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Messaggi di Febbraio 2006

Pomodori veloci

Post n°110 pubblicato il 28 Febbraio 2006 da Boycott
 
Foto di Boycott

Pubblicato sull'Internazionale il 2 gennaio scorso:

Bisogna ricominciare a produrre e consumare localmente tutto quel che è possibile. Tutti parlano di un'esplosione, quella della protesta contro la Tav in Val di Susa. Ma nessuno parla di un'altra esplosione, quella dei
trasporti di merci attraverso i continenti. Da più di vent'anni in Europa e nel mondo il trasporto delle merci cresce a velocità quasi doppia rispetto al pil. Miliardi di tonnellate di merci vanno avanti e indietro sulle
strade, sulle ferrovie, nei cieli e sui mari. E ogni anno aumentano e vanno più lontano. Il progresso non si può fermare, dicono. Come se il progresso fosse per forza una locomotiva in discesa e senza freni. L'unica cosa che non è stata ancora toccata dal progresso è l'idea di progresso .
Se vogliamo continuare a credere nel progresso, dobbiamo far progredire anche l'idea di progresso. Un progresso progredito è un progresso che sussurra, non uno che romba. "Dall'atomo al bit" ci avevano promesso
vent'anni fa i guru della tecnologia. Avevo capito che invece di spostare sempre più atomi, cioè materia, si sarebbero spostati sempre più bit, cioè
informazione. Avevo capito male .

Mi è chiaro che per secoli le vie di comunicazione sono state le arterie della civiltà e che i commerci hanno portato vantaggi a tutti. Ma la situazione è cambiata. Per più di duemila anni le merci sono state trasportate con varie forme di energia solare indiretta, quella degli
animali da soma, del vento, dell'acqua. Oggi i mezzi di trasporto usano il petrolio, centinaia di milioni di tonnellate all'anno, che diventano miliardi di tonnellate di CO2 nell'atmosfera e che producono danni umani ed
economici sotto forma di effetto serra, tifoni, uragani, siccità
.

Spero che i commerci continuino a esistere, perché, rispettate certe condizioni di equità sociale, di
efficienza energetica e di prudenza ecologica, saranno positivi. Ma devono tornare a dimensioni umane e a prezzi reali.

Se il prezzo di una bottiglia di vino australiano trasportato fino in Piemonte o di acqua San Pellegrino trasportata fino a Sydney coprisse anchei danni ambientali prodotti, quel vino e quell'acqua costerebbero il doppio, il triplo, il quadruplo. Perché le salsicce vendute a Norimberga devono essere fatte con maiali bavaresi portati a macellare a Nola vicino a Napoli? E i pigiami tessuti e venduti in Svizzera devono andare fino in Portogallo per farsi cucire i bottoni?

E i gamberetti del mare del Nord venduti in Germania devono andare in Marocco per essere lavati? E lo speck altoatesino deve essere fatto con maiali belgi? E la pizza a Napoli con il pomodoro cinese? La Gran Bretagna
importa ogni anno 200mila tonnellate di carne di porco straniero. Ma esporta anche 200mila tonnellate di porco britannico. E se ognuno si mangiasse i porci suoi?

I commerci stimolano spesso la concorrenza, l'innovazione, l'abbassamento dei prezzi. Dietro a una merce importata a prezzo più basso a volte c'è una
maggiore efficienza produttiva, ma spesso ci sono modi di produrre socialmente iniqui ed ecologicamente dannosi. E, comunque, devono sempre essere valutati i costi ambientali dei trasporti, che per certi beni sono
sproporzionati. In un pianeta sempre più affollato, dove miliardi di persone vogliono più benessere, si potrà soddisfare tutti solo se si ricomincerà a produrre e consumare localmente tutto quel che è possibile ,
lasciando ai commerci a lunga distanza il resto e introducendo una tassa ecologica sui beni trasportati.

Se non è possibile, facciamo almeno in modo che il trasporto diventi più equo e ripaghi i danni che fa. Le tasse pagate nel mondo sono circa 7.500 miliardi di dollari sui profitti da impresa e sul commercio. L'inquinamento non è tassato. Un pomodoro prodotto in Cina deve costare in Italia 50 euro, 10 centesimi di prodotto e 49,90 euro di danno ambientale. Poi chi vuole il pomodoro esotico lo compri pure .

In questo folle su e giù per il pianeta di aerei, navi, camion e treni sempre più Tav, chi ci guadagna è il commercio e non la produzione. Anzi ,il contadino, l'artigiano vengono espulsi dal sistema produttivo dagli
ipersupermegamercati, punti di carico e scarico delle merci del pianeta. Sentinelle delle multinazionali che ci dicono cosa mangiare attraverso l'informazione e la pubblicità. E se poi la carne, il miele, il latte
prodotti localmente sono più sani e costano meno, chi se ne frega
.

 
 
 

Zichichi, grande nella fede, ma voltafaccia sul nucleare

Post n°109 pubblicato il 27 Febbraio 2006 da Boycott
 
Foto di Boycott

Sabato 25 febbraio sono andato alle Stimate, scuole di Verona, perchè c'era come ospite Antonino Zichichi (vedi foto). Io lo ammiro molto, uno scienziato stimato in tutto il mondo che non si ferma solo a quello che vede, ma si interroga anche sulla fede, famoso il suo libro "Tra fede e scienza" .
   Ma sabato ci sono state delle note stonate che hanno veramente rovinato la sinfonia.
   Innanzi tutto introduce l'incontro un certo Grigolini, che dice di far paerte di un circolo che ha invitato Zichichi a parlare e che purtroppo un può esser qui con noi il presidente di questo circolo: Marcello Dell'Utri . Sono innorridito: uno come lui, parlamentare condannato in via definitiva a 2 anni di carcere per frode fiscale non dovrebbe neanche pensare di potersi sedere vicino a Zichichi, a Don Bruno Fasani (direttore di Verona Fedele e spesso ospite il tv), alle scuole fondate da un santo, Gaspare Bertoni, che ha speso la sua vita per gli ultimi dando loro la cultura...
   Ma andiamo oltre...un bambino chiede allo scienzato se si può ricavare energia da una pianta. Zichichi coglie l'occasione per parlare dell'energia in generale e parte benissimo dicendo che il petrolio finirà tra pochi anni, così pure come il carbone, e che l'alternativa ecologica per il futuro sarà...io pensavo:"Ora dirà il Sole"...invece dice:"Il Nucleare!". Ho sentito come una fucilata colpirmi la testa! Proprio lui che 7 anni prima, nella stessa sede si schierava contro! diceva che ciascuno di noi dorme su un letto con 53 kg di esplosivo...
   Dice inoltre che la scienza da tempo sa arginare i danni possibile del nucleare, e su questo non discuto certo (se lo dice lui io ci credo), dice che Chernobyl è stato un disastro creato dall'uomo, perchè lo poteva prevenire e non l'ha fatto (e anche su questo gli credo ciecamente)...Ma è proprio perchè è l'uomo fallibile che il nucleare diventa pericoloso! Se fosse sicuro allora come si spiega che al mondo non esiste nessuna compagnia assicuratrice disposta ad assicurare una centrale nucleare contro il possibili danni? Se fosse sicuro al 100% le assicurazioni farebbero a gara per garantirsi il cliente...garantisce solo incassi della polizza e nessuna spesa per danni!
   Zichichi purtroppo, forse perchè troppo buono, pensa che tutti gli uomini siano ben intenzionati a fare il bene di tutti, ma la storia ci insegna il contrario.
    Altro mito che mi cade, Don Fasani che dice: "L'alternativa è andare tutti a casa di Pecoraro Scanio"...mi sono caduti i maroni!
   Ma questa gente, che io stimo, ha letto la proposta sull'energia che i cittadini chiedono a tutti i partiti di sottoscrivere?!

 
 
 

Educazione alla libertà

Post n°108 pubblicato il 24 Febbraio 2006 da Boycott
 
Foto di Boycott

Ebbene, ieri mi sono laureato in Economia con 90/110...la prima cosa che mi sono sentito di dire una volta uscito dal Palazzo di Economia e con addosso la corona di alloro è stato:
"Ora che sono dottore in Economia posso dirlo: LE BANCHE RUBANO!"... applauso generale di amici e parenti, ma anche di passanti o presenti di altri laureandi... quando c'è la sensazione che si dica una cosa non lontana dalla verità si ascolta anche chi non si conosce...ma non voglio soffermarmi sulla questione in merito, che chi vuole approfondire può leggere questo e quest'altro post.
Ho detto questo in onore ai miei genitori, che mi han cresciuto con l'esempio di libertà di opinione. Mio padre lavora in banca, ma non per questo si sente offeso se dico o penso certe cose...anzi a tavola si discute anche animatamente...ma nessuno impone il proprio parere, nessuno usa o si fa trasportare dall'affetto che ci lega per condizionare l'altro, ma si cerca il dialogo e ciascuno porta le proprie motivazioni per pensarla in un certo modo.
Subito dopo ho esclamato: "Il Cardinal Ruini ogni tanto dice delle cazzate!"...perchè mia madre, che è cattolica-praticante più del sottoscritto, mi lascia libero di pensare...non importa se condivide o meno quello che ho detto, ma è fiera di aver tirato su un figlio che nel bene e nel male agisce senza condizionamenti di nessun genere!
E' ai miei genitori quindi che dedico la mia felicità di ieri...mi han cresciuto libero di pensare, libero di agire, libero anche di pagare le conseguenze, positive o negative, che da tutto questo ne deriva.
Gaber cantava : "La libertà non è star sopra a un albero, non è neanche il volo di un moscone, la libertà non è uno spazio libero, LIBERTA' E' PARTECIPAZIONE!"

Riporto qui la dedica con qui si apre la mia tesi. Chi l'ha letto le seguenti parole e conosce me e la mia storia, ha detto che mi calza a pennello...grazie 1000...è uno dei complimenti più belli che io abbia ricevuto:

L’uomo è irragionevole, egocentrico:
non importa, amalo!
Se fai il bene ti attribuiranno secondi fini egoistici:
non importa, fa’ il bene!
Se realizzi i tuoi obiettivi troverai falsi amici e veri nemici:
non importa, realizzali!
Il bene che fai verrà domani dimenticato:
non importa, fa’ il bene!
L’onestà e la sincerità ti rendono in qualche modo vulnerabile:
non importa, sii sempre e comunque franco e onesto!
Quello che per anni hai costruito può essere distrutto in un attimo:
non importa, costruisci!
Se aiuti la gente, se ne risentirà:
non importa, aiutala!
Dai al mondo il meglio di te e ti prenderanno a calci:
non importa, continua!

Madre Teresa di Calcutta

 
 
 

Laurea e anniversario di Ken Saro-Wiwa

Post n°107 pubblicato il 23 Febbraio 2006 da Boycott
 
Foto di Boycott

Ebbene, sembra essere arrivato il gran giorno...oggi dovrei, il condizionale è d'obbligo, laurearmi. Il sottoscritto dovrebbe laurearsi in Economia con una tesi dal titolo "Le responsabilità nelle scelte del consumatore" .
   Già, chi mi conosce sa che non potevo smentirmi...la tesi parla di tutte le tematiche affrontate in questo blog, il quale è stato inserito nella sitografia della tesi.
   In questi 3 mesi di blog ho pubblicato spezzoni della tesi, quindi in sostanza chi mi segue da un po' è come se l'avesse già letta. E'stata dura...due anni per farla...è stata dura soprattutto poter affrontare certe tematiche, infatti ho non pochi timori per la discussione con la commissione...
    Ringrazio fin da subito il mio professore  che mi ha seguito in questo lungo percorso e che ha scelto di rischiare con me...l'argomento è nuovo e non c'è molto materiale in giro, ma qualcuno doveva pur iniziare...
    Sono estremamente orgoglioso di laurearmi oggi che a Verona si ricorda il 10° anniversario della morte dello scrittore nigeriano Ken Saro-Wiwa, ucciso dalla Shell, di cui ho gia parlato in un post precedente e che ho citato nella tesi con tanto di storia e foto.
    Spero di riuscire a passare dalla libreria La Rinascita alle ore 20.30 dove lo ricordano con la presentazione del suo libro che finalmente è stato tradotto in italiano.

Spero vada tutto bene perchè ho dormito veramente poco...

 
 
 

“Non si tratta affatto di “fuga” dei posti di lavoro”

Post n°106 pubblicato il 22 Febbraio 2006 da Boycott
 
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Se ieri ho riportato cosa succede nelle "zone franche di produzione" del Sud, oggi focalizzo l'attenzione sul perchè le aziende preferiscono trasferire la produzione e sulle conseguenze nel nostro Nord a questo.

                "Quando spiegò che la chiusura degli stabilimenti era la conseguenza diretta della decisione di trasformare la Levi’s in una “società orientata al marketing”, Robert Haas, amministratore delegato, si preoccupò di far presente alla stampa che i posti di lavoro non “venivano spostati altrove”, ma svanivano definitivamente . “Non si tratta affatto di “fuga” dei posti di lavoro”, ha tenuto a precisare Haas dopo la prima tornata di licenziamenti. E da un punto di vista tecnico questa precisazione è indubbiamente corretta. Considerare il caso Levi’s come una semplice “fuga” di posti di lavoro, significherebbe non riuscire a cogliere la trasformazione più profonda, e certamente più dannosa, che questi licenziamenti rappresentano. Nel caso della Levi’s, i 16.310 ex lavoratori sono stati definitivamente depennati dai libri paga per essere poi sostituiti, secondo Ermatinger, dagli “appaltatori che operano in tutto il mondo” . Questi appaltatori svolgeranno la medesima attività dei vecchi stabilimenti Levi’s, ma gli operai che vi lavoreranno non saranno mai più dipendenti dell’azienda […] I licenziamenti sono la manifestazione tangibile di una trasformazione molto più radicale che riguarda non tanto il “dove”, quanto piuttosto il “come” produrre (ricordate il post di ieri?). Diversamente dalle fabbriche che si trasferiscono da un luogo all’altro, questi stabilimenti scompaiono definitivamente e vengono rimpiazzati da qualcosa di totalmente diverso, “ordini” da commissionare a un fornitore" .
  

All’interno di questo sistema totalmente riprogettato, i lavoratori non sono soggetti di passaggio: anche gli stabilimenti-rondine in cui lavorano sono stati costruiti all’insegna della massima flessibilità, per seguire eventuali incentivi fiscali, adattarsi alla svalutazione monetaria e trarre profitto dalle dittature più rigide […]"...insomma, per trasferirsi dove è più vantaggioso economicamente .

             "Per esempio a Pusan, Corea del Sud, conosciuta negli anni Ottanta come la “capitale mondiale delle scarpe da ginnastica”, gli imprenditori coreani gestivano gli stabilimenti della Reebok, L.A. Gear e Nike. Ma quando alla fine degli anni Ottanta, i lavoratori coreani iniziarono a ribellarsi contro i salari da un dollaro al giorno e costituirono dei sindacati per ottenere condizioni migliori, le fabbriche ripresero il volo" .

 

Se volete sapere cosa c'è dietro le aziende di materiale sportivo vedete questo sito.

 
 
 

Un nuovo prototipo di lavoratore di fabbrica

Post n°105 pubblicato il 21 Febbraio 2006 da Boycott
 
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Riporto un estratto dal libro "No Logo" di Naomi Klein che è ormai diventato un emblema per la sinistra del mondo, ma che in realtà è una tesi di laurea della suddetta giornalista. Il brano che segue racconta le condizioni della donna-lavoratrice  nelle fabbriche del Sud che producono per il Nord.           

"Le lavoratrici giovani vengono preferite anche per altri motivi. Le donne vengono spesso licenziate nelle zone di esportazione quando hanno circa venticinque anni, perché i supervisori sostengono che sono “troppo vecchie” e che le loro dita non sono più sufficientemente agili. In realtà questa è una prassi estremamente efficace per ridurre al minimo il numero di madri iscritte nei libri paga della società […]

            Uno studio condotto da Human Rights Watch, che ha fornito le basi per una vertenza sindacale a fronte dell’accordo Nafta sul lavoro, ha riferito che le donne che chiedono di essere assunte nelle maquiladoras messicane devono sottoporsi di routine a test di gravidanza. Lo studio che coinvolge investitori delle zone franche quali Zenith, Panasonic, General Motors, General Electric e Fruit of the Loom, ha scoperto che “viene negata l’assunzione alle donne gravide”  […]

            In tutte le zone franche non mancano le segnalazioni di altri sistemi utilizzati per aggirare i costi e le responsabilità correlati all’utilizzo di lavoratrici gravide. In Honduras e a El Salvador, le discariche delle zone franche sono piene di scatole vuote di pillole contraccettive che si dice vengano distribuite negli stabilimenti. Nelle zone dell’Honduras si è saputo di casi in cui la Direzione ha costretto le lavoratrici ad abortire . In alcune maquiladoras messicane le donne devono dimostrare di avere il ciclo mestruale sottoponendosi a pratiche umilianti come il controllo mensile degli assorbenti. Le dipendenti hanno invece talvolta contratti di ventotto giorni, il periodo medio di un ciclo mestruale, in modo da poter esser licenziate non appena venga scoperta […]

            Il “nuovo affare” concluso con i lavoratori consiste in realtà nella totale mancanza di accordi: ex produttori, oggi esperti di marketing, sono così intensamente impegnati a sottrarsi a qualsiasi tipo di coinvolgimento, che stanno cercando di creare una forza lavoro di donne senza prole e un sistema nomadico di fabbriche che utilizzano lavoratori erranti".

 

Sono molto vicino alle condizioni delle donne della nostra epoca...per certi versi potrei essere definito "femminista", anche se non mi piacciono le etichette...prima di comprare beni prodotti con il lavoro di donne in queste condizioni, PENSIAMOCI.

 
 
 

Possiamo incidere sulle decisioni delle aziende: il caso Shell

Post n°104 pubblicato il 20 Febbraio 2006 da Boycott
 
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I primi di giugno del 1995 la Shell annuncia di volersi sbarazzare della piattaforma petrolifera Brent Spar; ormai fuori uso, affondandola nelle acque profonde del Mar del Nord  . Shell aggiunge che questa scelta ha l’autorizzazione del governo britannico, ma Greenpeace, sostenuta dal governo tedesco, danese e svedese non è d’accordo. La piattaforma, che pesa 1450 tonnellate, nasconde al suo interno sostanze altamente tossiche, in parte radioattive, che danneggerebbero gravemente la flora e la fauna del Mar del Nord. Per questo chiedono di non procedere. Ma alle ragioni di carattere ambientale Shell contrappone argomentazioni di carattere economico: lo smantellamento a terra costerebbe 46 milioni di sterline. L’affondamento solo 12.

A seguito delle dichiarazioni della Shell si accendono ovunque accesi dibattiti e la notizia è diffusa con risalto da tutti i giornali e da tutte le televisioni europee. Il disaccordo dell’opinione pubblica è evidente, ma Shell non sente ragioni e affronta il caso con la stessa arroganza con cui tratta chi l’aveva richiamata al rispetto dei popoli Ogoni in Nigeria.

Domenica 11 giugno Shell comincia a traghettare la piattaforma verso il punto stabilito per l’affondamento, ma anche Greenpeace entra in azione e, mentre un battello segue la piattaforma per tenerla sott’occhio, Greenpeace Germania invita gli automobilisti a boicottare le stazioni di benzina della Shell . La risposta dei tedeschi è immediata e il martedì 13 giugno per la stessa ammissione di Thomas Mueller , portavoce di Shell Germania , ammette che le vendite delle pompe di benzina Shell sono calate. Ciò nonostante il 16 giugno Shell fa sapere di voler insistere nel suo proposito. La fa eco il governo britannico annunciando di continuare a sostenere la scelta, nonostante l’intervento contrario del capo del governo tedesco Helmut Kohl.

Nel frattempo Greenpeace raggiunge la piattaforma con un elicottero e, nonostante i getti di acqua spruzzati dagli idranti della nave di scorta, riesce a calare due uomini che subito si incatenano alla piattaforma. Il tutto avviene di fronte alle telecamere di tutte le televisioni del mondo. Il giorno dopo, sabato 17 giugno, in Germania, alcuni vandali gettano delle bombe incendiarie contro due pompe della Shell . In molte altre compaiono delle scritte sui muri “ Non affondate la piattaforma”.

Un’inchiesta demoscopia rivela che due tedeschi su tre aderiscono al boicottaggio o chiedono a Shell di indennizzare i gestori delle pompe di benzina che stanno subendo le perdite. La Shell ammette di accusare il colpo e Peter Duncan, responsabile commerciale di Shell Germania, dichiara a “Der Spiegel” che in molte stazioni di benzina le vendite sono calate del 20% e in alcune addirittura del 50%.

La Shell inglese, dal canto suo, invita i clienti a contattarla per fornire ampie ed esaurienti spiegazioni sulla situazione. Lo stesso 17 giugno scende in campo anche Anna Lindh, ministro dell’ambiente del governo svedese, che in una lettera a Shell definisce l’affondamento “una scelta irresponsabile e inaccettabile. Il mare non può essere usato come pattumiera.”

Il 19 giugno il boicottaggio attecchisce anche in Inghilterra, in Olanda, in Svezia, in Danimarca, nel Lussemburgo e in Belgio . In un’intervista televisiva il ministro dell’ambiente svedese dichiara: “Come ministro non posso dire alla gente di boicottare la Shell , ma se avessi un’auto non farei il pieno a una delle sue pompe e credo che non lo farebbero neanche i miei collaboratori”. Poi riafferma: “In tutta questa storia la verità è che costa meno affondare la piattaforma in mare, ma il mare appartiene a tutti e non può essere trattato alla stregua di una discarica”

Anche Svend Auken, ministro dell’ ambiente danese, prende posizione e lasciando da parte il galateo politico, si rivolge direttamente agli automobilisti e li invita boicottare  Shell finché non avrà cambiato opinione. Il 20 giugno insorgono anche gli ambientalisti spagnoli e l’associazione ADENAT invita gli spagnoli a smettere si comprare la benzina dalla Shell e a mandare alla società lettere di protesta.

Lo stesso giorno Shell inglese annuncia di rinunciare all’idea dell’affondamento e di voler richiedere alle autorità britanniche l’autorizzazione a smantellare la piattaforma a terra .

E’ vittoria, vittoria piena con tanto di scuse da parte della Shell , che il 27 giugno fa pubblicare su vari quotidiani tedeschi un annuncio che dice : “Cambieremo. Abbiamo imparato che per certe decisioni, le vostre scelte di consumo valgono quanto l’opinione degli esperti o l’approvazione delle autorità”.

 
 
 

Paradisi fiscali assorbono 1/3 della ricchezza mondiale

Post n°103 pubblicato il 18 Febbraio 2006 da Boycott
 
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"La ricchezza depositata nei forzieri dei paradisi fiscali potrebbe aver raggiunto un terzo del Pil mondiale  . È il dato che emerge da un’analisi condotta, nell’ultimo quinquennio, da Tax justice network. I paradisi fiscali sottraggono ogni anno almeno 255 miliardi di dollari alle amministrazioni tributarie, per un totale di 11mila miliardi di dollari e 7 milioni di utenti di evasione al fisco".
  

Ma è davvero un reato aprire una società o avere un conto bancario alle Cayman piuttosto che alle Bahamas? Certamente no . Si è sovente in cattiva compagnia, ma chi bada dopotutto al proprio vicino quando è in coda allo sportello della banca sotto casa? 

Le piazze off-shore esistono perché il mercato le ha create. Ed è stata la connivenza e la convenienza di molti Paesi (il primo fra tutti è la Gran Bretagna, che ne ha create, protette e difese il maggior numero e continua a farlo) a permettere che esistessero e continuino a esistere. Oggi basta poco per accedere a uno di questi sportelli, a una casella postale o a una sede legale di società: con minimo di 2 euro di capitale sociale (avete letto bene: 2 euro ) e un massimo di 30mila si ottiene qualunque tipo di forma societaria, con un risparmio sulle tasse e le imposte che può raggiungere l'80% a confronto con i costi dei Paesi d'origine, quelli che non presentano particolari vantaggi fiscali. Si va dunque alle Cayman, alle Cook o nel Liechtenstein perché conviene e perché si elude il fisco. Non propriamente un'evasione, ma una fuga legalizzata sì. E con costi irrisori, visto che i paradisi fiscali chiedono contributi minimi e quasi sempre non fanno pagare tasse

 
 
 

Ma esistono ancora trotzkisti nelle frange di Rifondazione?!

Post n°102 pubblicato il 17 Febbraio 2006 da Boycott
 
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Non pensavo minimamente che in Italia ci fosse ancora qualche nostalgico di Trotzkij. Invece in Rifondazione comunista c'è una frangia che si ispira a quest'uomo ed è scoppiata una polemica interna (ma no?!) per il leader dei trotzkista Ferrando (vedi foto).
   Il discredito in cui è caduto il comunismo ha indotto molti che vi hanno militato a dire che tutto è finito così malamente non perché fosse un’utopia disumana, ma perché non lo si è realizzato come si sarebbe dovuto . La colpa non fu di Marx e neppure di Lenin, ma di Stalin che prevalse su Trotzkij e finì per farlo assassinare, in Messico, con un colpo di piccone nel cervello.
   Sembra incredibile, eppure non solo, sparsi per il mondo, vi sono ancora gruppi di trotzkistij, ma anche presso molti intellettuali cresce la fama se non la nostalgia per Lev Davidovic Trotzkij, di questo ebreo russo che sarebbe stato portatore di una visione del marxismo “umana”, in fondo “democratica” . Una visione che, se avesse prevalso, avrebbe creato un comunismo che non sarebbe incappato nella fine tragicomica che sappiamo.

   In realtà, in Trotzkij la capacità di odio e la crudeltà furono evidenti. Si parla, anche se meno di quanto si dovrebbe, della carestia organizzata da Stalin tra il 1929 e il 1930 per sterminare i kulaki, cioè i contadini colpevoli di avere qualche proprietà. Per la prima volta la carestia non era subita dall’uomo ma provocata intenzionalmente: sette milioni di morti . Ma quasi mai si dice che almeno altri tre milioni di contadini erano stati uccisi già nel 1922 perché “controrivoluzionari”: di questo immane massacro l’organizzatore fu proprio Trotzkij.
    Ora, come fa ad esserci in Italia gente che si ispira a quest'uomo? Bah...

Ovviamente chi vuole informarmi (perchè oltre a questo che ho scritto di più non so) sull'argomento o contraddirmi, libero di farlo...

 
 
 

Il Business delle armi è in mano a chi predica la pace

Post n°101 pubblicato il 16 Febbraio 2006 da Boycott
 
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Nel 1968, due mesi prima che un proiettile gli trapassasse la testa, il pastore Martin Luther King aveva denunciato che il suo paese era ‘il maggior esportatore di violenza al mondo’. Trent’anni dopo, nel 1998, le cifre dicono: su dieci dollari che il mondo spende in armamenti, quattro dollari e mezzo vanno a finire negli Stati Uniti . I dati dell’Istituto Internazionale di Studi Strategici indicano che i maggiori venditori di armi sono gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Francia e la Russia. Nella lista, qualche posizione più indietro figura anche la Cina. E questi sono, casualmente, i cinque paesi che detengono il diritto di veto nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Ovvero: la pace mondiale è in mano alle cinque potenze che più sfruttano il grande business bellico. Questo fa ancora più scalpore se aggiungiamo che negli ultimi quindici anni, per esempio, gli Stati Uniti hanno potuto bombardare impunemente il quartiere più povero della città di Panama e, dopo, hanno potuto distruggere l’Iraq; la Russia ha potuto mettere la Cecenia a ferro e a fuoco per castigare un tentativo d’indipendenza; la Francia ha potuto violare il Sud Pacifico con le sue esplosioni nucleari; e la Cina può continuare a fucilare, legalmente, ogni anno, un numero di persone dieci volte superiore a quello della gente che cadde crivellata di colpi, a metà del 1989, nella piazza Tian An Men.   

Diceva bene il signor Theodore Roosvelt che “nessun trionfo pacifico è così grandioso come il supremo trionfo della guerra”. Nel 1906 gli diedero il premio Nobel per la Pace .

Infatti non deve sorprendere nessuno il triste bilancio mondiale della guerra e della pace. Si pensi che per ogni dollaro che le Nazioni Unite spendono nelle missioni di pace, il mondo investe duemila dollari in spese di guerra . Ma a cosa servono tutte queste armi? Che pericolo c’è al mondo dal quale dobbiamo difenderci con una tale spesa in armamenti? Negli anni della guerra fredda, l’arsenale nucleare era un pericolosissimo strumento d’intimidazione reciproca tra Russia e Stati Uniti. Ma adesso che queste due nazioni sembrano andare d’amore e d’accordo, a cosa servono quegli immensi depositi?   
   Personalmente sono anni che rifletto su questa domanda e finora ho trovato una sola risposta, che subito non volevo accettare perché mi ostinavo a guardare il mondo come l’estensione della mia città dove tutto è relativamente tranquillo e buono: "il crollo di un edificio o la caduta di un aereo sono piuttosto sconvenienti dal punto di vista di chi ci sta dentro, ma sono convenienti per la crescita del Prodotto Interno Lordo" .
   I Francesi hanno inventato la bomba N, che permette di uccidere le persone mantenendo intatti gli edifici; ma una bomba così non serve a nessuno ed infatti nessuno ha comprato ed utilizzato mai in nessuna guerra la bomba N.

Il mio articolo sull'aviaria è stato pubblicato su www.fuoriaula.it

 
 
 

Mi illumino di meno!

Post n°100 pubblicato il 15 Febbraio 2006 da Boycott
 
Foto di Boycott

Aderiamo alla Giornata Nazionale del Risparmio Energetico "M'illumino di meno", promossa per il secondo anno dalla trasmissione radiofonica di Rai 2 Caterpillar, che si terrà il prossimo 16 febbraio!

E' scaricabile dal sito di Caterpillar www.caterueb.rai.it la bandierina per ciclisti con la scritta "Chi pedala salva il pianeta" .

L'invito che Caterpillar fa agli italiani è di risparmiare energia per un giorno: spegnere le luci, usare meno gli elettrodomestici, usare l'auto in quattro anzichè da soli e ridurre la velocità, spostarsi con i mezzi pubblici e la bicicletta, ridurre la temperatura del riscaldamento .

Chissà che questa Giornata per il risparmio energetico non contribuisca anche a fare diventare centrale, nel prossimo programma di Governo, una politica energica vera!!

Decalogo di M'illumino di meno

Cosa si può fare per ridurre gli sprechi, le inefficienze e gli usi impropri dell'energia.

1. eliminare gli sprechi: ad esempio spegnere le luci quando non si è nella stanza;
2. aumentare l'efficienza con cui si usa l'energia: ad esempio usare elettrodomestici in classe A, o meglio ancora A+ e A++
3. eliminare gli usi impropri: ad esempio non usare energia elettrica per fare calore, come negli scaldabagni elettrici o nelle piastre elettriche per cucinare

Il risparmio energetico correttamente inteso si può ottenere in due modi complementari:

- Assumendo comportamenti responsabili per far funzionare al meglio gli impianti esistenti:

1. spegnere le luci quando non servono
2. spegnere e non lasciare in stand by gli apparecchi elettronici
3. sbrinare sovente il frigorifero; pulire spesso la serpentina, perché la polvere riduce la sua efficienza e tenerla a una certa distanza dal muro in modo che possa circolare l'aria
4. mettere il coperchio sulle pentole quando si porta l'acqua a ebollizione; evitare che la fiamma sia più ampia del fondo della pentola perché di lato non scalda; far bollire al minimo, tanto la temperatura di ebollizione non cambia
5. abbassare i termosifoni e non aprire le finestre se si ha troppo caldo
6. ridurre gli spifferi degli infissi riempiendoli di materiale che non lascia passare aria
7. utilizzare le tende per creare intercapedini davanti ai vetri, gli infissi, le porte esterne
8. non lasciare tende chiuse davanti ai termosifoni
9. inserire apposite pellicole isolanti e riflettenti tra i muri esterni e i termosifoni 


- Sostituendo gli impianti poco efficienti con impianti più efficienti

1. lampade ad alta efficienza: a parità di potenza consumano delle lampade normali; ovvero ce ne vogliono 6 per consumare come 1 lampada normale
2. elettrodomestici di classe A o superiore
3. apparecchi elettronici ad alta efficienza
scaldabagni a gas senza accumuli
4. termovalvole da applicare ai termosifoni per programmarne l'accensione in relazione alle esigenze (perché tenerli accesi tutto il giorno nelle camere da letto o nei salotti che non si usano?) e per regolarne automaticamente la temperatura (perché continuare a tenerli accesi quando si sono raggiunti i gradi desiderati?)
5. caldaie a condensazione

 
 
 

E'aumentata l'imposta di bollo...meno tasse per tutti?

Post n°99 pubblicato il 14 Febbraio 2006 da Boycott
 
Foto di Boycott

Riprendo un post scritto dalla mitica Crides del MeetUp di Verona:

A partire dal 1 febbraio 2005, l'imposta di bollo trimestrale applicata per legge sul conto corrente è passata da 6,39 euro a 8,55 euro.
Tale addebito imposto dallo Stato mediante Decreto Legge del 31/01/05 ed applicato dalle Banche a tutti i conti correnti (naturalmente la cosa è passata senza che se ne sapesse nulla, o forse sarebbe più corretto dire "nella generale indifferenza" , occupati come siamo a seguire partite di calcio e/o gossip, grandi fratelli, fattorie, isole, ed altri programmi intellettuali vari).

Considerando almeno 30.000.000 di conti correnti in Italia (1 per ciascun lavoratore), ogni mese lo Stato incassa con i bolli 21.600.000 euro in più, 259 milioni di euro all'anno pari a circa 500 miliardi di vecchie lire.
Questa cifra va dritta dai nostri conti alle casse statali e il nostro Silvio si ciondola in tv parlando di più soldi nelle tasche degli Italiani ,"grazie finalmente al controllo delle spese dello Stato necessarie per far fronte alla riduzione delle Tasse".

Ringrazio tutti per aver permesso a questo semplice ed umile spazio di discussione di esser diventato il blog del giorno...mille sentite grazie a tutti

 
 
 

Aviaria: ma non eravamo fuori pericolo?

Post n°98 pubblicato il 13 Febbraio 2006 da Boycott
 
Foto di Boycott

Per ora solo su 5 cigni e' stato riscontrato il virus ad alta patogenicità, rende noto il ministro Storace (vedi foto). Finora stati accertati in Italia 21 casi  di influenza aviaria su cigni migratori morti, di cui cinque del tipo H5N1 ad alta patogenicità in tre regioni, Sicilia, Calabria e Puglia, ha detto oggi il ministro, al termine di una riunione dell'unità di crisi sull'influenza aviaria. Si tratta della prima comparsa in Paesi dell'Unione Europea della variante mortale della febbre dei polli, che ha ucciso sinora 88 persone e ne ha infettate oltre 150  in cinque Paesi dal 2003, secondo gli ultimi dati dell'Organizzazione mondiale della Sanità, oltre a causare l'abbattimento di centinaia di milioni di uccelli.

Ma cosa ci avevano detto i nostri politici qualche mese fa?

Storace, ministro della Sanità,"L'Italia è il primo Paese della UE ad aver messo in campo le misure necessarie per contrastare la diffusione del virus H5N1. Se gli uccelli arrivano in Italia, noi apriremo la stagione della caccia!"

Cesare Cursi, sottosegretario alla Salute, "L'Italia non importa pollame dai Paesi dell’ex-Urss perché abbiamo piena autosufficienza in questo settore e che sarebbe preoccupante sopravvalutare il pericolo di una pandemia in Italia"

Paolo Bruni, presidente Fedagri-Confcooperative, "il rischio derivante dalle importazioni di carni avicole non esiste in quanto è in vigore il blocco totale dell’importazione di carni vive e financo delle piume" .

Insomma, sembrano più preoccupati che non mangeremo più pollo invece della nostra salute...

 
 
 

Tra USA e Venezuela alta tensione

Post n°97 pubblicato il 11 Febbraio 2006 da Boycott
 
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E' improvvisamente precipitata la crisi tra gli Stati Uniti d'America e il Venezuela . L'amministrazione di George W. Bush ha oggi deciso di espellere un diplomatico di Caracas dal territorio Usa. Si tratta di una rappresaglia per l'allontanamento, deciso dal presidente Hugo Chavez (vedi foto), del militare americano John Correa, accusato di spionaggio. Secondo Chavez, Correa - ufficiale della marina Usa che lavorava presso l'ambasciata degli Stati Uniti a Caracas - è una spia, colpevole di aver trasmesso al Pentagono delle informazioni militari riservate. "Abbiamo deciso di dichiarare l'ufficiale in missione di spionaggio persona non grata o, come diciamo qui, buttarlo fuori dal Paese - aveva dichiarato ieri Chavez - Correa dovrà lasciare il Paese immediatamente". Gli americani, colti di sorpresa , avevano assicurato che il loro militare non ha mai svolto attività di spionaggio ed avevano preannunciato una risposta "attraverso i canali diplomatici". Oggi è arrivata la notizia dell'allontanamento dal paese di un diplomatico venezuelano  

Fonte:[www.centomovimenti.com].

 
 
 

Compriamo il servizio, non il prodotto!

Post n°96 pubblicato il 10 Febbraio 2006 da Boycott
 
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A volte mi chiedo se sia possibile, con la tecnologia che possediamo hai giorni nostri, costruire dei prodotti che funzionino per decenni invece che per qualche anno. Ma che si rompano viene comodo per il ciclo consumistico con conseguente spreco di risorse limitate (ferro, plastica cioè petrolio, oro, platino, ecc).

Proviamo invece ad immaginare che cosa succederebbe se tutti facessero come la Rank Xerox. Produce fotocopiatrici, ma non ne vende praticamente più . Vende il servizio di fotocopiatura . Ciò significa che con i suoi clienti firma un contratto in cui è stabilita la quantità di fotocopie che dev’essere garantita in un dato periodo di tempo e il prezzo di ogni fotocopia. Dopodiché il cliente riceve nel suo ufficio una fotocopiatrice e, quando c’è qualcosa che non va, un tecnico viene a risolvere “gratuitamente” il problema . Questo perchè la fotocopiatrice rimane di proprietà di chi l'ha costruita. Se questa fosse del cliente si romperebbe dopo poco, mentre se rimane di chi la costruisce la farà in modo che funzioni il più a lungo possibile ! In questo contesto l’interesse di Rank Xerox è di fare macchine solide concepite per durare ed essere riparate. Solo le macchine tecnicamente superate e non più riparabili sono eliminate, ma non sono gettate, bensì ristrutturate. Lo scheletro della macchina viene recuperato e, dopo averci aggiunto pezzi tecnicamente più avanzati, viene rimessa in circolazione come una fotocopiatrice moderna. A volte, alcuni pezzi possono passare a una macchina fax o a una stampante, perché in questi apparecchi molte funzioni sono comuni . Tutto ciò è possibile perché Rank Xerox ha una produzione standardizzata e, come in una costruzioni a cubi, i singoli componenti possono venire smontati e rimontati in un altro modo per costruire un apparecchio differente.

E’ stato calcolato che l’80% dei componenti di una vecchia fotocopiatrice può essere recuperato per ottenere un prodotto nuovo . Ciò significa 80% di rifiuti in meno e 80% di materie prime in meno per ogni nuova fotocopiatrice.

La stessa cosa si potrebbe fare per l'auto! Rimane di proprietà dell'azienda costruttrice e il cliente paga un tot a km; se mi lascia a piedi  non pago! Stesso discorso si può fare per lavatrice, lavastoviglie, computer, frigo, aspirapolvere, ferro da stiro, cellulare, ecc. Anche per il riscaldamento: pago solo se in casa ho tot gradi!
         Battiamoci affinchè le aziende non ci vendano più i prodotti ma i servizi che derivano la essi! Se non ci stanno significa che sanno di fare dei prodotti che si sbriciolano dopo poco tempo dall'acquisto! 

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: Boycott
Data di creazione: 14/11/2005
 

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