Il diario di Nancy
Pensieri e storie tra il vero, il verosimile e l'inganno.
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Si ringrazia Seduzir64 per il sottofondo musicale.
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I luoghi della memoriaSpesso la memoria ritorna nei luoghi del passato, come un vecchio attore che s'attarda a lasciare le scene. E ripenso alla casa di Roma, la mia prima casa, quella più amata. Mi rivedo seduta sul marciapiedi a piangere a singhiozzi, la prima volta che l'avevo vista e l'avevo odiata. La delusione di una periferia romana senza storia. Amavo quelle piccole stanze, i minimi spazi da giapponesini. E ricordo l'ultimo giorno, quando riconsegnate le chiavi, chiesi il permesso di rimanere ancora un poco e mi ritrovai sola nelle stanze vuote, a sentire l'eco della mia voce che rimbalzava sulle pareti spoglie. Anche nella casa di Parigi, la prima volta, mi sedetti sul pavimento nudo e piansi. Confortata dalla portinaia e dall'amministratrice dello stabile, che inutilmente parlavano in una lingua che non conoscevo. Non mi piaceva niente. Niente. E mi stringevo al seno la mia bimba di soli venti giorni. Quante volte ho guardato l'alternarsi delle stagioni attraverso i vetri, la neve che ricopriva completamente il giardino, i primi timidi germogli in primavera, l'esplosione dell'estate, i lussureggianti colori dell'autunno. Poi un giorno sono ripartita un 'altra volta e mi sono ritrovata nella piccola cittadina dove adesso vivo. E non mi manca il golfo di Napoli, né il cupolone d'oro di Roma, né i giardini di Parigi, eppure a volte mi ritrovo a pensarci. E poi succede che ti siedi davanti al pc, per aiutare il tuo compagno a cercarsi un monolocale proprio a Parigi e ti ritrovi davanti le foto del tuo vecchio appartamento, di nuovo pronto da affittare. E poi succede che sei invitata a pranzo da vecchi amici, quelli che abitano ancora nel tuo palazzo di Roma. E poi qualcuno ti propone di rivedere il tuo vecchio appartamento e ci ritorni ma non vedi nulla, perché gli occhi si sono riempiti di lacrime, senti solo che manca il tuo odore ed il tuo calore. In ognuno di questi luoghi c'è una parte di me, un pezzetto di strada, dei momenti vissuti che ho già perduto. E mi rendo conto di non avere più la voglia di andare dei vent'anni, quando fuori al terrazzo della casa paterna respiravo il vento e mi sentivo in gabbia. |