Creato da bimbadepoca il 16/03/2005

Il diario di Nancy

Pensieri e storie tra il vero, il verosimile e l'inganno.

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Amor celeste

Post n°236 pubblicato il 08 Ottobre 2008 da bimbadepoca
 

Il primo giorno di scuola, i ragazzini delle prime classi erano radunati nel cortile, il preside saliva su uno scranno per la solenne occasione. Scandiva, con voce stentorea, i nostri nomi per smistarci nelle varie sezioni. A differenza di Hogwarts, non aveva bisogno di un magico cappello, assegnava i ruoli basandosi sull’esperienza del mestiere.
C’erano tre sezioni nella mia scuola media:
La sezione A, solo maschile, luogo d’assembramento dei peggiori elementi del quartiere.
La sezione B, solo femminile, visto l’alto numero di richieste sospettavo che vi s'insegnassero materie minori. Un piacevole parcheggio per ragazzine che sarebbero diventate madri prima della maggiore età.
E poi c’era la mitica sezione C, mista, l’unica in cui era previsto l’insegnamento dell’inglese. Ambita meta per tutti i genitori con aspirazioni piccole borghesi.

Io fui assegnata proprio a questa sezione, ma al momento non me ne resi conto, non mi accorsi nemmeno di essere stata chiamata dal preside in persona. Io quel giorno vidi soltanto lui.
Aveva bellissimi occhi scuri, un neo sulla guancia e un’aria da furbastro di tre cotte, caratteristica maschile, questa, che negli anni a venire avrebbero posseduto tutti gli uomini da cui mi sarei fatta incantare.
Quel giorno lui indossava una maglietta azzurra e prima ancora di conoscerne il nome, io decisi che l’avrei battezzato Celeste. Quello stesso pomeriggio comprai, sulle bancarelle, un braccialetto di plastica azzurra, che tenni al polso per tutti e tre gli anni delle medie, come suggello d’eterno amore.

Celeste chiaramente, era il ragazzino più corteggiato della scuola, aveva decine di dodicenni che gli ronzavano intorno. Ed io ero gelosa da morire, ma non di loro, della loro disinvoltura, degli atteggiamenti da grande che sapevano ostentare. In cuor mio ero già cosciente che non sarei mai stata capace di riprodurre tutte quelle moine, anche se a casa facevo le prove davanti allo specchio, chiusa in bagno.
Su di me i colori, con i quali loro s’impiastricciavano il viso, avevano un effetto ridicolo. Una pagliacciata da circo.

Celeste era nella sezione A, di pomeriggio invece di studiare, lavorava. Girava con la sua Apecar, consegnando bevande in bottiglia e ritirando i vuoti, quando ancora il vetro era a rendere. Per me era come un principe sul bianco destriero.
Ogni giorno passavo davanti al deposito delle bottiglie vuote. Ogni volta le gambe si rifiutavano di camminare, era come se la pianta dei piedi s’incollasse alla strada, regalandomi un’andatura più goffa del normale.
No, non avevo alcuna speranza, ero solo una ragazzina troppo alta e troppo magra, con ancora i calzettoni di lana.

Ma, come nelle favole, accadde l’incredibile… a furia di passargli sotto il naso, Celeste s’innamorò proprio di me. E solo e unicamente con me, si trasformò in un ragazzino timido e incapace. Mi guardava passare con aria imbambolata, qualche volta canticchiava le melense canzoncine che erano di moda in quegli anni.
Intendiamoci, con le altre dava libero sfogo, senza rossori e timidezze, ai suoi ormoni in subbuglio. Io invece mi dovetti sorbire l’intero repertorio del festival di San Remo.

Finché un giorno di primavera dell’ultimo anno, mentre eravamo in classe, avvertimmo una lieve scossa di terremoto. Ci fu un fuggi fuggi generale, decine di alunni che correvano come una mandria d’ippopotami impazziti, produssero un aumento del tremolio dei pavimenti.
Io ero in preda al panico, ancora negli occhi il ricordo di quella sera del 1980, quando un terremoto segnò un divario tra il prima e il dopo delle nostre vite.
No, non arrivò lui a salvarmi dal cataclisma imminente, scesi in strada da sola, tremando di paura.
Una mia amica cercò di consolarmi, Celeste era a pochi passi e mi guardava piangere. Dovette pensare che era finalmente giunto il momento tanto atteso.
Si fece coraggio e si avvicinò, chiedendomi col tono più dolce del mondo – Hai avuto paura? -
Io tirai su col naso e risposi un laconico sì. Senza aggiungere altro. Nessuno dei due aggiunse niente altro.
Fu così che naufragò il nostro amor celeste.

Piccola postillaCeleste l’ho rincontrato moltissimi anni dopo, quando entrambi eravamo adulti e vaccinati. Nel rivederlo ho riprovato la stessa sensazione invalidante alle gambe. Lui ha assunto subito la stessa faccia imbambolata di quando era ragazzino.
Non siamo stati capaci di scambiarci un saluto. Nemmeno un mezzo sorriso.

Commenti al Post:
releardgl
releardgl il 09/10/08 alle 11:04 via WEB
intravedo una "celeste" nostalgia strabordante dal tuo bel racconto....
 
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 14/10/08 alle 14:41 via WEB
Giuro che non è così, Celeste fa parte del mio passato, è un dolce ricordo e niente più, non ho proprio nessuna nostalgia per il periodo dei miei 12 anni...
 
Macchiaccia
Macchiaccia il 09/10/08 alle 13:01 via WEB
Se Celeste si innamorò di te vuol dire che non eri una ragazzina "troppo" alta e "troppo" magra .... ;)
 
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 14/10/08 alle 14:50 via WEB
Forse ero solo troppo diversa dalle altre... essere biondina, timida e bene educata in un quartiere popolare dove le altre bambine vivevano in strada ed erano quasi tutte brune e sfacciate, fa una grande differenza :-)))
 
Qui_ed_Ora
Qui_ed_Ora il 09/10/08 alle 14:20 via WEB
...questi uomini!
 
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 14/10/08 alle 14:52 via WEB
Dodicenni!!!
 
annisexanta
annisexanta il 09/10/08 alle 19:06 via WEB
 
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 14/10/08 alle 14:52 via WEB
Questa volta te l'ho servita su un vassoio d'argento :-)))
 
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 09/10/08 alle 20:09 via WEB
Quella del terremoto è la più incredibile delle occasioni perdute...
Ma come? C'è la fine del mondo, quando cade ogni titubanza e ogni pudore e,oltretutto, si ha l'opportunità di consolare una fanciulla piangente abbracciandola e lui se ne resta imbambolato? Ci credo che è finita...;-)))
 
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 14/10/08 alle 14:56 via WEB
Già, il ragazzino non ha saputo approfittare di un'occasione tanto ghiotta, però nello stesso momento la sua sconcertante timidezza dà la visione esatta, di come doveva essere sconvolgente il sentimento che provava... sospiro!!!
 
marea14
marea14 il 09/10/08 alle 20:21 via WEB
Forse anche lui aveva avuto paura e non ha avuto il coraggio di dirlo ... forse sperava che tu gli facessi coraggio ...
 
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 14/10/08 alle 14:58 via WEB
Probabilmente è così, eravamo due teneri ragazzini imbranati, sconvolti da quello che stavamo vivendo per la prima volta...
 
vi_di
vi_di il 10/10/08 alle 22:51 via WEB
Anche a me è successo di rivedere il mio 'celeste'...e mi sono detta 'Ma comm faceva a me piacé quisto???' ;-))
 
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 14/10/08 alle 15:04 via WEB
Ahahahahah :-))) E meno male che tu l'hai solo pensato, io durante gli anni dell'università mi presi una cotta per un collega di facoltà. 10 anni dopo, una sera che ero uscita con la mia amica Antonella, lo rincontro in un locale. Cominciammo a parlare ed io avevo all'incirca il tuo stesso pensiero, Antonella invece, serissima, mi guarda e fa "Ma come poteva piacerti un cretino simile???". Lui si è offeso tantissimo, ma io sono morta dalle risate :-)))
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 11/10/08 alle 14:31 via WEB
delicatissimo.
(Ps: la signorina Nancy non sarebbe mai stata capace di certi dolci ricordi. la signorina Nacy andava al sodo anche a 12 anni, mi immagino:)
 
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 14/10/08 alle 15:06 via WEB
Non lo so Ody, ormai il personaggio di Nancy è una parte di me e non riesco ad immaginarla diversa da come io sono stata. Ci devo pensare... mumble mumble... forse qui c'è materiale per un nuovo post :-)))
 
yayra80
yayra80 il 11/10/08 alle 17:35 via WEB
Mmm...quanti "Celeste" nella vita di ognuna!... Io, incoraggiata dalle sue attenzioni, durante una gita scolastica presi il coraggio a due mani e gli chiesi:"Ma io... ti piaccio?". Inutile dire che ricevetti in risposta un allibito e secco "NO" (ma rosso di vergogna e forse anche spaventato da tanta mia "agressività")...Che dire? Tra la tua occasione mancata e la mia delusione istantanea ma senza strascichi non saprei dire qual'è stata meglio... (.^__^). P.S.: Cambiato veste al blog!? bella l'immagine. Ciao ciao
 
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 14/10/08 alle 15:17 via WEB
Yayra come si vede che sei piccola, ai tempi in cui ero una tredicenne, era inammissibile che una ragazza si dichiarasse in modo così sfacciato ;-))) E le nuove generazioni femminili sono ancora più audaci, mio figlio ha ricevuto la prima proposta di fidanzamento in terza elementare... e come il tuo "celeste" ha risposto un secco NO. E non poteva essere altrimenti, considerando che oggi a 13 anni gioca ancora e solo con la PSP... non c'è nulla da fare gli uomini, di qualsiasi età, sono più immaturi delle donne.
Sì, ho cambiato veste grafica al blog, però l'immagine della donna d'altri tempi che scrive, anche se in dimensioni ridotte, c'è sempre stata. E' il mio marchio di fabbrica :-))
 
Tesi89
Tesi89 il 12/10/08 alle 12:55 via WEB
Quella di rivedersi dopo tanti anni e di provare le stesse identiche sensazioni di imbarazzo pare sia storia comune...Io alle medie ero in una classe tutta femminile,niente ragazzini di cui innamorarsi,purtroppo...Alle superiori è capitato,come a tutti,ma il senso di inadeguatezza e di qualcosa rimasto in sospeso non è mai passato,neanche se per caso ci siamo rincontrati tanto tempo dopo.Sarà che per me le cose che non vengono "concluse" quando è il momento difficilmente potranno andare a buon fine in seguito...ciao!
 
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 14/10/08 alle 15:37 via WEB
In linea di principio la penso come te, Tesi, sono convinta che se qualcosa ci è destinato accadrà e basta. Quindi non ha alcun senso cercare di fare accadere ciò che non è stato, probabilmente io e Celeste, quel giorno da grandi, abbiamo "sentito" che non era giusto cercare di far rivivere il passato. Un sorriso, un semplice saluto, avrebbe dato avvio ad una conversazione, magari avremmo scoperto in noi banalità e difetti che avrebbero rovinato il ricordo.
Però, con quello che poi è stato il primo vero amore, non riesco a ragionare nello stesso modo. Ho sempre avuto il dubbio d'aver lasciato qualcosa in sospeso, più di una volta abbiamo avuto dalla vita l'occasione per rimediare (sempre sciupata), ma è il ripetersi delle possibilità, che la vita ci ha messo di fronte, a darmi la sensazione di qualcosa di non concluso. Nonostante oggi sia felicemente sposata e non ho nessun rimpianto.
 
atapo
atapo il 13/10/08 alle 16:52 via WEB
Bella la tua storia d'amore...come sono belle a ripensarci, dopo tanti anni, le storie di quando eravamo ragazzini...Io ne ho raccontata una mia il 31 dicembre 2007, ma non ho mai più visto quella persona. Ho anche cambiato città, per cui...Ma forse è meglio così: la storia rimane più "fiabesca".
 
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 14/10/08 alle 15:41 via WEB
Le storie di quando eravamo ragazzini sono belle perché erano vissute con l'entusiasmo di chi s'affaccia alla vita. Non ho letto della tua storia d'amore, rimedio subito andando un po' a ritroso nel tuo blog, così ne approfitto per vedere a che punto sono i lavori di ristrutturazione :-)))
 
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