IL DUBBIO

“… e i suoi rapporti scorretti con le fedeli fanno un disastro di anime …”

“ … dolorosa e vastissima infatuazione religiosa il cui fenomeno preoccupante si avvia ad una soluzione provvidenziale …”

“ … mi sento personalmente puro da questa contaminazione che da ben 40 anni circa ha intaccato centinaia di migliaia di anime istupidite e sconvolte in proporzioni inverosimili”

“ … purtroppo laggiù Padre Pio si rivela un idolo di stoppa”

 Sconvolgente, vero, leggere queste espressioni così dure ed inappellabili? Eppure a fare queste annotazioni, raccolte nel libro di Sergio Luzzato “Padre Pio. Miracoli e politica nell’Italia del 900”, non è un laico non credente ma bensì Angelo Roncalli, divenuto poi Papa Giovanni XXIII.

In verità al “Papa buono”, Padre Pio non era mai piaciuto. Già all’inizio degli anni 20, quando per due volte aveva percorso la Puglia come responsabile delle missioni di Propaganda Fide, aveva preferito girare alla larga da San Giovanni Rotondo.

Quali erano i motivi di tale diffidenza se non la potremmo chiamare anche timore di uno scisma settario all’interno della Chiesa Cattolica?

Torniamo alla figura di Padre Pio (al secolo Francesco Forgione nato a Pietralcina nel 1887 e morto a S. Giovanni Rotondo nel 1968) il frate cappuccino famoso al mondo per le sue stimmate e i suoi miracoli. Sin dal 1918 con la comparsa delle piaghe sulle mani già era considerato un santo e venerato come tale. Poi ci sono i miracoli, le guarigioni ed infinite testimonianze di episodi di bilocazione che hanno contribuito ancora di più ad esaltare la sua figura carismatica. La vita di Padre Pio è stata tutto un susseguirsi di eventi prodigiosi, alcuni al limite della fantascienza che hanno creato la sua fama di santo vivente.

Ma è stata soprattutto la sua fede ascetica, mistica, quasi medievale di cui il cappuccino è stato il simbolo, a fare in modo di allontanarlo per anni dalle alte gerarchie della Chiesa Cattolica, soprattutto quando si trattò di affrontare il passaggio alla modernità del Concilio Vaticano II di cui Papa Roncalli è stato il fautore.

Il mito del frate di Pietrelcina ha percorso la storia, non solo religiosa, dell’Italia del ‘900. Un mito che nasce subito dopo la fine della prima guerra mondiale come ho detto prima con le stimmate ma che ha percorso tantissimi pontificati quasi tutti in aperto contrasto con la sua fede ed i suoi fedeli. Ad esempio Benedetto XV si dimostrò scettico, permettendo che il Sant’Uffizio procedesse da subito contro il cappuccino. Più diffidente ancora fu Pio XI in quanto ne azzerò quasi le facoltà sacerdotali. Pio XII invece consentì ed incoraggiò il culto del frate. Papa Giovanni autorizzò pesanti misure di contenimento della devozione mentre Paolo VI fece in modo che il frate potesse svolgere il suo ministero in piena libertà.

Ma l’apoteosi la raggiunse da morto con Papa Giovanni Paolo II (Woitila) il quale si dimostrò sempre estremamente affascinato da quella figura fin da quando era cardinale. Fu infatti nel suo pontificato che Padre Pio fu santificato.

Non voglio ora aprire un dibattito se la sua Santificazione sia stata giusta o meno, o se le sue piaghe siano state vere o finte. Un tale processo ha comportato l’analisi approfondita di innumerevoli studiosi per ogni evento o miracolo che Padre Pio avesse fatto da vivo o da morto.

Quello che voglio dire è che la figura di Padre Pio, nel corso della sua vita ma anche da morto, ha sempre comportato un interesse incredibile per la sua fede ed il modo di concepirla. Il suo rapporto con Dio era unico e profondamente personale tale da spingere centinaia di migliaia di fedeli in preghiera verso di lui.

In un certo modo ha contribuito ad alleviare il dolore di tante anime sofferenti indipendentemente dagli eventi soprannaturali che gli sono stati attribuiti.

Per questo credo che lo dobbiamo ringraziare e … perché no anche pregare!

Un saluto a tutti
Vito