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Il diario di Nancy

Pensieri e storie tra il vero, il verosimile e l'inganno.

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L'amore di plastica

Post n°242 pubblicato il 20 Novembre 2008 da bimbadepoca
 

Questo brano che state per leggere doveva essere la prefazione del mio libro, rileggendomi lo trovo così orribile che quando ritroverò le parole, cambierò ogni singola virgola...

 Forse sarebbe il caso di cominciare a emettere qualche mugolio, fingere un minimo di partecipazione, tanto per non lasciare questo pover’uomo tutto solo, magari invece di tenere le braccia penzoloni lungo i fianchi, dovrei accarezzargli i capelli, oppure stringergli il sedere per accompagnare il suo movimento sussultorio.
Non vedo l’ora che questa patetica ginnastica finisca, se solo penso che poche ore fa mi sono cosparsa con una pregiata crema al sandalo, ma a lui è bastato toccare quel viscido preservativo per insozzarmi di un nauseante odore di plastica.
E’ una storia di plastica la nostra, che non vale nulla, da gettare nella spazzatura appena sarà finito questo disonorevole balletto dei corpi. Un amore riciclabile, ambedue siamo perfettamente interscambiabili, con dozzine di uomini e donne.

Quest’uomo di cui non ricorderò più il nome, di cui domani non serberò nessuna traccia, sarà per me nient’altro che un amore di plastica, tale e quale ai suoi puzzolenti preservativi a effetto ritardante.

Uno dei tanti uomini cui mi sono accompagnata in questi due anni, uno di quelli con cui ho finto di essere meno sola, con cui ho barattato un po’ di atti osceni in cambio di un fuggevole batticuore.

Aspettate… sta cominciando ad ansimare in modo convulso sul mio corpo, dall’espressione ebete del volto e dallo sguardo suino deduco che non ne avrà ancora per molto. Meno male, ero stanca di stare gambe all’aria, purtroppo subito dopo mi aspetta una parte ancora peggiore, la penosa pratica delle coccole post orgasmo.
E dire che una volta era proprio quello il momento che preferivo, quando entrambi sazi d’amore riposavamo ancora allacciati e ci raccontavamo in un sospiro. Giovani e innamorati, ci scambiavamo parole bugiarde, pur sempre parole d’amore anche se duravano lo spazio irrilevante di una notte sola. E’ stato tanto tempo fa, avevo tutta la vita davanti, le lusinghe di un futuro che era ancora un concetto astratto; oggi ho cinquantatré anni, non posso concedermi il lusso di sprecare il tempo.
Spero che questo pover’uomo sbrighi in fretta la pratica doverosa delle coccole. Immagino che mi dirà che sono un’amante eccezionale, anche se sono stata inerme e rigida come un baccalà, poi cercherà di essere rassicurato sulle sue virtù di maschio. Invece che inscenare tutta questa pantomima degli affetti, sarebbe più giusto compatire la nostra disperata solitudine, che ci ha spinto l’una nelle braccia dell’altro. Dovremmo vestirci di nero e, a testa  bassa, partecipare mesti al funerale della dimenticata passione dei vent’anni.

No, ho deciso, non le voglio le sue coccole di plastica, appena finisce la pietosa faccenda, corro in cucina a preparargli uno zabaione corretto al marsala, in modo da regalargli in pieno l’illusione che ha cercato tra le mie gambe. Gli dirò che mai nessuno aveva saputo farmi raggiungere vette così eccelse, che ho bisogno di tempo per riprendermi da questo stato di grazia e così dicendo lo accompagnerò alla porta, fuori da casa mia.
Sì, non posso perdere tempo, devo cambiare le lenzuola e farmi un bagno per cancellare questo disgustoso odore di plastica dalla mia vita.  

 
 
 
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