Religioni, Filosofie
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DIPENDENZA...
Post n°128 pubblicato il 21 Gennaio 2010 da eric65v
DIPENDENZA -PARTE 3°- Nell'antichità era sovente acclamare uomini di potere e definirli dei. Per le masse questi erano i loro dei nel vero senso della parola. Sorgeva però il problema di cosa accadesse a questi "dei" quando morivano. Quelli che amministravano le masse di popoli e li tenevano sottomessi al potere del sovrano, la classe religiosa, dovettero fornire delle spiegazioni sulla discrepanza che alcuni lamentavano: se il re o faraone o sovrano era veramente un dio, perchè moriva? Se questa era la fine che faceva, quella uguale a tutti gli altri esseri umani, allora in cosa consisteva la sua divinità, il suo essere superiore? Così cominciò a farsi strada l'idea di una forma di "immortalità". In effetti questi che era adorato e ritenuto dio in vita, non smetteva di essere tale quando la sua vita finiva, perchè nel suo caso, non significava non esistere più. Continuava a vivere in un'altra forma: incorporea o spirituale. Influiva sempre su tutti i suoi sudditi, ma lo faceva da un altro luogo e in un'altra dimensione. LA DOTTRINA DELL'IMMORTALITA' DELL'ANIMA E' UN CONCETTO RICONOSCIUTO DA TUTTE LE RELIGIONI CHE CI SONO SULLA TERRA... I cristiani credono che dopo la morte si vada in cielo o all'inferno. Gli indù invece credono nella reincarnazione. Secondo la credenza islamica, dopo la morte ci sarà un giorno di giudizio in cui Allah giudicherà ciascuno in base alla sua vita e lo manderà in paradiso o nel fuoco dell'inferno. In alcuni paesi le credenze relative ai defunti sono uno strano miscuglio di tradizioni locali e concetti cristiani. La credenza nell'immortalità dell'anima è condivisa da quasi tutte le centinaia di religioni e sette della cristianità. È anche una dottrina ufficiale dell'ebraismo. È il fondamento stesso della reincarnazione, dottrina su cui poggia l'induismo. I musulmani credono che l'anima continui a vivere dopo la morte del corpo. Gli aborigeni australiani, gli animisti africani, gli scintoisti e persino i buddisti insegnano la stessa cosa con qualche variante Socrate e Platone, filosofi greci del V secolo a.C., sono ritenuti fra i primi ad aver sostenuto il concetto dell'immortalità dell'anima. Ma questa idea non ebbe origine da loro, che si limitarono ad affinare il concetto e a farne un insegnamento filosofico, rendendolo così più appetibile alle classi colte dei loro giorni e oltre. Anche gli zoroastriani dell'antica Persia e gli egiziani prima di loro credevano nell'immortalità dell'anima. Per i cristiani, essendo il cristianesimo una setta derivata dell'ebraismo, è risultato come logica conseguenza accettare e credere in un anima immortale. Come è entrata nella religione ebraica la dottrina dell'immortalità dell'anima? Molti non sanno che originariamente questa dottrina era assente per gli ebrei. Nelle lingue in cui fu scritta la bibbia, i termini che si riferiscono a anima, significano letteralemente: essere vivente, persona vivente. E per gli ebrei dell'antichità, gli animali (lo si capisce anche dal significato etimologico della parola "anima-le") erano anime viventi, ne più ne meno che gli esseri umnani. Ma!! Avvenne qualcosa che introdusse anche nella religione ebraica la dottrina dell'immortalità.
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Inviato da: Nunzia
il 13/12/2014 alle 11:01
Inviato da: mago prof.Silva
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Inviato da: mago prof. Silva
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Inviato da: fantomas_62
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