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CERCHIO FIRENZE 77: I CONCETTI PIU' IMPORTANTI PARTE 2

CERCHIO FIRENZE 77. I CONCETTI PIU' IMPORTANTI   PARTE 2

DEDICATO A INGRID

 

ANGELI

 

La legge di causa e di effetto si esplica ogni qual volta l'individuo si pone contro il fine d'amore che sta alla base di tutto il creato, danneggiando in questo modo se stesso e gli altri. Così facendo l'individuo promuove una causa il cui effetto ricadrà su di lui con lo scopo di fargli capire l'errore commesso: questo avviene per tutte le attività dell'individuo, siano essi azioni, desideri od altro. In ciò i nostri Maestri ci insegnano a saper vedere l'aspetto di giustizia, ma anche di misericordia di Dio "in quanto nessuno mai è eternamente condannato, ma dalla giusta conseguenza delle proprie azioni ognuno impara e si santifica".


C'è però da aggiungere che tutto è così perfettamente equilibrato ed armonico che anche quando questo equilibrio viene rotto, l'effetto di ciò è sfruttato per riequilibrare la situazione, in quanto non accadrà mai che qualcuno subisca ingiustamente un' azione. Ci sarà più facile illustrare questo concetto con un esempio: supponiamo che un uomo uccida un suo simile. Colui che uccide muove una causa il cui effetto lo porterà ad essere a sua volta ucciso, insegnandoli così che non si deve uccidere: ma non sarà mai che un individuo possa provocare un danno così grave qual'é il togliere la vita, senza che la creatura alla quale la vita è stata tolta, non dovesse subire quell'effetto.


Ciò non toglie tuttavia "che la responsabilità di aver fatto soffrire un nostro fratello ricada su di noi, anche se questa sofferenza egli doveva patirla". Riepilogando: la legge di causa e di effetto (Karma) permette all'uomo di costituire la sua
coscienza: la reincarnazione di avere innumerevoli esperienze fino a che la sua coscienza non sarà costituita, attuando così la legge di evoluzione. Da tutto ciò appare chiaro che "la vita dell'uomo non è un collaudo del suo spirito, ma una vera e propria nascita spirituale".


Cosicché l'uomo non è provato per vedere se resiste alla lusinga del male, oppure per vedere se la sua fede è solida, ma ha delle esperienze affinché nasca spiritualmente. Ai fini di questa nascita non è quindi importante che l'uomo infranga consapevolmente o no, intenzionalmente o meno, liberamente o coercitivamente le leggi divine. In ogni caso subirà degli effetti, avrà delle esperienze che allargheranno la sua
coscienza e ne determineranno la sua nascita spirituale.


Nascita spirituale che non avviene solo attraverso al dolore: l'uomo ha a sua disposizione altri mezzi per allargare la sua
coscienza. Può capire una verità anche attraverso il ragionamento, senza sperimentare direttamente e con dolore l'opposto. Cosicché "il dolore che l'uomo incontra non è il castigo per una colpa commessa, ma l'ultimo rimedio per fargli comprendere una verità". Parlando della legge di evoluzione abbiamo accennato solo all'aspetto che riguarda l'uomo, cioè all'evoluzione dell'autocoscienza: ma questa legge riguarda invece tutto il creato (evoluzione della materia, della forma, dell'autocoscienza).


Per meglio capire di che cosa si tratta, bisogna rifarsi da molto lontano e cominciare col dire che il termine "creato" per indicare tutto quanto esiste, non è esatto. Infatti non possiamo pensare a
Dio come ad un essere umanizzato che guarda da lontano e con distacco la Sua opera, "che misura la Sua onnipotenza con la debolezza degli uomini". Pensare che Dio sia avulso dalla Sua opera, significa pensare ad un Dio che non contiene tutto quanto esiste, quindi ad un Dio incompleto.


Dio, per essere tale, deve essere "eterno, perfetto, infinito, indivisibile, immutabile, costante, onnisciente, onnipossente, deve comprendere in Sé tutto quanto realmente è, esiste, è esistito, esisterà..." perciò deve essere Assoluto. Una creazione dal "nulla" è un assurdo, in quanto il nulla nell'Assoluto che è il Tutto, non può esistere. Dunque non si deve parlare di "creazione", ossia Dio ha emanato da Sé stesso in Sé stesso tutte le cose". Come diversi pianeti costituiscono un sistema solare, più sistemi solari costituiscono un universo, così più universi formano un cosmo.


Un cosmo corrisponde ad una emanazione, ma innumerevoli sono le emanazioni in
Dio, ciascuna delle quali è costituita di divina sostanza. Le nostre Guide chiamano questa sostanza divina, di cui in definitiva è permeato tutto l'Assoluto, "spirito". Di conseguenza anche il nostro cosmo è formato di spirito, spirito che rimane alla radice di tutte le cose. Se il nostro lettore si ricorda come è stata spiegata la costituzione dei vari piani di esistenza, gli sarà facile capire come dai piani spirituali abbiano avuto origine, per successive aggregazioni di differenti unità elementari, le materie di cui sono composti i diversi piani di esistenza (akasico, mentale, astrale, fisico).


Si è così accennato come nasce l'ambiente cosmico, che permette la nascita degli individui suoi abitatori. Intanto c'è da ricordare che l'individuo, o microcosmo, è analogo nella sua costituzione al macrocosmo e che alla radice del suo essere c'è lo spirito. Ossia è lo spirito che, ammantandosi delle materie dei vari piani di esistenza, origina nel piano fisico le innumerevoli forme di vita.


La forma più semplice di vita è il processo di cristallizzazione: da questa, attraverso forme di vita che fanno parte del regno vegetale, a quelle che appartengono al regno animale fino all'uomo ed oltre, è la storia evolutiva dell'individuo, che in forza alla evoluzione della materia, della forma e dell'autocoscienza, nasce spiritualmente. Quindi, noi, come individui, proveniamo da molteplici incarnazioni nel regno minerale, vegetale, animale: incarnazioni che hanno avuto lo scopo di costituire, di formare, prima un corpo astrale e poi un corpo mentale.


Ad esempio, l'alternarsi delle stagioni con i relativi fenomeni, stimola negli individui legati alle forme di vita nel regno vegetale, lo sviluppo del corpo astrale, attraverso le continue sensazioni che spingono le piante a ricercare, nei limiti delle loro possibilità, l'ambiente più adatto alla loro sopravvivenza, come l'umidità o la luce etc. Negli animali invece, in cui il corpo astrale è già formato, il piano messo in atto per procacciarsi il cibo, o per seguire gli impulsi dettati dall'istinto, sollecita lo sviluppo del corpo mentale.


In definitiva, come si può capire, i passaggi dell'individuo nelle forme di vita in questi tre regni, servono a dargli, nelle successive esistenze come uomo, gli strumenti per lo sviluppo della
coscienza. Quanto abbiamo accennato ci permette di fare delle considerazioni: ad esempio possiamo vedere come il bene ed il male siano fattori del tutto relativi all'individuo, potendo essere ciò che riteniamo male, come il dolore, l'aver subito una violenza etc., mezzi della nostra evoluzione. "Non v'è nulla che non abbia significato e che debba considerarsi un errore o una ingiustizia".


Inoltre non ha importanza che l'uomo conosca esattamente qual'è il bene e qual'è il male per avere la responsabilità delle sue azioni. Le leggi cosmiche sono infrante sia che l'uomo le violi consapevolmente che inconsapevolmente, sia liberamente che nella costrizione. Si affaccia qui il problema del libero arbitrio che, con questa premessa, perde molta della sua importanza perché non si tratta di porre l'individuo libero fra il bene e il male per renderlo responsabile della sua scelta: si tratta di dargli quel tanto di libertà necessaria al suo sviluppo, ma non in misura tale che possa danneggiarsi.


"La libertà dell'uomo è relativa e cresce proporzionatamente alla sua "evoluzione". Da questo nuovo concetto della vita, i doveri verso i nostri simili, insegnati dal
Cristo, non risultano diminuiti, anzi. Nei confronti di noi stessi, aiutare il nostro prossimo, per quanto nobile sia, non è abbastanza. Noi dobbiamo conoscere ciò che si agita nel nostro intimo, capire la radice della nostra avidità, comprendere noi stessi per superare l'egoismo che fa di noi degli esseri in preda ad ogni impulso.


Controllare il nostro atteggiamento esteriore per non danneggiare gli altri è lodevole, ma solo quando non esisterà più il senso di separatività fra noi e gli altri saremo sicuri di aver superato il nostro egoismo, saremo sicuri che il nostro atteggiamento esteriore corrisponde alla nostra natura interna.
Finito di abbozzare questo generico schema in cui trovano posto concetti che, se ampliati, possono dare risposta a molti perché, una domanda rimane insoddisfatta: il perché del Tutto. Se questo significa perché
Dio esiste, le nostre Guide ci rispondono che il quesito non ha senso. Dio è la prima causa, non può avere un perché, né essere conseguenza di altro.


Diversamente
Dio sarebbe quel perché. Se invece ci si domanda perché esiste l'emanato, la risposta che ci viene data è . Dio è Colui che E' ed esiste perché E' come E' . I cosmi quindi sono parte integrante di Lui stesso. Noi siamo conseguenza della Sua esistenza. ma non si deve vedere in ciò un freddo meccanismo: noi siamo Sue creature, partecipi della Sua natura. Se noi siamo Sue creature, questo è il momento in cui Lui ci crea, o più precisamente in cui noi esistiamo: ed il cosmo è il modo con cui si attua questa creazione o questa esistenza.


Ma parlare di "momento" in
Dio non ha senso; l'emanazione, che per noi ha un inizio ed una fine, è nell'Assoluto un atto che non conosce questa sequenza di tempo. Ogni attimo della emanazione e l'intero suo ciclo sono presenti nell'Assoluto. Se il cosmo fosse un libro in cui è narrata la storia della nostra esistenza dalla nascita alla maturità, Dio sarebbe (ci sia perdonata la banalità dell'esempio) la biblioteca che contiene questo libro, nella quale il libro esiste per la eternità senza tempo. Il libro, o il cosmo, rappresenta il modo in cui noi esistiamo in Lui e vi esistiamo non solo nella fase della nostra maturità, ma in tutte le fasi; e vi esistiamo nell'eternità del non tempo

FONTE: 
http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.4805

 
 
 
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