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Messaggi di Maggio 2019

Oggi il mio blog: "PREPARIAMOCI " compie 10 anni

Post n°1247 pubblicato il 28 Maggio 2019 da alf.cosmos
 
Foto di alf.cosmos

Oggi il mio blog: "PREPARIAMOCI " compie 10 anni


uomo cosmico


Gli argomenti trattati riguardano soprattutto Spiritualità, esperienze paranormali, animali, misteri, alimentazione vegetariana, extraterrestri e cosmo. Talvolta anche musica, che è necessaria, secondo me. Temi comunque che ci possono aiutare a entrare nella nostra Interiorità e acquisire sempre maggior consapevolezza senza dipendere da qualcuno, senza condizionamenti dogmatici, in modo aperto e libero, riconoscendo i concetti che ci possono far lavorare nell'Anima.

Ricordo i primi anni vi erano diversi blog che si occupavano di Spiritualità e affini su "libero" con cui ci si relazionava....sono tutti scomparsi....

Ringrazio tutti coloro che sono passati di qui e che attualmente passano e passeranno e chi vuole lasciare il suo contributo attraverso i commenti.

Auguro a Tutti grande Pace e Armonia Interiore

Grazie a Tutti

Un abbraccio cosmico

Alf

 
 
 

ESPERIENZA DI PRE-MORTE di Carl Gustav Jung

Post n°1246 pubblicato il 20 Maggio 2019 da alf.cosmos
 
Foto di alf.cosmos

ESPERIENZA DI PRE-MORTE DI CARL GUSTAV JUNG

Pubblicato il 10 Aprile 2018 da beatrice


Nel 1944, lo psichiatra svizzero Carl Gustav Jung, persona molto attenta ai fenomeni interiori e spirituali, visse un'esperienza che descrisse poi nel capitolo "Visioni" del suo libro autobiografico "Ricordi, sogni, riflessioni".


Jung

 

Eccola, con le sue parole: "Al principio del 1944 mi fratturai una gamba e a questa disavventura seguì un infarto miocardico. In stato di incoscienza ebbi deliri e visioni, che dovettero cominciare quando ero in pericolo di vita e mi curavano con ossigeno e iniezioni di canfora...

Mi pareva di essere sospeso nello spazio, sotto di me, lontano vedevo il globo terrestre avvolto in una splendida luce azzurrina e distinguevo i continenti e l'azzurro scuro del mare. Proprio ai miei piedi c'era Ceylon e dinanzi a me, a distanza, l'India. La mia visuale comprendeva tutta la terra; la sua forma sferica era chiaramente visibile e i suoi contorni splendevano di un bagliore argenteo, in quella meravigliosa luce azzurra.

In molti punti, il globo sembrava colorato o macchiato di verde scuro, come argento ossidato. Sulla sinistra, in fondo, c'era una vasta distesa, il deserto giallo rossastro dell'Arabia; come se l'argento della terra in quel punto avesse preso una sfumatura di oro massiccio. Poi seguiva il Mar Rosso e lontano - come a sinistra in alto su una carta - potevo scorgere anche un lembo del Mediterraneo, oggetto particolare della mia attenzione. Tutto il resto appariva indistinto. Vedevo anche i nevai dell'Himalaya coperti di neve, ma a quella distanza c'erano nebbia e nuvole. Non guardai per nulla verso destra. Sapevo di essere sul punto di lasciare la terra.

Più tardi mi informai dell'altezza a cui si dovrebbe stare nello spazio per avere una vista così ampia: circa 1500 chilometri! La vista della terra a tale altezza è la cosa più meravigliosa che avessi mai visto".

 

 TERRA


Ma l'avventura continua: sospeso nello spazio cosmico, Jung vede una pietra, una specie di meteorite, grande come una casa simile a certi blocchi di granito che aveva visto a Ceylon, nei quali viene talora scavato un tempio. E anche nel "meteorite" è scavato un tempio: la porta è incorniciata da lampade accese e a destra di essa siede, in attesa, un indù a gambe incrociate, nella posizione del loto.

E qui avviene un processo interiore di liberazione e contemporaneamente di immedesimazione con il proprio bagaglio terreno: "Quando mi avvicinai ai gradini che portavano all'entrata accadde una cosa strana: ebbi la sensazione che tutto il passato mi fosse all'improvviso tolto violentemente. Tutto ciò che mi proponevo, o che avevo desiderato o pensato, tutta la fantasmagoria dell'esistenza terrena, svanì, o mi fu sottratta: un processo estremamente doloroso.

Nondimeno qualcosa rimase: era come se adesso avessi con me tutto ciò che avevo vissuto e fatto, tutto ciò che mi era accaduto intorno. Potrei dire: era tutto con me e io ero tutto ciò. Consistevo di tutte queste cose, per così dire, consistevo della mia storia personale e avvertivo con sicurezza: questo è ciò che sono. Sono questo fascio di cose che sono state e che si sono compiute. Questa esperienza mi dava una sensazione di estrema miseria e al tempo stesso di grande appagamento. Non vi era più nulla che volessi o desiderassi. Esistevo, per così dire, oggettivamente: ero ciò che ero stato e che avevo vissuto..."

A questo punto il processo però si blocca perché avviene qualcosa che fa capire a Jung che bisogna tornare indietro: "Mentre mi avvicinavo al tempio, avevo la certezza di essere sul punto di entrare in una stanza illuminata e di incontrarvi tutte quelle persone alle quali in realtà appartengo. Là finalmente avrei capito - anche questo era certezza - da quale nesso storico dipendessero il mio io e la mia vita e avrei conosciuto ciò che era stato prima di me, il perché della mia venuta al mondo e verso cosa dovesse continuare a fluire la mia vita...

Mentre così meditavo, tuttavia, accadde qualcosa che richiamò la mia attenzione. Dal basso, dalla direzione dell'Europa, fluiva verso l'alto un'immagine: era il mio medico... Quando questa immagine mi fu dinanzi, ebbe luogo tra noi un muto scambio di pensieri. Il mio medico era stato delegato dalla terra a consegnarmi un messaggio, a dirmi che c'era una protesta contro la mia decisione di andarmene. Non avevo il diritto di lasciare la terra, dovevo ritornare. Non appena ebbi sentito queste parole, la visione finì..."

 

Se si considera con attenzione il racconto di Jung, non avremo difficoltà a individuare in esso elementi che abbiamo già incontrato in altri casi: un'esperienza fuori dal corpo, la dimensione diversa nella quale il protagonista viene a trovarsi, la situazione di confine simbolizzata dal medico, che fa capire che non è il momento di morire e che è necessario tornare indietro; oltre naturalmente a sensazioni di bellezza, compiutezza, armonia.

 

Ma l'esperienza non finisce qui: durante le tre settimane che seguirono l'infarto, Jung ebbe ancora, praticamente ogni notte, echi e riflessi di quella prima esperienza cosmica. Ricordando quanto aveva sperimentato, Jung scrisse di essersi sentito "come sospeso nello spazio, al sicuro nel grembo dell'universo, in un vuoto smisurato ma colmo di un intenso sentimento di felicità... E impossibile farsi un'idea della bellezza e dell'intensità dei sentimenti durante quelle visioni...".

E aggiunge: "Sebbene in seguito io abbia ritrovato la mia fede in questo mondo, pure, da allora in poi non mi sono mai liberato completamente dall'impressione che questa vita sia solo un frammento dell'esistenza, che si svolge in un universo tridimensionale, disposto a tale scopo... Posso descrivere la mia esperienza solo come la beatitudine di una condizione a-temporale nella quale presente, passato e futuro siano una cosa sola".

 

La realtà terrena era parsa a Jung come "...una sorta di prigione con scopi ignoti, che aveva un potere ipnotico che costringeva le persone a credere che essa fosse la realtà, nonostante si fosse conosciuta con evidenza la sua nullità".

 

Carl Jung affermò anche che solo dopo la sua malattia aveva scritto le sue opere principali: le intuizioni e le conoscenze derivate da quella esperienza, in sostanza, gli avevano infuso "il coraggio di intraprendere nuove formulazioni". Dopo la malattia, inoltre, era avvenuta anche un'altra cosa, che egli descrive così: "un dir di sì all'esistenza, un sì incondizionato a ciò che essa è, senza pretese soggettive. L'accettazione delle condizioni dell'esistenza così come le vedo e le intendo. L'accettazione della mia esistenza, proprio come essa è... nel bene e nel male, quindi, nella gioia e nel dolore".

 

Tratto da: "NDE: Testimonianze di esperienze in punto di morte", di Paola Giovetti 

Fonte: https://www.fisicaquantistica.it/paranormale/esperienza-di-pre-morte-di-carl-gustav-jung

 
 
 

RECOARO, CIGNO UCCISO A BASTONATE. E LA COMPAGNA I LASCIA MORIRE

Post n°1245 pubblicato il 15 Maggio 2019 da alf.cosmos
 
Foto di alf.cosmos

RECOARO, CIGNO UCCISO A BASTONATE. E LA COMPAGNA SI LASCIA MORIRE.

Il sindaco: «Non mangiava più»

Il fatto è accaduto nel laghetto superiore del parco, dove da anni viveva la coppia di animali. Il Comune ora metterà delle telecamere nel'area

Di Andrea Alba

 

cigno

 

Nella foto la cigna morta nel laghetto di Recoaro Terme

 

RECOARO TERME (VICENZA) Il suo compagno è stato trovato morto nell'acqua, il collo spezzato, forse ucciso a bastonate da un ignoto senza cuore. E lei, senza lui, non riusciva a vivere: è morta di inedia, smettendo di mangiare. Una vicenda tristissima che mette in mostra sentimenti molto umani, ma i cui protagonisti sono due cigni. Nella serata di domenica 5 maggio nel laghetto superiore del parco in centro a Recoaro Terme è stata trovata morta anche la femmina della coppia di bellissimi volatili che da anni faceva mostra di sé nello specchio d'acqua. Il maschio era morto appena due giorni prima. «La femmina si è lasciata morire. Si vedeva che stava male, non mangiava più e temevamo finisse così» commenta il sindaco Davide Branco. È stato proprio lui a recuperare l'uccello morto dall'acqua. «Invieremo il corpo all'Istituto Zooprofilattico delle Venezie, come era stato per il maschio. In questo caso però non ci sono dubbi, l'animale si è lasciato andare. È caratteristico di questa specie, succede spesso che i compagni o le compagne non sopravvivano a lungo quando muore uno dei due». I due cigni non sono gli unici del parco, negli specchi d'acqua più bassi vive qualche altro esemplare. Il maschio è stato trovato morto venerdì mattina da una cittadina che passeggiava lì intorno: sul posto sono intervenuti anche i carabinieri forestali. Se l'esito dell'analisi dell'Istituto Zooprofilattico confermerà che l'animale è stato ammazzato, scatterà una denuncia verso ignoti per uccisione di animali. «Entro l'anno quest'area verrà coperta da un servizio di videosorveglianza, in modo che episodi gravi come questo non si ripetano più» conclude Branco.

 

Fonte: https://corrieredelveneto.corriere.it/vicenza/cronaca/19_maggio_06/vicenza-uccidono-bastonate-cigno-compagna-si-lascia-morire

 

P.S. L'articolo è di alcuni anni fa e dimostra quanto gli animali siano esseri senzienti con gioie e dolori come e anche più di molti umani....

 
 
 

ANU & LA SACRA FAMIGLIA DEGLI DÈI

Post n°1244 pubblicato il 06 Maggio 2019 da alf.cosmos
 
Foto di alf.cosmos

ANU & LA SACRA FAMIGLIA DEGLI DÈI

 

Enki-Enlil

 

AN/ANU

 

Anu

 

An ("Cielo"); An. Anu ("Colui che appartiene ai Cieli"): sovrano che regnava sul pianeta Nibiru quando i suoi astronauti giunsero sulla Terra. Padre di Enlil, avuto dalla sposa ufficiale Antu, e di Ea/Enki e Ninharsag, avuti da altre mogli. Discendente di una lunga dinastia di sovrani di Nibiru, salì al trono dopo aver deposto Alalu, il sovrano regnante; la loro inimicizia si ripercosse sulle generazioni successive.

In quanto a capo del pantheon, il suo numero di rango era il 60. Secondo Sitchin, Anu fece almeno tre visite sulla Terra, delle quali esistono testimonianze. La prima fu quando si dovette organizzare una Missione Terra in piena regola; la seconda fu dopo l'ammutinamento degli Anunnaki, quando venne presa la decisione di creare un "lavoratore primitivo"; la terza fu nel 4000 a.C.: una visita di stato insieme alla sua consorte Antu, allorché venne donata la civiltà al genere umano. (p: 23-24)

 

ANTU

 

 Antu: Sposa ufficiale di An/Anu. Essendone la sorellastra (stesso padre, ma di madre diverse), suo figlio Enlil divenne l'erede legittimo di Anu, pur se non era il primogenito. Accompagnò Anu nel corso della sua visita sulla Terra. (p: 26)

La storia del diretto primogenito alla successione si è perpetrata nel tempo in quasi tutte le storie dei regnanti e patriarchi umani sulla terra; una storia simile la possiamo apprendere dalla Bibbia con Abramo di Ur figlio di Thera che sposò Sarai (Sarah-Sara) sua sorellastra che diede alla luce Isacco diretto discendente, pur non essendo il primogenito, che fu Ismaele nato dalla schiava di Sara, Agar.

 

EA/ENKI

 

Enki


Ea ("Colui la cui casa è l'acqua"(: nome epiteto del capo del primo gruppo di cinquanta Anunnaki giunti sulla Terra, ammarato nelle acque del Golfo Persico. Scelto per le sue conoscenze scientifiche, la sua missione era estrarre oro dalle acque del Golfo; ritratto con acqua che fluisce, era il prototipo dell'Acquario.

Era il primogenito di Anu, sovrano di Nibiru, ma non l'erede legale, perché nato dall'unione di Anu con una delle sue concubine; il privilegio della sua successione apparteneva al fratellastro Enlil, la cui madre non era soltanto la sposa ufficiale di Anu, ma anche la sua sorellastra.

Molti dei conflitti sulla Terra derivano proprio dalla rivalità tra i due fratellastri; per mettere pace, Anu garantì a Ea il titolo di En.Ki ("Signore della Retta"), ma il suo numero di rango era il 40, inferiore quindi al 50, numero di rango di Enlil.

Quando i piani iniziali fallirono, gli venne affidata la responsabilità delle operazioni estrattive dell'oro nell'Africa Sud Orientale. Lì scoprì l'esistenza di ominidi geneticamente simili agli Anunnaki - il che lo portò a compiere la sua impresa più importante: la manipolazione genetica necessaria a creare l'Adamo.

In quanto creatore del genere umano, fece fallire il progetto (del fratellastro Enlil) di lasciare perire (la sua creazione) nel Diluvio, dando istruzioni al suo fedele seguace di costruire la famosa Arca.

Il suo "centro di culto" a Sumer era Eridu. Il suo dominio, che divise tra i suoi figli, era l'Africa. Gli Egizi lo chiamavano PTHA ("Lo Sviluppatore"). Descritto nei testi come un playboy, ebbe numerose relazioni adulterine anche con femmine terrestri. La sua autobiografia, ritrovata su tavolette parzialmente danneggiate, è stata usata da Sitchin per scrivere Il Libro perduto del dio Enki. (p: 84)

 

ENLIL

 

Enlil


En.lil ("Signore del Comando"): figlio di Anu e della sua sposa e sorellastra Antu, perciò Erede legittimo al trono di Nibiru; il suo rango numerico era 50. Comandante carismatico, venne inviato a organizzare la Missione terra dopo il fallimento dei primi tentativi di Ea di estrarre l'oro necessario alla sopravvivenza di Nibiru. La sua rivalità con Ea/Enki relativa alla successione venne aggravata dal fatto che erano entrambi innamorati della sorellastra Ninharsag.

Enlil - che aveva avuto da lei un figlio al di fuori del matrimonio - finì con lo sposare l'infermiera Sud (ribattezzata Nin.lil). Riteneva inapropriato alla Missione terra il matrimonio tra i giovani Anunnaki (i Nefilim di cui parla la Bibbia) e le "Figlie dell'uomo" e si oppose all'idea di salvare l'umanità dalle acque del Diluvio..

Ma dopo che Enki lo ebbe costretto ad accettare la sopravvivenza dell'uomo come un dato di fatto, concesse agli uomini agricoltura e sovranità, e venne riverito e amato dai Sumeri che lo chiamavano "Padre Enlil". La sua città, Nippur, fungeva da centro religioso di Sumer. Il suo "figlio primogenito" Ninurta (la cui madre era Ninharsag) nacque su Nibiru; i suoi figli Nannar/Sin e Ishkur/Adad, invece, nacquero sulla Terra. (p: 91-92).

 

Fonte: https://ningishzidda.altervista.org/tag/alalu/

 
 
 

CALENDARIO FASI LUNARI MAGGIO 2019

Post n°1243 pubblicato il 01 Maggio 2019 da alf.cosmos
 
Foto di alf.cosmos

CALENDARIO FASI LUNARI 

MAGGIO 2019 

 

MAGGIO

 

 

Fonte: https://www.segnalidivita.com/calendario/calendario-lunare-2019.htm

 
 
 
 
 

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