Creato da christie_malry il 25/07/2013

Empire Of slack

Un poeta non è nulla se non l'ombra di sè stesso

 

 

« L'età verdeLa Casa II »

La Casa

Post n°102 pubblicato il 22 Maggio 2015 da christie_malry







La casa gli si agitava davanti. Una bella villetta a due piani con giardino,
e la prima cosa di morto che gli si parò davanti fu il cane, steso su un
fianco, con le gambe rigide ma senza bave alla bocca, pulito. Lucido,
persino con il pelo spazzolato e la ciotola mezza piena a un metro di
distanza. Era un golden retriever di cromatismo rosso misto a crema.
Bello, senza dubbio. Con gli occhi chiusi come fosse addormentato in
una tipica posizione canina. Scavalcò il cadavere nei pressi di una
fontanella solo appena scheggiata dalle granate, e che continuava
a fluire il suo liquido benedetto a polloni e stantuffi, tanto invitante
da parere quasi irreale. Cummings prese a bere avidamente dopo
avere appoggiato il fucile lanciagranate alla base del manufatto. Si
saziò e riprese l'arma, cavando anche la mauser dalla cintura. Vide
la porta accostata, come se Lo invitassero a entrare e così fece,
senza che il legno, nello spalancarsi, mandasse il minimo lamento.
A destra c'era un piccolo bagno con tinello, a sinistra il soggiorno
con la televisione spenta. qualche piccola crepa s'era prodotta nelle
pareti. Ragnatele di un qualche cedimento ma nulla di grave. Le
esplosioni erano avvenute a un centinaio di metri dal perimetro
della villetta, e l'avevano intaccata solo parzialmente. Guardò a
destra e guardò a sinistra, con la pistola in pugno e il lanciagranate
a tracolla. Nulla, né in soggiorno che nel minuscolo bagno. Così si
diresse verso la cucina. La tavola era ancora apparecchiata e l'acqua
scorreva nel lavello. V'erano sei piatti e altrettanti bicchieri e posate.
Resti di cibo sbriciolati ancora sul desco. Cummings prese una fetta
di torta e la sbocconcellò lentamente mentre quel silenzio assoluto,
rotto solo dal pulsare del pendolo in salotto cominciava a dargli sui
nervi. Si sedette per un attimo, poi la tensione nervosa lo spinse
verso le scale che portavano al piano superiore. Belle scale, in
ciliegio e un ottimo corrimano solo appena un po' sporcato dalla
polvere caduta da una microfrattura nel soffitto. Cominciò a salire
tenendosi ben saldo all'appoggio. In pochi secondi sbucò su un
locale che dava a sua volte su diverse porte rigidamente chiuse.





(Continua)





 
 
 
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