Del sempiterno azzurro la serena ironia
Perséguita, indolente e bella come i fiori,
Il poeta impotente di genio e di follia
Attraverso un deserto sterile di Dolori.
Perséguita, indolente e bella come i fiori,
Il poeta impotente di genio e di follia
Attraverso un deserto sterile di Dolori.
(Stéphane Mallarmé)
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Post n°276 pubblicato il 11 Aprile 2017 da tobias_shuffle
Quartine d'amore Perdonami, ma non sgocciolare umori che appartengono a un passato a un pasto freddo a prigioni Aggrappati allo strascico di ciò che era pioggia e fendi ogni colore con le stesse unghie che m'hanno arpionato il cervello rendendolo mùtilo ma stellare Compiangimi per la stessa superbia trasformato in graffito (lo sai, le città trasudano) ma ora liberato e circondato da cerbiatti in laterizio Accompagnati a questo braccio ripiegato su milioni di pieghe oniriche simile a un fazzoletto incensato e stagionato fra marzo e un aprile gotico Conducimi e raccogli mentre passi violaciocche passive e meravigliose, fatte di pensieri effervescenti, monili dimenticati da Dio durante l'ascesa Affannati senza che Io dica una parola e tra slarghi affettuosi ripetimi la traduzione dei pensieri lasciati troppo tempo al largo, a fare da memoria a un'intimità spaventosa |
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La primavera è anche presente in modo esplicito nelle “violaciocche” della penultima quartina, con l’aggiunta del grande fascino che esse racchiudono come lascito di “Dio durante l’ascesa”.
La lirica è un inno all’amore che dà la sensazione della dedica, un canto ispirato da un sentire vero che non lascia spazio a varie interpretazioni. Il testo è chiaro poiché la sincerità del sentimento richiama l’essenziale, fatto di parole e versi che rispondono all’esigenza immediata di lasciarsi intendere dalla persona che si ama.
L’invito che il poeta rivolge all'anima che lo ispira e di non voltarsi, lasciando il passato al suo destino ormai compiuto. La vita è tutta in avanti, è in quell’amore che fa da croce e delizia all’esistenza: soffrire ma anche trascendere la dimensione terrena diventando “stellare”, in un accordo fra anime che trova la sua bella espressione in quel “braccio” che invita a essere sostegno per accompagnarsi, e nel bisogno del poeta di essere condotto fra i campi di primavera.
E si termina con l'inviro a recuperare i pensieri di un tempo, attualizzandoli in due nell’unico modo possibile: facendo di quella memoria, non andata perduta, un oggetto concreto e condiviso tutto da vivere.
Ancora qualche considerazione: la poesia amorosa ha avuto grandi e grandissimi interpreti in ogni epoca della storia letteraria, e per tale motivo potrebbe rappresentare un terreno scivoloso; ma io ti dico che hai saputo come cavartela, unendo al mestiere di scrivere la sincerità del sentimento che ci hai raccontato.
Ti lascio un caro saluto, Joe. Felice serata. Fin