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ALDA MERINI
E tutti noi costretti dentro
le ombre del vino
non abbiamo parole nè potere
per invogliare altri avventori.
Siamo osti senza domande
riceviamo tutti
solo che abbiano un cuore.
Siamo poeti fatti di vesti pesanti
e intime calure di bosco,
siamo contadini che portano
la terra a Venere
siamo usurai pieni di croci
siamo conventi che non hanno sangue
siamo una fede senza profeti
ma siamo poeti.
Soli come le bestie
buttati per ogni fango
senza una casa libera
nè un sasso per sentimento
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« Vita che va | Cazzatine » |
Post n°324 pubblicato il 12 Novembre 2006 da alexisdg10
Questo pomeriggio ho preso un caffè con Maria, in un bar del centro. Ci vediamo poco io e Maria. Lei è spesso via per lavoro e molte altre volte i nostri orari non coincidono. Ma oggi ce l'abbiamo fatta, finalmente. E' una buona amica Maria. Mi è stata vicina nei giorni cupi del mio passato. E' una persona capace di sorreggere gli altri e allo stesso tempo ha la dote rara di esultare di pura gioia quando riesci a tirarti fuori dai guai. Ha un formalità e un contegno tutto torinese lei, simile ad una madama del passato, un po' barocca e schiva come questa città e al tempo stesso spegiudicata quanto basta per essere una donna di vedute aperte e di solidi sentimenti. Abbiamo parlato a lungo di tutto e poi, come spesso capita, abbiamo passato in rassegna le cose del passato. "Hai mai più visto Michele?" mi chiede lei fra un pasticccino e un sorso di caffè. Già, Michele. E chi se lo dimentica? Con lui ho passato i giorni peggiori della mia vita di maschio adulto. "Sai, insieme al suo nuovo compagno ha messo sù uno studio di riflessologia e cromoterapia" mi dice lei con cautela. " Come come?" dico io " Sì Alex, hai capito bene" dice lei " Hanno fatto un corso di queste cose qua. Lui faceva l'architetto. Ha lasciato lo studio e hanno aperto insieme questo posto. Sai: iridologia, fiori di Bach, rebirthing, quelle cazzate là, insomma" dice lei dall'alto della sua posizione di pragmatica ricercatrice presso una delle più importanti strutture ospedaliere della città. "Sai, li ho visti per caso una volta dalle parti del Lingotto. Mi sono venuti i brividi. Mi hanno invitato per un caffè e ci sono dovuta andare, sai com'è, mi hanno presa alla sprovvista. L'altro parla addirittura come Michele, si muove come lui. Alex, guarda tu non ne hai idea!" mi dice disgustata. E invece una vaga idea io ce l'ho. Conobbi Michele in casa di amici, ad una cena alla quale ero stato invitato dalla padrona di casa. Eravamo verso la fine del 1993, quindi non avevo esattamente 14 anni. Evidentemente la stupidità e la disperazione umana non hanno tempo e soprattutto non hanno limiti. Lui mi fece una corte spietata per tutta la sera, si fece dare il numero del mio telefono dall'amica comune ( ora ex amica) e mi chiamò il giorno dopo. Devo ammettere che Michele era molto molto bello ed io molto molto solo. E' l'unica giustificazione che io possa dare alla mia cretinaggine. S'invitò a cena la sera stessa ( e già dal primo giorno e solo da questo avrei dovuto capire di che razza d'individuo si trattasse, ma, si sa, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire ). Dalla cucina passammo in un secondo alla camera da letto e suggellammo quell'incontro con un sesso feroce e appassionato. Tutto avrebbe potuto finire lì e invece no. Purtroppo, per un mio limite congenito e per via di un copione che si ripete all'infinito finchè non si decide di cambiarlo, io me ne innamorai, contro ogni logica e previsione. Mai gesto e pensieri furono più incauti! Michele aveva già un compagno, col quale viveva da diversi anni, ma era anche, come si dice, un grandissimo figlio di puttana per cui il fatto che fosse legato ad un' altra persona non limitava assolutamente il suo raggio di azione. E di distruzione. La "storia" andò avanti per circa sei mesi. Sei mesi in cui io riuscii a perdere fino all'ultimo briciolo di dignità. Perchè, oltre a dirgli, ovviamente, che io non gli avrei mai chiesto di lasciare Augusto, oltre a dirgli in mille ed un modo che io non gli avrei mai chiesto nulla in cambio ( certe mancanze di rispetto verso se stessi giustificano certi maltrattementi, ora lo so), oltre ad essere in tutto e per tutto un single coinvolto in una storia clandestina, con tutti i fatti e i misfatti, i camuffamenti e le mezze verità, mi ero ridotto ad una casalinga assurda e patetica. Lui veniva a pranzo tutti i giorni ( come ho potuto??), per risparmiare sul bar o sul self service. Io preparavo cose del tipo: pesce spada alla siciliana, pasta con le sarde, spaghetti con la bottarga, involtini primavera cantonesi, nasi ghoreng alla tailandese, basmati indiano con pollo al curry, acquistavo i vini migliori, shakeravo improbabili cocktails che servivo con crostoni di salmone affumicato e patè di prosciutto crudo. Insomma facevo pena! Poi si andava di là a scopare. Lavoravo come un negro tutta la mattina, lui arrivava, si riempiva come un porco e scopava. Tutto qui. Il fondo lo toccai quando mi invitò ad una cena con tutta la sua famiglia ed il suo compagno, per avere davanti a sè tutti coloro che amava, mi disse. Incontentabile Michele! Io avevo le idee confuse, non capivo più un tubo, gli dicevo che lo amavo, gli chiedevo se lui amasse me. Lui sorrideva e scopava. Non sapeva fare altro. Se ci penso ancora oggi mi vengono i brividi. Una sera gli dissi che non stavo bene e che lo avrei voluto con me. Lui mi rispose che dovevo smettere di dire cazzate, che per lui ero un gradevole passatempo, ma che la sua vita era altrove. Piansi per giorni e giorni, con la povera Maria che cercava di riportarmi alla realtà e di consolarmi. Sono passati 13 anni e oggi, a distanza di tutto questo tempo, mi chiedo come io abbia potuto ridurmi così in quei giorni. Parlavo di un copione che si deve cambiare. All'epoca ero un maestro dell'autolesionismo e mi circondavo puntualmente di persone capacissime di farmi soffrire. Ero io, però, che davo loro l'occasione, i mezzi e l'autorità per farlo. Nessuno avrà mai un potere simile su di noi se non siamo noi stessi a concedeglielo. Nel mio ricordo Michele resterà sempre un grandissimo stronzo, ma la colpa è stata solo mia. A volte mi capita di pensare al passato e di non ritrovarmici per niente. Come un quaderno o uno di quei diari di scuola che apriamo dopo molto, molto tempo. Come quei diari, dicevo, che sfogliamo e che troviamo pieni di segni e di frasi scritte in codice, che dovevano per forza corrispondere nella realtà passata ad un linguaggio atto a farci comprendere qualcosa di molto personale, di molto buffo o di molto triste, ma il cui significato, a distanza di così tanti anni, ci sfugge del tutto e non ricordiamo minimamente, per quanti sforzi possiamo fare. Mi guardo indietro e a volte non mi riconosco. Davide sorride quando gli racconto queste cose. Mi guarda e sorride bonario e saggio. "Questa era la tua preistoria." mi dice lui ricordando una frase che mi disse poco dopo avermi conosciuto. Quella sera, nelle tiepida notte romana, dopo il suo concerto, già molto tardi, lo presi sottobraccio e lo costrinsi a camminare a lungo nei vicoli del centro, vicino a Campo dei Fiori. Ricordo il profumo della sua camicia, la stanchezza del suo volto e il lieve tremore delle sue mani. Due giorni dopo mi telefonò a mi disse che tornava a Treviso ma che da lì avrebbe subito preso un treno per Torino: |
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Questo blog è nato come luogo di svago, come luogo di scambio di opinioni e di idee, come luogo di confronto, un posto dove ascoltare un pò di musica e leggere qualcosa . Magari, a volte, qualcosa di stimolante e persino d' interessante.
E non necessariamente perchè lo scrivo io.
Un luogo dove poter interagire liberamente. Tutti possono entrare, leggere e commentare purchè si esprima un 'opinione senza offendere chi la pensa diversamente. La libertà di ognuno di noi cessa nel momento in cui lede quella di un altro. La maggior parte delle foto e degli scritti in questo blog sono miei, ma alcuni sono anche tratti dal web. Dove possibile sono citati gli autori e le fonti. Se per disattenzione o perchè non disponibili, accadesse che in qualche modo qualcuno di sentisse leso, può tranquillamente scrivermi e la foto o il post verranno rimossi. In questo blog è lecito parlare di tutto. Ed è lecito dissentire. Come è pure lecito e auspicabile costruire. Il dissenso è legittimo quando è finalizzato alla costruzione e non alla mera distruzione fine a se stessa. Nessun commento sarà mai rimosso o censurato.
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PER I VOSTRI VIAGGI CONSAPEVOLI
Non dorme nessuno nel cielo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
I bambini della luna fiutano e aggirano le loro capanne.
Verranno le iguane vive a mordere gli uomini che non sognano
e colui che fugge col cuore spezzato troverà alle cantonate
l'incredibile coccodrillo tranquillo sotto la tenera protesta degli astri.
Non dorme nessuno nel mondo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
C'è un morto nel cimitero più lontano
che si lamenta da tre anni
perché ha un paesaggio secco nel ginocchio;
e il fanciullo che hanno seppellito stamane piangeva tanto
che fu necessario chiamare i cani per farlo tacere
Non è sogno la vita. All'erta! All'erta! All'erta!
Precipitiamo dalle scale per mangiare la terra bagnata
o saliamo al margine della neve con il coro delle dalie morte.
Ma non c'è oblio né sonno:
carne viva. I baci legano le bocche
in un groviglio di vene recenti
e, a chi gli duole, il suo dolore gli dorrà senza tregua
e, chi teme la morte, se la porterà sulle spalle.
Un giorno
i cavalli vivranno nelle taverne
e le formiche infuriate
aggrediranno i cieli gialli che si rifugiano negli occhi delle vacche.
Un altro giorno
vedremo la resurrezione delle farfalle dissecate
e andando in un paesaggio di spugne grigie e di navi mute
vedremo brillare il nostro anello e scaturire farfalle dalla nostra lingua.
All'erta! All'erta! All'erta!
Quelli macchiati ancora di fanghiglia e acquazzone,
quel ragazzo che piange perché non sa l'invenzione del ponte
o quel morto cui rimane soltanto la testa e una scarpa,
bisogna portarli al muro dove stanno in attesa iguane e serpenti,
dove aspetta la dentatura dell'orso,
dove aspetta la mano mummificata del bambino
e la pelle del cammello s'arriccia con un violento brivido azzurro.
Non dorme nessuno nel cielo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
Ma se qualcuno chiude gli occhi,
frustatelo, figli miei, frustatelo!
Permanga un panorama di occhi aperti
e amare piaghe accese.
Non dorme nessuno nel mondo. Nessuno, nessuno.
Ve l'ho detto.
Non dorme nessuno.
Ma se qualcuno nella notte ha troppo musco alle tempie,
aprite le botole affinché veda sotto la luna
i bicchieri falsi, il veleno e il teschio dei teatri.
Federico Garcia Lorca
sul comodino ( ma anche per terra e sotto il letto)
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