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Il diario di Nancy

Pensieri e storie tra il vero, il verosimile e l'inganno.

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Romanzo incompiuto... seconda parte

Post n°151 pubblicato il 20 Aprile 2007 da bimbadepoca
 

A grande richiesta (non è vero, ma fa scena) pubblico un altro pezzetto del mio romanzo nel cassetto. Ritroverete la  misteriosa donna apparsa a P. ed un nuovo personaggio che è impossibile non amare.
Un post da centellinare con cura, come un vino pregiato.
Insomma tutta questa amabile prosopopea solo per annunciarvi che questo raccontino ve lo dovete beccare per diversi giorni. Martedì vado a Napoli... ci risentiamo a maggio. Saluti e baci XXX

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immagine

 Tutto quello che rimaneva a Pietro era un figlio quasi quarantenne, un bell'appartamento in centro ed una sostanziosa pensione. Era per lui tempo di raccogliere i frutti del raccolto, se non ci fosse stato il dolore costante per quell'assenza.

Il figlio, alla sua età, ancora studiava, era fuori corso da anni all'università. Divideva l'appartamento con il padre, il quale s'occupava di tutto, dalle piccole faccende domestiche alle noie burocratiche. Tutto pur di permettere al figlio di laurearsi e carcarsi un lavoro dignitoso, quello che non era stato permesso a lui quando c'era la guerra e si diventava uomini troppo in fretta.
Ma quando il figlio invitava gli amici a casa, doveva sloggiare, chiudersi in camera senza far rumore. Perché la sua presenza dava fastidio alla voglia di vita e di divertimento dei giovani, diventava un vecchio inutile, da nascondere come una cosa che non serve più.

E poi c'era sua nuora, una sfaccendata che il figlio aveva sposato in un momento di follia.  Per lei era naturale girare seminuda per casa, come se Pietro non ci fosse, come se fosse invisibile. A volte, invece, dava l'impressione che si divertisse a mostrare le sue procaci virtù, quasi lo facesse apposta.
Pietro non riusciva a rimanere indifferente davanti alle nudità della giovane nuora e continuamente mortificava la sua mascolinità. Provava vergogna. E si sentiva in colpa verso suo figlio così aumentava premure ed attenzioni, anche se suo figlio lo rimproverava per ogni minimo sbaglio, anche se gli chiedeva soldi, sempre più soldi.

Tutti i pomeriggi Pietro si recava in chiesa per confessare a Dio il suo peccato carnale. Sentiva la messa e recitava il rosario e queste pratiche ripetute riuscivano a restituirgli un barlume di serenità. Ma poi tornava a casa.  E gli apriva la porta la nuora, un viso volgare, un'espressione lasciva ed abiti sempre più corti e Pietro sentiva un sudore freddo che gli incollava di nuovo il colletto della camicia.

Quel giorno in chiesa l'attendeva una sorpresa, c'era la strana donna della volta precedente, se possibile era abbigliata in maniera ancora più teatrale, un appariscente vestito da cabarettista giallo e nero.
Era in piedi davanti alla cappella della Vergine, nello stesso posto dove avevano parlato la prima volta, sembrava quasi che aspettasse qualcuno.
Pietro fece finta di non riconoscerla, non gli andava che gli altri parrocchiani potessero avere un motivo per spettegolare, nel quartiere c'era già chi bisbigliava ad alta voce degli abiti succinti di sua nuora.

Ma la donna lo riconobbe immediatamente, gli fece un cenno di saluto e s'avvicinò sorridendo.
- Ho sbagliato di nuovo vestito - sussurò con tono sconsolato - Faccio una confusione tremenda a ricordarmi di tutte le mode -
Pietro la guardava incantato suo malgrado, la paragonò alla nuora, in quel momento era il suo unico metro di paragone, il suo chiodo fisso, la sua dannazione.
Anche se questa donna era acconciata in modo tanto frivolo s'intuiva in lei un rigore morale fuori dal comune, il suo viso irradiava una dolce tranquillità che riusciva, chissà come, a trasmettere agli altri. 
La nuora, invece,  anche quando era vestita di tutto punto infondeva negli altri soltanto lussuria. Aveva un modo sguaiato di fare e non riusciva a capacitarsi per quale misterioso motivo la desiderasse così tanto.

Pietro era tutto preso dai suoi pensieri, che per un attimo dimenticò la presenza della donna che aveva davanti, ma lei non ne fu risentita si limitava a fissarlo con premurosa accondiscendenza. E quando lui se ne rese conto sentì un'emozione indescrivibile impadronirsi del suo cuore.
La donna allora sorrise e gli carezzò lievemente la mano - Non fare il suo gioco. Non permettere ad una squallida arrivista di rovinare la tua vita-
Pietro trasecolò, non riusciva proprio a spiegarsi come avesse fatto a comprendere quale tumulto si portava nell'animo.
- Sono entrambi d'accordo. E' un piano ben congegnato - continuò lei.
- No! Mio figlio no. Lui non s'accorge, non si rende conto. Quella donnaccia senza sottane. Dio sia benedetto.- e si fece il segno della croce- In  tanti anni di matrimonio non ho mai visto mia moglie nuda, solo quando aiutavo l'infermiera a medicarle le piaghe. E anche allora lei mi scongiurava di non guardare, di chiudere gli occhi, di voltarmi dall'altra parte... - si fermò perché gli occhi gli si riempirono di lacrime e la voce non riuscì a proseguire.

- Con i ricordi si costruiscono storie che nessuno vuole ascoltare. Sapessi quante potrei raccontartene, quanta gente che ho conosciuto e mi ha aperto il cuore. Quanti granelli di sabbia, ognuno è una vita che non fa rumore - La donna parlava ora con tono diverso e Pietro compredeva che era molto facile confidarsi con lei.
- Ascoltami Pietro- continuò - Non cadere nella loro trappola - e detto questo si girò di scatto avviandosi verso l'uscita della chiesa. Lasciando nell'aria come sospeso un fruscio di merletti inamidati.

In quel momento il campanello annunciò l'inizio della messa, Pietro si diresse al suo banco consueto, senza interrogarsi nemmeno su come avesse fatto quella donna a conoscere il suo nome e la sua storia. L'accettava come qualcosa di naturale, con la praticità selvatica delle persone semplici...

(continua???)

 
 
 
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