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Messaggi del 16/02/2015

Years & Years, per il trio di King si profila una carriera come quella di Sam Smith?

Post n°4300 pubblicato il 16 Febbraio 2015 da RedCarpetBlog
 

Daniel Toshi per RED||Carpet

Uno dei successi del momento è King di Years & Years. Ecco da chi è composto il gruppo, come questo ha iniziato a farsi notare e quali sono i risultati che ha ottenuto fino ad ora.

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Prima è stato condiviso su Soundcloud, poi su YouTube. In breve ha attirato le attenzioni dei consumatori di musica e, prima ancora, di quanti hanno la capacità di intravedere un potenziale successo. Il riferimento va a King, il singolo che sta rivelando Years & Years in buona parte dell’Europa. Presente nelle playlist radiofoniche generate per UK, Germania, Austria, Svizzera, Francia, Norvegia, Danimarca, Olanda, Belgio e Italia, la canzone sta guadagnando posizioni nelle classifiche di vendita dei rispettivi Paesi.

A comporre il gruppo britannico sono Olly Alexander, Mikey Goldsworthy ed Emre Turkmen. I tre hanno iniziato producendo in modo indipendente due singoli, e in breve tempo sono riusciti ad attirare l’interesse dell’industria discografica. A prevalere è stata la Polydor, sussidiaria di Universal Music Group, società che nel 2014 ha offerto loro un contratto discografico. La canzone con cui si sono proposti Years & Years è stata Desire, che Katy Perry ha prontamente citato dal proprio profilo attivo su Twitter. Finalisti al Critics’ Choice Award e quindi vincitori del BBC Sound Of 2015, l’annuale verifica degli operatori del settore volta ad individuare i talenti più promettenti nel Regno Unito (riconoscimento assegnato in precedenza a Mika, Adele, Ellie Goulding e Sam Smith), hanno poi rilasciato King.

Alla canzone è abbinato un video. Le immagini, presenti su YouTube, in meno di un mese dall’esordio sono state visualizzate in oltre 2.350.000 occasioni. Ecco il link di riferimento:
https://www.youtube.com/watch?v=g_uoH6hJilc

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Cinquanta sfumature di grigio, il film erotico domina il box office globale

Post n°4299 pubblicato il 16 Febbraio 2015 da RedCarpetBlog
 

Alessandra Bormio per RED||Carpet

Costato 40 milioni di dollari, nei primi giorni di programmazione al box office mondiale ha incassato oltre 235 milioni di dollari. Senza dubbio, il film più visto del momento è Cinquanta sfumature di grigio.

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Nel Regno Unito lo possono vedere quanti hanno compiuto 18 anni, in buona parte degli USA coloro che hanno meno di 17 anni possono accedere alle sale cinematografiche dove viene proposto solo se accompagnati da un famigliare adulto, mentre in Francia è prevista una limitazione per quanti hanno meno di 12 anni, che in Italia vale per i minori di 14 anni. Nonostante queste ed altre restrizioni, che nei territori dove prevale la religione mussulmana si spingono fino al totale divieto alla distribuzione, è indubbio che il film più visto del momento risulta Cinquanta sfumature di grigio.

Tratto dall’omonimo libro di E.L. James, scrittrice che ha firmato una trilogia di romanzi erotici in cui sono descritte anche le sfumature dei colori rosso e nero, in soli cinque giorni dall’esordio nei cinema ha incassato complessivamente oltre 235 milioni di dollari. Considerando che per realizzarlo sono stati necessari ‘appena’ 40 milioni di dollari, va ulteriormente sottolineato che il risultato va nettamente valutato in senso positivo.

Mentre è certo che sarà messo in produzione il seguito, in futuro gli attori protagonisti rischiano di diventare i più richiesti. Il riferimento va a Dakota Johnson e Jamie Dornan, con quest’ultimo eletto uomo più sexy seguendo i risultati di un test effettuato per l’edizione britannica del magazine Glamour. Se è scontato che nel secondo film i due torneranno ad interpretare i personaggi di Anastasia Steele e Christian Grey, appare probabile anche un ulteriore impegno per Sam Taylor-Johnson, regista di Cinquanta sfumature di grigio.

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Ashton Kutcher smentisce di aver sposato Mila Kunis

Post n°4298 pubblicato il 16 Febbraio 2015 da RedCarpetBlog
 

Mau_Cox per RED||Carpet

Considerati marito e moglie da una parte dei media, Ashton Kutcher ha negato di essersi sposato con Mila Kunis. L’interprete di Jupiter - Il Destino dell’Universo pochi mesi fa ha reso padre l’attore della serie televisiva Due uomini e mezzo.

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La dichiarazione l’ha fatta nel corso di un evento appena svoltosi a Sydney. Presente nella città australiana per testimoniare il proprio supporto a quanto riguarda la tecnologia, Ashton Kutcher ha definito Mila Kunis la propria fidanzata, smentendo quanto riportato da una parte dei media circa un mese e mezzo fa. Alla fine del 2014, dunque, i due attori non si sono sposati.

Lui è noto anche per essere l’ex marito di Demi Moore, da cui ha divorziato a dicembre del 2013, lei è stata la fidanzata di Macaulay Culkin (che da bambino ha recitato in Mamma, ho perso l’aereo), un’unione durata tra il 2002 e il 2011. La frequentazione tra Ashton Kutcher e Mila Kunis è iniziata dall’anno seguente, mentre lo scorso settembre hanno avuto il loro primo bambino. La notizia dell’attesa della coppia era circolata da marzo del 2014, un mese dopo l’ufficializzazione del fidanzamento. Per entrambi si tratta del primo figlio.

Il 36enne Ashton Kutcher è legato alla stagione finale della serie televisiva Due uomini e mezzo, mentre la 31enne Mila Kunis è la protagonista del fantascientifico Jupiter - Il Destino dell’Universo, uscito in Italia il 12 febbraio.

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The Grand Budapest Hotel e The Imitation Game trionfano ai Writers Guild of America Awards del 2015

Mauro Baldan per RED||Carpet

Writers Guild of America Awards sono i premi con cui negli USA vengono sottolineate le migliori sceneggiature cinematografiche, televisive e di altri media. Nelle categorie riservate alla prima sezione, all’edizione 2015 hanno trionfato quelle riferite a The Grand Budapest Hotel e The Imitation Game.

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The Grand Budapest Hotel e The Imitation Game sono stati i film che hanno trionfato ai Writers Guild of America Awards, con Wes Anderson e Graham Moore - rispettivamente - premiati per la migliore sceneggiatura originale e il miglior adattamento. Per la televisione, Nic Pizzolatto ha ricevuto l’award per la migliore serie drammatica grazie al lavoro compiuto su True Detective e Louis CK quello per la migliore serie del genere commedia considerando il suo intervento su Louie.

L’evento viene annualmente patrocinato dalla Writers Guild of America, West e The Writers Guild of America, East. Anche nell’ultima edizione sono stati evidenziati i migliori contributi che gli sceneggiatori danno ai film, ma tenendo conto anche di quelli apportati da altri professionisti alla televisione, alla radio, fino a quanto viene pensato per essere veicolato su internet e senza escludere altri media.

La cerimonia più recente, svoltasi in due diverse città degli USA, si è consumata il 14 febbraio. L’attrice Lisa Kudrow ha presentato quella di Los Angeles, presso presso l’Hyatt Regency Century Plaza Hotel, il comico Larry Wilmore ha tenuto le redini dello spettacolo previsto a New York, nella struttura dell’Edison Ballroom.

Ecco la lista delle principali sceneggiature vincitrici:

ORIGINAL SCREENPLAY
The Grand Budapest Hotel, Screenplay by Wes Anderson; Story by Wes Anderson & Hugo Guinness; Fox Searchlight

ADAPTED SCREENPLAY
The Imitation Game, Written by Graham Moore; Based on the book Alan Turing: The Enigma by Andrew Hodges; The Weinstein Company

DRAMA SERIES
True Detective, Written by Nic Pizzolatto; HBO

COMEDY SERIES
Louie, Written by Louis CK; FX

NEW SERIES
True Detective, Written by Nic Pizzolatto; HBO

EPISODIC DRAMA
The Last Call (The Good Wife), Written by Robert King & Michelle King CBS

EPISODIC COMEDY
So Did the Fat Lady (Louie), Written by Louis C.K.; FX

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Taxi, il film di Jafar Panahi sinomino di libertà artistica (dopo la censuara in Medio Oriente)

Post n°4296 pubblicato il 16 Febbraio 2015 da RedCarpetBlog
 

JCR per RED||Carpet

Censurato in Medio Oriente, il regista iraniano Jafar Panahi pone al centro dell’attenzione il tema della libertà artistica. Le riprese di Taxi, il suo ultimo film, le ha tenute all’interno di un’automobile gialla con reali passeggeri. Aggiudicandosi l’Orso d'Oro al Festival di Berlino.

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L’automobile torna ad essere il mezzo da cui raccontare storie personali da riversare sugli schermi cinematografici. Dopo i riscontri ottenuti da Locke, dove Tom Hardy per tutta la durata del thriller guida un SUV, è tempo di Taxi. E’ questo il titolo del film drammatico di Jafar Panahi, che si è appena aggiudicato l’Orso d’Oro al Festival di Berlino. Una scelta condivisa dalla maggioranza dei membri della giuria presieduta dal regista Darren Aronofsky (The Wrestler, Il cigno nero, Noah).

La vittoria del regista iraniano coincide con il trionfo della libertà artistica. Giudicato il miglior film visto alla 65.a edizione dell’evento altrimenti noto come Berlinale, che ha diretto interamente a bordo di un vero taxi in transito per le strade della città di Teheran, da lui interpretato con reali passeggeri. Il progetto è stato portato a termine nonostante il governo iraniano sia in aperto contrasto con l’attività di Jafar Panahi, al punto da proibirgli di dedicarsi alla propria professione, con la conseguenza che le autorità locali gli hanno imposto una lunga restrizione.

Il vincitore dell’Orso d’Oro del 2015 non è nuovo a trionfi al Festival di Berlino. Infatti, va ricordato che nel 2013 il suo Pardé, che ha anche interpretato e scritto, si è aggiudicato il medesimo premio nella variante d’argento della categoria riferita alla migliore sceneggiatura.

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