Creato da christie_malry il 25/07/2013

Empire Of slack

Un poeta non è nulla se non l'ombra di sè stesso

 

 

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I Moore XX

Post n°192 pubblicato il 22 Agosto 2016 da christie_malry







Non accesi la torcia elettrica benché il tetto di fogliame sopra di me
concedesse alla luna piena solo una rapida visita alla mia figura, ma,
comunque, in una maniera o nell'altra stavo tornando verso il fondovalle
e questo significava razionalità, paesini popolati, forse normalità, riflettevo,
anche se la sgradevole sensazione di essere spiato da decine di occhi
mi gettava nella costernazione più profonda e mi donava l'impressione
di un terreno mobile che, inesorabilmente ma inevitabilmente mi recava
a quella che era stata la mia prima meta: la casa dei Moore. Seguii l'ansa
tortuosa del torrente in secca sino a quando vidi una figura in mezzo al
sentiero che mi sbarrava la strada. Portava una sorta di tuba in testa
ma nell'oscurità potevo distinguere poco altro. Fu allora che decisi di
accendere la torcia elettrica e di puntare il fucile in direzione di quello
strano individuo. Senza esitare mi avvicinai, e senza turbamento lo
esaminai con attenzione: portava (Come detto) una tuba altissima e
sgangherata, delle gambette sottilissime avvolte da un paio di blue
jeans con toppe sparse ovunque; a drappeggiargli il petto stava una
giacchetta lisa, che dell'antico colore malva conservava solo qualche
disgraziata vestigia. Dal fondo dei pantaloni gli spuntavano tre immense
falangi con artigli alla sommità e, finalmente, mi decisi a sollevare la mia
attenzione verso il volto, seminascosto dall''ombra del copricapo che,
sfiorando con il fucile, feci cadere. Gli occhi erano sostituiti dalle tipiche
grate delle mosche, formate a loro volta da migliaia di minuscoli bulbi,
separati e in posizione fissa, la bocca aveva un appendice sensibilissima
che celava il vero e proprio apparato masticatorio e rendeva non facile
la comprensione delle parole con cui quell' essere mi si rivolgeva. Ebbene
sì, perché parlava! Lisciandosi con un sottilissimo braccio umano le due
antenne che gli sormontavano la testa mi sogguardò e con voce molto
simile a un ronzio metallico mi chiese: "Vuoi tornare dai Moore, vero?"
Sopraffacendo il disgusto per quella visione e tranquillizzato dal motto
umano con cui mi si rivolgeva, risposi: "Sì, tutti mi cercano nella foresta ,
nessuno penserà mai che mi ficchi nel cuore della loro casa." "Uhm,
decisione brillante. Se ti fidi di me, ti condurrò evitando gli ostacoli
e schivandoti una probabile rottura della tibia. Ma devi avere fiducia?"
"Come ti chiami?" Gettai lì ancora incredulo di trovare a parlarmi con
una specie di mosca umana. "Ero Phillip Stone, e possedevo la fattoria
sull'atro lato della collina  prima che questo torrente fosse inquinato e
mi riducessi a ciò che sono diventato." "Hai una famiglia?" Chiesi
incongruamente, rimpiangendo la mia. "La avevo" Fece quella specie
di insetto "Prima che morissero tutti. Grazie a Dio."







(Continua)









 
 
 
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