Il diario di Nancy
Pensieri e storie tra il vero, il verosimile e l'inganno.
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Si ringrazia Seduzir64 per il sottofondo musicale.
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« Confesso che ho pescato | Questa sera si recita a soggetto » |
Ho raccontato a mia figlia che da piccola avevo una Skipper, la sorellina minore di Barbie, alla quale bastava roteare il braccio per farle crescere i seni. E poi la Barbie ballerina, articolo determinativo singolare, aveva una coroncina in testa e le scarpette da danza, inutile aggiungere che era la mia preferita. Ricordo ancora il giorno in cui mia madre ed io entrammo in un negozio di giocattoli per comprarla, in quegli anni i giochi erano di esclusiva competenza della befana. Babbo Natale era ancora un'usanza nordica, lontana. Ai compleanni bastava una torta fatta in casa ed era festa se, invece, del solito ciambellone la mamma farciva il dolce con la Nutella. Agli onomastici ti dicevano auguri e ti bastava, e quando portavi a casa una pagella con tutti dieci, nessuno ti diceva niente. Sì, dimenticavo, mia nonna ogni mattina ci portava "la bella cosa", ma si trattava di un dolcetto o di un pacchetto di figurine. Avere un giocattolo era un evento del tutto eccezionale, infatti, la mia bella Barbie ballerina mi fu regalata per ripagarmi di un pomeriggio all'ospedale. Era l'inverno del 1975, avevo appena compiuto otto anni, mentre tornavo a casa ebbi la splendida idea di salire gli scalini saltandoli. Un balzo a piedi uniti, un gradino dopo l'altro, dopo le prime rampe di scale il gioco era già diventato troppo facile. Devo premettere che non avevo le mani libere, questo particolare è molto importante, in quegli anni era normale che una bambina tanto piccola fosse impiegata a fare delle semplici commissioni. Ogni pomeriggio avevo il compito d'uscire a comprare qualcosa, perché mia madre era sempre troppo impegnata con i miei numerosi fratelli, tutti più piccoli di me. In quegli anni era consuetudine accorrere alle urla di un bambino, gli usci delle porte si spalancarono e ne uscirono donne scarmigliate che vedendomi si portarono le mani al volto invocando i santi. Al pronto soccorso non esistevano ancora codici rossi, gialli, verdi o arcobaleno, per cui fui immediatamente visitata e subito preparata per essere ricucita. Mia madre restò terribilmente scossa dal dolore che avevo provato, oggi so che fu come se l'avesse sentito sulla sua pelle, decise quindi di risarcirmi accompagnandomi in un negozio di giocattoli e regalarmi la Barbie più bella. Ho raccontato quest'episodio a mia figlia, incredula che alla sua età avessi solo due Barbie, insieme abbiamo cercato in rete la mia Barbie ballerina. A mio avviso non sono confrontabili, la mia Barbie ballerina ha un faccino pulito, un'espressione dolce. Le sue sono truccatissime e hanno tutte un'espressione aggressiva, sono così diverse che al loro cospetto la mia Barbie sembra scialba, anche se è senz'alcun dubbio più bella.
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La Barbie indossatrice la ricordo benissimo, era stata portata dalla befana a mia sorella piccola. Pensa che oggi, non più funzionante e senza più i suoi vestiti originali, è passata in "eredità" a mia figlia :-)))
Ma è il messaggio che passa attraverso quei trucchi aggressivi a essere sbagliato. Credimi Casal, non esiste Barbie che non abbia un trucco e un'espressione del viso aggressiva. Quasi a voler sottolineare che la donna deve imparare fin dalla più tenera età a rinunciare alla sua natura materna e remissiva. Forse sto esagerando, magari è solo una scelta della Mattel di rendere le Barbie più moderne, più simili alle ragazze attuali. Però giocare con una Barbie principessa che ha il viso arcigno di una matrigna... non è proprio una gran bella cosa :-)
Per inserire (forse)questo commento ho impiegato un'ora... stasera Libero fa le bizze.
Ricambio l'abbraccio :-)))