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Quella volta che...

Post n°289 pubblicato il 11 Novembre 2005 da CacciatricediSangue

c'era una volta...no no, dovrei iniziare con quella volta che...

quando ho letto queste tre parole la prima cosa che mi è saltata alla mente è stata "bologna"

mi sono tornati in mente tanti ricordi...

cos'è stata bologna, chi è stato a bologna, cosa c'era a bologna che mi ha fatto saltare alla mente tutto?...

qualche tempo fa (che risale a circa 4 anni fa, se non di piu) ho avuto la fortunata-sfigata coincidenza di incrociare un nick particolare, che mi suonava vagamente familiare...
in quel periodo ero completamente partita per gli U2 e un nick come angelofharlem non poteva non essere notato dal mio minuscolo cervello...
l'avevo notato una volta, lo notai la seconda, poi la terza...e cosi...quella volta che rispose al messaggio mi fu fatale...cominciò quella che tutt'ora è nota come corrispondeza telematica...diciamo che prende il posto del vecchio amico di penna.
lui di bari, trapiantato a bologna per lavoro, nei week end spesso scendeva a casa dai suoi, aveva un gruppo, guarda caso che riprendeva le sonorità degli U2.
una chiacchiera tira l'altra, la seconda tira la terza e alla quarta ci scappa la mail (all'epoca le cose erano un po piu lente di ora, adesso dopo la terza riga scatta il cellulare, alla decima gliela devi dare) e cosi ci fu uno scambio di mail frequente….cosi frequente che sembrava piu comodo parlare a voce…anche perché dovevo dirgli che un barese che abitava a bologna non poteva parlar bene il romano cosi come lo scriveva…e non mi sbagliavo…parlava meglio l’italiano che l’abbozzo di un romanesco arrangiato…
qualche telefonata, ogni tanto un sms e poi un “scendo a roma a trovare un amico…ci si vede?”
perché no, mi sono detta, due chiacchiere con un amico…perché era quello che era, apparentemente un’amicizia via web.
mi disse in quale fine settimana sarebbe sceso, in quel periodo non ci si sentiva frequentemente…poi non seppi piu nulla per qualche tempo.

Un giorno mi sono ritrovata in macchina che mi arriva un sms…come se niente fosse successo…come se ci si fosse sentiti fino alla sera prima…”ciao come stai?”
ci pensai un po su, effettivamente la cosa mi sembrava un po strana, ma ricevetti svariate spiegazioni che potevano benissimo essere reali..del tipo “ho avuto l’influenza, non sono piu sceso, ho lavorato parecchio…bla bla bla”

Da li non so di preciso cosa sia successo, so però che le telefonate si facevano piu frequenti, e se non c’era la telefonata c’era l’sms…chiamava spesso, piu di una volta al giorno…in pratica ero peggio di ora..la donna telefono…se poi ci si mette che l’azienda gli forniva auto aziendale, cellulare e scheda…in pratica aveva benzina autostrade e telefonate gia pagate…bella la vita eh?

Cominciano i nomignoli piu stupidi…qualche frasetta affettuosa si, ma mooolto innocente…cose dette tra amici…insospettabili…e cosi passano 9 mesi.

Un parto, un parto al telefono…io in quel periodo ero alle prese col mio primo lavoro, mi ricordo che mentre si sistemava il locale per l’inaugurazione io con tanto di guanti e mani a mollo ero al telefono…una vergogna per le mie orecchie! E cosi passavano le giornate, dal lunedi al venerdi lui lavorava, ci si sentiva spesso, poi nei week end quasi sempre tornava a casa (bologna bari in macchina…tanto paga l’azienda!) dalla famiglia (cosi diceva) dalla nipotina preferita (sempre cosi diceva) e dal gruppo per le prove, anche se le cose si stavano allentando. In quei giorni era meno reperibile del solito. Chiamava meno e si faceva sentire di meno, se lo si chiamava non sempre rispondeva…e spesso rispondeva tardi agli sms. Ma non ci vedevo nulla di strano all’epoca…

Cmq passarono 9 mesi quando di punto in bianco una sera mi disse che il giorno dopo sarebbe sceso a roma da quel famoso amico. Miriam era a cena fuori con non ricordo chi…ricordo solo che era a mangiare la pizza dall’altra parte della città…e io mi sono detta di nuovo quel famoso “perché no”.

Quella sera decisi per una serata diversa dal solito, passata con un amico a cui potevo dare un volto, una realtà anziche solo un telefono e qualche foto…

Appuntamento dove? “che zone conosci di roma? – in che zona sei ora? – potremmo fare vicino piazza re di roma dato che ci sai arrivare – guarda se svolti a destra quando il cartello ti dice appia…dove sei ora?davanti alla chiesa?ok ho capito ci vediamo  li”
piu o meno fu questa la conversazione al telefono…uno stradario al cellulare per vedersi davanti a una chiesa…IO davanti a una chiesa! Che poi era un appuntamento..peggio me sento!

Stranamente non ero nervosa, stranamente ero tranquilla, stranamente non avevo aspettative ne su chi andavo a conoscere ne sulla serata, stranamente sembrava una bella serata invernale, se non sbaglio era un 12 gennaio…o giu di li, stranamente l’adrenalina, l’angoscia e la paura arrivarono tutte insieme quando vidi la chiesa, ovviamente la chiesa la vidi quando l’avevo gia passata, quindi conversione sull’appia appena puoi, rifatti tutta la rotonda di piazza re di roma, riimbocca l’appia e fermati prima, parcheggia come solo tu sai fare quando sei angosciataterrorizzataspaventataadrenalinizzataquindidaschifo e scendi con disinvoltura dalla macchina evitando figure di merda.

“ciao..ciao…finalmente ti vedo, finalmente ti parlo guardandoti negli occhi…allora che si fa?! Bla bla bla”
esauriti i banali convenevoli stretti al minimo perché l’idea di chiacchierare davanti a una chiesa mi angosciava non poco, decidiamo per un giro per roma di notte…ma d’inverno come ci si va?cosa vuoi vedere?

Nel mentre Miriam stava per essere aggiornata su quanto stava accadendo…si perché in quel periodo ero ancora nella fase “non t’avverto, non ti dico niente se non mi sgami, anzi te lo dico dopo che ho combinato il danno” in pratica era nella fase in differita con domande specifiche, intanto io facevo da pseudo Cicerone…un’occhiata qui, un’occhiata li, roma illuminata di notte regala uno spettacolo ancora spaventoso rispetto a tante altre città…e d’inverno poi, con poca gente in giro…è ancora meglio…
e quando si vuol vedere Roma di notte…e dall’alto? Ci sono due posti se il tempo lo permette che sono l’ideale a roma, il gianicolo e lo zodiaco. Calcolando che lo zodiaco sapevo esisteva ma non sapevo come arrivarci…infransi la regola e lo portai al gianicolo senza miriam (lei era anche fissata sul gianicolo e io prontamente le rispondevo che li ci vanno solo le coppiette…ecco perché non ce la potevo portare, in pratica a me e a lei era teoricamente vietato l’accesso)

Fu li che ci fu il primo sussulto, io e uno che consideravo un amico al gianicolo, quando mi abbraccia dicendomi che ero come se lo aspettava…

Diavolo! Una cosa mai successa…il tutto cominciava a sembrarmi un po strano, ma stavo bene, mi piaceva la compagnia, mi piaceva la serata, mi piaceva il clima freddo, mi piaceva sentirmi gelare il naso dal vento invernale mentre osservavo le luci notturne di roma…

Finisce il giro turistico, una chiacchiera tira l’altra, non so quante cose furono dette quella sera, non so quante non ne uscirono e intanto il live degli U2 a sarajevo faceva da sottofondo…si torna alla chiesa dove era stata “abbandonata” la sua auto…ma è ancora presto, nessuno dei due è stanco…

Si cambia macchina, guida lui, io faccio da navigator…direzione ostia.
perché ostia poi… quella sera mi fu fatale, per un bel po non potei guardare il pontile di ostia che riaffiorava tutto…

Il mare d’inverno è tutta un’altra cosa, non c’è il caos estivo, non ci sono locali sulla spiaggia, non c’è gente che passeggia sul lungomare, non c’è traffico, non ci sono bancarelle…non ci sono rumori a parte le onde che si scontrano con la spiaggia sabbiosa…

La strada per ostia è pallosa, lunga, lenta, tutta uguale…quella volta non fu cosi, quella volta arrivammo a ostia in un attimo, e non perché aveva un ferrarino fiammante…non ci rendemmo conto della strada percorsa e del tempo che continuava ad andare avanti…”alla rotonda a destra e vai verso il centro di ostia” piu che centro, la zona piu affollata d’estate…quella del pontile, della piazzetta…

Quella sera non c’era anima viva, tranne qualche auto di passaggio e una coppia vicino al pontile.
”andiamo a vedere” mi prendi sotto braccio e mi trascini al pontile come se non avessi mai visto il mare di sera…non so quanto tempo abbiamo passato li, non lo saprei calcolare, ricordo solo che faceva un freddo cane anche per me che lo adoro, e che stavo bene, mi sentivo contenta per come stava andando la mia serata senza aspettative, ero in compagnia di una persona che mi faceva sentire tranquilla, senza pensieri…

Ma cominciava a far troppo freddo, mani gelate, naso gelato…”torniamo in macchina che accendo il riscaldamento…cosi ti faccio sentire quel cd!”
Si perché doveva farmi sentire da tempo la registrazione di un programma radio a cui lui e il suo gruppo erano stati invitati per un’intervista (una radio regionale).
bella la scusa…li per li non c’avevo proprio pensato..
saliamo in macchina, riscaldamento al massimo, stereo acceso, sento qualche pezzo, poi l’intervista poi un “mi piacerebbe poter salutare Arianna, anche se so che non puo sentirmi” ed ecco li che quel qualcosa di strano comincia a farsi sentire allo stomaco…ai battiti cardiaci…alla pressione…qualcosa di strano…non le farfalle, ma una sensazione mista tra felicità e angoscia…era un qualcosa di inaspettato, non calcolato, non pensato, non preparato, un imprevisto! Si ma un imprevisto piacevole, e non avevo ancora calcolato il resto!

Si perché scatta una canzone…o meglio quella canzone, la canzone che lui sapeva a me faceva venire i brividi, e non so come sia successo, ma ricordo che fu uno dei baci piu belli mai provati, unico di una serie di unici, inaspettato, incalcolato, improvviso, inimmaginabile…e da film…

…quando portai lo sguardo al cielo mi resi conto che non era piu di un blu scuro quasi nero…stava spuntando l’alba! E io non ero a casa, non ero nel mio letto e in quel momento mi sentivo al settimo cielo….ma era ora di rintanarsi…di tornare alla mia macchina, quindi al centro, accompagnarlo all’alloggio e tornare a casa mia…
si fecero le 6 quella mattina, lo salutai davanti l’hotel “ti chiamo quando arrivo, buonanotte piccola ti voglio bene”

ecco, se quella volta ste cose non le avessi sentite, se quella volta mi salutava con un “vabbe è successo quello che è successo, arrivederci e grazie a mai piu risentirci” probabilmente io ora non ero qui a raccontare quali cambiamenti mi ha portato…

tutto sembrava come prima…le telefonate, gli sms…nel giro di una settimana le cose cambiarono…spari’ per qualche giorno…speravo in un cenno nel giorno del compleanno…nulla…
il giorno dopo un suo sms… la speranza, che brutta bestia che è la speranza; alimenta illusioni, fortifica le delusioni…ti fa prendere tante di quelle mazzate…ma ti fa anche vivere la vita… si decisamente è una brutta bestia, perché quando nel cellulare lessi il suo nome al messaggio ricevuto, io che ero gia cotta a puntino speravo in un qualcosa del tipo “scusa ma…cmq auguri” insomma si era dimenticato del mio compleanno, ma si scusava…e invece era uno di quei messaggi mandati tipo catena, un copia incolla…uno di quelli tristi, stupidi…che a mente fredda fanno parecchio riflettere.

Gia li avrei dovuto capire che quella volta che decisi di incontrarlo avrei cambiato la mia vita. I due mesi dopo furono una scusa dopo l’altra…ogni tanto si faceva vivo, ma non era come prima…freddo, distaccato…5 minuti per un saluto e via. Come se dovesse farmi un favore. Nei week end spariva completamente fin quando…il vuoto assoluto.

Il telefono squilla ma non risponde. Le mail vanno a vuoto, la messaggeria e i profili di digiland ancora non esistevano, ma in chat non si faceva vivo.

Dopo due settimane leggo il suo nick in chat, lo saluto, mi risponde come se niente fosse successo (perché alla fine era cosi, almeno per lui) ed ecco che quando gli fu chiesto dove fosse finito iniziarono le scuse, gli alibi perfetti di un delitto perfetto…di quelli che non lasciano il segno all’assassino, ma la vittima viene colpita a sangue. “mi hanno trasferito in trentino” (di punto in bianco senza preavviso?) “mi hanno portato via il cellulare e non sapevo come avvertirti” (una mail no?) “ho avuto problemi a casa” (si vabbe hai finito la fantasia eh?) e quando gli comunico che da li a un paio di settimane sarei salita a bologna mi vedo rispondere “bello! Chiamami quando sei su che ci vediamo”

Din din din non avevo ancora impiccato quel mostro di speranza, un campanello d’allarme, un lumicino acceso…ed ecco che salgo contenta e speranzosa a bologna. Week end fuori dalla norma io e miriam. Lui non era contemplato. Non volevo chiamarlo, tanto che  il sabato sera non lo chiamai, probabilmente perché speravo lo facesse lui. Quella sera non lo sentii. A colazione il giorno dopo dovevamo decidere cosa fare, mi spinse a chiamarlo. Se non avesse risposto saremmo ripartite subito e avremmo fatto tappa intermedia a firenze. Quel mattino rispose. Quella volta che mi decisi a metter da parte l’orgoglio apparentemente feci la cosa piu sbagliata che possa esserci…(se cosi si puo dire) ma a mente fredda…fu la cosa piu giusta.
lui sapeva che io sarei salita quel week end, lo sapeva e il sabato sera non si fece sentire, lo sapeva e se lo ricordava tanto da organizzarsi per andare a sciare con gli amici la domenica in tarda mattinata. Ma quella volta fu cosi gentile da posticipare il tutto di qualche ora per vedermi…si per vedere me e miriam poco prima della partenza cosi da mettersi l’anima in pace, cosi da elargire sto favore a fin di bene…un’azione probono in pratica. Una pseudo visita di bologna dall’alto vista non so da che paesino nei dintorni. Una visita di cortesia per ricambiare la visita turistica di roma forse…durata un’ora scarsa…ma in quell’ora notai tante cose…tra cui il famoso cellulare rubato.
”ma non te lo avevano fregato?” “si l’azienda me ne ha dato uno uguale” (si vabbe…cazzo fessa una volta si..ma abbi almeno il coraggio di dire le cose in faccia quando ormai le carte sono state scoperte no?)

Da li mi misi l’anima e il cuore in pace. O meglio l’anima inizialmente, il cuore ci volle un po piu di tempo…
quella volta che decisi di salire a bologna mi fu fatale, si perché da li capii che a volte le situazioni si chiudono senza spiegazioni…che non tutti hanno il coraggio di dire la verità, che non tutti sono leali, che è piu facile fare il vile, il vigliacco, il bugiardo e nascondersi piuttosto che essere chiari con se stessi e con gli altri…
quella volta capii’ che non l’avrei piu rivisto ne sentito, quella volta capii’ che per quanto ci provassi a chiedergli una spiegazione non l’avrei mai avuta…da li a qualche tempo scoprii che a bari aveva la tipa, che il vizio della scappatella ce l’aveva gia da un po, che era bravo nel imbastire frottole, che gli riusciva bene corteggiare con le parole senza il peso dell’angoscia, che era capace a scappare davanti alla realtà anche quando questa gli veniva sbattuta in faccia…

Ma non rinnego nulla, non vorrei tornare indietro per cancellare quei due anni passati nella lobotomia, nella larvitudine, nella depressione costante, perché quella volta che decisi di parlare con lui, inconsciamente scrissi pagine e pagine della mia vita anche se la dovevo ancora vivere…perché quella volta che incassai la mazzata e me ne tornai perdente a casa decisi di entrare in chat per non so quale motivo. Perché quella volta che decisi di entrare in chat per restarmene tra me e me incontrai una persona che parlava in modo strano, spesso incomprensibile agli occhi delle persone con una mente sana, perche da quella sera….da li a 4 anni posso dire di aver conosciuto una persona speciale, una persona c’era e che ancora c’è…che mi ha dato modo di riaprirmi agli altri, di acquistare un po di fiducia persa nel tempo, di acquistrare sicurezza nelle proprie idee, nel manifestare le proprie sensazioni senza paura delle conseguenze…

Quella volta che non riuscivo a scrollarmi di dosso i fantasmi conobbi la persona che è riuscita a farmi chiudere i conti con il passato…e di questo non me ne pento (ma questa è un’altra storia…)

 
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Rispondi al commento:
peryplo
peryplo il 12/11/05 alle 15:47 via WEB
Il mio collega ed amico Yankee(per intenderci,il cugino di David)in casi come questi è solito dire, con l'aria del filosofo vissuto: shit happens. Non ti conosco granchè ma mi sono fatto l'idea che devi essere una persona di carattere. Non dev'essere facile raccontare una cosa del genere, specie in quest'ambito. A proposito dell'avere carattere...hai poi chiesto l'aumento al tuo capo?
 
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