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Il diario di Nancy

Pensieri e storie tra il vero, il verosimile e l'inganno.

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Barbie ballerina

Post n°265 pubblicato il 27 Settembre 2010 da bimbadepoca
 

Ho raccontato a mia figlia che da piccola avevo una Skipper, la sorellina minore di Barbie, alla quale bastava roteare il braccio per farle crescere i seni. E poi la Barbie ballerina, articolo determinativo singolare, aveva una coroncina in testa e le scarpette da danza, inutile aggiungere che era la mia preferita.

 Ricordo ancora il giorno in cui mia madre ed io entrammo in un negozio di giocattoli per comprarla, in quegli anni i giochi erano di esclusiva competenza della befana. Babbo Natale era ancora un'usanza nordica, lontana. Ai compleanni bastava una torta fatta in casa ed era festa se, invece, del solito ciambellone la mamma farciva il dolce con la Nutella. Agli onomastici ti dicevano auguri e ti bastava, e quando portavi a casa una pagella con tutti dieci, nessuno ti diceva niente.

Sì, dimenticavo, mia nonna ogni mattina ci portava "la bella cosa", ma si trattava di un dolcetto o di un pacchetto di figurine.

Avere un giocattolo era un evento del tutto eccezionale, infatti, la mia bella Barbie ballerina mi fu regalata per ripagarmi di un pomeriggio all'ospedale. Era l'inverno del 1975, avevo appena compiuto otto anni, mentre tornavo a casa ebbi la splendida idea di salire gli scalini saltandoli. Un balzo a piedi uniti, un gradino dopo l'altro, dopo le prime rampe di scale il gioco era già diventato troppo facile.
Decisi di rendere il gioco più impegnativo, con un balzo avrei saltato due scalini insieme ma presto diventò facile anche salire in questo modo, dovevo aumentare ulteriormente la difficoltà. Tre scalini per volta.

Devo premettere che non avevo le mani libere, questo particolare è molto importante, in quegli anni era normale che una bambina tanto piccola fosse impiegata a fare delle semplici commissioni. Ogni pomeriggio avevo il compito d'uscire a comprare qualcosa, perché mia madre era sempre troppo impegnata con i miei numerosi fratelli, tutti più piccoli di me.
Non ricordo cosa comprai quel giorno, ricordo solo che saltando tre gradini, fu proprio a causa di quelle buste che persi l'equilibrio. E non ebbi la prontezza di lasciarle per attutire la rovinosa caduta con le mani.
Caddi con la faccia a terra, la lingua mi si mozzò tra i denti e i due incisivi superiori si spezzarono, non senti nessun dolore, mi rialzai come se nulla fosse successo. Poi notai il sangue sullo scalino di marmo bianco, lo notai prima ancora di sentirne in bocca il sapore caldo. Toccai il labbro e mi ritrovai le mani insanguinate. A quel punto urlai chiamando la mamma.

In quegli anni era consuetudine accorrere alle urla di un bambino, gli usci delle porte si spalancarono e ne uscirono donne scarmigliate che vedendomi si portarono le mani al volto invocando i santi.
Mia madre arrivò ed era pallida e muta, solo oggi che sono madre a mia volta posso immaginare il suo stato d'animo.
Alcune donne ci seguirono in casa, davano consigli, mi fecero sciacquare la bocca nella speranza vana d'arrestare tutto quel sangue. Fu subito chiaro che c'era bisogno di un dottore, mi tamponarono la bocca con degli asciugamani, mia madre e una vicina mi accompagnarono a piedi in ospedale.

Al pronto soccorso non esistevano ancora codici rossi, gialli, verdi o arcobaleno, per cui fui immediatamente visitata e subito preparata per essere ricucita.
Ricordo che arrivò un infermiere con un divaricatore e quest'oggetto mi sembrò un terribile strumento di tortura, ne fui spaventata a morte e cominciai a piangere disperata. Per fortuna un dottore spiegò che non era possibile usare il divaricatore perché avevo un dente rotto e l'altro penzoloni.
Ricordo ancora il mio ingenuo sollievo quando l'oggetto fu portato via, poi ho solo immagini sfocate di tante persone che mi tenevano ferma, perché in quegli anni non esisteva anestesia per i tessuti molli.

Mia madre restò terribilmente scossa dal dolore che avevo provato, oggi so che fu come se l'avesse sentito sulla sua pelle, decise quindi di risarcirmi accompagnandomi in un negozio di giocattoli e regalarmi la Barbie più bella.

Ho raccontato quest'episodio a mia figlia, incredula che alla sua età avessi solo due Barbie, insieme abbiamo cercato in rete la mia Barbie ballerina.
L'ho riconosciuta subito, compagna di tanti giochi, prima interprete delle storie che la mia fantasia metteva in scena, ed era ancora bellissima come la ricordavo.
Mia figlia, invece, l'ha trovata brutta. E' corsa in camera sua prendendo a caso alcune Barbie, ne possiede di tutte le fogge con vestiti per ogni occasione, voleva convincermi che le sue fossero più belle mettendole a confronto.

A mio avviso non sono confrontabili, la mia Barbie ballerina ha un faccino pulito, un'espressione dolce. Le sue sono truccatissime e hanno tutte un'espressione aggressiva, sono così diverse che al loro cospetto la mia Barbie sembra scialba, anche se è senz'alcun dubbio più bella.
Purtroppo ho scoperto che nemmeno le nostre infanzie sono confrontabili, ma non perché oggi i nostri figli hanno più giocattoli, molte più occasioni per riceverne e vivono sotto una campana di vetro. No, non è quello, è solo che i nostri figli ricevono i valori sbagliati imballati con tinte vivaci. E questa cosa non mi piace. Nemmeno un po'.

 

Commenti al Post:
Fayaway
Fayaway il 27/09/10 alle 22:17 via WEB
Sgurgle, sappi che pur non essendo tua madre ho somatizzato un sacco quello che hai descritto >_< Certo che ricordo la Barbie Ballerina (anche se ai miei tempi andava già di moda quella indossatrice che si ravvivava i capelli da sola grazie a una molla che azionava le braccine), su alcuni vecchi Topolino ricordo perfettamente la pubblicità che occupava l'intera quarta di copertina :D
 
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 16/10/10 alle 18:09 via WEB
Non avevo mai raccontato questo episodio in maniera così particolareggiata, solitamente accenno solo di una caduta rovinosa, mostrando la cicatrice sulla lingua.
La Barbie indossatrice la ricordo benissimo, era stata portata dalla befana a mia sorella piccola. Pensa che oggi, non più funzionante e senza più i suoi vestiti originali, è passata in "eredità" a mia figlia :-)))
 
eroico.aviere
eroico.aviere il 28/09/10 alle 22:12 via WEB
Comprendo appieno il tuo stato d'animo e ho guardato con nostalgia a quel tempo passato che hai descritto in maniera così suggestiva.. che dirti? Certo, non ho mai provato l'ebbrezza di portare un pagella con tutti dieci però ricordo che un giorno tornando dal droghiere con un bottiglia di vino, cominciai a camminare sul ciglio di un marciapiede scalcagnato e fatalmente scivolai, rompendo la bottiglia e tagliuzzandomi la mano. Però a parte le crisi d'ansia, i rimbrotti e due punti al pronto soccorso non mi hanno regalato nulla.. che ne pensi, faccio ancora in tempo a farmi regalare Big Jim?
 
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 16/10/10 alle 18:11 via WEB
Io pretenderei Big Jim!!! E a titolo d'indennizzo per il ritardo anche tutti gli accessori :-)))
 
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 17/10/10 alle 23:18 via WEB
Caspita, che brutta avventura. Pensando alle Barbie, in casa nostra ne ho viste poche. Quand'ero piccola io non esistevano, e se esistevano i miei non lo sapevano. Poi ne abbiamo regalata una a ciascuno dei nostri figli.... smontata in pochi minuti e 'girata' ad amici con bambine. Dei giochi della loro infanzia sono rimasti i peluches e pochi altri. In effetti, amavano costruirsi i loro giochi e poi, palloni, palloni e ancora palloni, di tutti i tipi. Mi hai dato lo spunto per fare una ricerca in casa. Posso dissentire leggermente rispetto all'ultima tua frase? I nostri figli, da noi genitori, ricevono quel che noi gli diamo, indipendentemente dal coloro dell'imballaggio. Insomma, sta a noi decidere quel che gli vogliamo dare. Forse non abbiamo il controllo completo di quello che ricevono (è inevitabile che con la loro crescita il controllo si allenti), ma almeno su quello che gli trasmettiamo noi il controllo ce l'abbiamo e sta a noi scegliere il contenuto di quegl'incarti. Forse siamo noi genitori che per primi dobbiamo imparare a non farci affascinare dalla bella carta trascurando il contenuto. ciao
 
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 21/10/10 alle 19:30 via WEB
Casal, è verissimo, siamo noi genitori a scegliere i giochi dei nostri figli e sempre noi determiniamo il modo in cui essi giocheranno, magari usando quei giochi insieme a loro. Mia figlia è una bambina molto dolce, vive in un clima sereno ed è circondata d'amore, lei con le Barbie mette in scena delle storielle ingenue.
Ma è il messaggio che passa attraverso quei trucchi aggressivi a essere sbagliato. Credimi Casal, non esiste Barbie che non abbia un trucco e un'espressione del viso aggressiva. Quasi a voler sottolineare che la donna deve imparare fin dalla più tenera età a rinunciare alla sua natura materna e remissiva. Forse sto esagerando, magari è solo una scelta della Mattel di rendere le Barbie più moderne, più simili alle ragazze attuali. Però giocare con una Barbie principessa che ha il viso arcigno di una matrigna... non è proprio una gran bella cosa :-)
 
calipso81
calipso81 il 18/10/10 alle 10:57 via WEB
E' vero, le infanzie non sono confrontabili ed è verissimo che le barbie erano struccate. Io ho diverse barbie degli anni 80 l'unica truccata è la barbie rockstar...le altre tutte "semplici"
 
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 21/10/10 alle 20:34 via WEB
Non erano struccate ma truccate al naturale ;-))) Ricordo che la mia Barbie Superstar, aveva un vestito di raso rosa, il boa di struzzo e un velo d'ombretto azzurro sugli occhi.
Per inserire (forse)questo commento ho impiegato un'ora... stasera Libero fa le bizze.
 
martha76.mt
martha76.mt il 20/11/10 alle 21:36 via WEB
E nemmeno a me piace...proprio per niente :( M a mi è piaciuto molto il modo in cui hai saputo raccontare a tua figlia(e anche a noi) il ricordo anche se doloroso di quel tuo primo regalone! Ciao cara un abbraccio ^__^
 
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 22/11/10 alle 19:51 via WEB
Martha, io sono spaventata dalla nostra società: violenza, arroganza, cafonaggine, mancanza totale di solidarietà e buon senso. Sembrerà strano ma questi messaggi negativi passano anche attraverso i giochi destinati ai bambini... basta pensare ai videogiochi. Cerco d'insegnare ai miei figli i valori con i quali sono cresciuta io, ma cavoli, quanto è difficile!!!
Ricambio l'abbraccio :-)))
 
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