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Echi di mercanti, frutti che secernono secreti, crepe di profumi, rotture e bisbigli origliati, specchi di liquidi e materie in zattere traghettanti, "cancarineddj" piccanti come cuori vulnerabili non esposti
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Segnali essoterici, come a cercar tartufi o far pipì vagando nella notte, rilievi archeologici di vecchie monete. Cornice di un blog dove vivono fantasmi di pugili cinefili in scandalosi vecchi tempi anteguerra.

Queste sono le porte di chi non è colui che si crede, come il metafisico dell'uomo cieco che in una stanza buia cerca un cappello nero. E il cappello non c'è.

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Prospettive espressioniste e citazioni geometriche di sguardi

 

SPECCHI RIFLESSI DI MIE EMOZIONI

I poeti sono brutte creature, sognatori. Ogni volta che parlano, è una truffa. Per questo non voglio che mi si descriva come sembra. Non sono colui che mi si crede.

Gli sguardi inascoltati e i silenzi visti sono sul nostro volto. In questo blog vi auguro di domandarvi e rispondervi sui misteri di frutti proibiti e della verità, che stà in quale tipo di anfratti vulvari? Nessuno lo sa.

"Svennero ad uno ad uno, svanirono nel fondo

pallide secche tranciate dalla poppa

e gli occhi perle, e le labbra coralli

e sale macinato al fondo le loro ossa.

Lui le piangeva, smemorando i volti

e mi pregò, mi nominò per loro,

e io, bianca spuma, per lui ruppi lo specchio:

sillabò i loro nomi uno per uno,

e al capo dell'elenco trovò il suo,

per lo spirito divino che gli avevo infuso,

che è animo, e memoria pietosa,

e il cuore pompò brezza nuova alle tempie,

e due sorgenti sciolsero il sale degli occhi.

A nulla valsero Circe, Calipso, altre maghe,

effimere come sogni o secche sottoprua.

Il mare, lei controluce, al tramonto,

e poi, nel sonno, lui seduto accanto,

-Tu non dissolverti, non morire,

non fare tutto finto di nuovo e per sempre-.

Il buio, le lacrime e il singhiozzo trattenuto,

fiume che nutre il mare per non svegliarla."(R.M.)

 

COME SI MIMA LA QUINTA STAGIONE?

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MOSTRA

Post n°253 pubblicato il 22 Settembre 2008 da Manfredi.E

UN PITTORE CHE NON IMBIANCA

Due artisti. Due storie diverse: dal Nord America ma di origini sud italiche, dal Sud Italia ma approdato al centro nord toscano, stiamo parlando nell'ordine della fotografia di Antoinette Mazzaglia e della pittura di Giuseppe Capoano. L'appuntamento è col Vernissage il 25 settembre alle ore 21 presso Art in progress in via dell'Oriuolo 19/r a Firenze.

 

La scelta del titolo gioca sui loro lavori. VeroSimile: il nudo della realtà e il vero del surreale, paradossi in bilico tra lo scatto che ne coglie la luce e il pennello che imita  prendendone atto.

 

L’inaugurazione sarà presentata dal critico e scrittore Giovanni Murano, con un intrattenimento musicale di Antonio Scaramuzzino alla chitarra e Simone Morgantini al flauto.

Dopo gli studi di scenografia e architettura Giuseppe Capoano si laurea con una

tesi sugli spazi di relazione nel centro storico di Firenze, in particolare anticipando l’esempio di piazza dei Ciompi non svuotandola solo delle baracche poco sicure ma per riempirla invece di “umanità”.

I suoi lavori sono di una varietà di supporti anche sottratti ai rifiuti della città (tela, cartone, tavola, carta da pacchi, cartoncino), e colori (gessetti, olio, tempera, pastelli, caffè).

L’artista con i suoi trattamenti e i suoi colori sembra accompagnarci fin dentro la materia delle opere, visibili anche con occhialini oleografici in 3D creando percezione di movimento ai nostri occhi.

Videomaker, scultore, grafico, scenografo, diversi gli eventi e le esposizioni negli anni: nel tempo è contenuto il silenzio colpevole e l’urlo affettuoso, pellicola che definisce l’evolversi degli attimi…e l’uomo, intanto, ne diviene silos… il tempo esplode da sé, altre volte è l’artista che lo tira fuori. E’ lui che decide di bloccare o continuare quel flusso.

INTERVISTA

Cosa ha dato Firenze alla tua pittura?

Firenze agli inizi mi ha regalato molti stimoli che ottenevo soprattutto osservando la città, i suoi monumenti, la cultura, i suoi abitanti, la loro storia. Spesso mi accingevo a prendere il bus urbano per ascoltare il silenzio dei viaggiatori. Per me era tutto molto nuovo, anche se sotto il profilo degli studi già ne avevo metabolizzato il suo patrimonio artistico. Sicuramente lo stimolo più grande è stato quello di riprendere in mano la pittura, nelle sue sperimentazioni coloristiche, che sfociano sin dall'inizio, con l'accostamento del blu e del rosso
in soggetti, caotici, spostamenti frenetici, continue levitazioni....... Colori, che vicino fra loro ne suggerivano movimento.
Questo, grazie anche ai primi approcci della conoscenza del cinema, come spettatore accanito (mitiche le costanti frequentazioni allo Spazio Uno, con l'amico Luciano Cannas, dove venivano proposte tutte le antologia dei grandi registi). Passione che poi è sfociata nella realizzazione di cortometraggi.
Ed ecco che il movimento, diventa un pretesto per la sperimentazione pittorica, sia nella scelta dei soggetti,  sia nell'utilizzo dei materiali.


Il sud, il cinema, il fumetto, i frutti, l'energia...questi e tanti altri temi ricorrenti. Quanti altri?

Tutto ciò che ci gira intorno, indagare sempre, la natura dell'uomo.


La forma dà contenuto o la materia apporta i veri contorni ai personaggi dei tuoi quadri?

Non mi piacciono i dilemmi alla Marzullo, non cado nel tranello. Il contenuto nasce dalle sperimentazioni plastiche, come la sensazione di vissuto che può avere un foglio di cartone mentre perde la sua identità per averne una nuova; ma l'ispirazione può nascere anche dalle forme.


Il mondo urbano nei tuoi dipinti, cosa nasconde o cosa rivela...al di là di cosa scrivono  di te i critici d'arte?

La città non nasconde nulla per chi vuol davvero vedere, basta non essere abitudinari o dare tutto per scontato.


Quali sono i tuoi riferimenti pittorici, se ce ne sono...e da quali ti allontani?

Tutta la storia dell'arte è ricca di grandi maestri, ma sicuramente mi hanno colpito gli Espressionisti, (francesi, tedeschi), il grande Vincent, gli artisti sperimentatori del dopoguerra… e farei fatica a starmene lontano da tutto ciò che è arte.

 

 
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Commenti al Post:
Manfredi.E
Manfredi.E il 23/09/08 alle 16:18 via WEB (Rispondi)
Ailander8
Ailander8 il 24/09/08 alle 17:19 via WEB
...e la domanda eterna se l'arte sia semplicemente una mera rappresentazione della realtà o una sua interpretazione. Io personalmente sto per l'interpretazione... l'arte fa parte del nostro istinto e da esso ne trae l'ispirazione.

Felice di rileggerti. A.

(Rispondi)
eridanya
eridanya il 26/09/08 alle 10:19 via WEB
"Nel tempo è contenuto il silenzio colpevole e l'urlo affettuoso" Bello. Io andrò e mi sa che una usa opera me la compro. Puoi interagire per me se mi fa un buon prezzo ;)?
(Rispondi)
eridanya
eridanya il 26/09/08 alle 10:22 via WEB
"un pittore che non imbianca" sbaglio o è un gioco di parole di noi terruncelli calabri :)?
(Rispondi)
Filottete3
Filottete3 il 26/09/08 alle 16:05 via WEB
Certo Ery, pensavo venivi per il Vernissage che all'ultimo momento ho dovuto presentare io. Mi vedrai Mercoledì ore 20 su ToscanaTV. La mostra è comunque aperta fino al 10 ottobre. Se vuoi contattare il pittore magari senti me (perché i prezzi sono esposti in galleria ma non fidarti, l'autore potrebbe abbassare il prezzo all'insaputa del gallerista). Ebbene sì, hai scoperto la citazione calabra di chiamare l'imbianchino "u pitturu".
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 26/09/08 alle 16:49 via WEB
sto male, ema, ho un problemino alla schiena e devo stare a riposo, però, grazie, ti farò sicuramente sapere quando potrò esserci. baci
(Rispondi)
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 27/09/08 alle 00:59 via WEB
tranquilla, quando puoi o vuoi.E
(Rispondi)
Manfredi.E
Manfredi.E il 26/09/08 alle 16:10 via WEB
Vi allego l'articolo che apparirà su Metropoli. L’Arno questa volta è confluito in due artisti “marini”: dal Nord America ma di origini sud italiche, dal Sud Italia ma approdato al centro nord toscano. Antoinette Mazzaglia e Giuseppe Capoano: due artisti in mostra fino al 10 ottobre. Due storie diverse esposte all’ Art in progress in via dell'Oriuolo 19/r a Firenze. Architetto, Videomaker, scultore, grafico, scenografo, i materiali di Capoano sono sottratti ai rifiuti della città: tela, cartone, tavola, carta da pacchi, cartoncino; adoperando gessetti, olio, tempera, pastelli, e caffè. Con i suoi colori accesi sembra accompagnarci fin dentro la materia delle opere, visibili anche con occhialini in 3D, creando percezione di movimento ai nostri occhi. Una prospettiva di lapilli di un vulcano che fuoriescono dal quadro verso lo “spettatore”. Qualcuno ha detto che la pittura di Capoano è luminosa come solo i luoghi battuti dallo Scirocco sono, si nutre di quel vento, respira quelle atmosfere d’instabilità, di conflitto, d’insofferenza: lo Scirocco è umido, caldo, molesto, irritante, tanto irragionevole da influire molto negativamente sull’equilibrio psicofisico di chi lo subisce. Trittici che ricordano i numeri danteschi, e pennellate che bruciano come il mare appunto: i frutti caldi, gli oggetti da cucina, le lampadine energetiche, i corpi, o speranze dove sugli orizzonti marini viaggiano treni che si avvicinano verso di noi. La scelta invece di Antoinette Mazzaglia (o conosciuta come Toni, negli States un nome femminile) di abitare in Italia viene dal suo bisogno di tornare alle sue radici. Le sagre, il cibo, il vino sono ora le sue tappe di lavoro. Laureata in Comunicazione visiva negli USA, lavora attualmente nel turismo culinario. E’ passato tanto tempo, pur essendo ancora giovanissima, quando ancora ventenne partì dalla sua Raleigh nel Nord Carolina per un paese alle pendici dell’Etna, per scoprire i parenti che non aveva mai conosciuto, così la sua fotografia coglie ora momenti e dettagli che potrebbero essere persi o dimenticati: lo stile di vita in Italia che dà importanza alla famiglia, i fiorentini definiti così “contadini nel cuore”, il vociare del mercato, il suo chiaroscuro fatto di scarne visioni, di angoli paragonati ad “uteri materni” come accoglienza verso l’altro, il suo aspro umorismo, le tracce delle rughe dei volti umani sono quel tornare a visitare le proprie origini. Due storie diverse, ma così tanto simili: VeroSimile infatti è il nome dato alla mostra, la nuda realtà e l’imitazione del surreale.
(Rispondi)
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 12/10/08 alle 00:52 via WEB
Per me lavorare con altra gente è molto importante. Mi piacciono i pensieri che si generano quando due persone lavorano a una cosa, il confronto e il gioco, che si creano. Io sono una persona che vuole sempre essere tra la gente. Neanche lavorare mi piace da sola. (la fu' anfora)
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 12/10/08 alle 11:56 via WEB
Cercare...ora è il verbo.
(Rispondi)
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