Creato da bimbadepoca il 16/03/2005

Il diario di Nancy

Pensieri e storie tra il vero, il verosimile e l'inganno.

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« Messaggio #2Il ragazzino »

Il primo incontro

Post n°3 pubblicato il 16 Marzo 2005 da bimbadepoca
 
Foto di bimbadepoca

Bene, ho appena terminato di mangiare la mia insalatina scondita, i grissini integrali e la mia mela Melinda, comincia la primavera e devo necessariamente eliminare quei kg. in più presi questo inverno.

Prima che comincia l'abbiocco post lauto pranzo, voglio raccontarvi del primo incontro.

AH !!!! Il primo incontro è come l'amour non si scorda mai, e siccome il mio primo amore, mi sembra che risalga a tempi preistorici, la virtù persa in un'utilitaria blu ahimè fosse stata almeno una spider metallizzata.

Dunque due anni fa il mio nipotino ventenne...non malignate è solo il figlio di mio fratello, per mia fortuna nessun bimbetto mi potrà mai chiamare nonna, sono "signorina". Lo so che ora si dice single, che poi in sostanza sempre zitella sono, ma dire signorina mi dà un'aria più giovane, è tutto un gioco di trovare il termine giusto.

Dunque mio nipote mi fa " Zia ma lo sai che tu potresti trovare amici in chat?"

Io manco sapevo cosa fosse bene una chat, immaginavo un covo di depravati, ma il mio nipotino insiste e spiega " Zia, ci sono anche le chat monotematiche, adatte a quelle della tua età".

Appena comprendo l'uso della chat, mi lancio in questa avventura alla grande, parlare di uncinetto o giardinaggio, ma sai che noia bello di zia, amici non mi servono, ci sono già le mie amiche del ramino con cui scambiare confidenze e pettegolezzi.

A me manca un uomo che mi corteggi alla grande e che alla grande riesca pure a scoparmi.

Ed ecco digilander, ecco i primi messaggi ricevuti.
Rispondo, tra i tanti comincio una conversazione con un ragazzo 38enne, del centro Italia, passiamo tutta una notte fino alle quattro del mattino a chattare in stanza privata, mi piace, mi piace, mi piace e che belle cose mi dice.

Mi lascia il suo numero di cellulare ed il giorno dopo io lo chiamo, subito subito, mi sento una ragazzina a cui batte forte, forte il cuore.

Una bella voce distinta, un parlare forbito, mi piace, mi piace, mi piace e che belli i suoi sms tutti per me, come dimenticare il primo "Complimenti per la tua voce dolce e sensuale" mi piace, mi piace, mi piace tutti in famiglia mi chiamano zia trombetta per la mia voce, non capiscono nulla stì deficenti, ho la voce dolce e sensuale io.

Dopo una decina di giorni di sms del buongiorno e della buonanotte, lui mi chiede di incontrarci, sarà a Napoli domenica pomeriggio.

Agitazione frenetica, voglia di piacergli a tutti i costi, centinaia di euro spesi per il parrucchiere "Filippo non farmi il solito color carotina", per l'estetista "Claudia per carità levami tutti i peli, fammi una pelle da bimba", per il body contenitivo schiaccia panza alza sedere, per il tubino nero all'ultima moda che fa tanto chic.

Arriva la domenica fatidica, a me viene la diarrea per la contentezza  e devo prendere litri di thè al limone.

Era luglio, un caldo afoso ed appiciccoso nella piazza dove avevamo appuntamento, nemmeno un'anima in giro, dubbi "e se fosse un maniaco"" e se mi violenta" certezze "è quello che voglio, quindi non c'è nessun problema".

Arriva lui, nessun dubbio che non fosse lui, non c'era un cane in giro, solo noi due...io distinta signora tutta in tiro, lui conciato come un zappatore.

Bermuda corti color cacchetta, sandali francescani con i calzini, avete letto bene con i calzini...e dove azzo vado con uno combinato in questa maniera, e se mi vedessero le mie amiche del ramino, sai che figura.

"Ciao Nancy" e mi porge la mano sudaticcia, a me si fermano le parole nella gola bastardo mio nipote e le sue idee.

E stiamo lì sotto il solleone a guardarci come due scemi, lui con l'espressione più affascinante che poteva, gli occhi quasi chiusi, il sorriso malizioso.

"Dove andiamo?" chiedo io, ma era solo un modo per dire togliamoci da qui, che mi si abbassa pure la pressione, prendiamoci qualcosa ( per me thè al limone, grazie, sento che mi ritorna la diarrea) e andiamo via.

"Conosco un alberghetto qui vicino" mi fa lui,  per fare cosa penso disgustata, e gli guardo la fronte stempiata fradicia di sudore ed il sorriso malizioso che è diventato un ghigno arrappato.

"Amo i corteggiamenti lunghi" gli spiego con calma e con dovizia di particolari, non mi chiamano a caso zia trombetta.

Prendemmo il thè al limone e non ci siamo risentiti mai più.

 
 
 
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