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Messaggi di Maggio 2014
Post n°782 pubblicato il 29 Maggio 2014 da alf.cosmos
ANIMA SENZIENTE DELL’UOMO E DELL’ANIMALE di Rudolf Steiner
L’attività in cui si concretizza la sensazione si distingue sostanzialmente dall’attività della forza vitale. Da quest’ultima attività l’altra suscita un’esperienza Interiore. Se non la suscitasse, si avrebbe un semplice processo vitale che si osserva anche nella pianta. In tutte le direzioni da cui riceve le impressioni bisogna anche pensarlo come fonte dell’attività che risponde alle impressioni con le sensazioni. Questa fonte di attività può essere chiamata ANIMA SENZIENTE. Attraverso un organo Superiore, il mondo Interiore delle sensazioni può rivelarsi a una particolare percezione soprasensibile. L’uomo allora “vede” le sensazioni. Questo può essere fatto solo con l’occhio Spirituale aperto. PER L’ANIMA SENZIENTE L’UOMO E’ AFFINE ALL’ANIMALE. Anche nell’animale osserviamo l’esistenza di sensazioni, impulsi, istinti e passioni. Ma l’animale li segue direttamente. In lui essi non vengono attraversati da pensieri autonomi, trascendenti l’esperienza immediata. Lo stesso accade fino a un certo punto per l’uomo non evoluto. La semplice Anima senziente è perciò diversa da Superiore e più evoluto elemento Animico che pone il pensiero al proprio servizio. "E' buono chi riesce a trasferire la propria anima nell'anima dell'altro. In sostanza, dal trasferire la propria anima in quella dell'altro dipende tutta la moralità, la vera moralità." Tratto da: TEOSOFIA di Rudolf Steiner |
Post n°781 pubblicato il 28 Maggio 2014 da alf.cosmos
QUINTO ANNO DI BLOG: GRAZIE A TUTTI. PACE E ARMONIA Vi dedico una grande e particolare versione di Om di Swami Nirvanananda ♪ ♫♪ ♫♪ ♫♪ ♫♪ ♫♪ ♫♪ ♫♪ ♫♪ ♫♪ ♪ Grazie a tutti coloro che sono stati compagni di percorso e a tutti coloro che svolgono un Lavoro Interiore su Se stessi e coinvolgono anche gli altri. Grazie Om, Om, Om Shanti - Swami Nirvanananda - Centro Yoga Prema, Moncalieri (To) 13-04-2013
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"MASTICARE" L'ARIA CON I POLMONI di O.M. Aivanhov
Se il cibo arriva nello stomaco non masticato a sufficienza, l’organismo è obbligato a spendere molta energia per assimilarlo, ed è questa la causa di molti stati di stanchezza. Per intraprendere un “Lavoro Spirituale” in buone condizioni, è necessario introdurre prima l’Armonia nel vostro modo di nutrirvi e respirare. Le stesse leggi reggono infatti entrambi i processi. Non va bene respirare in fretta senza che l’aria abbia il tempo fino in fondo ai polmoni per riempirli. Occorre respirare lentamente, profondamente, e ogni tanto bisogna anche trattenere l’aria nei polmoni prima di rilasciarla. Perché? Per “masticarla”…Si i polmoni sanno masticare l’aria, così come la bocca sa masticare gli alimenti. L’aria che aspiriamo è come un “boccone”, pieno di forze inaudite. Se lo si espelle troppo in fretta, i polmoni non possono “cuocerlo”, “digerirlo”, assimilarlo a sufficienza affinchè l’organismo possa beneficiare delle forze in esso contenute. Ecco il motivo per cui molte persone sono stanche, nervose, irritabili: non sanno nutrirsi correttamente di aria, non la “masticano, la espellono direttamente, respirano solo con la parte alta dei polmoni… Per estrarre dall’aria il massimo delle sue ricchezze occorre comprimerla, trattenerla nei polmoni. Se la espellete subito, tutta l’energia che essa contiene va perduta. Se mangiando fate qualche buona respirazione, la combustione degli alimenti avviene meglio; per farlo, basta che vi fermiate 3-4 volte durante il pasto per respirare profondamente: in questo modo il cibo libera più energie. I grandi Iniziati, che conoscono la legge della disintegrazione della materia, disintegrano qualche millesimo di milligrammo del proprio cervello. E grazie all’energia liberata compiono dei miracoli. Attuano tale disintegrazione attraverso il pensiero. E’ un segreto che conoscono da millenni. Applicano la fissione dell’atomo al proprio cervello che è una materia d’una ricchezza inesauribile. Chi medita, invece, disintegra, attraverso la concentrazione, alcune particelle infinitesimali di materia, le quali liberano energia, e ciò è tanto più benefico e salutare poiché altre particelle più pure e luminose vengono a sostituirle. Il fondo dei polmoni funziona come una bocca, e la parte più alta come uno stomaco. Quando mangiamo introduciamo il cibo in alto, nella bocca, per masticarlo, ed esso scende poi nello stomaco. Quando respiriamo avviene l’inverso: una respirazione profonda riempie d’aria i polmoni fin nella parte più bassa, fino in fondo agli alveoli, e questi “masticano” l’aria proprio come una bocca; in caso contrario la respirazione rimane superficiale, l’aria viene trattenuta nella parte alta dei polmoni (il loro stomaco) senza essere masticata. Bisogna praticare la respirazione profonda, la respirazione addominale: se non si fa scendere l’aria fino in fondo ai polmoni, se ne assorbiranno solo le particelle più grossolane. Se invece si invia l’aria fino in basso, in modo da esercitare una pressione sul diaframma, avendo cura di trattenerla qualche istante, la “bocca” entra in funzione, ed è proprio quest’ultima che si incarica di estrarre le particelle eteriche più sottili per poi inviarle a tutto l’organismo. Ma per poter attingere dall’aria gli elementi sottili che essa contiene, occorre non soltanto trattenere l’aria inspirata, ma anche portarla lentamente dalla parte bassa alla parte alta dei polmoni. Tutte le cellule dell’organismo, comprese quelle all’interno di uno stesso organo, sono differenziate, specializzate e ripartite in funzione dei loro compiti. Le cellule situate nella parte bassa dei polmoni sono destinate ad assorbire l’aria in modo completamente diverso rispetto a quelle che si trovano nella parte alta. Perciò è pregiudizievole per la salute sia respirare superficialmente, sia inghiottire il cibo senza masticarlo. Coloro che praticano una respirazione profonda si nutrono veramente, mentre coloro che respirano superficialmente si mantengono appena in vita, ma non si nutrono. Stralci da: LA RESPIRAZIONE di O.M. Aivanhov |
Post n°779 pubblicato il 22 Maggio 2014 da alf.cosmos
MIRACOLO DELL'AUTOGUARIGIONE DAL COLERA DI PARAMAHANSA YOGANANDA DA BAMBINO
Lahiri Mahasaya abbandonò questo mondo poco tempo dopo che io vi feci il mio ingresso. Il Suo ritratto, racchiuso in una bella cornice, ha sempre adornato il nostro altare di famiglia. Man mano che crescevo, il pensiero del Maestro cresceva con me. Spesso quando meditavo, vedevo la sua immagine fotografica prendere vita e staccarsi dalla piccola cornice per venire a sedersi di fronte a me. Se cercavo di toccare i piedi del Suo corpo luminoso, tornava ad essere nuovamente un ritratto. Nei momenti di difficoltà o di turbamento lo pregavo spesso, trovando dentro di me il conforto della Sua guida. Avevo circa 8 anni quando fui benedetto da una prodigiosa guarigione, compiuta attraverso il ritratto di Lahiri Mahasaya. Questa esperienza intensificò il mio Amore. Quando ero nella proprietà di famiglia a Ichapur nel Bengala fui colpito dal colera asiatico. Ero condannato; i medici non potevano fare nulla. Vicino al capezzale mia madre mi esortava affannosamente a guardare l’immagine di Lahiri Mahasaya, che si trovava sulla parete, sopra il mio letto. “Inchinati a Lui mentalmente”. Sapeva che ero troppo debole perfino per sollevare le mani in segno di saluto. “Se gli dimostri la Tua devozione e ti inginocchi interiormente davanti a Lui, la Tua vita sarà salva!”. Fissai il ritratto e d’improvviso una luce abbagliante avvolse il mio corpo e si diffuse in tutta la stanza. La nausea e gli altri sintomi incontrollabili scomparvero. Ero guarito.... Mi resi conto che anche mia madre aveva visto quel grande bagliore che mi aveva guarito all’istante da una malattia di solito fatale. Stralci da: AUTOBIOGRAFIA DI UNO YOGI di Paramahansa Yogananda |
DHAMMAPADA di Buddha - Capitolo 1: VERSI IN COPPIA (1-6)
1. La mente precede tutte le realtà. La mente le guida, sono prodotte dalla mente. Chi parla o agisce con mente impura, la sofferenza lo segue come la ruota [del carro] segue il piede del bue. 2. La mente precede tutte le realtà. La mente le guida, sono prodotte dalla mente. Chi parla o agisce con mente pura, la felicità lo segue come la sua ombra.
3. Ha abusato di me, mi ha colpito, mi ha sopraffatto, mi ha derubato". Chi nutre tali pensieri, non frena il proprio odio.
5. In questo mondo l'odio non si placa con l'odio. Solo non odiando si placa l’odio. Questa legge è eterna. 6. Alcuni non si rendono conto che ci dobbiamo controllare. Ma chi se ne rende conto, per questa ragione, abbandona le liti.
Fonte: http://www.saddha.it/wp-content/uploads/audio/Dhammapada/pdf/Dhammapada-1-Le-coppie.pdf Fonte immagini: http://what-buddha-said.net/Canon/Sutta/KN/Dhammapada.htm
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Post n°777 pubblicato il 15 Maggio 2014 da alf.cosmos
INTRODUZIONE DHAMMAPADA di Buddha traduzione libera di Giorgio Salce
Dai tempi antichi fino ad oggi, il Dhammapada è stato considerato l’espressione più sintetica della dottrina del Buddha e una sorta di testamento del capo spirituale del buddhismo. In Paesi come lo Sri Lanka, il Vietnam, la Birmania e la Thailandia, il Dhammapada viene usato come guida per risolvere gli innumerevoli problemi della vita quotidiana e come base dell’istruzione dei novizi nei monasteri.
* * * In realtà, per comprendere il testo occorre conoscere le due chiavi di lettura usate da chi l’ha redatto. Esistono due realtà: quella convenzionale e quella assoluta. Ciò che è vero nella prima risulta spesso illusorio nella seconda. Inoltre, finché le persone non raggiungono lo stato di Illuminati (Arahant), le loro azioni devono essere coerenti con un corretto comportamento formale, socialmente accettabile. Il Buddha critica spesso gli eccessi dell’ascetismo, come l’estrema rinuncia al cibo, la nudità, la sporcizia, il coprirsi di cenere o escrementi – v. 141. “Né girare nudi, né i capelli arruffati, né la sporcizia o il digiuno, né dormire per terra, né imbrattarsi di cenere e fango, né stare seduti sui talloni [in penitenza], può purificare un mortale che non ha superato il dubbio”. Quindi l’insegnamento viene formulato in base al livello di comprensione dell’ascoltatore e dalla diversità dei bisogni che possono coesistere, anche in un singolo individuo. 1. Primo livello - Sociale Il primo livello definisce la necessità di creare benessere e felicità nella sfera immediatamente visibile dei rapporti umani. L’obiettivo, a questo livello, è quello di suggerire agli uomini dell’epoca (agricoltori, allevatori, commercianti, proprietari terrieri, nobili e sacerdoti) un modo di vivere in pace con se stessi e con i propri simili. Si trovano massime che invitano ad adempiere ai doveri familiari e sociali, a frenare l’odio, il conflitto e la violenza che infettano i rapporti sociali. Le linee guida, appropriate per questo livello, sono in gran parte identiche ai principi etici fondamentali, proposti dalla maggior parte delle grandi religioni del mondo: la preoccupazione per la propria integrità fisica e mentale e per il benessere di coloro che subiscono le conseguenze delle nostre azioni. (vv. 129-132). Il consiglio più generale che si trova nel Dhammapada è di evitare ogni male, di coltivare il bene e di purificare la mente (v. 183). 2.Secondo livello - il kamma Nel secondo livello di insegnamento, il Dhammapada dimostra che la morale non esaurisce il proprio compito, dando semplicemente un contributo alla felicità umana, qui e ora, ma esercita un’influenza di gran lunga più importante, nel destino personale del discepolo. Questo livello inizia con il riconoscimento del fatto che, l’esistenza, vista alla luce, del pensiero riflessivo, esige una spiegazione più profonda di quella che può dare la semplice esortazione etica alla bontà e all’altruismo. 3.Terzo livello - il Sentiero Il consiglio etico basato sul desiderio di rinascite superiori e la felicità nella vita futura non è l’insegnamento ultimo del Buddha, e quindi non in grado di fornire il programma di formazione decisiva, definito dal Dhammapada. Nell’ambito in cui viene applicato è perfettamente valido, come insegnamento preparatorio o provvisorio per coloro le cui facoltà spirituali non sono ancora mature. Una più profonda ricerca, tuttavia, rivela che tutti gli stati di esistenza nel samsara, anche le più alte dimore celesti, sono privi di valore reale, perché sono tutti intrinsecamente impermanenti (vv. 189-191), senza alcuna sostanza duratura (anicca), e quindi, per coloro che vi si aggrappano, potenziali basi per ulteriore sofferenza. 4.Quarto livello - l'Arahant (uomo santo, il realizzato) Il quarto livello di lettura del Dhammapada non fornisce altri insegnamenti, ma è un’acclamazione di coloro che hanno raggiunto la meta. Nel canone Pali le fasi di realizzazione definitiva, lungo la strada che porta al Nibbana sono quattro: “Entrata nella corrente” (sotapatti), il discepolo entra irreversibilmente sulla via della liberazione, che raggiungerà in sette vite al massimo. Già questo risultato, si dice nel Dhammapada, è superiore alla signoria su tutti i mondi (v. 178). Le due fasi successive sono (sakadagami) che tornerà solo una volta in un corpo, prima di liberarsi definitivamente, e (anagami), che otterrà la rinascita in un piano celeste, destinato a guadagnarsi lì la liberazione finale. La quarta e ultima fase è quella dell’arahant, il Compiuto, il saggio pienamente realizzato, che ha completato lo sviluppo del sentiero, sradicato tutte le contaminazioni e si è liberato dalla schiavitù del ciclo delle nascite. Questa è la figura ideale del buddhismo, è l’eroe supremo del Dhammapada. Esaltato nel capitolo 7 nel capitolo 26 (vv. 385-388, 396-423) sotto il nome di arahant, brahmana, “uomo santo”, egli costituisce la dimostrazione vivente della verità del Dhamma: che è possibile liberarsi dalle macchie dell’avidità, dell’odio e dell’ignoranza, superando la sofferenza, per ottenere il Nibbana in questa vita (capitolo 26). Fonte: http://www.saddha.it/introduzione-dhammapada/#segue |
IL SIGNIFICATO DI DHARMA
Diamo uno sguardo alla parola dharma (o dhamma). L’antica interpretazione data alla parola dharma è quella data dalla legge di dio. Secondo l’antica credenza, il dio promesso che doveva apparire di tanto in tanto per proteggere questo dharma assumendo incarnazioni diverse. Il Buddha non accettava nessun dio che avrebbe potuto dare dottrine e comandamenti nè leggi religiose. Il Buddha usava la parola dharma per descrivere tutti i suoi insegnamenti. Dharma significa il detenere, sostenere e supportare. Il Buddha insegna il dharma per aiutarci a sfuggire dalla sofferenza causata dall’esistenza e di impedire il degrado della dignità umana, scendendo in stati inferiori come inferno, animale, spirito, fantasma o regni del diavolo. Il dharma è introdotto dal Buddha per sostenerci e darci supporto. Liberandoci da questi miseri regni. Significa anche che se seguiremo i suoi metodi, non riusciremo mai ad entrare in tali sfortunate circostanze come nascere ciechi, sordi, zoppi o pazzi. Così, nell’uso del Buddha, dharma è il consiglio dato per sostenerci nella nostra lotta, per esser liberi dalla sofferenza ed anche per aumentare i valori umani. I filosofi occidentali descrivono il Buddhismo come un nobile stile di vita o come una religione di libertà e ragione. Dharma non è una legge straordinaria creata da o per qualcuno. Il nostro stesso corpo è Dharma. La stessa nostra mente è Dharma. L’intero Universo è Dharma. Comprendendo la natura del corpo fisico, della mente e delle condizioni del mondo, realizzeremo Dharma. Il Buddha ci insegna a comprendere la natura razionale della nostra esistenza in modo realistico. Trattasi della vita: qui ed ora, di ogni essere senziente e così collegato all’esistenza intera. Di solito, quando la gente parla di religione, chiede: “Qual è la tua fede?” – Usano la parola “fede”. Il Buddha non era interessato allo sviluppo della “fede” nel senso assoluto, anche se potrà esser utile nelle fasi preliminari del proprio sviluppo religioso. Il pericolo di basarsi sulla sola fede senza una conoscenza analitica, sarà quello di renderci dei fanatici religiosi. Quelli che permettono alla fede di cristallizarsi nelle loro menti, non potranno vedere il punto di vista delle altre persone perchè avranno già prestabilito nella loro mente che ciò in cui credono sarà l’unica Verità. Il Buddha insiste sul fatto che uno non dovrà accettare neppure i suoi Insegnamenti sulla base della sola fede. Una persona dovrà prima acquisire le conoscenze e dopo sviluppare la comprensione attraverso lo studio, la discussione, la meditazione ed – infine – la contemplazione. La Conoscenza è una cosa, la Comprensione è altro. Se c’è comprensione, uno potrà regolare la propria vita a seconda delle circostanze mutevoli basate sulla conoscenza che avrà. Potremmo aver incontrato gente che conosceva molte cose, ma non erano realistici proprio per il loro egoismo, rabbia ed odio. Questo non consente loro di acquisire gli atteggiamenti mentali in modo imparziale nè la pace della mente. Quando dovrà esser necessario scendere a compromessi, dovremo sapere come comprometterci. Quando sarà necessario tollerare, dovremo sapere come tollerare. Quando sarà necessario mantenere le proprie decisioni, dovremo saper esser fermi: con dignità.
Fonte: http://www.padronadeglieventi.net/2012/12/31/significato-di-dharma/ |
LE STELLE DI DIMENSIONI GIGANTESCHE
Sirio, stella quasi quattro volte più grande del nostro Sole, dista da esso 8,6 anni luce; una delle stelle più vicine in assoluto. Per questo motivo, vista dalla Terra, appare come la stella più luminosa del cielo dopo il Sole. Sirio è di colore bianco e si trova nella sequenza principale, come il nostro astro principale. Polluce dista da noi circa 34 anni luce ed è una stella subgigante di colore arancione) e il suo diametro è circa 10 volte quello del Sole. Arturo dista circa 37 anni luce ed è anch'esso una stella subgigante rossa. Il suo diametro è circa quaranta volte quello del Sole. Sembra tanto, ma ancora non abbiamo visto niente... Rigel è una stella supergigante bianco-azzurra che appare quasi luminosa quanto Arturo nonostante sia 20 volte più distante (773 anni luce). Deneb è una stella supergigante bianco-azzurra. Grande circa 200 volte il nostro Sole, è a una distanza di circa 3200 anni luce da esso, la più distante tra quelle elencate qui. È la diciannovesima stella più luminosa del cielo, ma questo è solo dovuto alla sua grande distanza. In realtà è una delle stelle più luminose della Via Lattea, la nostra galassia. Se fosse al posto di Alpha Centauri sarebbe addirittura più luminosa della Luna piena. Betelgeuse è una stella supergigante rossa che dista da noi 427 anni luce. Risulta meno luminosa di Rigel nonostante sia più vicina e molto più estesa. Anche Antares è una supergigante rossa dal diametro oltre 500 volte più grande di quello del Sole e distante da noi circa 520 anni luce. Anche questa stella enorme appare meno luminosa di Rigel nonostante sia più vicina. Se le stelle in questa sezione fossero tutte alla stessa distanza, la più luminosa sarebbe Deneb (265.000 volte più luminosa del Sole), seguita da Rigel (40.000 volte più luminosa del Sole) Antares (11.000 volte più luminosa del Sole) e Betelgeuse (9700 volte più luminosa del Sole). Le stelle supergiganti sono delle enormi bolle di gas incandescente. La loro densità è molto più bassa di quella del Sole. Ad esempio Betelgeuse, a dispetto delle dimensioni, ha una massa solo 14 volte superiore a quella del Sole: se la potessimo mettere sul un piatto della bilancia dovremmo mettere 14 stelle come il Sole sull'altro piatto per mettere il braccio in equilibrio. Le supergiganti blu/azzurre sono più dense, calde e luminose di quelle rosse: Deneb ha una massa che è 20-25 volte quella del Sole ma il suo diametro è meno della metà di quello di Betelgeuse. Antares e Betelgeuse sono stelle davvero enormi, ma non sono le più grandi tra quelle conosciute della nostra galassia. Si ipotizza che VY Canis Majoris (distante circa 5000 anni luce) possa avere un diametro circa 2000 volte più grande di quello del Sole (ben 4 volte più grande di Betelgeuse). Il diametro di VV Cephei (2000 anni luce di distanza) è stimato essere 1750 volte quello del nostro astro, mentre KW Sagittarii (distante 9800 anni luce), V354 Cephei (9000 anni luce) e KY Cygni (5200 anni luce) potrebbero avere tutte un diametro all'incirca 1500 volte più grande di quello del Sole (cioè 3 volte più grandi di Betelgeuse). ELENCO DELLE STELLE PIU’ GRANDI (il numero a fianco corrisponde a quante volte la stella è più grande del nostro Sole) VY Canis Majoris fino a 2100 WOH G64 fino a 2000 V838 Monocerotis fino a 1970 VV Cephei fino a 1900 NML Cygni 1650 V354 Cephei A 1520 KW Sagittarii 1460 KY Cygni 1420 Mu Cephei (la Stella granata di Herschel) 1420 RW Cephei 1260 BC Cygni 1140-1230 S Persei 730-1230 PZ Cassiopeiae 1190 (1940) RT Carinae 1090 CK Carinae 1060 HV 11423 1000 Betelgeuse (Alfa Orionis) 990-1000 Antares (Alfa Scorpii) 850 V382 Carinae 747 S Pegasi 580 S Doradus 550 S Orionis 530 Omicron1 Canis Majoris 530 W Hydrae 520 119 Tauri 510 R Cassiopeiae 500 Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Stelle_pi%C3%B9_grandi_conosciute Fonte: http://digilander.libero.it/occultazioni/dimensioni.html
VY CANIS MAJORIS LA STELLA PIU' GRANDE CONOSCIUTA
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LE TAVOLE SMERALDINE DI THOTH - TAVOLA VII: I SETTE SIGNORI - INTERPRETAZIONE DI DOREAL
Questa tavola inizia con l’ordine di aprire la mente alla saggezza di Thoth. Egli dice che la vita è piena di ostacoli che devono essere superati. Si deve permettere alla Luce del Cosmo di fluire e manifestarsi. La meta di tutta la ricerca deve essere l’unione con la Coscienza Cosmica, altrimenti c’è limitazione. La Luce è sia finita che infinita, perché Dio, la Coscienza Cosmica, è Luce e tutte le cose manifeste e nascoste sono una parte di Dio. Quindi, non può esserci separazione. Perfino sotto la coltre dell’Oscurità, che noi chiamiamo negativo, è nascosta l’essenza della Luce pronta a scaturire quando si solleva il velo. Il Cervello Infinito è perduto alla comprensione degli uomini, poiché non si rendono conto che ogni cosa non è altro che una manifestazione separata dell’unico Cervello Cosmico. Tutte le caratteristiche della saggezza, sia in Dio che nell’uomo, sono parti di un’unica saggezza che si manifesta in canali diversi. La Legge e l’Ordine sono le regole fondamentali di tutta la creazione, sia in Dio che nell’uomo. Perché solo nell’Ordine si trova equilibrio. Thoth parla ancora del nostro lontano passato, prima che Atlantide s’inabissasse. Il suo inizio fu tramite l’Abitante, poi conobbe la chiave e fu in grado di entrare da solo. Che differenza dai ricercatori odierni che avuta la chiave la utilizzano. I Signori dei Cicli parlarono a Thoth dei cicli futuri, in modo che avesse la loro conoscenza anche se non sarebbe potuto penetrare tramite Suntal nei cicli più alti. Thoth promise di offrire la saggezza acquisita. Ci dice che i Signori sono Guide per l’uomo – e lo sono – perché insegnano quelle cose che sono di là dalla capacità di questa Coscienza Cosmica, e dunque egli acquisì la conoscenza dell’estensione dello I.Yoδ. Secondo l’antico simbolismo, la saggezza si trovava nella fiamma. Il fuoco, derivante dal non manifesto, esiste per un periodo nel manifesto e poi ritorna nel non manifesto. Così diventa il simbolo della coscienza che proviene dal non manifesto, esiste per un periodo nel corpo fisico per poi ritornare nuovamente nel non manifesto. In sostanza si dice all’uomo di cercare la saggezza nella sua coscienza. I Sette erano venuti da oltre il ciclo tempo limitato, dipendendo dalla radiazione dell’atomo originale infinito. I Sette erano parte della Coscienza Cosmica prima di noi che derivò dallo I.Yoδ, e furono formati mentre noi facevamo ancora parte del disordine. Si svilupparono prima dell’epoca dell’uomo, anche se quando occuparono questo ciclo cosmico apparivano come uomini. La Coscienza alla fine è informe e flessibile, e può assumere la forma di qualsiasi concetto concepito. Si dice a Thoth di essere libero di percorrere il cammino finché si sarà completato il ciclo finale nel quale quello che un tempo era nell’Uno ritornerà ancora nell’Uno. Le Coscienze Cosmiche, che occupano i cicli cosmici superiori, furono formate in sequenze ordinate, non tutte in una volta. Ce ne sono Sette oltre a noi, in altre parole più lontano nello spazio dallo I.Yoδ. Questi Signori, anche se si manifestano qui, sono ancora collegati con la propria Coscienza Cosmica. L’infinito è quello spazio più grande, da noi chiamato trascendentale. Quando gli I.Yoδ hanno completato la loro estensione nello spazio infinito, si uniranno al Latore della Fiaccola nello spazio trascendentale. Si devono conoscere le spirali di Spazio-Tempo prima di potervi entrare. Si sviluppa il potere di muoversi attraverso spazio e tempo solo dopo averli conosciuti. Vita e Morte esistono solo come termini comparativi. Ogni cosa ha il suo opposto: togliete un polo e l’altro cessa di esistere. Nel piano della coscienza nel quale si manifesta la più alta Coscienza Cosmica del Nove, la morte non è conosciuta: quindi la vita non è conosciuta. C’è solo esistenza, immortale ed eterna, senza variazione del punto focale di manifestazione o perdita di coscienza conscia. Quando l’uomo vince la morte, ha anche dominato la vita e per lui cessano entrambe di esistere. Il Signore del Nove è senza tempo nel proprio piano, perché il tempo è il risultato dell’esistenza della materialità, e la nona Coscienza Cosmica non manifesta una materialità. L’animo dell’uomo è una fiamma che è legata ad una montagna, la carne. Quando diventiamo Uno con lo I.Yoδ nel completamento finale del cerchio infinito, materialità e vita, che sono uno con la morte, cesseranno di esistere. Anche nell’ottavo ciclo, la vita e la morte sono uno e vi si manifesta solo l’esistenza eterna. L’ottavo ciclo cosmico è il ciclo della Luce, perché qui la Luce infinita si concentra sul disordine mandato dal nono ciclo, rompendolo in parti che sono trasmesse ai cicli cosmici inferiori. Il disordine che cambia in ordine è la base di ogni cosa. La Luce è maestra di tutto quello che esiste. È possibile procedere nel ciclo cosmico superiore quando le due parti di un’unità di coscienza diventano uno e tutte le altre parti sono diventate uno con l’Uno diventando Tutto. Thoth afferma chiaramente che tutte le parti della sua unità sono uno, quando dice che la sua meta è il Tutto. Thoth utilizza una preghiera alla Luce, che, come sempre, termina con un comando. Alla Luce quello che noi definiamo forma è senza forma, perché solo nella Luce esiste la vera realtà. Thoth offre liberamente la sua saggezza affinché anche altri possano percorrere lo stesso cammino.
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LE TAVOLE SMERALDINE DI THOTH – TAVOLA VII: I SETTE SIGNORI Ascolta, oh uomo, e comprendi la mia Voce. |
Inviato da: anima_on_line
il 18/10/2024 alle 15:37
Inviato da: elyrav
il 10/10/2024 alle 12:40
Inviato da: alf.cosmos
il 09/10/2024 alle 14:26
Inviato da: alf.cosmos
il 09/10/2024 alle 14:25
Inviato da: alf.cosmos
il 09/10/2024 alle 14:23