Un blog creato da lorifu il 31/12/2009

la memoria dispersa

un mondo di affetti perduto (ricordi, pensieri, riflessioni)

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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« Buonismo...RazzismoRayuela »

La vita felice

Valeria Bruni Tedeschi

 

«Non rinunciare mai, Catherine. Hai tante cose dentro di te e la più nobile di tutte, il senso della felicità. Ma non aspettarti la vita da un uomo. Per questo tante donne s'ingannano. Aspettala da te stessa».

Albert Camus, "La morte felice"

 

Anche un film può costituire lo spunto per parlare di femminicidi e “La pazza gioia” pur trattando il tema del disagio psichico riconduce ancora una volta a quell’orrendo pericolo e al corollario di dinamiche scaturite proprio dalla mancanza di amore, quando le relazioni tra uomo e donna nascono monche con una forte propensione da parte dell’uomo alla prevaricazione e al possesso.
E mi è venuto in mente il pensiero di Camus per consegnarlo a tutte le donne sempre in bilico tra le ragioni del cuore e quelle della testa, a quelle che collegano il loro progetto di vita al legame con un uomo facendo sfumare potenzialità e possibilità di realizzazione nella consegna di se stesse a un ipotetico sogno di felicità ma anche a quelle che idealizzano l'amore dandogli un peso smisurato.
È in quest'ottica che i rapporti, alla ricerca di un equilibrio difficile, dimostrano tutta la loro debolezza, in uno strenuo tentativo di uscire da quella fissità che mina alla base ogni possibilità di dialogo.
È per uscire da questi clichè che uomini e donne si fronteggiano non sempre ad armi pari fino a sconfinare troppo spesso nei casi patologici di abusi e femminicidi.
Tutto parte da una errata percezione di sé, molte donne stentano a riconoscere la propria soggettività e indipendenza, troppi uomini di quella indipendenza hanno paura e in un processo di regressione ricorrono all'unica arma che credono sia in grado di combatterla: la forza.

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Ricevuto in data 20/06/17 @ 12:29
Qui siamo io e Silvia e abbiamo 76274 Km. A Proposito: io e Philip Roth abbiamo una cosa in comun...

 
Commenti al Post:
Vince198
Vince198 il 19/06/17 alle 16:26 via WEB
Bel post, Loretta. Soprattutto condivido la chiosa che identifica nella forza una specie di inopportuna extrema ratio quando un rapporto termina come qualsiasi altro evento, lasciando nell'anima un alone di profonda amarezza. Ma non è certo l'uso della forza il modo per risolvere quello che, nel mondo dei sentimenti, appartiene al sentire di una persona che va comunque rispettata nei suoi intenti. Anche se non spiega niente, non dice il perché. L'amore come viene e coinvolge, se ne va spesso senza dare preavvisi..
Queste cose purtroppo le conosco bene perché una volta ne son stato estremamente coinvolto ed ho preferito lasciar andare pur provando un gran dolore. Arrivo a considerare questo atto come una forma d'amore fra le più elevate e rispettose delle altrui libertà anche se, almeno inizialmente, si resta basiti, quasi vedere il mondo crollare addosso ^_____^
 
woodenship
woodenship il 24/06/17 alle 20:33 via WEB
...Si, anch'io lo interpreto come sintomo di un processo regressivo che precipita l'individuo in un senso malinteso della proprietà e quindi della possibilità di disporne come meglio crede. Non siamo poi così lontani dal tipo di società patriarcale in cui i genitori ed il padre in particolare, consideravano i figli come"cosa loro".Quindi considerando pure la possibilità di ucciderli, visto che la paternità è considerata anche come possesso.Così accade ancora oggi che, un retaggio arcaico ed ancestrale finisce per riemergere in un femminicidio e nel malinteso senso di possesso.........Un bacio scintillante di stelle.........W........
 
gratiasalavida
gratiasalavida il 18/07/17 alle 17:14 via WEB
Passo per un saluto, dopo mesi di assenza dal blog. Avrei voluto trattenermi di più in community, ma oggi i problemi tecnici mi stanno dissuadendo dal restare. Comunque sia. Ciao. Cinzia
 
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Tu credi di incontrare l’amore,

in realtà è l’amore che incontra te

nei modi più strani,

inaspettati, involontari, casuali.

A volte lo confondiamo col bene

e lo surroghiamo.

Spesso siamo convinti sia amore,

fingiamo sia amore,

e leghiamo noi stessi

a una indistruttibile catena

frutto dei nostri desideri mancati

dei nostri sogni sopiti

delle nostre abitudini

delle nostre paure

delle nostre comodità

delle nostre viltà

dei nostri calcoli

della nostra apatia

dei nostri falsi moralismi.

Ma quando arriva, se arriva,

lo riconosci,

come  “il sole all’improvviso”

sconvolgente, coinvolgente,

totalizzante, esclusivo,

fusione di corpo e anima

osmosi perfetta.

Se finisce,

un dolore muto, senza fine.

loretta

 

 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
 
 

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