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The last revolution...perhaps (began from Italy): capitolo I.7

Post n°126 pubblicato il 13 Maggio 2013 da alfazulu31

 

V stato

 

Popolo dà origine a popolare, populista, parole con un significato non negativo ma di basso livello. Parole che non mi piacciono. Popolo riempie la bocca forse ma lo apprezzo di più, mai come Genti. I popoli non dovevano temere, dovevano continuare ad esistere con le loro storie fatte di tradizioni, religioni, lingue ma dovevano fare lo sforzo di diventare gente. La gente condivide obiettivi nobili e socialmente etici che fanno interagire tutti gli individui, i popoli che condividono gli obiettivi nobili si trasformano in gente e hanno la fortuna di continuare a godere della loro storia fatta di memoria, emozioni, nostalgie, fatta di racconti.

Uscire dal sistema non vuol dire, l’ho già affermato, cambia te stesso. Uscire dal sistema significa portarsi via tutto quello che il sistema vuole da noi. Vuol dire sottrargli l’energia che gli abbiamo regalato per millenni. Vuol dire lasciarlo senza cibo, senza acqua, che si alimenti pure dei suoi tesori non commestibili, si alimenti pure dei suoi veleni. Uscire dal sistema vuol dire sedersi a guardare la sua agonia, la stessa che aveva preparato per noi, e non fare MAI un passo contrario alla natura che ha stabilito la sua estinzione. Uscire dal sistema vuol dire mettere da parte per un po’ la compassione, la pietà, la commozione, i sentimenti. Saranno coltivati con gli affetti e ci sarà sempre tempo per recuperarli e condividerli con tutti. Uscire dal sistema vuol dire usare le sue stesse logiche, e la logica imperante del sistema è “difendi la tua posizione contro tutto e tutti”. Tutti avranno la possibilità di uscire dal sistema ma dubito che i dinosauri si facciano da parte volontariamente. Peggio per loro li vedremo andarsene uno dopo l’altro. Chi uscirà dal sistema si scordi di entrare in un altro sistema per parecchio tempo. Chi esce dal sistema deve addestrarsi alla vita, si esce dal sistema per imparare a vivere, per essere liberi, e non si può essere liberi se si continua ad avere paura della libertà, cercando in continuazione un punto di appoggio. Il punto di riferimento è la pausa, il pensiero, la riflessione, l’attesa ed infine l’azione che si porta appresso la soluzione.

Chi cerca il punto di appoggio denuncia il suo stato di servitù. La libertà è la ricerca della forza dentro noi stessi, è la ricerca dell’orgoglio e della dignità e del coraggio di vivere.

La libertà è il fine ultimo dell’uomo (che antica novità!). Vecchio e Superficiale.

Uscire dal sistema vuol dire chiedere indietro le nostre cose e poi stare fermi, quasi immobili, ma vigili. Quando il sistema ci chiederà: “mi dai quella cosa?” basterà rispondere: “NO.” “ma te la pago un occhio della testa”. “NO.“ “ti faccio diventare ricco come me”. “NO”. “ma non hai pietà?”. “SI”. “allora mi aiuti?”. “NO”. “perché non mi aiuti?” “perché sei il sistema e hai già fatto male a mio padre e al padre di mio padre, per non parlare di me, e metto tutta la mia residua energia affinché tu non possa fare del male anche a mio figlio e al figlio di mio figlio. Non sarò più tuo complice, lo sono stato per troppo tempo e sento già la colpa di non aver voluto mai accorgermene. Non hai nulla da offrirmi. Sei già solo non lo vedi? Non saresti mai venuto a chiedere aiuto a me. Ed ora vattene.”

Non se ne andrà in silenzio, il silenzio dimostra la comprensione, ma se dovesse farlo non farti intenerire. Dai al sistema implorante quello che lui ha sempre riservato a te: indifferenza, freddezza, non considerazione, risparmiagli solo la falsità, quella che suonava “ce la puoi fare anche restando dentro il sistema”. Hai scelto di star fuori dal sistema, restaci.

Lascialo andare e     osserva il suo passo     lento    stanco     incerto    traballante   debole.

Prima che raggiunga l’orizzonte lo vedrai crollare. Cercava acqua. Solo della semplice acqua.

Cercava acqua, la stessa che aveva trasformato in soldi, la stessa che era costata sangue, la stessa per cui non aveva avuto nessuna pietà per quelli a cui andava a sottrargliela. Cercava acqua e non l’ha trovata. Non godere mai per il suo tracollo e ringrazia di aver custodito e difeso quella riserva che ti ha permesso di mantenere la tua posizione e di non retrocedere.

 

continua

AlfaZulu31

 

* iniziato nel 2003 finito nel 2008...........................la Premessa si trova su questo blog

   post n 2 del 7 luglio 2011

 
Rispondi al commento:
nina.monamour
nina.monamour il 14/05/13 alle 18:07 via WEB
Ciao Attilio, parlando con tante persone diverse, ho avuto modo di ascoltare altrettante differenti opinioni su questo argomento, così ho voluto fare una ricerca scoprendo che il dizionario della lingua italiana la parola "libertà" la definisce, tra l’altro, come “una situazione caratterizzata dall’assenza di limiti o costrizioni”. Dopo avere a lungo riflettuto su quest’argomento, valutato le varie forme di libertà che esistono e per le quali ogni giorno si lotta (libertà religiose e politiche, di parola e stampa, libertà sessuali e così via), sono arrivata alla conclusione che questa definizione non sia adeguata, o per lo meno troppo restrittiva. Se non ricordo male, il vocabolario etimologico fa risalire la parola al latino liberum che è inteso come “colui che ha il godimento della sua persona, che non è sottoposto ad alcun padrone, che fa, o può fare da sé, a suo senno, a piacere”. Il significato mi sembra differente rispetto all’uso corrente che se ne fa e questo mi ha spinta ulteriormente a riflettere, fintanto che ho letto le parole di un bravo Psicologo austriaco vissuto nel secolo scorso, che proprio di libertà parlava. Visse sulla sua pelle l’esperienza dei lager nazisti durante la seconda guerra mondiale a causa delle sue origini Ebraiche, perdendo moglie e parenti ad eccezione della sorella in quel massacro. Fu in quel periodo, attorniato da tanto odio e dolore, vivendo ogni giorno con l’angoscia che potesse essere l’ultimo, che capì qualcosa di fondamentale: tutti noi abbiamo il controllo sulla nostra mente e su noi stessi, siamo noi a decidere come interpretare ciò che ci accade. La libertà non si trova nelle circostanze esterne: la libertà alberga nel cuore, e nelle riflessioni nasce la consapevolezza che la libertà significa essere “svegli”, liberi dalle catene degli “attaccamenti”(a persone e cose). La vera libertà umana è la nostra facoltà di scelta e poiché siamo ciò che scegliamo di essere, scelta di cosa pensare, degli eventi, delle circostanze, delle persone, scelta di come reagire a questi eventi, scelta di essere padroni della nostra vita. Se siamo padroni di noi stessi, siamo liberi, senza altri padroni, se invece abbiamo tutte le libertà civili dei paesi più “evoluti”, ma siamo schiavi di altre persone, o delle cose, allora la nostra libertà è solo una formalità, effimera e superficiale. Non sto dicendo che certe libertà civili siano inutili, anzi, sono importantissime, ma sono subordinate alla vera Libertà, l’essenza stessa della libertà umana, che come tale è propria di ognuno di noi, inalienabile. Ecco cos’è la libertà per me e ne sono fermamente convinta di ciò! Un abbraccio.
 
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