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filo aperto con tutti coloro che s'interrogano sull'organizzazione politica della società e che sognano una democrazia sul modello della Grecia classica

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Messaggi del 04/09/2014

CAMBIARE VERSO ?

Post n°711 pubblicato il 04 Settembre 2014 da rteo1

CAMBIARE VERSO ?

"Chi fa da sè fa per tre". E’ un detto antico, che a volte è servito, quando si avevano scarsi collaboratori, oppure intorno dei fannulloni. Renzi, a quanto si dice, vi fa spesso ricorso, e non si capisce se per le due ragioni innanzi dette, o perché è la sua indole a spingerlo verso il “decisionismo solitario”. Sicuramente questo suo modo di agire smuove un po’ le acqua, ma la domanda è: i risultati ci sono ? e, poi, c’è anche da chiedersi: le sue iniziative vanno nella direzione giusta ?  Bisogna, allora, stare ai fatti: finora ha smosso  “mare e monti”, ma a quanto pare c’è stato poco “costrutto”. Il debito è ulteriormente aumentato, i consumi sono calati, l’economia ristagna, c’è la deflazione, mentre la disoccupazione aumenta  soprattutto quella giovanile (l’unica crescita, purtroppo). E gli 80 euro nella busta paga degli 11 milioni di dipendenti pubblici ? Anche questi, a quanto pare, non hanno avuto gli effetti preventivati (e sperati), a parte i voti. E la riforma costituzionale ? Chi ha avuto modo di leggere sia la bozza del governo, sia il testo deliberato dal Senato (e ora all’esame della Camera), a parte tutti i contrasti avvenuti sia in Commissione (sono stati sostituiti i dissidenti, come Mineo), sia in Assemblea, si rende conto che “la montagna ha partorito un topolino”. La prima “sconfitta” si coglie già dalla rubrica del testo, che aveva lo scopo di riformare il Senato, denominato dal Governo “Senato delle Autonomie”, mentre è stato modificato e approvato con la denominazione “Senato della Repubblica” (ripristinando, cioè, l’attuale denominazione, e confermando che ai proclami non seguono i fatti). Si aggiungono, poi, altre modifiche che violano il principio della sovranità popolare, come ad es. l’elezione dei senatori da parte dei Consigli regionali e la loro rappresentanza “delle istituzioni territoriali” che non hanno nulla a che fare con la collocazione nell’ambito del Parlamento, come organo di questo. Si tralascia, altresì, il problema dell’immunità, che non trova alcun fondamento, visto che i nuovi senatori non rappresenteranno la nazione, come invece i Deputati, e, per queste stesse ragioni, è incoerente la nomina dei Senatori  a vita e di diritto (ex Presidenti della repubblica). Ora circola la notizia dell’ingresso nella scuola (Pubblica amministrazione) di circa 150.000 “precari”, che se da una parte può far piacere, da un’altra pone delle perplessità, visto che gli altri contratti stanno diventando sempre di più flessibili, e per tutti gli altri precari resteranno “chiuse le porte” (creando precari di serie A e di serie B). Ma non basta! Si pensa di reintrodurre il taglio lineare del 3% sui bilanci dei ministeri, ossia la spesa pubblica. Si dice che su 800 mld (a circa tanto ammonta la spesa pubblica) si possono recuperare 20 miliardi di risorse. Bisogna riconoscere che questo calcolo ha un fondamento di verità, al di là della condivisione o meno dei tagli lineari (sono certamente più sensati i tagli selettivi). A quanto pare il capo del Governo, che pure è “un fiume in piena”, ricco di risorse ed energie, non ha ben chiaro un problema: il centro del sistema Italia da tempo, ormai, non è più occupato dalle attività produttive, bensì dagli organismi  politici, amministrativi, burocratici, istituzionali, che succhiano non solo tutte le risorse prodotte ma spesso per soddisfare la loro voracità si è perfino costretti a ricorrere al prestito (aggiungere debiti sul debito). Tutto l’antico mondo contadino sapeva bene che non era possibile “foraggiare” un numero di aninali (nel nostro caso, persone) superiore alle risorse prodotte. Invece lo Stato italiano lo ha fatto. E il problema non sono i mille euro al mese, che hanno certamente avuto un effetto di coesione sociale, alleviando la disoccupazione, ma gli stipendi, i vitalizi e le indennità stratosferici elargiti a piene mani. Oggi, infatti, esiste una pletora di “servitori”, ossia di funzionari e dirigenti, che percepiscono trattamenti economici complessivi da far vergognare qualsiasi persona onesta. E’ questo il vero problema. E coloro che avevano il compito di produrre ricchezza non accettano più di essere “spremuti” da un sistema parassitario che ha messo al centro la politica, la burocrazia, i certificati. L’unica via per salvare il Paese, perciò, è “cambiare verso”, ma il governo ce la farà ?   

 
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