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Messaggi di Febbraio 2006
Pubblicato sull'Internazionale il 2 gennaio scorso: |
Sabato 25 febbraio sono andato alle Stimate, scuole di Verona, perchè c'era come ospite Antonino Zichichi (vedi foto). Io lo ammiro molto, uno scienziato stimato in tutto il mondo che non si ferma solo a quello che vede, ma si interroga anche sulla fede, famoso il suo libro "Tra fede e scienza" |
Ebbene, ieri mi sono laureato in Economia con 90/110...la prima cosa che mi sono sentito di dire una volta uscito dal Palazzo di Economia e con addosso la corona di alloro è stato: Riporto qui la dedica con qui si apre la mia tesi. Chi l'ha letto le seguenti parole e conosce me e la mia storia, ha detto che mi calza a pennello...grazie 1000...è uno dei complimenti più belli che io abbia ricevuto: L’uomo è irragionevole, egocentrico: Madre Teresa di Calcutta |
Ebbene, sembra essere arrivato il gran giorno...oggi dovrei, il condizionale è d'obbligo, laurearmi. Il sottoscritto dovrebbe laurearsi in Economia con una tesi dal titolo "Le responsabilità nelle scelte del consumatore" Spero vada tutto bene perchè ho dormito veramente poco... |
Se ieri ho riportato cosa succede nelle "zone franche di produzione" del Sud, oggi focalizzo l'attenzione sul perchè le aziende preferiscono trasferire la produzione e sulle conseguenze nel nostro Nord a questo. "Quando spiegò che la chiusura degli stabilimenti era la conseguenza diretta della decisione di trasformare la Levi’s in una “società orientata al marketing”, Robert Haas, amministratore delegato, si preoccupò di far presente alla stampa che i posti di lavoro non “venivano spostati altrove”, ma svanivano definitivamente . “Non si tratta affatto di “fuga” dei posti di lavoro”, ha tenuto a precisare Haas dopo la prima tornata di licenziamenti. E da un punto di vista tecnico questa precisazione è indubbiamente corretta. Considerare il caso Levi’s come una semplice “fuga” di posti di lavoro, significherebbe non riuscire a cogliere la trasformazione più profonda, e certamente più dannosa, che questi licenziamenti rappresentano. Nel caso della Levi’s, i 16.310 ex lavoratori sono stati definitivamente depennati dai libri paga per essere poi sostituiti, secondo Ermatinger, dagli “appaltatori che operano in tutto il mondo” . Questi appaltatori svolgeranno la medesima attività dei vecchi stabilimenti Levi’s, ma gli operai che vi lavoreranno non saranno mai più dipendenti dell’azienda […] I licenziamenti sono la manifestazione tangibile di una trasformazione molto più radicale che riguarda non tanto il “dove”, quanto piuttosto il “come” produrre (ricordate il post di ieri?). Diversamente dalle fabbriche che si trasferiscono da un luogo all’altro, questi stabilimenti scompaiono definitivamente e vengono rimpiazzati da qualcosa di totalmente diverso, “ordini” da commissionare a un fornitore" . All’interno di questo sistema totalmente riprogettato, i lavoratori non sono soggetti di passaggio: anche gli stabilimenti-rondine in cui lavorano sono stati costruiti all’insegna della massima flessibilità, per seguire eventuali incentivi fiscali, adattarsi alla svalutazione monetaria e trarre profitto dalle dittature più rigide […]"...insomma, per trasferirsi dove è più vantaggioso economicamente . "Per esempio a Pusan, Corea del Sud, conosciuta negli anni Ottanta come la “capitale mondiale delle scarpe da ginnastica”, gli imprenditori coreani gestivano gli stabilimenti della Reebok, L.A. Gear e Nike. Ma quando alla fine degli anni Ottanta, i lavoratori coreani iniziarono a ribellarsi contro i salari da un dollaro al giorno e costituirono dei sindacati per ottenere condizioni migliori, le fabbriche ripresero il volo" .
Se volete sapere cosa c'è dietro le aziende di materiale sportivo vedete questo sito. |
Riporto un estratto dal libro "No Logo" di Naomi Klein che è ormai diventato un emblema per la sinistra del mondo, ma che in realtà è una tesi di laurea della suddetta giornalista. Il brano che segue racconta le condizioni della donna-lavoratrice "Le lavoratrici giovani vengono preferite anche per altri motivi. Le donne vengono spesso licenziate nelle zone di esportazione quando hanno circa venticinque anni, perché i supervisori sostengono che sono “troppo vecchie” e che le loro dita non sono più sufficientemente agili. In realtà questa è una prassi estremamente efficace per ridurre al minimo il numero di madri iscritte nei libri paga della società […] Uno studio condotto da Human Rights Watch, che ha fornito le basi per una vertenza sindacale a fronte dell’accordo Nafta sul lavoro, ha riferito che le donne che chiedono di essere assunte nelle maquiladoras messicane devono sottoporsi di routine a test di gravidanza. Lo studio che coinvolge investitori delle zone franche quali Zenith, Panasonic, General Motors, General Electric e Fruit of the Loom, ha scoperto che “viene negata l’assunzione alle donne gravide” In tutte le zone franche non mancano le segnalazioni di altri sistemi utilizzati per aggirare i costi e le responsabilità correlati all’utilizzo di lavoratrici gravide. In Honduras e a El Salvador, le discariche delle zone franche sono piene di scatole vuote di pillole contraccettive che si dice vengano distribuite negli stabilimenti. Nelle zone dell’Honduras si è saputo di casi in cui la Direzione ha costretto le lavoratrici ad abortire Il “nuovo affare” concluso con i lavoratori consiste in realtà nella totale mancanza di accordi: ex produttori, oggi esperti di marketing, sono così intensamente impegnati a sottrarsi a qualsiasi tipo di coinvolgimento, che stanno cercando di creare una forza lavoro di donne senza prole e un sistema nomadico di fabbriche che utilizzano lavoratori erranti".
Sono molto vicino alle condizioni delle donne della nostra epoca...per certi versi potrei essere definito "femminista", anche se non mi piacciono le etichette...prima di comprare beni prodotti con il lavoro di donne in queste condizioni, PENSIAMOCI. |
I primi di giugno del 1995 la Shell annuncia di volersi sbarazzare della piattaforma petrolifera Brent Spar; ormai fuori uso, affondandola nelle acque profonde del Mar del Nord A seguito delle dichiarazioni della Shell si accendono ovunque accesi dibattiti e la notizia è diffusa con risalto da tutti i giornali e da tutte le televisioni europee. Il disaccordo dell’opinione pubblica è evidente, ma Shell non sente ragioni e affronta il caso con la stessa arroganza con cui tratta chi l’aveva richiamata al rispetto dei popoli Ogoni in Nigeria. Domenica 11 giugno Shell comincia a traghettare la piattaforma verso il punto stabilito per l’affondamento, ma anche Greenpeace entra in azione e, mentre un battello segue la piattaforma per tenerla sott’occhio, Greenpeace Germania invita gli automobilisti a boicottare le stazioni di benzina della Shell Nel frattempo Greenpeace raggiunge la piattaforma con un elicottero e, nonostante i getti di acqua spruzzati dagli idranti della nave di scorta, riesce a calare due uomini che subito si incatenano alla piattaforma. Il tutto avviene di fronte alle telecamere di tutte le televisioni del mondo. Il giorno dopo, sabato 17 giugno, in Germania, alcuni vandali gettano delle bombe incendiarie contro due pompe della Shell Un’inchiesta demoscopia rivela che due tedeschi su tre aderiscono al boicottaggio o chiedono a Shell di indennizzare i gestori delle pompe di benzina che stanno subendo le perdite. La Shell ammette di accusare il colpo e Peter Duncan, responsabile commerciale di Shell Germania, dichiara a “Der Spiegel” che in molte stazioni di benzina le vendite sono calate del 20% e in alcune addirittura del 50%. La Shell inglese, dal canto suo, invita i clienti a contattarla per fornire ampie ed esaurienti spiegazioni sulla situazione. Lo stesso 17 giugno scende in campo anche Anna Lindh, ministro dell’ambiente del governo svedese, che in una lettera a Shell definisce l’affondamento “una scelta irresponsabile e inaccettabile. Il mare non può essere usato come pattumiera.” Il 19 giugno il boicottaggio attecchisce anche in Inghilterra, in Olanda, in Svezia, in Danimarca, nel Lussemburgo e in Belgio Anche Svend Auken, ministro dell’ ambiente danese, prende posizione e lasciando da parte il galateo politico, si rivolge direttamente agli automobilisti e li invita boicottare Shell finché non avrà cambiato opinione. Il 20 giugno insorgono anche gli ambientalisti spagnoli e l’associazione ADENAT invita gli spagnoli a smettere si comprare la benzina dalla Shell e a mandare alla società lettere di protesta. Lo stesso giorno Shell inglese annuncia di rinunciare all’idea dell’affondamento e di voler richiedere alle autorità britanniche l’autorizzazione a smantellare la piattaforma a terra . E’ vittoria, vittoria piena con tanto di scuse da parte della Shell , che il 27 giugno fa pubblicare su vari quotidiani tedeschi un annuncio che dice : “Cambieremo. Abbiamo imparato che per certe decisioni, le vostre scelte di consumo valgono quanto l’opinione degli esperti o l’approvazione delle autorità”. |
Non pensavo minimamente che in Italia ci fosse ancora qualche nostalgico di Trotzkij. Invece in Rifondazione comunista c'è una frangia che si ispira a quest'uomo ed è scoppiata una polemica interna (ma no?! In realtà, in Trotzkij la capacità di odio e la crudeltà furono evidenti. Si parla, anche se meno di quanto si dovrebbe, della carestia organizzata da Stalin tra il 1929 e il 1930 per sterminare i kulaki, cioè i contadini colpevoli di avere qualche proprietà. Per la prima volta la carestia non era subita dall’uomo ma provocata intenzionalmente: sette milioni di morti Ovviamente chi vuole informarmi (perchè oltre a questo che ho scritto di più non so) sull'argomento o contraddirmi, libero di farlo... |
Nel 1968, due mesi prima che un proiettile gli trapassasse la testa, il pastore Martin Luther King aveva denunciato che il suo paese era ‘il maggior esportatore di violenza al mondo’. Trent’anni dopo, nel 1998, le cifre dicono: su dieci dollari che il mondo spende in armamenti, quattro dollari e mezzo vanno a finire negli Stati Uniti Diceva bene il signor Theodore Roosvelt che “nessun trionfo pacifico è così grandioso come il supremo trionfo della guerra”. Nel 1906 gli diedero il premio Nobel per la Pace Infatti non deve sorprendere nessuno il triste bilancio mondiale della guerra e della pace. Si pensi che per ogni dollaro che le Nazioni Unite spendono nelle missioni di pace, il mondo investe duemila dollari in spese di guerra Il mio articolo sull'aviaria è stato pubblicato su www.fuoriaula.it |
Aderiamo alla Giornata Nazionale del Risparmio Energetico "M'illumino di meno", promossa per il secondo anno dalla trasmissione radiofonica di Rai 2 Caterpillar, che si terrà il prossimo 16 febbraio! Decalogo di M'illumino di meno |
Per ora solo su 5 cigni e' stato riscontrato il virus ad alta patogenicità, rende noto il ministro Storace (vedi foto). Finora stati accertati in Italia 21 casi Ma cosa ci avevano detto i nostri politici qualche mese fa? Storace, ministro della Sanità,"L'Italia è il primo Paese della UE ad aver messo in campo le misure necessarie per contrastare la diffusione del virus H5N1. Se gli uccelli arrivano in Italia, noi apriremo la stagione della caccia!" Cesare Cursi, sottosegretario alla Salute, "L'Italia non importa pollame dai Paesi dell’ex-Urss perché abbiamo piena autosufficienza in questo settore e che sarebbe preoccupante sopravvalutare il pericolo di una pandemia in Italia" Paolo Bruni, presidente Fedagri-Confcooperative, "il rischio derivante dalle importazioni di carni avicole non esiste in quanto è in vigore il blocco totale dell’importazione di carni vive e financo delle piume" Insomma, sembrano più preoccupati che non mangeremo più pollo invece della nostra salute... |
A volte mi chiedo se sia possibile, con la tecnologia che possediamo hai giorni nostri, costruire dei prodotti che funzionino per decenni invece che per qualche anno. Ma che si rompano viene comodo per il ciclo consumistico con conseguente spreco di risorse limitate (ferro, plastica cioè petrolio, oro, platino, ecc). Proviamo invece ad immaginare che cosa succederebbe se tutti facessero come la Rank Xerox. Produce fotocopiatrici, ma non ne vende praticamente più E’ stato calcolato che l’80% dei componenti di una vecchia fotocopiatrice può essere recuperato per ottenere un prodotto nuovo La stessa cosa si potrebbe fare per l'auto! Rimane di proprietà dell'azienda costruttrice e il cliente paga un tot a km; se mi lascia a piedi |
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