Creato da: CacciatricediSangue il 03/06/2004
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La vita... si nasce e si muore soli...tutto il resto è un piatto di insalata... Messaggi del 11/11/2005
Post n°289 pubblicato il 11 Novembre 2005 da CacciatricediSangue
c'era una volta...no no, dovrei iniziare con quella volta che... quando ho letto queste tre parole la prima cosa che mi è saltata alla mente è stata "bologna" mi sono tornati in mente tanti ricordi... cos'è stata bologna, chi è stato a bologna, cosa c'era a bologna che mi ha fatto saltare alla mente tutto?... qualche tempo fa (che risale a circa 4 anni fa, se non di piu) ho avuto la fortunata-sfigata coincidenza di incrociare un nick particolare, che mi suonava vagamente familiare... Un giorno mi sono ritrovata in macchina che mi arriva un sms…come se niente fosse successo…come se ci si fosse sentiti fino alla sera prima…”ciao come stai?” Da li non so di preciso cosa sia successo, so però che le telefonate si facevano piu frequenti, e se non c’era la telefonata c’era l’sms…chiamava spesso, piu di una volta al giorno…in pratica ero peggio di ora..la donna telefono…se poi ci si mette che l’azienda gli forniva auto aziendale, cellulare e scheda…in pratica aveva benzina autostrade e telefonate gia pagate…bella la vita eh? Cominciano i nomignoli piu stupidi…qualche frasetta affettuosa si, ma mooolto innocente…cose dette tra amici…insospettabili…e cosi passano 9 mesi. Un parto, un parto al telefono…io in quel periodo ero alle prese col mio primo lavoro, mi ricordo che mentre si sistemava il locale per l’inaugurazione io con tanto di guanti e mani a mollo ero al telefono…una vergogna per le mie orecchie! E cosi passavano le giornate, dal lunedi al venerdi lui lavorava, ci si sentiva spesso, poi nei week end quasi sempre tornava a casa (bologna bari in macchina…tanto paga l’azienda!) dalla famiglia (cosi diceva) dalla nipotina preferita (sempre cosi diceva) e dal gruppo per le prove, anche se le cose si stavano allentando. In quei giorni era meno reperibile del solito. Chiamava meno e si faceva sentire di meno, se lo si chiamava non sempre rispondeva…e spesso rispondeva tardi agli sms. Ma non ci vedevo nulla di strano all’epoca… Cmq passarono 9 mesi quando di punto in bianco una sera mi disse che il giorno dopo sarebbe sceso a roma da quel famoso amico. Miriam era a cena fuori con non ricordo chi…ricordo solo che era a mangiare la pizza dall’altra parte della città…e io mi sono detta di nuovo quel famoso “perché no”. Quella sera decisi per una serata diversa dal solito, passata con un amico a cui potevo dare un volto, una realtà anziche solo un telefono e qualche foto… Appuntamento dove? “che zone conosci di roma? – in che zona sei ora? – potremmo fare vicino piazza re di roma dato che ci sai arrivare – guarda se svolti a destra quando il cartello ti dice appia…dove sei ora?davanti alla chiesa?ok ho capito ci vediamo li” Stranamente non ero nervosa, stranamente ero tranquilla, stranamente non avevo aspettative ne su chi andavo a conoscere ne sulla serata, stranamente sembrava una bella serata invernale, se non sbaglio era un 12 gennaio…o giu di li, stranamente l’adrenalina, l’angoscia e la paura arrivarono tutte insieme quando vidi la chiesa, ovviamente la chiesa la vidi quando l’avevo gia passata, quindi conversione sull’appia appena puoi, rifatti tutta la rotonda di piazza re di roma, riimbocca l’appia e fermati prima, parcheggia come solo tu sai fare quando sei angosciataterrorizzataspaventataadrenalinizzataquindidaschifo e scendi con disinvoltura dalla macchina evitando figure di merda. “ciao..ciao…finalmente ti vedo, finalmente ti parlo guardandoti negli occhi…allora che si fa?! Bla bla bla” Nel mentre Miriam stava per essere aggiornata su quanto stava accadendo…si perché in quel periodo ero ancora nella fase “non t’avverto, non ti dico niente se non mi sgami, anzi te lo dico dopo che ho combinato il danno” in pratica era nella fase in differita con domande specifiche, intanto io facevo da pseudo Cicerone…un’occhiata qui, un’occhiata li, roma illuminata di notte regala uno spettacolo ancora spaventoso rispetto a tante altre città…e d’inverno poi, con poca gente in giro…è ancora meglio… Fu li che ci fu il primo sussulto, io e uno che consideravo un amico al gianicolo, quando mi abbraccia dicendomi che ero come se lo aspettava… Diavolo! Una cosa mai successa…il tutto cominciava a sembrarmi un po strano, ma stavo bene, mi piaceva la compagnia, mi piaceva la serata, mi piaceva il clima freddo, mi piaceva sentirmi gelare il naso dal vento invernale mentre osservavo le luci notturne di roma… Finisce il giro turistico, una chiacchiera tira l’altra, non so quante cose furono dette quella sera, non so quante non ne uscirono e intanto il live degli U2 a sarajevo faceva da sottofondo…si torna alla chiesa dove era stata “abbandonata” la sua auto…ma è ancora presto, nessuno dei due è stanco… Si cambia macchina, guida lui, io faccio da navigator…direzione ostia. Il mare d’inverno è tutta un’altra cosa, non c’è il caos estivo, non ci sono locali sulla spiaggia, non c’è gente che passeggia sul lungomare, non c’è traffico, non ci sono bancarelle…non ci sono rumori a parte le onde che si scontrano con la spiaggia sabbiosa… La strada per ostia è pallosa, lunga, lenta, tutta uguale…quella volta non fu cosi, quella volta arrivammo a ostia in un attimo, e non perché aveva un ferrarino fiammante…non ci rendemmo conto della strada percorsa e del tempo che continuava ad andare avanti…”alla rotonda a destra e vai verso il centro di ostia” piu che centro, la zona piu affollata d’estate…quella del pontile, della piazzetta… Quella sera non c’era anima viva, tranne qualche auto di passaggio e una coppia vicino al pontile. Ma cominciava a far troppo freddo, mani gelate, naso gelato…”torniamo in macchina che accendo il riscaldamento…cosi ti faccio sentire quel cd!” Si perché scatta una canzone…o meglio quella canzone, la canzone che lui sapeva a me faceva venire i brividi, e non so come sia successo, ma ricordo che fu uno dei baci piu belli mai provati, unico di una serie di unici, inaspettato, incalcolato, improvviso, inimmaginabile…e da film… …quando portai lo sguardo al cielo mi resi conto che non era piu di un blu scuro quasi nero…stava spuntando l’alba! E io non ero a casa, non ero nel mio letto e in quel momento mi sentivo al settimo cielo….ma era ora di rintanarsi…di tornare alla mia macchina, quindi al centro, accompagnarlo all’alloggio e tornare a casa mia… ecco, se quella volta ste cose non le avessi sentite, se quella volta mi salutava con un “vabbe è successo quello che è successo, arrivederci e grazie a mai piu risentirci” probabilmente io ora non ero qui a raccontare quali cambiamenti mi ha portato… tutto sembrava come prima…le telefonate, gli sms…nel giro di una settimana le cose cambiarono…spari’ per qualche giorno…speravo in un cenno nel giorno del compleanno…nulla… Gia li avrei dovuto capire che quella volta che decisi di incontrarlo avrei cambiato la mia vita. I due mesi dopo furono una scusa dopo l’altra…ogni tanto si faceva vivo, ma non era come prima…freddo, distaccato…5 minuti per un saluto e via. Come se dovesse farmi un favore. Nei week end spariva completamente fin quando…il vuoto assoluto. Il telefono squilla ma non risponde. Le mail vanno a vuoto, la messaggeria e i profili di digiland ancora non esistevano, ma in chat non si faceva vivo. Dopo due settimane leggo il suo nick in chat, lo saluto, mi risponde come se niente fosse successo (perché alla fine era cosi, almeno per lui) ed ecco che quando gli fu chiesto dove fosse finito iniziarono le scuse, gli alibi perfetti di un delitto perfetto…di quelli che non lasciano il segno all’assassino, ma la vittima viene colpita a sangue. “mi hanno trasferito in trentino” (di punto in bianco senza preavviso?) “mi hanno portato via il cellulare e non sapevo come avvertirti” (una mail no?) “ho avuto problemi a casa” (si vabbe hai finito la fantasia eh?) e quando gli comunico che da li a un paio di settimane sarei salita a bologna mi vedo rispondere “bello! Chiamami quando sei su che ci vediamo” Din din din non avevo ancora impiccato quel mostro di speranza, un campanello d’allarme, un lumicino acceso…ed ecco che salgo contenta e speranzosa a bologna. Week end fuori dalla norma io e miriam. Lui non era contemplato. Non volevo chiamarlo, tanto che il sabato sera non lo chiamai, probabilmente perché speravo lo facesse lui. Quella sera non lo sentii. A colazione il giorno dopo dovevamo decidere cosa fare, mi spinse a chiamarlo. Se non avesse risposto saremmo ripartite subito e avremmo fatto tappa intermedia a firenze. Quel mattino rispose. Quella volta che mi decisi a metter da parte l’orgoglio apparentemente feci la cosa piu sbagliata che possa esserci…(se cosi si puo dire) ma a mente fredda…fu la cosa piu giusta. Da li mi misi l’anima e il cuore in pace. O meglio l’anima inizialmente, il cuore ci volle un po piu di tempo… Ma non rinnego nulla, non vorrei tornare indietro per cancellare quei due anni passati nella lobotomia, nella larvitudine, nella depressione costante, perché quella volta che decisi di parlare con lui, inconsciamente scrissi pagine e pagine della mia vita anche se la dovevo ancora vivere…perché quella volta che incassai la mazzata e me ne tornai perdente a casa decisi di entrare in chat per non so quale motivo. Perché quella volta che decisi di entrare in chat per restarmene tra me e me incontrai una persona che parlava in modo strano, spesso incomprensibile agli occhi delle persone con una mente sana, perche da quella sera….da li a 4 anni posso dire di aver conosciuto una persona speciale, una persona c’era e che ancora c’è…che mi ha dato modo di riaprirmi agli altri, di acquistare un po di fiducia persa nel tempo, di acquistrare sicurezza nelle proprie idee, nel manifestare le proprie sensazioni senza paura delle conseguenze… Quella volta che non riuscivo a scrollarmi di dosso i fantasmi conobbi la persona che è riuscita a farmi chiudere i conti con il passato…e di questo non me ne pento (ma questa è un’altra storia…)
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Inviato da: naturaseitulamiadea
il 30/04/2017 alle 11:03
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il 30/04/2017 alle 10:46
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