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Il diario di Nancy

Pensieri e storie tra il vero, il verosimile e l'inganno.

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La lettera d'amore

Post n°136 pubblicato il 15 Febbraio 2007 da bimbadepoca
 

immagineIeri ho spolverato nei cassetti dove conservo i vecchi quaderni d'appunti, i miei romanzi mai portati a termine, velleità di una fuggevole giovinezza, tante parole su carta per ritrovare intatta la me stessa che ero.
Mi è capitato tra le mani la brutta copia di una lettera d'amore. L'unica che abbia mai scritto, una lettera strana, già poco incline alle romanticherie, nascondevo la mia fragilità dietro una fasulla buffonaggine.

Il destinatario era il mio primo amore, con lui avevo vissuto una storia che aveva tutte le caratteristiche per diventare indimenticabile.
Lui era uno dei ragazzi più corteggiati della scuola, un dongiovanni impenitente con poca voglia di studiare. Quello meno adatto a me che ero, invece, la classica secchiona vestita male, senza un filo di trucco, con il bisogno impellente d'imparare per diventare qualcuno.

La nostra storia cominciò come milioni di altre, un uomo ed una donna incontrati per caso che si scelgono per alchimie inspiegabili.
Ma la nostra non fu una storia normale, perché andò avanti per anni tra litigi e riappacificazioni, tradimenti d'entrambi e corse nella notte, pianti a singhiozzi e promesse mai mantenute, odio profondo ed infinita freddezza, tenerezza struggente e rimorsi smisurati e quante belle frasi da ripetersi a mente nel silenzio della solitudine.
E le parole mai dette per pudore, e le carezze mai date rimaste profuse nei nostri gesti contenuti. Sempre attenti a non lasciar trasparire l'intensità di quello che provavamo. Un'incoerenza che ancora oggi faccio fatica a comprendere.
E soprattutto quel desiderio dell'altro che rimaneva sui nostri corpi, anche dopo ore passate a fare all'amore.

Ogni singolo episodio meriterebbe di essere raccontato.
Se non avessi timore.
Se non sapessi che appartengono a me sola.
Ho già scritto di lui in altri post e spesso ho riportato le sue frasi sulla bocca dei miei personaggi immaginari. Le ho trascritte come sopra ad una mappa per cercare il tesoro, solo io ne conosco i toni di voce, le espressioni del viso, l'occasione in cui certe parole sono state pronunciate.
E rileggendole ritrovo particolari di me che cominciano a sfuggirmi ed a disperdersi nel vento della dimenticanza.

Oggi siamo due persone diverse, ognuno vive la vita a cui ambiva, senza rimpianti e forse senza illusioni.
Per uno strano capriccio del destino, lui ha trovato lavoro a pochi passi  dalla casa dei miei genitori. Lo stesso anno e nello stesso mese in cui io andavo via da Napoli per sempre.
Quando ritorno è quasi inevitabile incontrarci per strada ed allora i nostri occhi indugiano sempre un attimo di troppo, persi gli uni negli altri.
Nelle mie mosse vezzose c'è ancora il bisogno infantile di piacergli più delle altre.
Nei suoi sorrisi c'è lo stesso desiderio che lui tenta, inutilmente, di nascondere. E quasi evitiamo di sfiorarci per la paura di farci ancora del male.

Siamo diventati adulti a distanza su percorsi di vita completamente diversi, non abbiamo più niente in comune né interessi né sogni, né ideali né amici. Non ascoltiamo nemmeno più le stesse canzoni.
Ma non ho rimpianti di quello che è stato, non ho rimpianti nemmeno per quello che sarebbe potuto essere, il germe di un grande amore mai sbocciato. Lui non è il fantasma ingombrante con cui la mia vita attuale deve fare i conti, è solo un ricordo, più bello degli altri, di un passato trascorso.

Oggi ho tra le mani la brutta copia di una lettera d'amore. Oggi è il 15 febbraio, chissà se sarà un caso anche questo, molti anni fa in questo stesso giorno noi due vivevamo la nostra prima volta...

 
 
 
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