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Il diario di Nancy

Pensieri e storie tra il vero, il verosimile e l'inganno.

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Insieme per farla volare...

Post n°118 pubblicato il 26 Novembre 2006 da bimbadepoca
 

Purtroppo esistono, al mondo, madri costrette a vedersi morire i propri figli tra le braccia. Bambini morti di fame. Madri impotenti e scarne, senza nemmeno la possibilità di sapere chi o cosa incolpare.
Un orrore infinito che non conosce parole per descrivere il dolore della fame.

Ci sono madri costrette a vedere i propri figli dilaniati dalle bombe e dalle mine, vittime di una guerra senza fine e senza senso. Bambini usati come fantocci innocenti nei giochi economici dei grandi, le rotte ambiziose del potere passate, per caso, sulle loro vite. A distruggerle.

Ci sono madri costrette a lasciare i propri figli per cercare lavoro, libertà ed ospitalità nei paesi ricchi, in testa il sogno e la speranza di offrire ai propri figli un domani migliore.
Mamme che conservano negli occhi il sorriso dei propri bambini e per quei sorrisi sopportano privazioni ed umiliazioni.
Mamme che di nascosto fanno carezze in punta di dita ad una foto e inghiottono lacrime e malinconia.

Sono le donne che vivono nelle nostre città, quelle che fanno lavori che le italiane non sanno e non vogliono più fare, sono quelle che scansiamo per strada, quelle diverse venute a rubare il lavoro, quelle che guardiamo con noncuranza e sussiego, quelle a cui diamo stipendi da fame, quelle a cui elemosiniamo le briciole della nostra abbondanza.
Sono badanti, baby sitter, cameriere, domestiche ad ore, donne delle pulizie, contadine, braccianti.
In alcuni casi sono quelle che fanno le prostitute lungo le vie.

Eppure sono madri come noi, che nel cuore conservano il ricordo di quel primo vagito ed il dolore disumano dell'abbandono.
Una di queste donne si chiama Malene e finalmente dopo sette anni è arrivata quasi al traguardo del suo sogno.

Tra pochi giorni Malene parte per Haiti. Troverà ad aspettarla un ragazzino che ha lasciato bambino, ricorderà l'ultimo abbraccio, chissà quante volte rivissuto nella mente, quando stringendolo forte gli avrà sussurato "Ci vedremo presto!".
Non sapeva Malene che avrebbe perso sette anni di suo figlio, avrebbe perso i pianti, i sorrisi, i cambiamenti, le paure, la prima peluria, i primi battiti del cuore.
Nessuno potrà mai restituirle gli abbracci perduti, le ninne nanne non cantate, le favole non raccontate, i baci non dati, le parole non dette.
Nessuno potrà ripagarla per l'ansia che le attanagliava la gola, la guerra scoppiata dopo la sua partenza, il pensiero costante di non rivedere il figlio, la paura atroce che qualcuno potesse fargli del male.

Ma ora Malene non pensa più a questo, ora per lei è questione di giorni. Chissà cosa starà provando Malene in queste ore, l'emozione le impedirà di dormire, si chiederà se suo figlio sarà cambiato, se la riconoscerà, l'aveva lasciato che non gli arrivava al seno, chissà quanto sarà alto adesso, come sarà cresciuto. E si domanderà se suo figlio sarà ancora capace di volerle bene, perché da madre si farà prendere da sensi di colpa esagerati.

Già, sembra una favola a lieto fine. In un certo senso lo è, perché Malene ha potuto realizzare questo sogno grazie a chi ha raccontato questa storia, a chi ci ha dato la possibilità di essere migliori e ci ha fatto ritrovare il valore della solidarietà, l'impegno entusiamante e contagiante di essere parte di un progetto comune.

Abbiamo raccolto finora 1.300 euro, un grande, grandissimo risultato. Ma dobbiamo arrivare a 3.000 per permettere a Malene di volare oltre l'oceano, dove qualcuno l'aspetta da sette anni.

immagine

"A scuola ho cercato sul mappamondo dove sta l'Italia. Perché sei andata così lontano mamma? Da allora guardo il mare che ci divide, perché adesso so che dall'altra parte ci sei tu a pensarmi"

per aiutare concretamente Malene
ISMALENE PROPHETE-DUME
c/c postale:75997270
codice abi cab: IT72-07601-12700


Grazie margherita immagine

 
 
 
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