IL DUBBIOLa vita non è fatta solo di terra da arare o produttiva, ma anche di montagne di sogni e di sotterranei di dolore ¨ Abraham Heschel |
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LA POESIA
"Quando il potere spinge l'uomo all'arroganza, la poesia gli ricorda i suoi limiti. Quando il potere restringe il campo dei suoi interessi, la poesia gli ricorda la ricchezza e diversità della sua esistenza. Quando il potere corrompe, la poesia purifica"
John Fitzgerald Kennedy - pochi mesi prima di essere assassinato ...
DEDICATO ALLA CLASSE POLITICA ITALIANA
"Bisogna sempre tener presente questi due principi: primo, agire unicamente secondo ciò che ti suggerisce il bene dell'umanità; secondo, cambiar parere se trovi qualcuno capace di correggerti, rimuovendoti da una certa opinione. Questo nuovo parere, comunque, deve sempre avere una ragione, come la giustizia o l'interesse comune, ed esclusivamente tali devono essere i motivi che determinano la tua scelta, non il fatto che ti sia parsa più piacevole o tale da procurarti maggior gloria."
Tratto dai "Ricordi dell'imperatore Marco Aurelio (121-180 D.C.)
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Post n°217 pubblicato il 11 Maggio 2010 da svitol5
Seguendo le disavventure giudiziarie sia del premier che, ultimamente, di alcuni importanti esponenti politici, per lo più del centro destra, mi è venuta in mente la seguente considerazione che con un occhio guarda al passato e con un altro al presente: Qualche decennio fa, quando arrestavano un estremista di sinistra, i giudici erano tutti degli sporchi fascisti e nemici del popolo … Ora, quando arrestano oppure indagano un politico di centro-destra, sono degli sporchi comunisti e nemici del popolo (delle libertà …) Intendiamoci, farei un torto alla verità se indicassi solo da una parte politica l’origine di tutti i mali ed il disprezzo della moralità pubblica insieme ai conseguenti attacchi alla magistratura. Non è così anche se, negli ultimi anni, con l’avvento in politica di Berlusconi, i suoi guai giudiziari hanno condizionato pesantemente la destra italiana sul fronte della giustizia, ovvero rispetto delle leggi e della magistratura. Quello che però ultimamente allarma gli italiani onesti è la recrudescenza di un fenomeno che, nei secoli anche più antichi, ha sempre condizionato ed influito sulla società italica. E cioè parliamo di CORRUZIONE. Winston Churchill sosteneva che un minimo di corruzione serve da olio lubrificante per il delicato marchingegno della democrazia. Può essere un ragionamento cinico ma in realtà vuol essere solo pragmatico. Quindi, a meno che di non trovarci in uno stato totalitario e controllore assoluto delle vite dei cittadini, un po’ di corruzione è fisiologica perché fa parte della natura umana. E la natura umana, lo sappiamo bene, non cambia con un editto governativo come si vorrebbe far credere approvando un decreto anticorruzione …. La differenza però tra il fisiologico e il parossistico viene fatta quando si superano certi confini dettati sicuramente dalla sensazione di impunità e onnipotenza sia di politici che di imprenditori. Questo confine era stato superato ai tempi di Mani Pulite con la successiva cancellazione da parte della magistratura di un’intera classe politica. Oggi la sensazione è quella di un ritorno in grande stile della corruzione, segnalato anche dalla Corte dei Conti la quale stima che questa sia una tassa occulta da 50/60 miliardi di euro che tutti noi paghiamo senza poi averne alcun beneficio. Quello che comunque salta all’occhio è che mentre una volta erano i politici che usavano gli imprenditori per trarne beneficio in finanziamenti illegali ai partiti, ora invece sono gli imprenditori che usano i politici i quali utilizzano la corruzione al solo scopo di arricchimento personale. Ma come combattere la corruzione? La risposta è ardua, infatti sembrerebbe una battaglia già persa in partenza visto il modo in cui ha pervaso la società italiana. E’ certamente un problema di rinnovamento delle nostre classi dirigenti ma, soprattutto, culturale. Infatti in Italia la corruzione è profondamente ancorata nei differenti settori dell’amministrazione pubblica, nella società civile come nel privato. Il pagamento della classica bustarella sembra essere una pratica comune per ottenere licenze, autorizzazioni, contratti pubblici, accordi finanziari, accesso alle università, nel calcio ecc. ecc. Non è solo una sensazione, sembra proprio che sia un fenomeno generalizzato ed endemico che tocca tutti i settori del nostro paese. Per questo serve una cultura dell’onestà e del merito. Non è possibile che vengano fatti passare messaggi del tipo “vince il più furbo”, “scambio di favori”, “è figlio di …” “una mano lava l’altra” ecc. ecc. Serve cultura e rispetto delle leggi. La cosa più assurda che viene fatta passare attraverso certi giornali di area centro-destra è quella relativa a “il più pulito ci ha la rogna”. Ovvero tutti colpevoli, nessun colpevole. Un messaggio devastante, soprattutto per i nostri figli e le nuove generazioni. Non faccio moralismo, credo solo nel buon senso .... |
Post n°216 pubblicato il 29 Aprile 2010 da svitol5
Dal sito del Riformista:
Meglio il nucleare Il mondo dipende troppo dal petrolio perché l’ulteriore incidente che lo riguarda, l’esplosione di una piattaforma con conseguente travaso in mare di milioni di galloni, susciti qualche cosa di più dell’ennesimo processo mediatico. Certo ci saranno ricorsi, tribunali al lavoro, richieste d’indennizzo, pubblici mea culpa. Ma il potere dell’oro nero, prima ancora di quello delle grandi compagnie che lo estraggono, è troppo grande nel mondo contemporaneo, perché possa essere messo in discussione. Le profezie sul prossimo esaurimento del petrolio sono cominciate con le prime crisi degli anni '70. Da allora il suo utilizzo continua ad aumentare. È certo che un giorno finirà, come tutte le cose, ma quanto sia lontano quel giorno nessuno lo sa. Il suo potere, oltre che dalle quantità enormi di cui necessitiamom, è moltiplicato dal suo valore. Ed il paradosso è che, normalmente, incidenti come questo lo accrescono, creando una situazione di momentanea crisi, su cui si innestano facilmente le speculazioni finanziarie.Nell’anno passato in Cina sono state immatricolati 15 milioni di autoveicoli, con un aumento del 50% rispetto all’anno precedente. Così il parco autoveicoli cinese (45 milioni) ha raggiunto un livello di penetrazione pari a meno di 1 auto ogni venti abitanti. In Europa è all’incirca di 1 a 2. Negli Usa di 2 a 3. Di quanto ancora crescerà il fabbisogno cinese? Senza considerare che il petrolio è materia prima ancora più preziosa per tutta la filiera della chimica. A ciò si aggiungono le tensioni geopolitiche, che spingono Obama, in nome di una maggiore indipendenza energetica Usa, a riaprire le ricerche per le estrazioni petrolifere off-shore, sottoponendosi all’ “infamante” accusa di assomigliare a Sarah Palin. Nel frattempo il sogno di energie alternative continua a rimanere nel cassetto. Nei numeri, che dicono la verità, se non nei cuori pieni di desideri scambiati per realtà. Nella soddisfazione del fabbisogno energetico del mondo, oltre al petrolio, la fanno da padroni il carbone e il gas. Questi ultimi, in particolare, continuamente in aumento nella produzione di energia elettrica. Responsabili di un inquinamento questo sì mortale e calcolato dall’ Organizzazione mondiale della Sanità in circa 1.000.000 di decessi all’anno. Questa dipendenza è anche il problema energetico principale dell’Italia, che deve ai combustibili fossili il 90% dei suoi consumi. Per questo il ricorso a una certa quota di energia nucleare, che da sola certo non risolve il problema, dovrebbe essere visto con favore. Anche con realismo. Qualcuno spieghi per esempio a Berlusconi che nemmeno l’entusiasmo del neofita può fargli credere che lui e Putin riforniranno il mondo in qualche anno dell’inesauribile sorgente costituita dalla fusione nucleare. Forse è più facile sconfiggere il cancro in tre 3 anni. In compenso lo strabismo verde si mobilita con forza emotiva adeguata solo quando c’è in ballo l’energia nucleare. Nel frattempo, come sempre, vincono i “cattivi”: i combustibili fossili. In verità Chicco Testa, negli ultimi anni, ha fatto una notevole conversione sul piano delle sue idee in fatto di energia. Da ambientalista convinto negli anni 80 a presidente dell’Enel ed ora amministratore della metropolitana di Roma. Ma, per quanto riguarda l’energia, purtroppo, non esistono ideali o idealismi. Esiste solo la realtà dura ed inflessibile la quale ci dice che è praticamente impossibile essere autonomi nel fabbisogno energetico solo con le fonti rinnovabili. Per carità, occorrono ANCHE quelle e soprattutto la Germania ha fatto dei passi da gigante nello sfruttamento di energia solare, eolica e idrica. Quindi le due cose dovranno andare obbligatoriamente di pari passo. Certo, i costi saranno notevolissimi sia per il nucleare che per le rinnovabili. L’intervento statale dovrà essere pesante anche in considerazione dell’enorme debito pubblico che ha l’Italia. Ma sarà ripagato anche e soprattutto con le enormi possibilità di lavoro che potremmo dare ai nostri giovani con le nuove tecnologie di energia nucleare ed ambientale. Sono 2 carte da mettere sul tavolo, da giocare e soprattutto da vincere. Altrimenti ci resteranno ancora anni e anni di immobilismo … che fa rima solo con ambientalismo senza alcuna proposta concreta per risolvere i problemi … |
Post n°215 pubblicato il 20 Aprile 2010 da svitol5
E’ l’argomento politico del momento la minacciata separazione dei due leader indiscussi del PDL. In verità di leader carismatico indiscusso ce ne sarebbe solo uno che è quello che ha mostrato negli ultimi 16 anni un fiuto politico incredibile nel dar vita prima a Forza Italia, eletto per ben 3 volte presidente del consiglio il quale, incredibile ma vero, si comporta sempre di più come se fosse un capo dell’opposizione ogni volta che improvvisa un discorso davanti a qualunque platea, sia che sia di industriali che di suoi elettori … Il problema non è il suo, ovviamente. Il problema è del paese che ancora continua a credere alle sue promesse (mai mantenute, vedi tasse …). Ma non è questo il punto. La domanda è questa: è verosimile appartenere ad un partito dove non esiste dibattito interno, dissenso, confronto, congressi ecc … ecc … ma tutto verte sul culto della personalità del capo carismatico? In verità questo tipo di situazione esisteva nel vecchio PCI, dove comunque anche con un serrato dibattito interno, alla fine in nome di una velleitaria identità di vedute, si approvava all’unanimità tutto quanto proposto dal comitato centrale. Ecco, quello si chiamava “centralismo democratico”. Ma allora la risposta può essere una sola: se ci sono degli YES-MAN di mestiere tutto ciò può essere molto ben accetto. Altrimenti, se si ha un minimo di dignità politica e personale, se ne traggono le ovvie conseguenze. Quelle che sicuramente ha tratto Fini dopo la conta dei suoi ex fedelissimi. Parliamoci chiaro: La Russa e Gaspari erano già belli che persi, fagocitati da quella che oramai non risulta più una destra liberale, nazionalista e gelosa custode delle mitiche parole “legge e ordine”. Quello che non ci si aspetta che la campagna acquisti abbia interessato personaggi del calibro di Alemanno, Matteoli e persino la Meloni, la quale, quando era segretario del Fronte della Gioventù, considerava Fini poco meno che un semi-dio. Ma facciamoci allora un’altra domanda, visto anche le recenti sventure del PD ed del centro-sinistra nel suo insieme: esiste in Italia una destra come la vorrebbe Fini? Può darsi che esista ma è sicuramente minoranza nella società, non come in Francia, in Germania ed in Inghilterra. Si diceva una volta che l’Italia è un paese culturalmente di sinistra ma socialmente di destra. Può essere ancora così visto che soprattutto la Lega rappresenta una destra regionalista, federalista, legata al territorio ed alla sua cultura che difende assumendo a volte posizioni molto estremiste, quasi xenofobe. Il rischio che corre Fini quindi è quello di trovarsi isolato anche visto il fuoco di sbarramento che i giornali berlusconiani gli hanno sparato, ma come ha anche detto alla riunione dei suoi fedelissimi citando Ezra Pound, “Se un uomo non è disposto a lottare per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale nulla lui …” Certo che se Fini avesse ragionato con una buona dose di pragmatismo politico probabilmente avrebbe evitato di porre questo tipo di problematiche. L’eredità politica di Berlusconi poteva tranquillamente essere sua, ora appare molto lontana. C’è anche un rischio e cioè quello di trovarsi poi con il paradosso che tutto ciò potrebbe amplificare ulteriormente l’egemonia della Lega all’interno della destra italiana, così come descritto da Angelo Panebianco sul Corriere della Sera: UN FAVORE ALLA LEGA Accade continuamente che certe nostre azioni, volte a ottenere determinati risultati, producano effetti opposti, in contrasto con le nostre intenzioni. Una delle ragioni per le quali è possibile che il presidente della Camera Gianfranco Fini cerchi un accomodamento dell'ultimo minuto con Berlusconi consiste nel fatto che una scissione potrebbe ampliare ulteriormente gli spazi di manovra della Lega di Bossi. Sarebbe paradossale se proprio Fini, il leader che contrasta il peso politico della Lega nella maggioranza e nel governo, si trovasse nella condizione di favorirne involontariamente l'accrescimento anziché il ridimensionamento. Nel breve termine, come ha osservato Stefano Folli ( Il Sole 24 ore), una scissione dei finiani potrebbe esaltare il ruolo della Lega nel governo non lasciando a Berlusconi altra scelta se non quella di rafforzare ulteriormente l'asse con Bossi. Ma le conseguenze di più ampia portata si avrebbero in sede elettorale (con o senza elezioni anticipate). Oggi, complici anche certe letture superficiali dei risultati delle regionali, la forza della Lega appare alquanto sopravvalutata. La Lega ha infatti ottenuto un grande successo ma con la complicità dell'astensione (l'astensionismo ha colpito il Pdl non la Lega). E’ plausibile che, nelle prossime elezioni politiche, riassorbito l'astensionismo, i rapporti di forza fra Lega e Pdl possano tornare più o meno ai livelli delle politiche precedenti. Ma se ci fosse una scissione le cose cambierebbero. Il Pdl apparirebbe al Nord ancor più fragile di quello che è e la Lega potrebbe avvantaggiarsene strappando molti elettori al partito di Berlusconi. L'egemonia leghista al Nord diventerebbe allora una «profezia che si autoadempie». La scissione finiana contribuirebbe al risultato. Inoltre, quale che sia la consistenza delle truppe finiane, è probabile che il grosso di quelle truppe sia dislocato essenzialmente nel Centro-Sud, da Roma in giù. Fini potrebbe così trovarsi, involontariamente, alla testa di una specie di Lega Sud, con una capacità di attrazione nel Nord del Paese vicina allo zero o giù di lì. Sarebbe un passo in più verso uno scenario un po' fosco, quello di una netta divisione politicoterritoriale fra Nord e Sud. D’altra parte, sono i numeri a dire che fino ad ora è stata solo la leadership di Berlusconi a tenere insieme le diverse anime territoriali della maggioranza. Fini ha però di fronte a sé anche un’altra opzione: fare ciò che fino ad oggi non ha fatto o non è riuscito a fare (come ha osservato Ernesto Galli della Loggia, sul Corriere del 16 aprile). Evitare la scissione e costruire una corrente, interna al Pdl, dotata di un suo chiaro e riconoscibile programma, capace di parlare davvero all’elettorato di destra. In questo caso, Fini si doterebbe di una certa forza contrattuale da spendere nelle trattative con Berlusconi, Tremonti e Bossi sulle varie questioni interessate dall’azione del governo. È una strada sdrucciolevole: elaborare un programma siffatto (soprattutto, sulle questioni economiche) non è facile. Ma sembra anche, per Fini, l’unica possibilità. Limitarsi a fare il controcanto ogni volta che Berlusconi parla, come il Presidente della Camera ha fin qui scelto di fare, può strappare applausi alla sinistra ma, politicamente, non porta da nessuna parte. Con o senza scissione. Angelo Panebianco
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Post n°214 pubblicato il 16 Aprile 2010 da svitol5
Il sindaco sospende il pranzo agli alunni della scuolamaterna ed elementare che hanno pagato la retta e gli arretrati e un cittadinoinvia un bonifico di 10mila euro per rimettere tutto a posto. Accade ad Adronel bresciano dove l'amministrazione comunale ha ricevuto il versamento che hasaldato il debito accumulato dalle famiglie che avevano usufruito del servizioe per motivi diversi non avevano pagato la retta. L'anonimobenefattore ha accompagnato il suo gesto da una lettera pubblicata dal sito del"Corriere della Sera" e che riporto qui sotto. |
Post n°213 pubblicato il 15 Aprile 2010 da svitol5
Attenti bene … questo che leggerete qui sotto non è uno scherzo ma riassume fedelmente quanto riportato dal blog “Pontifex” relativamente ad una intervista fatta al vescovo emerito di Grosseto mons. Babini. Ebbene, incredibile ma vero, il complotto giudaico-massonico-omosessuali con annesse lobbies, è la causa di tutti i mali e persino Hitler, tutto sommato, non era poi così nel torto nell’eliminare qualche milione di ebrei …
Sapete, si fa un gran parlare di integralismo islamico ma qui siamo proprio su posizioni identiche se non peggiori di cui un buon cristiano potrebbe anche vergognarsi … ma non siamo tutti uguali, chiaramente. Siamo di fronte ad un serio estremista oltre che “Vescovo D-emerito” … Quello che invece non ci si aspetta da una persona molto intelligente, abituato alla diplomazia e quindi a girare il mondo, sono le parole del cardinale Bertone il quale ha accostato l’omosessualità alla pedofilia, in base ad una non meglio precisata inchiesta americana del NYT, giustificando in qualche modo tutti i casi di pedofilia avvenuti in ambiente ecclesiastico. Riporto qui di seguito un commento di Francesco Merlo, come al solito molto puntuale e tagliente nei suoi giudizi: LA CONFUSIONE DELLA CHIESA di Francesco Merlo È un disagio più che un errore, non è un' analisi più o meno grossolana ma una reazione scomposta,è un danno che la Chiesa non fa agli omosessuali ma a se stessa. Il cardinale Tarcisio Bertone, che è un uomo di solito prudente ed è, nientemeno, il numero due dello Stato Vaticano, per difendere il celibato ha abusato dell' omosessualità: «Molti sociologi, molti psichiatri hanno dimostrato che non c' è relazione tra celibato e pedofilia - ha detto in Cile - e invece molti altri hanno dimostrato, me lo hanno detto recentemente, che c' è una relazione tra omosessualità e pedofilia». Sulla natura e le origini della pulsione pedofila sono state scritte molte cose, ma che ci sia un rapporto statistico-scientifico tra omosessualità e pedofilia è sicuramente una bugia. Detta da un teologo la bugia è ancora più grave. Il cardinale Bertone ha infatti un rapporto altissimo con il candore e con l' amore, un' abitudine filosofica con la profondità, è un uomo di Dio. Perciò davvero ci sorprende che sia entrato a piedi uniti su una questione così delicata e complessa. E ci pare, alla fine, che le sue parole non debbano essere lette come un manifesto teocratico dell' intolleranza a uso e consumo degli omofobi, ma come una drammatica confessione di debolezza, dello stato confusionale in cui si trova la Chiesa cattolica in questo momento. Tutti sappiamo che la pedofilia è sesso con bambini o bambine, è uno dei tanti misteri della psiche e della storia dell' umanità, la conosciamo dai tempi dell' anticae tollerante Grecia. Per noi è perversione, è depravazione, è violenza perché il pedofilo rende disponibile a sé un corpo che non è ancora animato autonomamente, non è maturo per le scelte sessuali, non è responsabile. Alla bimba o al bimbo viene infatti imposto un rapporto fisico in maniera subdola da qualcuno che è più grande, è autorevole, gode della sua fiducia, esercita una forte influenza spirituale. Ecco, a noi pare molto strano che un uomo di Chiesa non si renda conto di quanto sia oltraggioso imputare di reato l' omosessualità, associarla alla pedofilia. Noi non abbiamo la presunzione di sapere che cos' è l' omosessuale né qual è la maniera meglio accettata da Dio di definire o di praticare la sessualità in genere. Ma tutti, anche Bertone e il clero di Roma, sanno che la pedofilia è un reato, un feroce abuso e invece l' omosessualità - sia una scelta o sia imposta dalla natura - è comunque legittima tanto quanto l' eterosessualità. Hanno gli stessi titoli. A nessun cardinale è venuto in mente di giustificare o soltanto di associare con argomenti scientifici lo stupro con l' eterosessualità: ci sono eterosessuali stupratori e ci sono eterosessuali pedofili, maschie femmine, come ci sono ladri calvi e ladri capelloni. Non è il capello che fa l' uomo ladro, illustre cardinale. E però è così facile replicare al cardinale Bertone che mentre scriviamo stiamo ancora a chiederci che cosa sta succedendo nella nomenklatura della Chiesa di Roma. Noi sappiamo bene che ci sono molti preti all' avanguardia nella battaglia contro la pedofilia e la depravazione violenta. Sarebbe dunque grossolano sostenere che tutti i preti, in quanto celibi, sono pedofili, perché appunto ne vediamo tanti che si danno anima e corpo a difendere i bambini, a proteggere la loro ingenuità, a rilanciare l' immagine evangelica dei pargoli che vanno a Cristo. Fosse solo dal punto di vista della comunicazione, i pastori di Roma non ne indovinano più una. Sembrano non custodire più il gregge, non proteggere più le pecorelle. Invece di limitarsi a rimediare ai propri difetti e a ripulire la propria comunità dai vizi, rispondendo ovviamente nel merito a chi eccede e a chi attacca per anticlericalismo preconcetto, si arroccano in una difesa aggressiva che è più deleteria degli attacchi subiti. L' idiozia di evocare un complotto sionista perché il New York Times appartiene a un ebreo è una tecnica tipica dei cavernicoli, da Polifemo che accecato dal suo dolore accusava Nessuno, ai falsi protocolli di Sion che imputavano agli ebrei di attentare alla cristianità. Anche la minimizzazione del quotidiano americano, definito «un tabloid», è roba da polemisti di provincia. Da uno dei poteri più antichi, sapienti e collaudati, ci si aspetterebbe un' intelligenza e una spiritualità più attrezzate. Diciamo la verità: non siamo abituati a una Chiesa che si arrampica sugli specchi, allo smarrimento di una gerarchia ecclesiastica spaventata dagli scheletri negli armadi. Certo Tarcisio Bertone ha il diritto e anche il dovere di difendere la Chiesa e il celibato dei preti, ma offendendo così gli omosessuali tradisce la sua fragilità, espone la sua omofobia, disarma tutti i soldati di Cristo. Recentemente ci sono stati diversi attacchi a Benedetto XVI riguardo una presunta copertura da lui data ad un caso conclamato quando era prefetto della Congregazione della Fede. Sono personalmente convinto che questi attacchi siano ingiustificati, così come quello del suo ex amico teologo Hans Kung che oggi su Repubblica lo ha accusato di aver fallito nel rinnovamento della Chiesa. Non è così: dobbiamo soprattutto a questo Papa se è crollato un muro di gomma che aveva pervaso tutte le gerarchie ecclesiastiche, spingendo la quasi totalità delle diocesi a coprire e giustificare gli orrendi crimini di sacerdoti infedeli. Non è ammissibile dire che le percentuali di abusi sessuali sui minori sono le stesse di altre categorie: non è una giustificazione è anzi una colpa ancora più grave visto il ruolo che i sacerdoti ricoprono nell’educazione dei nostri figli. Riguardo invece al rinnovamento della Chiesa, probabilmente non è ancora il tempo e, forse, non è nemmeno il compito adatto ad un fine teologo come Ratzinger, di cui si ricorda invece il contributo fondamentale dato nel Concilio Vaticano II, insieme ad Hans Kung, per una Chiesa aperta al mondo. C’è invece necessità di pulizia e trasparenza all’interno della Chiesa. Le stesse cose di cui aveva auspicato lo stesso Papa nel 2005 ad una Via Crucis quando era ancora cardinale, forse prevedendo quello che stava per accadere negli anni a venire. E’ quello che tutti ci aspettiamo, cristiani e non, senza vittimismi, omertà e soprattutto con la volontà di togliere tutte le mele marce dal grande cesto delle nostre comunità. La canzone della musica in sottofondo si intitola “Shame” (vergogna) dei Talk Talk, che è la stessa parola che bisogna gridare a tutti quelli che si sono macchiati di questo crimine ed anche a chi ha voluto coprire gli scandali … Un saluto a tutti e scusate per la lunga assenza dal mio e dai vostri blog … Vito |
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