Creato da bimbadepoca il 16/03/2005

Il diario di Nancy

Pensieri e storie tra il vero, il verosimile e l'inganno.

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La tentazione

Post n°104 pubblicato il 27 Agosto 2006 da bimbadepoca
 
Foto di bimbadepoca

Per sei anni ho vissuto a Roma. Anni felici passati velocemente, che mi hanno visto diventare finalmente donna.
Ricordo ancora i primi mesi quando ogni mattina uscivo di casa all'alba e me ne andavo in giro a respirare la Storia. Mesi in cui mi sono cibata di arte fino a stordirmi. Mesi in cui ho assaggiato il rosso dei tramonti sui ponti. Mesi in cui mi sono lasciata avvolgere dalle spire suadenti del ponentino.

Finché un giorno decisi di cercarmi un lavoro. Acquistai il "Portaportese" che è il giornale d'inserzioni gratuite e sperai di trovarci un impiego adatto a me. Senza riuscirci.

Anche quella mattina avevo partecipato ad un colloquio come segretaria. Ma stavolta l'ufficio si trovava dall'altro capo della città rispetto a dove abitavo, non avendo ancora una visione d'insieme della città non potevo scartare a priori i lavori materialmente distanti.
Col tempo avrei imparato a detestare di Roma proprio quella grandezza dispersiva, spropositata, quell'aria triste da megalopoli dei poveri, l'ammasso di cemento delle brutte periferie.
Sono fatta per i piccoli borghi provinciali, adoro misurare le distanze a piccoli passi, solo che allora non lo sapevo ancora. E mi lasciavo ingannare dalla capitale.

Quella mattina, dicevo, me ne tornai sconsolata verso il centro, mi sedetti sulla scalinata di piazza di Spagna e ricominciai a leggere Portaportese, nel caso mi fosse sfuggita qualche inserzione.
Dopo circa mezz'ora fui interrotta da una voce maschile " Appena hai finito ti sposteresti dalla mia bancarella, così potrò lavorare pure io? "

Ebbi un sussulto e senza nemmeno voltarmi verso la voce, m'affrettai a controllare se fosse vero quello che mi aveva detto. Con mia grande costernazione dovetti riconoscere che effettivamente mi ero seduta sui suoi piccoli monili.
" Scusa " balbettai, rossa di vergogna, voltandomi verso il ragazzo che aveva parlato.
Lui mi osservava con fare divertito, probabilmente era stato tutto il tempo a guardare la mia comica disattenzione, sperando che prima o poi me ne rendessi conto da sola.

La sua vista aumentò la mia confusione, era un bellissimo ragazzo, nonostante lo stile trasandato da borghese ribelle. Si sedette al mio fianco ridendo, mi tolse il giornale dalle mani senza troppi preamboli, spiegandomi che mai avrei trovato un lavoro decente in quel modo.
Fu come se ci conoscessimo da sempre, una complicità spontanea, naturale. Occhi negli occhi a raccontarci in un sussuro. Una sorta di malia che aveva per scenario uno dei posti più belli del mondo.
Ma quando lui tentò di baciarmi, io nonostante lo desiderassi, lo scansai e scappai via. Mi ripetette più volte di tornare, che lui era sempre su quella scalinata, ad intrecciare treccine nei capelli delle turiste che se lo mangiavano con gli occhi.

Ma non tornai, evitai per tanto tempo di passare in quella zona, per impedirmi di cadere in tentazione e quel ragazzo lo rividi solo molto tempo dopo, in una trasmissione di Maria De Filippi.

Non sono una moralista, non lo sono mai stata, anzi per indole sono portata all'infedeltà, convinta sostenitrice dell'innaturalezza della monogamia.
Io sono quella che se incontra un uomo che le fa perdere la testa, non guarda in faccia a niente. Sono istintiva e forse sbaglio pure i tempi e i modi, pur di seguire la mia indole carnale.
Ma quel giorno di inizio estate mi feci prendere dai sensi di colpa, non me la sentii di sporcare ciò che cominciavo a costruire, fu più forte l'amore che mi legava al mio compagno.

Certo se avessi saputo che, dopo quel giorno, avrei avuto serie difficoltà ad incontrare uomini per cui provare la sacra scintilla della voglia, non mi sarei fatta scappare un'occasione tanto ghiotta.
"Ogni lasciata è persa" diceva sempre mia nonna. Ma forse più realisticamente si lascia solo ciò che non si vuole prendere. Il rimpianto resta solo quando non si raccoglie merce di pregevole fattura.

Se ho fatto questa lunghissima premessa è soltanto perché non riesco a spiegarmi il comportamento dellla mia amica T*****, la quale di punto in bianco si è svegliata una mattina ed ha deciso, a mente fredda, che era giunto il momento di tradire il marito.
Non disponendo di internet, che l'avrebbe facilitata oltremisura nella visione della mercazia da scegliere, si è messa a spulciare tra le sue vecchie conoscenze, riesumando antiche fiamme e dimenticate simpatie.
Ha contattato questi signori e si è proposta senza mezze misure. Ottenendo soltanto una delusione dietro l'altra ed un risicato piacere fisico.

Forse sarò io che ho ancora una visione romantica ed infantile per questo genere di impicci. Non mi piacciono le storie che nascono da precisi calcoli, dal raziocino della mente che pretende un amore, dalle insoddisfazioni personali che dovrebbero essere risolte in tutt'altro modo.
Non sono contraria al tradimento per seguire una rara ed improvvisa voglia. Ma non sono nemmeno per il tradimento ostentato a tutti i costi, tanto è vero che la migliore delle occasioni io non l'ho colta.
Decidere di tradire con il primo venuto, solo per compensare dei vuoti, mi sembra una cosa veramente troppo squallida, che va decisamente oltre le mie larghe vedute.

In fondo son pur sempre una "vecchia" signora.

 
 
 
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