Creato da christie_malry il 25/07/2013

Empire Of slack

Un poeta non è nulla se non l'ombra di sè stesso

 

 

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I Moore XIX

Post n°191 pubblicato il 12 Agosto 2016 da christie_malry







Ripresi la torcia elettrica e la utilizzai nei momenti più difficili per la
mia avanzata. Con mia sorpresa, comunque, non udivo più le grida
selvagge dei miei inseguitori e temetti di essermi spinto troppo in
alto, verso la cresta brulla che sovrastava tutta la foresta. Guardai
attraverso il fogliame e, effettivamente, mi resi conto di essere
approdato nei dintorni della sommità della collina. Imprecai a bassa
voce e mi resi conto che mi stavo perdendo. La presenza di Gareth
Hendrix (O di quello che era rimasto di lui) stava lì a dimostrarmi che
quegli esseri si erano sguinzagliati lungo tutto il pendio, senza seguire
i piani di un rastrellamento a pettine in grande stile. La decisione, del
resto, non era così peregrina visto che non mi trovavo più a trattare
con esseri umani ma con delle autentiche belve che facevano del
loro fiuto (più che di inutili armi) la loro forza. Era quindi più che probabile
che avessi sulle mie traccia qualche dozzina di mostri con le narici
impregnate del mio odore e gli occhi ben attenti a ogni ramo spezzato
che lasciavo alle mie spalle. Mi decisi a trovare il letto del torrente in
secca che conduceva all'abitazione dei Moore; allontanarmi il più
possibile da quel posto con i nemici scatenati alle calcagna mi sembrava
sempre più una mossa inutile e insensata. Molto meglio ritrovare la
base di tutto quell'incubo a cielo aperto e cercare di riportare tutta la
storia a una competizione fra il sottoscritto e i Moore, come era stato
scritto fin dall'inizio. Chissà che la luce del fuoco non scacciasse le
visioni allucinate che il bosco di notte recava con sé e riportasse i
contorni della vicenda entro i limiti del razionale, persino nella sua
aberrazione molto umana. Così girai ancora a vuoto, ferendomi il
volto e rischiando di lesionarmi un piede posto male sul terreno.
Dopo un tempo che mi parve lunghissimo approdai a una buca
relativamente profonda e sgombra di vegetazione. Realizzai che
assomigliava a un corno segato di bottiglia e scendeva a meandri
verso valle. Si trattava del cominciamento del torrente fantasma che
sfociava giusto a pochi metri dalla residenza dei Moore. Ora, almeno,
avevo una direzione ed ero ben intenzionato a percorrerla sino in fondo.
Strinsi il fucile nella mano sinistra e mi assestai il sacco con le altre
armi sulla schiena mentre strani riflessi intermittenti emanavano dal
greto del torrente, come se alcune paia di occhi orribili seguissero il
mio spostamento, ancora indecisi se attaccarmi o meno.









(Continua)









 
 
 
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