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Il diario di Nancy

Pensieri e storie tra il vero, il verosimile e l'inganno.

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Pensieri futuri in un'afosa notte di fine luglio

Post n°168 pubblicato il 31 Luglio 2007 da bimbadepoca
 

Cosa saremo tra centinaia di anni se non polvere. Nient'altro che misera polvere.
Spietata caducità di noi mortali.
Ma quale sarà il giudizio che avrà di noi, uomini e donne di questi primi anni del duemila, la futura umanità???

Ci accuseranno forse e giustamente d'essere stati ciechi ed indifferenti. Massa d'ignavi, incapaci di ribellarsi a chi toglieva loro il futuro e la speranza. Concentrati come eravamo sulle frivolezze della vita, gli oggetti inutili, il benessere apparente.

Saremo disprezzati.
Condannati alla Damnatio Memoriae.
Un'epoca da dimenticare.
Rescissio Actorum.

Rimaranno i blog a testimoniare i nostri pensieri, memoriali della vita di questi anni. Uno spaccato della nostra piccolezza e della nostra cecità.

Uomini del futuro io vi chiedo perdono, per essermi raggomitolata come un gatto, col cinico disincanto di chi non crede più ai miracoli.
Eravamo bombardati da notizie agghiaccianti, immagini crude e crudeli che ci violentavano l'animo ogni giorno. E noi eravamo solo uomini impotenti.
Sì, avevamo la conoscenza a portata di mano, ci bastava un clic per sapere e per vedere, ma questo ci rendeva ancora più spauriti.
Era una lista troppo lunga la nostra, una lista d'ingiustizie e di soprusi, una lista di morte e di violenza, una lista d'orrori senza fine.

Fu così che decidemmo di non pensare più alle minacce sospese sulle nostre teste, ci raggomitolammo su noi stessi come larve, scegliendo di vivere per noi, per i nostri cari ed il nostro orticello. Fu per difesa. Per sopravvivenza.
Chi più, chi meno, tutti fummo colpevoli.
Eravamo diventati cittadini dell'universo chiusi tra quattro mura. La tecnologia aveva dilatato a dismisura i confini e noi li restrigemmo per proteggerci. Rannicchiati sulle nostre emozioni, ma incapaci di vedere quelle altrui.

L'odore della nostra paura attirava gli sciacalli, che ci servivano preconcetti confezionati sulla carta stampata.
Pensieri omologati che assorbivamo quasi senz'accorgercene, di cui avevamo bisogno per nascondere l'inquietudine della nostra viltà.
La cultura predominante del vincente.
Arroganza.
Alterigia.
Egoismo.

La mediocrità era ovunque intorno a noi, tanto da indurci in un errore fatale, quello di crederci straordinari.
Noi che per la terra eravamo meno utili degli scarafaggi, ci credemmo straordinari e per questo errore di valutazione vi rubammo il futuro.
No, non avevamo nessuno che c'indicasse la via. Gli pseudo intellettuali per racchiudere lo straordinario usavano parole artificiose, non adatte ai mediocri mortali.
Cultura apparente la nostra, cultura di facciata che serviva solo a compiacere il nostro ego di frustrati . Come il benessere materiale, entrambi servivano a nascondere il vuoto di una società al tracollo, il puzzo delle nostre carogne in putrefazione.

Uomini del futuro io vi chiedo perdono, se come tutti scelsi di tapparmi occhi ed orecchie.
In fondo chiedevamo solo di essere felici.

 
 
 
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