Creato da fiumecheva il 06/05/2005

Fiumecheva

E continuo a camminare

 

 

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Post n°110 pubblicato il 25 Ottobre 2005 da fiumecheva
 
Foto di fiumecheva

 

“…Sciogli i dubbi
e i capelli tuoi
perché sei così bella
se non sai quello che vuoi?
Io d’amore
Ti vestirò
Ma non mi domandare
Dove io ti porterò:
Io camminerò
Tu mi seguirai…”
                          
 ( Io camminerò- U. Tozzi)

 

  E quel mattino la Donna dai Capelli Sciolti svegliandosi si chiese:
“Dove sono? E dov’è il mio Vestito d’Amore?”

La Donna dai Capelli Sciolti si alzò dal letto, l’Uomo Stanco dormiva ancora profondamente, prese il suo vestito ormai vecchio e consumato e l’indossò, era freddo e umido come la buia caverna dove ormai da qualche tempo viveva con l’Uomo Stanco. In quel mondo lontano Uomini e Donne si sceglievano e vivevano mano nella mano camminando e cercando di raggiungere la cima di una montagna, nel pianeta c’erano montagne d’ogni altezza e ognuno sceglieva la sua cima secondo le proprie capacità e dei mezzi che possedevano, ma quello che più contava era la volontà di raggiungere la meta insieme.
La Donna dai Capelli Sciolti sentì fame e andò a vedere nel carro che aveva avuto in dote il giorno della sua unione con l’Uomo Stanco, ma non vi trovò nulla di commestibile, il freddo la faceva tremare, trovò solo due pezzi di legno.
Guardandosi attorno vide un raggio di sole che filtrava da una fessura della roccia, la Donna dai Capelli Sciolti lo fissò ammirata.
Da quanto tempo non vedeva più il sole?
Si avvicinò e tentò di prenderlo, la mano attraversò la luce e lei rimase stupita ad osservare il raggio che l’illuminava, che bella sensazione di calore! Allungò anche l’altra mano e le rigirò tutte e due come se le stesse lavando con dell’acqua, giocò col raggio assaporando a fondo la piacevole sensazione, poi si sporse col viso, chiudendo gli occhi, sentì il calore del sole diffondersi sulle guance e pensò che un Vestito d’Amore doveva essere così caldo. L’Uomo Stanco il giorno della loro unione glielo aveva promesso, a quel tempo l’Uomo Stanco era l’Uomo che Sorride, ma quel sorriso che l’aveva conquistata scomparve presto.
La Donna dai Capelli Sciolti sentì l’Uomo Stanco rigirarsi nel letto, stava per svegliasi e lei si spaventò: come avrebbe reagito se l’avesse vista giocare con un raggio di sole? Cercò nella caverna e trovata la pietra giusta tappò la fessura.
L’Uomo Stanco si svegliò
“Buongiorno amore! Che cosa hai preparato per colazione?"
Timidamente la Donna dai Capelli Sciolti rispose:
“Tesoro, non c’è più nulla nel carro e non c’è legna sufficiente per scaldare la caverna.”
“Testolina vuota! Puoi bruciare il carro, è di legno e per alcuni giorni staremo bene.”
Lei si stupì
“Ma il carro ci serve per il viaggio, una volta bruciato come faremo? E poi… e poi non abbiamo ancora scelto la nostra cima… Sai? Io non vorrei un monte altissimo, io….”
“Ehi! Piccola! Ricominci con le fantasie? Sono io che mi occupo di te e io dico che non possiamo metterci in viaggio.”
“Ho freddo, potrei uscire dalla caverna e cercare qui intorno un po’ di legna e…”
L’Uomo Stanco la guardò fisso con disapprovazione
“Tesoro! Aspetti un bambino, lo sai che è tradizione che tu rimanga in un posto sicuro fino a che non nascerà, che direbbero se qualcuno, passando, ti vedesse raccogliere legna nelle tue condizioni? Che io sono in incapace, che non mi occupo di te! Ora abbi pazienza, uscirò e ti porterò la legna e anche qualcosa da mangiare.”
E l’Uomo Stanco sfoderò uno dei suoi sorrisi migliori.

 
 
 
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