Fiumecheva

"Non sei brutta, sei un diamante grezzo."

Avevo 15 anni e lui 17, eravamo compagni di classe, io la secchiona bruttina del primo banco, lui ripetente era il don Giovanni della classe, nonostante fosse già fidanzato con una ragazza più grande di lui (che in seguito diventò sua moglie e dalla quale ha avuto una figlia) faceva il filo a tutte le ragazzine più carine.
L'autobus era stracolmo di studenti e non c'era rimasto nemmeno un posto a sedere, lui che era salito qualche fermata prima invece se ne stava comodamente seduto, quando mi vide mi propose di sedermi sulle sue ginocchia, timidissima com'ero ero piutosto imbarazzata, ma accettai.
Nel breve tragitto per arrivare a scuola parlammo un po', nonostante frequentassimo la stessa classe non ci eravamo mai molto rivolti la parola, e per tutti e due fu strano ritrovarci a chiacchierare di noi e di come ci sentivamo e a proposito di una mia affermazione lui mi disse:" Tu non sei brutta, sei un diamante grezzo."
La trovai una frase bellissima e da trent'anni me la porto nel cuore.
Nonostante la chiaccherata di quel giorno, Carlo ed io non siamo stati mai amici, lo trovavo troppo presuntuoso e troppo diverso da me, anche se devo dire che il primo brivido un po' speciale e che allora non riconobbi per quello che era, me lo fece provare lui tre anni dopo quel giorno in autobus.
Eravamo nel corridoio davanti alla nostra classe, anche quella volta mi rivolse la parola lui e io quel giorno che mi sentivo più ardita del solito risposi alla sua domanda con una battuta spiritosa e un complimento, lui si mise a ridere e avvicinandosi si appoggiò con tutto il corpo contro il mio mettendomi con le spalle al muro e mi disse."Ehi! piccola! Ci stai provando con me?"
Fu un attimo, il tempo di sentire un certo rimescolamento e poi con tutte e due le mani appoggiate al suo petto lo respinsi ridendo:"Ma smettila! Che non sei il mio tipo!" E lui si allontanò continuando a sorridere.
Alla cena di classe del ventesimo anniversario dalla Maturità, fece il cascamorto con tutte le ex compagne più carine, esattamente come ai tempi in cui frequentavamo la scuola, alla fine della serata fece una domanda a una di loro:"Patty, sei felice?" Lei rimase un po' perplessa:"Accipicchia, Carlo che domandone!... Beh! Sì! A conti fatti posso dire che sono felice, e tu?" Carlo che aveva scherzato e sbevazzato un po' troppo tutta la serata, si fece serio e rispose che no, non era felice.
La serata era finita e io me ne stavo andando quando lui che per tutto il tempo non mi aveva quasi rivolto parola, mi chiamò:" Ehi! Rocciadura non si saluta!"
Obbiettai faccendogli notare che l'avevo appena fatto, lui allargò le braccia e disse:"Vieni qua!"
 Avevo appena visto che salutando le altre ex compagne non aveva perso il vizio di palpare e allungare un po'troppo le mani e gli dissi puntanto l'indice:"Per favore!!" e con uno sguardo più che eloquente, lui sorrise e disse:"Non ti preoccupare, faccio il bravo"
E mi abbracciò
e all'orecchio mi disse:
"Complimenti Rocciadura, sei diventata veramente carina!" 
Continuo a pensare che su questo diamante ci sia ancora molto lavoro da fare, ma di certo quella serata non poteva finire meglio :-)
E Carlo? Da allora non l'ho più visto e non ne so più nulla e chissà perchè stasera guardando i brillanti del mio anello mi è tornato alla mente.