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Un poeta non è nulla se non l'ombra di sè stesso

 

 

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I Fratelli XIII

Post n°97 pubblicato il 20 Aprile 2015 da christie_malry

 






Billy attese tutto il giorno successivo novità da Annie e quando Lei arrivò,
da sola, verso sera all'albergo, Lui era un fascio di nervi. Edgar era
uscito per fare la spesa e la camera era incasinata oltre ogni umana
sopportazione. Però la fece entrare e accomodare sopra una valigia
rovesciata. Poi si fece fare un resoconto dettagliato dell'incursione della
ragazza a Brownsey Avenue, nel covo dei poliziotti in libera uscita.
Lei Gli rispose che non era stato un problema contattare il tizio che
scortava Sylvia. Lo aveva riconosciuto immediatamente. E, dopo
averlo approcciato, s'era fatta offrire un cognac e un piccolo sigaro.
Erano stati insieme tutta la sera e Lui aveva pure tentato di baciarla.
Lei gli era sgusciata e s'era fatta raccontare un sacco di cose sul
suo lavoro al momento, e tutti gli orari dei suoi turni in alternanza
con un altro piedipiatti. Era così venuta a sapere quanto non fosse
complicato distrarlo dalla sua attività con la bella promessa di una
coscia scoperta. E di certo così si poteva fare, rise. Di nuovo quello
sguardo, pensò Billy. Quelle labbra rosse tirate sui denti e quelle
pupille incendiarie. tutto era così diverso dalla prima volta che
aveva incontrato la sprovveduta Annie Bergman. La prese per
un lembo della gonna e l'attirò a sé mentre Lei faceva la ritrosa
e rideva. Poi Lui s'alzò in piedi e l'appiattì al muro. C'era tutto
il tempo: Edgar sarebbe rientrato almeno dopo mezzora. La
appiattì alla parete e Le sollevò un lembo della gonna. Cercò
rapidamente le labbra che Lei non negava più. Quando Edgar
rientrò dopo mezzora precisa erano uno a cinque metri dall'altro,
con fare ritroso e ufficiale. Il vecchio entrò sorridente e un po'
turbato dalla presenza di Lei. La vena, senza che volesse,
cominciò a pulsargli sulla fronte. Poi si fece forza e si fece
spiegare, pure Lui, le attività di Annie con il poliziotto. Ma era
distratto: si capiva che il pensiero gli stava appiccicato altrove,
e passava lo sguardo febbrile da Billy ad Annie, da Annie a
Billy. Qualcosa Lo agitava ma non sapeva darsene una
spiegazione logica. E la vena sulla fronte Gli pulsava forte.
Intanto i due si mettevano d'accordo: Annie s'era lasciata con
il poliziotto rinviandosi a un incontro alle tre e mezza del
pomeriggio successivo, mentre Sylvia riposava. Lui avrebbe
lasciato il suo lavoro per venti minuti e Loro avrebbero
potuto incontrarsi. Tutto il tempo per Billy di entrare in casa
forzando una finestra e di trovarsi faccia a faccia con Sylvia.
Per chiarirsi una volta per tutte, aveva detto ad Annie. Per
ucciderla, sapeva solo Lui. A quel pensiero il ragazzo fu
colto da una grande emozione e cominciò a sudare freddo.
Visioni di coltelli e pistole Gli attraversavano gli occhi.
Finalmente, pensava. Poi pensò di quanto poco fosse
considerata l'ex testimone. Mettere a sua protezione un
individuo del genere: uno sbirro infoiato che abbandonava
il suo dovere al primo baluginare di mutande femminili.
Quasi quasi si dispiacque per Sylvia e per la facilità con
cui sarebbe arrivato a saldarle il conto. Quello che sarebbe
venuto dopo non Gli importava affatto. Non aveva messo
in preventivo piani di fuga, non aveva pensato a come
svignarsela. Sapeva solo di lasciare l'albergo con dentro
Edgar, un coltello insanguinato e una pistola senza due
colpi nel tamburo. Che poi avessero davvero accusato
quell'idiota o non si sarebbero fatti sviare era affare che
lo riguardava poco. Sapeva solo di volersi rifugiare da
Jonathan Flugs, che forse Gli avrebbe trovato un
rifugio nelle Paludi e, dopo, un chirurgo plastico affidabile.
Dopo. Forse.





 
 
 
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