Creato da: CacciatricediSangue il 03/06/2004
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delirio pt.1 29 dicembre 2007

Post n°494 pubblicato il 04 Gennaio 2008 da CacciatricediSangue

dopo essermi ripresa (mentalmente, perchè fisicamente sto ancora uno schifo) mi appropinquo a scrivere qualcosa di quei fatidici giorni.

in quattrequattrotto con la Zimo tiriamo giù un programma a distanza di pochi giorni.
non c'era niente di confermato, anche perchè l'imprevisto è all'ordine del giorno.
la sera del 28 dicembre i
muven avrebbero suonato al traffic. e vuoi che io e la Zimo non andiamo a sentire lo spacciatore che canta speranzose di trovarlo non influenzato?
speranza vana. stava messo peggio di me e lei messe insieme. ma non completamente afono, e posso dire che se l'è cavata sul palchetto. ovviamente toccherà replicare il 16 gennaio, la speranza è l'ultima a morire, ma è anche vero che non c'è due senza tre. Massime' mettite na sciarpa e manda giù tachipirina a profusione!

comunque, finita la serata, col freddo che tirava fuori, e sapendo che la mattina dopo la Zimo si sarebbe dovuta alzare presto, invece di tornare a casa, dirottiamo l'auto verso casa di Morrigan. e, al telefono: "a che punto state? faccio una torta?"
santa donna! quella torta ci ha fatto compagnia a colazione, e pure durante il viaggio del giorno seguente.

la mattina del 29 mi sveglio completamente rinco, metto un paio di cose in borsa cercando di fare mente locale perchè il programma era il seguente:

  • partire in tarda mattinata, evitando cosi il traffico del raccordo e arrivare a Cervia nel pomeriggio

  • passare il pomeriggio con la aus e il suo compagno di sventure
  • concerto dei redska (si quelli dell'avventura a orvieto)
  • partenza da Cervia a concerto ultimato, direzione ovindoli guidando di notte

  • portare la Zimo alla stazione di Celano e appoggiarmi poi sul divano davanti al camino cercando un po' di riposo in attesa della notte del 31
    (tutto questo con 40 neurini in tasca per uno)

in pratica io sarei rimasta su per riscaldare casa e gli altri personaggi mi avrebbero raggiunta a scaglioni il giorno dopo.

partenza alle 11 e mezza da casa, a mezzogiorno eravamo gia belle imbottigliate nel traffico del grande parcheggio anulare per raggiungere Orte [cvd]. credo che ormai sia destino che io e la Zimo dobbiamo percorrere la strada per Orte in due ore e non 40 minuti come tutti i navigatori dicono.
in fila già si discute su dove ci saremmo fermate per il pranzo (pasto luculliano a base di panini prosciutto e galbanino tarocco, mandarini e acqua) e si decide all'unanimità di consumarlo in movimento.
fu cosi che la Zimo tentò il suicidio provando a tagliarsi prima i pantaloni poi le dita per affettare il formaggio.
verso Cesena, oltre al freddo, notiamo le indicazioni per Cervia.
era ora di avvertire la Aus e chiederle dove ci saremmo visti. quando ci chiede a che punto stavamo, guardandoci intorno, abbiamo pensato d'aver sbagliato strada. le indicazioni davano cervia a un paio di km, ma intorno a noi c'era solo e unicamente il nulla. a destra il nulla, a sinistra il nulla, davanti una stradina minuscola, che portava al nulla.
la aus ci rassicura, e ci da la punta al bar (del quale la Zimo non aveva capito il nome) della piazza centrale della ridente cittadina. punto di riferimento, dato che il bar non aveva insegne, un parcheggio.

scendiamo dall'auto e un vento gelido ci prende in pieno. ho temuto per l'incolumità della Zimo, che però, anche dopo le varie promesse "tu morirai stasera", è ancora tra noi. ci facciamo il giro della piazza, tutto il parcheggio in lungo e in largo e troviamo il locale dell'appuntamento.
ed è li che le domande sono fioccate.
- la aus sarà una lei? il sor ellouin, con calzamaglia azzurra, mi porterà via la Zimo su un cavallo bianco?
- il proprietario del locale è a conoscenza del fatto che pulsante si scrive con la S e non con la Z?
- a Cervia so tutti schifosamente Emo?
- perchè abbiamo fatto 4 km avanti e indietro, al freddo e al gelo, con tanto di soste obbligatorie alla stazione per riscaldarci, per arrivare al piadinaro se eravamo forniti di ben due macchine due?
sta di fatto che, digerita la cioccolata calda, non contenti di aver preso le botte di freddo ogni qualvolta nel locale si apriva la porta, decidiamo di visitare Cervia (con la e stretta, perchè è cosi che i cittadini la pronunciano).
e cosi, dopo aver visto la piazza centrale, l'albero e la pista di pattinaggio...dopo una sosta obbligata alla stazione perchè unico luogo coi riscaldamenti accesi a costo zero, i brontolii allo stomaco ci portano in una direzione. Il piadinaro. Il luogo tanto decantato dalla aus distava piu o meno un chilometro e mezzo dalla stazione, ma questo non ce l’aveva detto. E, passini passetti, coperti come omini della michelin, giunti quasi a destinazione, la aus ci fa notare che il piadinaro non è un locale, non è un ristorante, non è un bar, ma … è un chioschetto sulla strada. Ciò significava sbranarsi una piadina di un metro di raggio e digerirla prima dell’imminente congestione. In più c’era il discorso del ritorno. La temperatura si abbassava e le auto non erano fornite di richiamo automatico modello supercar. Indi toccava raggiungerle. Di nuovo d’obbligo la sosta riscaldamento alla stazione, dove la Zimo, complice la piadina nello stomaco, ha dato il meglio di se davanti alla videocamera della sorveglianza proponendo un’imitazione perfetta della “ragazza the club” (per chi volesse il video, accetto offerte in privato).
questa particolare visione credo che abbia shockato i due cerottini, e lo si può notare dallo sguardo assente di ellouin.

dopo aver fatto fuggire una passante, e dopo esserci riscaldati le chiappe abbastanza, cerchiamo, strascicando i piedi, di raggiungere le auto. Salutiamo i due ridenti cittadini e…
sì, era ora di avvicinarci al rock planet ma non prima di aver levato quello strato di ghiaccio che ricopriva l’auto.
nel mentre vengo a sapere che anche codesto individuo era in quel di cervia in un ristorante, praticamente a due passi dalla stazione. Tentiamo l’attesa, al freddo e al gelo (sentiti in colpa!) ma di Nightmist non si vede nemmeno l’ombra. Decidiamo cosi di occupare il tempo in altro modo. Mentre si aspettava la risposta via sms andiamo a sondare il terreno. Vedere il posto, dove sta, se è aperto, chi c’è chi non c’è … e … orrenda visione! Il posto è chiuso, ma non è questa la brutta sorpresa. Dal nulla sbuca un gruppetto di Emo che mi ha letteralmente paralizzato. Cercando di capire cosa diavolo ci facessero degli Emo in un locale dove ci sarebbe stato un concerto ska, facciamo retromarcia e torniamo verso la stazione.
in un modo o nell’altro, infilandosi in retromarcia nella piazza centrale di Cervia, cercando di evitare l’albero di natale, riusciamo a salutare Nightmist senza scomporci. Faceva troppo freddo per uscire dall’auto e levarsi di dosso le coperte!
lasciato il soggetto ai suoi amici, prendiamo coraggio e ci avviciniamo al posto infetto…
il locale ha aperto le porte, ci sono le transenne e pure un buttafuor…pff…pffff AHAHAHAHAHAHA - scusate - un mezzo omino michelin pelato con tanto di auricchio-lare che cercava di far colpo sul mignottone inutile davanti alla porta. Il problema grosso era che gli Emo si erano quadruplicati, centuplicati…impressionante! Mai visti cosi tanti Emo emo, ma emo seri! Sto ancora disinfettandomi!
nemmeno la temperatura che continuava a scendere li ha congelati. Via la prima coperta, via la seconda, la giacca in macchina? No è da pazzi. Forza e coraggio, usciamo e ci mettiamo in fila. Giusto il tempo di congelarci le dita dei piedi una ad una e siamo dentro. Ed è li che scopriamo il dramma. Noi, scannate. L’ingresso, 14 neurini a capoccetta. Verrò a sapere poi, molto poi (diciamo qualche giorno fa) che la suddetta Zimo (colei che sarebbe dovuta morirmi in auto dal freddo) avrebbe rimediato per entrambe il tappeto rosso. Vabbe’ mi vendicherò.
svuotiamo le tasche con la consolazione che la prima consumazione è compresa nel biglietto.
oltrepassata la tenda d’ingresso veniamo sopraffatte da un’orda di cosini neri incravattati col ciuffo unto e la faccia depressa. Ma…mi chiedo…non si vogliono suicidare? Perché non lo fanno?
le mie orecchie però sentono in lontananza qualcosa di familiare, mi faccio guidare dal suono che mi porta in una saletta minuscola. Mi si illuminano gli occhi quando leggo sul muro Metal Room, abbraccio il divanetto e decido di morire li. La Zimo fa finta di non conoscermi. A malincuore lascio la saletta per una birra, le dita congelate reclamavano giustizia. Ed è qui che prima Ciccio, poi Sandro, due dei redska, ci fermano con volto incredulo dandoci delle pazze. Pensavano, forse, che la Zimo non mi trascinasse in quella pazzia? Illusi! E cosi anche con gli altri membri della band, che man mano passavano “noooo siete venute veramente? Ooh sono venute da latina ste pazze!”
mi chiedo perché avessero dei dubbi, non avevano capito che non siamo soggetti normali?
scrocchiamo un posticino dal merchandise per i cappotti e, libere del peso del freddo attendiamo che il gruppo salga sul palco. Eviterò di raccontarvi per filo e per segno il concerto, in quanto l’ha già fatto la Zimo, e molto meglio di me.Mi limiterò solo a dire, che con lei non sai mai quali sono i rischi in queste serate. L’estate scorsa ci siamo ritrovate a fumare dietro al palco col gruppo, questa volta ci hanno obbligato a salire sul palco. Inutile dire non sapevo se odiare di più i redska, la Zimo, o me stessa per averla seguita in questa follia.
e tra un salto e l’altro, il concerto termina con una promessa. Il 15 marzo torneranno in tour. E mi sa tanto che, anche qui, vale il detto “non c’è due senza tre”. In una chicane da perfetti piloti di F1 evitiamo il blocco Emo, un salto al bagno e un passaggio nella saletta metal, giusto per riprendermi, per poi passare ai saluti. Ci attendeva un viaggio ben poco semplice.
ci intrufoliamo nello stanzino della band e, mentre la Zimo assaggia un pasticcino, ci chiedono se avevamo da dormire (memori dell’esperienza estiva). Alla nostra risposta negativa ci vengono offerti garage e divani di casa… ma noi indomite psicopatiche rifiutiamo gli inviti, usciamo dal locale e … PEM! Na botta de freddo gelido ci coglie in pieno. Obbligo la Zimo a intrufolarsi nel sacco a pelo, metto in moto e, con somma e immensa giUoia, le comunico che la temperatura esterna è di -1° .
“A Zi’, coprite!” e lei mi ha preso alla lettera
fu cosi che verso le 2 di notte, in quel di Cervia partiamo direzione Ovindoli.
colonna sonora del viaggio Primordial, Apocalyptica e Dark Tranquillity, che avrebbero dovuto tenermi sveglia il più possibile per evitare il congelamento. Un paio di soste sono servite a riprendermi quel giusto per godermi l’alba tra i monti innevati abruzzesi.

Arrivate sane e salve, ma rincoglionite al massimo, dovevamo fare un’ultima cosa. Il biglietto del treno per il ritorno a Roma della Zimo.
con volto assonnato, ossa congelate, sguardo perso nel vuoto, ci aggiriamo per Celano alla ricerca di un postamat (perché in quel cazzo di paesino alla stazione non si paga col bancomat), la Zimo preleva gli ultimi averi, acquista il biglietto e … non resta che attendere. Si torna a Ovindoli, si scarica la spesa,  giusto il tempo di riprendere quel color vivo sul volto e via.
porto la Zimo alla stazione e me ne torno a cosuccia aspettando il 31. cosa farò mai in 40 metri quadri da sola, fuori dal mondo?

 
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Rispondi al commento:
io86dark
io86dark il 07/01/08 alle 23:39 via WEB
Ahahahaha..ma se ti impongo una specie di divisa..mi mandi a cagare eh??!! ;PpP
 
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