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Non progrediamo dall’errore alla verità, ma dalla verità alla verità. Ecco perché dobbiamo renderci conto che nessuno può essere incolpato per quello che fa, perché, in quel momento, sta facendo il meglio che può. Impariamo solo dall’esperienza. (Svami Vivekananda)

Il rifiuto assurdo della verità è naturale nell’uomo. L’uomo non vuole essere, ma apparire. Non vuole vedere ciò che è, cerca solo di prendersi per il personaggio che gli altri vedono in lui. (Svami Prajnanapada) 

 


 

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Notizie varie tratte da PeaceReporter

Nucleare, Brown annuncia 8 nuove centrali in 15 anni in Gran Bretagna
        
             
Il premier britannico Gordon Brown ha annunciato oggi che la Gran Bretagna costruirà "almeno otto centrali nucleari 'chiavi in mano' entro i prossimi 15 anni", e avrà alcuni impianti allacciati alla rete elettrica già nel 2017.

"Il Regno Unito si sta muovendo velocemente per rimpiazzare la sua vetusta flotta di centrali atomiche - ha detto Brown sfruttando il palcoscenico offerto dall'incontro parigino tra paesi mediterranei ed europei, e chiedendo un ''rinascimento della tecnologia nucleare'' - e in giro per il mondo trovo un rinnovato interesse per questo tipo di tecnologia. Le alternative: dipendenza dal petrolio e cambiamento climatico fuori controllo".

Il primo ministro non ha espessamente menzionato il numero di centrali, sebbene alcuni aiutanti del premier assicurino che otto impianti è la cifra che Gordon Brown ha in mente. D'altra parte, sono proprio otto le centrali nucleari in via di pensionamento - nel 2023 - e tutte insieme producono elettricità pari a circa 10 gigawatt.

Il premier confida sulla nuova legge che regolerà le procedure delle grandi opere strategiche - affidate ad una commissione indipendente - per accelerare i tempi di costruzione - i progetti potrebbero persino venir approvati in via definitiva entro due anni. L'elenco completo dei siti prescelti per la costruzione degli impianti è atteso per il 2010. 


Le sette camicie di Ingrid
Una marcia contro il sequestro e tanti, troppi, incontri pubblici. Ingrid Betancourt non si concede riposo nonostante oltre sei anni di prigionia
       
         
scritto per noi da
Viola Conti
 
Nove, sette e 51 anni. Queste le ricorrenze che hanno spinto per l’ennesima volta i familiari dei soldati e dei poliziotti ancora in mano alle Farc a manifestare nel dipartimento del Meta. Nove sono gli anni passati dalla presa di Porto Rico, ossia l’attacco che i guerriglieri fecero alla caserma di polizia del paese portandosi via tutti gli agenti presenti. Sette sono gli anni in cattività trascorsi da Alan Jara, il governatore del dipartimento, e 51 quelli che compirà il 17 luglio prossimo.
Ma mentre madri, padri, mogli e figli di questi colombiani sconosciuti al mondo ne chiedono la liberazione, cercando di sensibilizzare società e governo affinché non si dimentichino di loro, lasciandoli per sempre inghiottiti nella selva, dall’altra parte dell’oceano, una ex prigioniera appena tornata a vivere fa loro da eco. È Ingrid Betancourt che, fra un incontro e l’altro con stampa, personaggi della politica internazionale e fans, ha deciso di dedicarsi alla causa dei suoi ex compagni di malasorte, facendo di tutto per riportarli a casa.
 
Domenica venti luglio infatti Parigi è chiamata dalla franco-colombiana più conosciuta al mondo a scendere in piazza per dire basta al sequestro, pratica messa in atto dai gruppi guerriglieri di sinistra a scopo sia politico che estorsivo e dai paramilitari di destra per racimolare denaro.
La richiesta è che rilascino i prigionieri senza se e senza ma.
 
Intanto, Ingrid Betancourt continua nei suoi giri pubblici alternati a momenti preziosissimi che si ritaglia per stare con la sua famiglia e la sua foto resta sui mass media di mezzo mondo, e non solo per questioni seriose. Le ultime aperture di cronaca guadagnate dalla ex sequestrata dalle Farc riguardano più questioni di gossip. È di ieri la notizia che il suo attuale marito, Juan Carlos Lecompte, avrebbe annunciato la fine del loro amore, “rimasto nella selva” con la sua sofferenza.  “La sento fredda, distante”, avrebbe commentato parlando della moglie. Ma le voci su Ingrid non si esauriscono nelle parole del marito colombiano, che molti accusano di aver filtrato in questi anni con una donna messicana alla quale sarebbe tuttora legato.
 
Sempre ieri è uscita allo scoperto Clara Rojas, colei che fu rapita assieme alla candidata presidenziale, di cui era il braccio destro. I pettegolezzi sulle loro discrepanze durante i primi anni passati insieme in cattività, prima di essere separate dagli stessi guerriglieri, sono roba vecchia, ma adesso la Rojas, liberata a gennaio unilateralmente grazie alla mediazione del presidente venezuelano Hugo Chavez, chiama in causa l’amica di un tempo per domandarle spiegazioni su alcune dichiarazioni che avrebbe rilasciato sulla sorte del figlio che Clara ha avuto da una relazione con un guerrigliero. Secondo quanto affermato da Ingrid, il piccolo Emmanuel si sarebbe salvato grazie alla sua mediazione, mentre la madre, alla quale lo hanno portato via poco dopo la nascita, conosce ben altra storia e vorrebbe vederci chiaro.
 
Dieci giorni di libertà e già tante, troppe parole sono state, dunque, dette sulla e dalla frastornata Ingrid e da chi le ruota intorno. Perché, nonostante si sia presentata da subito presente a se stessa e concentrata, una donna che ha trascorso gli ultimi sei anni di in catene non ha che bisogno di pace e tranquillità. E allora concediamogliele e che lei stessa se le conceda. Solo il tempo potrà garantirle l’equilibrio di cui ha bisogno lei e la Colombia, gran parte della quale vede in lei una papabile favorita al timone del paese. Se non si concederà il meritato riposo, però, nessuno dei due avrà quel che merita, né i colombiani né la Betancourt. La donna che la selva ha rigurgitato all’improvviso, a detta di chi la conosce davvero, è sì cambiata da chi era un tempo, ma non sempre in meglio. E se ha dichiararlo è il suo braccio destro nonché compagna di sventura, bisogna che qualcuno la faccia correre ai ripari. Per le valanghe di parole pronunciate in questi giorni, molte delle quali “plateali e a sproposito”, infatti, persino Clara, che correva con lei per farle da vice quando le Farc le rapirono, ha dichiarato che, ora come ora, se fosse candidata, non si sentirebbe di votarla. Riposati, Ingrid! La Colombia ha bisogno di te.


Reso pubblico clip con interrogatorio detenuto di Guantanamo
       
             
Per la prima volta alcuni spezzoni di un interrogatorio di un detenuto del carcere di Guantanamo (Cuba) è stato reso pubblico. L'interrogatorio riguarderebbe il giovane di origini canadesi Omar Khadr, 16 anni, accusato di aver lanciato una granata che ha ucciso un soldato Usa. Il giovane sarebbe stato interrogato per più di sette ore divise in tre differenti giorni. le immagini del clip sarebbero state rese pubbliche dagli avvocati di Khadr in seguito alla sentenza della Corte Suprema che lo scorso maggio ha sentenziato che il governo canadese doveva rendere pubbliche le prove a carico di Khadr per consentire di potersi difendere.


Tutti in attesa del ''bananafonino''
Dopo l'iPhone, si studiano già nuovi modelli di cellulari, mentre in Italia Berlusconi cerca di tenersi buoni i giudici. E l'Iran si dimostra maestro del fotoritocco, nascondendo chissà cosa agli Usa
              
Fervore, anche in Italia, per l'arrivo dell'iPhone: le nuove indispensabili funzioni del gioiellino della Apple affascinano un po' tutti. Ma tra qualche anno le novità di quello che è già stato ribattezzato "melafonino" potrebbero essere già superate. Intorno al 2015 si calcola che i cellulari saranno in grado di capire chi dei contatti in rubrica chiamare, in base all'umore del proprietario, facendo risparmiare fino a tre secondi di tempo; i modelli più evoluti saranno anche in grado di mandare un trillo-clacson di protesta al telefonino del bastardo che vi ha tagliato la strada mentre guidate, migliorando così la sicurezza stradale, perché vi risparmieranno la fatica di mollare le mani dal volante per fare gestacci. Ma non è tutto: i telefonini della prossima generazione avranno inoltre una loro personalità, e potranno stringere amicizia o flirtare - mandando furtivi sms a vostra insaputa - con i cellulari dei vostri conoscenti.  Mostrando gratitudine al loro acquirenti, i prossimi apparecchi vi faranno però la cortesia di andare in banca al posto vostro, per sottoscrivere il mutuo necessario per comprarli e mantenerli. Per i clienti più disinibiti sessualmente, inoltre, sono già allo studio dei "bananafonini" o "carotafonini" a seconda dei gusti, muniti di suonerie con vibrazione a diverse velocità.
 
Il governo italiano si sforza di coniugare l'esigenza di rendere più rapidi i tempi della giustizia ma assicurare anche la stabilità delle istituzioni. In sostituzione del lodo Alfano, troppo indigesto per l'opposizione, il premier Berlusconi sta già pensando a un alternativo decreto-slogan “più ferie per tutti (i magistrati)”, con l'obiettivo di addolcire le toghe più acrimoniose nei suoi confronti. Allo scopo verrà istituito un fondo per pagare le vacanze alle Seychelles e alle Maldive per migliaia di giudici. Per quelli coinvolti nei processi di Berlusconi, invece, ci sarà la possibilità di passare le ferie senza limiti in alcuni bungalow sui terreni del premier in Sardegna, con veline e aspiranti magistrati donna che alla sera passano di là per caso, in un ambiente rigorosamente bonificato in anticipo per renderlo a prova di intercettazioni. Se neanche questo basterà per mettere fine alla persecuzione giudiziaria, Berlusconi potrebbe optare per lo strappo finale e fondare lo stato libero di Arcoria, con un tribunale speciale competente per i casi riguardanti il premier. Giudice unico e supremo, si vocifera, sarebbe il fido Apicella, che emetterà i suoi verdetti in rima napoletana cantata.
 


Passo falso delle autorità iraniane, colte a ritoccare le foto del lancio di alcuni missili, forse per intimorire Israele oltre le loro capacità. In realtà, l'intelligence Usa è confusa più che mai, perché dalle loro immagini satellitari risulta che i razzi iraniani erano in realtà enormi gavettoni d'acqua, abilmente ritoccati come missili a lunga gittata. Se gli iraniani sono capaci di fotoritocchi simili, sospettano gli americani, chissà quali armi nascondono davvero. A Washington si sta così diffondendo il panico: l'impianto nucleare di Natanz potrebbe essere solo una piscina coperta ingigantita da un abile gioco di specchi, ma anche una centrale che ospita già decine di bombe atomiche, nascoste con Photoshop.  Tra gli 007 Usa, si sta facendo strada l'ipotesi che il presidente Ahmadinejad sia in realtà un capellone biondo, che appare però  misteriosamente moro e con i capelli corti grazie a chissà quali trucchi digitali. Secondo un'accattivante teoria, infine, gli iraniani padroneggerebbero simili arti da decenni, quando ancora Photoshop non esisteva, e l'ayatollah Khomeini era in realtà glabro dalla nascita.


A lezione di tortura
Messico, esperti Usa insegnano alla polizia messicana i peggiori metodi di tortura
       
              

Hanno fatto scalpore e causato indignazione in moltissime organizzazioni non governative che lavorano in difesa dei diritti umani, i video postati su You tube dove si vedono chiaramente dipendenti di una società di sicurezza statunitense insegnare ai poliziotti messicani metodi differenti di tortura.
 
Sorridenti, compiaciuti del loro ruolo, sia i messicani che gli statunitensi sembrano felici di quello che fanno: imparano a torturare ipotetici delinquenti. Da un lato, in borghese gli insegnanti, dall'altro i poliziotti messicani che si fingono delinquenti.
“Metodi utili” secondo i funzionari della polizia messicana, che aiutano nella formazione per contrastare la ferocia dei cartelli dediti a attività illecite come il narcotraffico. Evidentemente il miliardo e mezzo di dollari stanziato nell'ultimo anno come contributo alla lotta al narcotraffico dall'amministrazione di Washington non è stato sufficiente, servivano senza dubbio le 170 ore di corso intensivo per imparare a torturare.

Acqua e anidride carbonica sparate nelle narici dei presunti delinquenti preventivamente bendati simulando una delle morti più atroci: quella dell'annegamento (pratica inumana usata dai soldati Usa in Iraq). Non solo. Uomini trascinati a forza attraverso il loro vomito, presi per le caviglie e buttati a destra e a manca: questi i metodi insegnati alla polizia messicana dai “professori della tortura Usa”. Basterebbe questo per indignarsi. Nei video, inoltre, si vedono uomini gettati in fosse piene di escrementi e topi. Secondo Vicente Guerrero Reynoso, sindaco di Leon e militante del Partido de Accion Nacional (lo stesso del presidente Calderon), membro dell'ultradestra messicana filocattolica e filo imprenditoriale, queste lezioni sono state seguite anche da altre polizie di altri paesi e sarebbero utilissime in vista di una preparazione estrema per situazioni estreme.
Ma non è certo la prima volta che i figli dello Zio Sam danno prova della loro assoluta mancanza di rispetto dei diritti umani dei detenuti in attesa di giudizio chi si può dimenticare quello che è successo nelle carceri di Abu Ghraib? Violenze di ogni tipo, abusi e umiliazioni che avevano spinto anche un grande pittore come Fernando Botero a denunciare quegli atti ignobili con i suoi capolavori. Intanto dagli Usa si corre ai ripari e si prendono le distanze dagli avvenimenti. “Il governo degli Stati Uniti – si legge in una nota – non è in alcun modo coinvolto in queste azioni di insegnamento”. La polemica, considerato il grande clamore internazionale è destinata a andare avanti.


Gran Bretagna, l'esercito dimezzato
Sondaggio: un militare su due ha pensato a ritirarsi
              
       
Almeno uno su due, una volta, ci ha pensato: lasciare l'esercito. I soldati di Sua Maestà sono esausti dalla frequenza delle missioni, insoddisfatti dai salari, dalla qualità del loro equipaggiamento e dagli alloggi. Il 47 percento dei militari dell'Esercito e della Marina, e il 44 percento di quelli della Raf non disdegnano l'abbandono dal servizio militare, dopo essere stati sottoposti a un sondaggio organizzato dal ministero della Difesa, i cui dati hanno sollevato 'qualche preoccupazione' nelle gerarchie militari. L'esercito britannico soffre di carenze di organico, e sia tra le nuove reclute che tra gli ufficiali di esperienza si stanno verificando alti tassi di abbandono.
 
Stanco della vita? Lascia l'esercito. Morale 'basso' o 'molto basso'. La prima ragione di insofferenza dei militari sono le missioni di tutti e tre i corpi, sempre più lunghe, lontane, che costringono a periodi di assenza da famiglia e amici. La frequenza di tali missioni è il motivo per cui il 38 percento maturerebbe l'intenzione di lasciare, mentre il 59 percento sarebbe spinto a farlo per l'impegno sempre più costante e gli allungamenti delle missioni. Il morale, poi, è definito 'basso' o 'molto basso' nel 59 percento dei casi. Tale dato si alza al 64 percento nella Marina e addirittura al 72 percento nell'Aviazione. Solo i Marines sembrano i più motivati, con 35 per cento di 'eventuali' abbandoni.
 
Investimenti e tagli. Il ministero della Difesa ha annunciato che diverse misure sono state recentemente introdotte per migliorare la situazione. Tra queste, benefit e sgravi fiscali per chi partecipa a turni di sei mesi e agevolazioni per l'acquisto della casa. In aggiunta, secondo quanto riferito dal ministro della Difesa Derek Twigg, dal momento in cui è stato condotto il sondaggio, i militari britannici hanno ricevuto altri incentivi, come aumenti salariali, bonus speciali per le missioni, e l'introduzione di assegni sociali per i figli dei militari. "Nei prossimi dieci anni - ha detto il ministro - investiremo 10 miliardi di euro per nuove abitazioni". Negli ultimi dieci anni, il 10 percento della fanteria dell'Esercito è scomparsa, eliminata per ragioni di contenimento di spesa o di carenza di vocazioni.
 
Mentre il governo appalta per 5 miliardi di euro alla Bae Systems le più grandi portaerei mai costruite nella storia della Marina britannica, il budget per i militari in Afghanistan continua a ridursi, così come il loro equipaggiamento, gli elicotteri che dovrebbero dare loro supporto e i veicoli blindati che dovrebbero proteggerli dagli attentati.
 
Due giorni fa è stata sepolta a Wetheral, in Cumbria, la prima soldatessa britannica a essere uccisa in Afghanistan. E' la 176° vittima britannica uccisa nei teatri di guerra di Afghanistan e Iraq.
Fabio

 
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