alle 12:07 via WEB
Vedo che te ne intendi. In effetti il film che è del 1930 rientra in quella forma d'arte che prese il nome di Espressionismo e che influenzò l'arte e la letteratura. Un saluto a te. :-)
 
frankspada
frankspada il 29/02/12 alle 12:10 via WEB
Guarda caso... faccio prima a fare copiaincolla dal mio blog: "Oggi ci si chiede di correre di più per non lasciare indietro gli altri. Giusto! E vedo una piramide, a base esagonale, che dovremmo arrampicare fino in cima, al vertice, per affermare che sei facce sono una, quindi, che in totale sono sette." @ Less.is.more - mi compiaccio che "l'azzurro" le ricordi che la Musica interroga l’Arte: Strawinskij (Fire Bird) > Kandisky (Die Blauen Reiter) / Benny Goodman (Swing Orchestra) > Mondrian (Brodway Boogie Woogie). Orizzontalità / Verticalismo / Trsversalità!
 
 
lorifu
lorifu il 01/03/12 alle 22:16 via WEB
L’arte non si smentisce mai. E’ una compenetrazione di tanti elementi che richiedono soltanto capacità di vedere, sentire secondo la propria sensibilità. Buona serata Frank :-)
 
alirt
alirt il 29/02/12 alle 17:20 via WEB
Non ricordo il film e la sua trama ma certo resta indimenticabile la figura di Marlene Dietrich e la sua canzone... Un abbraccio, cara.
 
 
lorifu
lorifu il 01/03/12 alle 12:13 via WEB
In effetti per Marlene Dietrich questo film rappresentò il trampolino di lancio per un successo che la consacrò una della maggiori attrici a livello internazionale: :-))
 
 
lorifu
lorifu il 01/03/12 alle 21:31 via WEB
Senz'altro la Dietrich aveva una grossa personalità e le sue canzoni sono indimenticabili perchè legate ad un contesto "indimenticabile". Un abbraccio, loretta
 
vibrazioneforte
vibrazioneforte il 29/02/12 alle 18:05 via WEB
Con questo post trovo pane per i miei denti, sono appassionata di film d'epoca e mi vanto di possedere una cultura cinematografica retrò, "infettata" per così dire dai miei genitori. E come potevo non conoscere questo film? Lei grandiosa, lui grottesco, e sapevo anche del fatto che letteralmente il suo cognome significa spazzatura....ed è proprio una fine tragica la sua. Ho ricordi un pò ottenebrati dal tempo, questi film non è che li passino spesso - ahimè - in TV...ma ... ricordo male o ad un certo punto lui si mette a cinguettare?? se hai ricordi più recenti schiariscimi la memoria. Cmq adoro tutta la serie hictchochiana, George Cukor, e i film spensierati con Sinatra, ma la lista è lunga ah ah ah Buon pomeriggio Rita
 
 
lorifu
lorifu il 01/03/12 alle 21:45 via WEB
Anche a me piace rivedere quei film che purtroppo passano raramente per la tv. Comunque ricordi benissimo perché in effetti la scena in cui il professore fa il verso del gallo urlando :Chicchiricchi” è la scena topica del film quella che conclude l’esacalation di umiliazione e sofferenza attraverso uno scatto di dignità che lo condurrà verso la scuola dove nell’aula in cui aveva insegnato troverà la morte. Ricordo che quella scena mi colpì molto e rimasi turbata per l’impatto emotivo che ebbe allora su di me. Ciao Rita, un abbraccio, loretta
 
eugenia1820
eugenia1820 il 29/02/12 alle 19:22 via WEB
Ho letto il libro da ragazza ma non ho visto il film. Certo che la figura del professore mi avesse colpito per il suo essere odioso, meschino e despota. Ma soprattutto, credo anche per l'età che avevo, mi fosse rimasta impressa l'ossequiosa rigidità verso la forma e verso le convenzioni della società. Apologia bella e buona dell'ipocrisia della società borghese, ma in chiave critica. Mi trovi d'accordo per l'accostamento a figure moderne. Ma quando mai non è esistita l'ipocrisia? Ciao, Eugi
 
 
lorifu
lorifu il 01/03/12 alle 21:54 via WEB
Il film vuole proprio evidenziare la contrapposizione tra la rigidità della forma e l’attrazione verso i piaceri carnali che dovevano essere soffocati e nascosti. La caduta poi agli inferi di uno stimato e dispotico Professore, figura che incarnava la forma per eccellenza è il leitmotiv del film che si dipana tutto attorno a questa esasperante passione autodistruttiva. Io invece non ho letto il libro ma il film l’ho visto due volte e nel tempo ho colto alcuni aspetti riguardanti l’ambientazione che alla prima visione mi erano sfuggiti. Un bacio, loretta
 
socrate52
socrate52 il 29/02/12 alle 22:29 via WEB
ehmm ... essendo io ancora un giovincello , l'ho visto che ero ancora un bambino e da li in poi non ho più sentito il bisogno di rivederlo! Devo dire che ha avuto un impatto negativo sulla mia psiche , anche perchè andava a "chiudere il cerchio" tra la visione sessuofobica della Chiesa , di quel periodo e le convinzioni radicate nella mentalità corrente , che in Sicilia per altro risentivano parecchio anche delle influenze islamiche , per cui era compiuto il "quadro della femmina distruttrice di uomini" e della "perdizione umana" a causa del sesso ! Fortunatamente "gli ormoni adolescenziali" e la maturazione del pensiero mi hanno tratto d'impaccio!
Insomma sono passato da ne uccide più la "donna" che la spada " a ... solo una sana consapevole libidine salva il giovane ... o se preferite a vecchio professore cosa vai cercando in quel portone ... forse quella sola che può darti una lezione!
In ogni caso immensa Marlene!
 
 
lorifu
lorifu il 01/03/12 alle 22:00 via WEB
Ti posso capire Filippo perché in effetti, visto in età adolescenziale è un film piuttosto inquietante perché ti dà una visione dell’amore e della figura femminile piuttosto distorta. Non hai maturato ancora i codici di interpretazione di un film che voleva essere tutt’altro che un film di appendice anche se ne aveva tutti gli ingredienti. Sono d'accordo con te. Immensa Marlene. Ciao a presto, loretta
 
Luxxil
Luxxil il 01/03/12 alle 06:31 via WEB
l'avevo visto in televisione da poco piu che bambina, credo di averlo visto un paio di volte...lo trovai tristissimo, mi mise addosso un grande senso di imbarazzo e di pena...nella scena di lui coperto di piume che faceva il gallo, e lo trovavo patetico anche quando faceva il moralista, insomma lo considero un film ben fatto, ma denso di trristezza...buonagirnata:)
 
 
lorifu
lorifu il 01/03/12 alle 22:08 via WEB
Visto poco più che bambina è un film che necessariamente lascia un velo di tristezza proprio perché l’amore viene brutalizzato e perde il fascino che deve avere agli occhi di un’adolescente. Buona serata, loretta :-)
 
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Tu credi di incontrare l’amore,

in realtà è l’amore che incontra te

nei modi più strani,

inaspettati, involontari, casuali.

A volte lo confondiamo col bene

e lo surroghiamo.

Spesso siamo convinti sia amore,

fingiamo sia amore,

e leghiamo noi stessi

a una indistruttibile catena

frutto dei nostri desideri mancati

dei nostri sogni sopiti

delle nostre abitudini

delle nostre paure

delle nostre comodità

delle nostre viltà

dei nostri calcoli

della nostra apatia

dei nostri falsi moralismi.

Ma quando arriva, se arriva,

lo riconosci,

come  “il sole all’improvviso”

sconvolgente, coinvolgente,

totalizzante, esclusivo,

fusione di corpo e anima

osmosi perfetta.

Se finisce,

un dolore muto, senza fine.

loretta

 

 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
 
 

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