Blog
Un blog creato da alexisdg10 il 01/02/2005

Arrancame la vida!

la realtà, i sogni, la politica, l'amore, la rabbia e l'allegria: la mia vita

 
 

 

AREA PERSONALE

 

       Soft Colors | Colores SuavesCOLORES EN AGUA

 

"Sólo los besos son más placenteros que las palabras" 

immagine  immagine

 

FERMIAMO LA GUERRA

per tutte le infanzie rubate

per i legami strappati

per i fiori recisi

per le andate senza ritorno

per tutti i “progetti-uomo” mai realizzati

per tutte le ferite dell’abbandono

per tutto il freddo

per tutta la paura

per tutto l’odio

per tutta la fame

per tutto il non amore…

 

SOLO LIBERTà...E GIUSTIZIA

immagineimmagineimmagineimmagineimmagineimmagineimmagineimmagine

 

ALDA MERINI

E tutti noi costretti dentro
le ombre del vino
non abbiamo parole nè potere
per invogliare altri avventori.
Siamo osti senza domande
riceviamo tutti
solo che abbiano un cuore.
Siamo poeti fatti di vesti pesanti
e intime calure di bosco,
siamo contadini che portano
la terra a Venere
siamo usurai pieni di croci
siamo conventi che non hanno sangue
siamo una fede senza profeti
ma siamo poeti.
Soli come le bestie
buttati per ogni fango
senza una casa libera
nè un sasso per sentimento

immagineimmagineimmagineimmagineimmagineimmagineimmagineimmagineimmagine

 
Citazioni nei Blog Amici: 126
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 

FOTO

immagineimmagineimmagine immagineimmagine VeniceManos Klaus Mäurer, GitarreHands

 
 

 

« Messaggio #511Messaggio #513 »

Post N° 512

Post n°512 pubblicato il 12 Luglio 2007 da alexisdg10

Era da tanto tempo che volevo rivedere Lorenzo, il nostro Lorain, la francesina. Oggi finalmente ho trovato il coraggio di farlo e ci sono andato. Paolo è venuto con me. Abbiamo guidato l’auto fino all’ospizio in questo paesino fuori Torino. Un paese brutto e anonimo, uno di quei posti orribili appena fuori città, uno di quei posti che non capisci dove finisca la città e  dove incominci il paese. Un posto triste, fatto di condomini anni ’60, di fabbriche e di strade diritte, aride e senza fine, alle porte di questa città senza primavera. Gli abbiamo preso dei fiori a Lorenzo. Dei fiori rossi come le scarpe delle notti  quando batteva al Valentino, rosse come il suo paracqua di raso rosso “ C’è Lorain! Guardate, è laggiù!” Perché credo di non essermi reso conto neanche quest’anno dell’arrivo della primavera  e di aver falsamente spiato invano i rami nudi, per trascurare il momento giusto, quell’istante brevissimo e fuggente in cui germogliano le foglie, puntini minuscoli, tenere gemme contro il cielo azzurro. E l’estate, come tutte le altre estati nella mia città, è scoppiata improvvisa e repentina, e, quando mi rendo conto che l’inverno è finito, gli alberi esplodono già in un verde lussureggiante che mi soffoca, un verde polveroso e spento, nonostante l’estate di quest’anno, perfino in questo posto grigio, sia fresca e azzurra, quasi morbida, quasi pulita. Passo dalla porta di ferro, pesante e cigolante, e mi immergo in un’atmosfera contraddittoriamente più pura ( meno luce, meno rumore, meno sole ), come se in questo pomeriggio polveroso e sporco,  in questo orribile paese alle porte della città, mi fossi rifugiato nella frescura della pietra di una casa molto antica e molto fredda, con remoti odori di umidità e di gelo, il freddo non ancora fugato qui dall’estate, in questo luogo che si presume essere una specie di anticamera della morte. Mi piacciono la penombra e il silenzio, e rimango in piedi, con le spalle alla porta che si chiude con un colpo secco,mentre i miei occhi si abituano gradualmente all’oscurità e cominciano a distinguere le ombre. E sulla sedia a rotelle, di spalle, nel mezzo di una stanzetta piccola e soffocante, con un’unica finestra che da su di una strada trafficata e anonima ( nemmeno un albero per chi fra gli alberi del Valentino ci ha trascorso una vita ), scorgo la figura di Lorenzo, o ciò che resta di Lorenzo. L’ultima volta che lo avevo visto era al funerale di mio padre, cinque anni fa. Lorenzo era sceso da un taxi bianco, nel suo tailleur grigio da signora di gran classe, gli occhialoni scuri, i tacchi alti. Si era precipitato da mia madre in lacrime ( lacrime vere, autentiche lacrime di un vecchio amico ), poi aveva abbracciato me,  mi aveva stretto a sé con un trasporto e con un’intensità tale che la ricordo ancora e ci aveva accompagnato al loculo, sorreggendo mia madre con le sue braccia ancora forti. Ora Lorenzo è seduto su di una sedia a rotelle da corsia, sembra che guardi verso la finestra, ma è più probabile che sia perso nel suo mondo, che non sia con noi (  "a volte non riconosce la gente” mi ha detto l’infermiera appena entrati ), che stia vagando altrove per conto suo. Non avevo mai visto Lorenzo senza la sua parrucca bionda e quasi faccio fatica a riconoscere in questo topolino smarrito e rinsecchito il travestito bellissimo dei vecchi tempi. E neppure l’immagine del Lorenzo al funerale di mio padre ( un uomo già  avanti con gli anni, già magro e terribilmente invecchiato, ma ancora affascinante nei suoi tacchi alti da gran sera e nel vestito elegante e sobrio, ancora forte e in salute ) corrisponde in qualche modo a questo esserino fragile e minuto che ho davanti adesso, rattrappito nella sua sedia a rotelle da corsia, con quattro capelli corti e sfilacciati sulla nuca, dai tratti scavati e dolorosi. Gli tocco una spalla con cautela, lui volta lentamente il capo verso di me, mi guarda con i suoi occhi celesti, spenti e un po’ lividi, una fitta rete di rughe come un finissimo  merletto, le palpebre socchiuse, come quelle di chi ha preso troppi tranquillanti e cadesse dal sonno. Gli carezzo una mano, una mano aggraziata, lunga e affusolata. Poi d’improvviso sembra scuotersi dal suo torpore di secoli, mi guarda per un attimo serio, gli occhi celesti spalancati dallo stupore. “ Alex, bambino mio, sei tu?” Gli stringo il capino calvo da uccellino e gli carezzo le guance ruvide “ Che sorpresa, Alex, che sorpresa che mi hai fatto, sono la donna più felice della terra adesso!” Ride, ha un accenno di tosse, poi si riprende e si guarda attorno “ E chi l’è questo bel ragazzo che t’hei purtami a vughe? L’è el to murus?” dice in dialetto. “ Ma no Lorenzo, guarda bene: questo è Paolo, il nostro Paolo, non ti ricordi?” dico io triste. Lorain si batte una mano sulla testa pelata, guarda Paolo, gli si riempiono gli occhi di lacrime, gli tende una mano e afferra la sua con tenerezza “ Paolino, scusa, sono davvero una vecchia rincoglionita!” Paolo si muove con le sue stampelle verso di lui e lo abbraccia stretto “ Come stai, amore mio, dimmi, come stai, hai tanto male? La mamma di Alex mi ha detto tutto.”  Sospira lui pensoso. “ No, Lorenzo, va abbastanza bene, non ti preoccupare tu, ci pensano loro a me, Alex e Davide e la Silvia.”  Lui si volta di scatto verso di me “ mi sa che avevate ragione voi, bambini miei, il Signore è proprio cieco, non poteva risparmiare te, giovane  e bello, e dare questa croce a me, un vecchia bagascia inutile!” “Dai Lorenzo, non fa niente” dice Paolo dolce mentre gli carezza la testina calva. “ Come stai tu piuttosto?” “ Eh, miei cari, mi sun qui che aspetto:” dice lui serio “ Su Lorenzo!” dico io scuotendogli le spalle. “ Ma sì, bambini belli, va bìn parei, non sono mica triste io. E’ la vita, cosa ci volete fare?” Parliamo con Lorenzo delle ultime cose delle nostre vite, dei nostri ricordi dei tempi andati, di mio padre, delle cose del mondo. “ Sei uguale a tuo papà Alex, la stessa tempra, lo stesso carattere, gli stessi occhi neri” Per un attimo sorrido felice. “ Volete vedere una cosa? Aprite l’armadio, nel terzo cassetto c’è una scatola, portatemela qua. Vado verso l’armadio, apro il cassetto e tiro fuori una scatola vecchia di cartone sgualcito e consunto “ Aprila” mi ordina Lorain “ E guarda:” Avvolte in un panno di velluto nero, come per magia, ecco le scarpe rosse di Lorain, quando per tutti era la francesina “ Meravigliose! Le hai conservate per tutto questo tempo!” “ Certo mio caro, per non dimenticarmi mai di quando ero giovane, quando eravamo tutti più giovani. E’ poco, lo so, ma è l’unica cosa che ho conservato quando ho venduto l’appartamento in via delle Rosine e sono venuta qua dentro. Sono ancora belle, vero? Le lucido tutti i santi giorni.” Guardo le scarpe come incantato “ Quanti ricordi, vero ragazzi?” Ripongo le scarpe nel loro drappo di velluto nero. “Hai bisogno di qualcosa Lorenzo? Ti serve qualcosa?” gli chiedo io piano “ No, Alex, qui ho tutto,quasi tutto per lo meno” Paolo gli carezza le mani “ Però sì. Una cosa che vorrei tanto avere c’è”  “E diccela Lorenzo, che noi te le portiamo” “ Voi riderete di me, una vecchia zoccola in un ospizio, ma vedete, io dentro, certe volte,  mi sento  ancora quella di un tempo, quella di sempre, una ragazzina. Vorrei tanto una parrucca bionda! Ecco sì, una bella parrucca bionda come quella che avevo al Valentino” ride da solo “ Poi vi rendo i soldi neh, cosa vi credete!” accenna ad un sorriso stanco. “ Avrai la tua parrucca Lorenzo!” dice Paolo perentorio e sicuro. “  E adesso andate che questo posto fa male ai giovani, c’è aria di morte qui, andatevene. Vi accompagno alla porta” Usciamo dalla stanza spingendo la carrozzina di Lorenzo. Quando siamo sulla soglia lui guarda Paolo e gli dice “ fatti coraggio bimbo mio e quando la malattia ti fa male pensa ai vecchi tempi, alle risate che ci siamo fatti, che aiuta. Speriamo che questo cancro se ne vada presto Paolo, sperare non costa niente no? “ Una suora che regge un vecchio paralitico nel corridoio si gira verso di noi, guarda Paolo con pena infinita e mormora.: “Che Dio ti aiuti!” Lorenzo si gira di scatto, fulmina la suora con lo sguardo, sorride con uno dei suoi sorrisi amari e dice forte “ Sta zitta tu, lesbica!” C’è un attimo di stupore negli occhi della suora, il silenzio si fa pesante per qualche istante, poi tutti e tre scoppiamo in una fragorosa risata liberatoria “ Andate adesso, andate, e portatemi la parrucca appena potete.” Baciamo Lorenzo, apriamo la porta pesante e cigolante che si chiude alle nostre spalle con uno scatto secco e in qualche secondo siamo in strada. Alzo gli occhi al primo piano. Fra la cornice della finestra vedo Lorenzo, nella sua vestaglia a fiorellini tenui. Fa ciao con a mano e a leggergli  le labbra si vede chiaramente che scandisce “ La parrucca! Ricordatevi della parrucca!”
Torniamo in città lentamente, nella frescura di un luglio dolce e strano, su questa strada brutta e arida, diritta e anonima. Paolo appoggia la sua mano sulla mia. Tutti e due sorridiamo. Quasi sereni. Per una volta quasi sereni.

http://www.youtube.com/watch?v=Z8F8cG9jNb8

Commenti al Post:
seduzir64
seduzir64 il 12/07/07 alle 14:15 via WEB
Un saluto..dal mare.
 
eganz
eganz il 12/07/07 alle 16:58 via WEB
Bellissimo! Sei un grande!
 
lubely
lubely il 12/07/07 alle 17:19 via WEB
dalla descrizione sembra il mio paesello...
 
 
beth68
beth68 il 13/07/07 alle 08:19 via WEB
uhm. dalla descrizione abiti in un bel posticino, lube! :)
 
beth68
beth68 il 12/07/07 alle 17:20 via WEB
lacrime agli occhi, come sempre. tvb :*
 
fataignorante_79
fataignorante_79 il 12/07/07 alle 21:44 via WEB
un sorriso.. e un abraccio.
 
 
fataignorante_79
fataignorante_79 il 12/07/07 alle 21:45 via WEB
sorry.. abbraccio.. :-D
 
Stefy14
Stefy14 il 12/07/07 alle 23:40 via WEB
è bello leggerti, SEMPRE. bacio, Stefi
 
ANDY.JAY
ANDY.JAY il 13/07/07 alle 12:05 via WEB
Mi hai fatto provare bellissime sensazioni caro Alex... ho ancora i brividi...grazie...
 
marcobegliocchi
marcobegliocchi il 13/07/07 alle 18:25 via WEB
e parrucca bionda sia!!! se volete io gli regalo uno dei miei rossetti rosso fuoco... tanto per quanto li usi ^____^
 
creamy4you
creamy4you il 13/07/07 alle 20:03 via WEB
"Arrancame la vida" è il titolo di un libro di angeles mastreta..vero? non l'ho mai letto ma lo vorrei fare...
 
piccololord84
piccololord84 il 14/07/07 alle 13:45 via WEB
Che dolce! Buon fine settimana :)
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
who's _nline
 

REGOLE DEL BLOG

Questo blog è nato come  luogo di svago, come luogo di scambio di opinioni e  di idee, come luogo di confronto,  un posto dove ascoltare un pò di musica e leggere qualcosa . Magari, a volte, qualcosa di stimolante e persino d' interessante. 
E non necessariamente perchè lo scrivo io. 
Un luogo dove poter interagire liberamente. Tutti possono entrare, leggere e commentare purchè si esprima un 'opinione senza offendere chi la pensa diversamente. La libertà di ognuno di noi  cessa  nel momento in cui lede quella di un altro.  La maggior parte delle foto e degli scritti in questo blog  sono  miei, ma alcuni sono anche tratti dal web. Dove possibile sono citati gli autori e le fonti. Se  per disattenzione o perchè non disponibili,  accadesse  che in qualche modo qualcuno di sentisse leso, può tranquillamente scrivermi e la foto o il post verranno rimossi. In questo blog è lecito parlare di tutto. Ed è lecito dissentire. Come è pure  lecito e auspicabile costruire. Il dissenso è legittimo quando è finalizzato alla costruzione e non alla mera distruzione fine a se stessa. Nessun commento sarà mai rimosso o censurato.

 

CONTATTA L'AUTORE

Nickname: alexisdg10
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 21
Prov: TV
 

ULTIME VISITE AL BLOG

She_wolf_77alexisdg10cassetta2magdalene57beth68Miele.Speziato0Fajrurlodifarfallamariomancino.mSteffffgiulione6ikomnaar75bettyshortD_I_K_R_I.2_0_2_1
 
 
 

PER I VOSTRI VIAGGI CONSAPEVOLI

 Non dorme nessuno nel cielo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
I bambini della luna fiutano e aggirano le loro capanne.
Verranno le iguane vive a mordere gli uomini che non sognano
e colui che fugge col cuore spezzato troverà alle cantonate
l'incredibile coccodrillo tranquillo sotto la tenera protesta degli astri. 
Non dorme nessuno nel mondo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
C'è un morto nel cimitero più lontano
che si lamenta da tre anni
perché ha un paesaggio secco nel ginocchio;
e il fanciullo che hanno seppellito stamane piangeva tanto
che fu necessario chiamare i cani per farlo tacere 
Non è sogno la vita. All'erta! All'erta! All'erta!
Precipitiamo dalle scale per mangiare la terra bagnata
o saliamo al margine della neve con il coro delle dalie morte.
Ma non c'è oblio né sonno:
carne viva. I baci legano le bocche
in un groviglio di vene recenti
e, a chi gli duole, il suo dolore gli dorrà senza tregua
e, chi teme la morte, se la porterà sulle spalle. 
 Un giorno
i cavalli vivranno nelle taverne
e le formiche infuriate
aggrediranno i cieli gialli che si rifugiano negli occhi delle vacche. 
Un altro giorno
vedremo la resurrezione delle farfalle dissecate
e andando in un paesaggio di spugne grigie e di navi mute
vedremo brillare il nostro anello e scaturire farfalle dalla nostra lingua.
All'erta! All'erta! All'erta!
Quelli macchiati ancora di fanghiglia e acquazzone,
quel ragazzo che piange perché non sa l'invenzione del ponte
o quel morto cui rimane soltanto la testa e una scarpa,
bisogna portarli al muro dove stanno in attesa iguane e serpenti,
dove aspetta la dentatura dell'orso,
dove aspetta la mano mummificata del bambino
e la pelle del cammello s'arriccia con un violento brivido azzurro. 
Non dorme nessuno nel cielo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
Ma se qualcuno chiude gli occhi,
frustatelo, figli miei, frustatelo!
Permanga un panorama di occhi aperti
e amare piaghe accese.
Non dorme nessuno nel mondo. Nessuno, nessuno.
Ve l'ho detto.
Non dorme nessuno.
Ma se qualcuno nella notte ha troppo musco alle tempie,
aprite le botole affinché veda sotto la luna
i bicchieri falsi, il veleno e il teschio dei teatri.

Federico Garcia Lorca

 sul comodino ( ma anche per terra e sotto il letto)

 

immagineimmagine

 

 

 
Citazioni nei Blog Amici: 126
 
Locandina Il tè nel desertoimmagine 
 

COLORI

              immagine

immaginele grand bleu | bateau à voilescofee.JPGMay I offer you a seat???

 

FOTO

 


 

.immagineimmagineimmagineimmagineimmagineimmagineimmagineimmagineimmagineimmagineimmagineimmagine

 

FOTO

immagineimmagineimmagineimmagine immagine

 

 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963