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Un blog creato da alexisdg10 il 01/02/2005

Arrancame la vida!

la realtà, i sogni, la politica, l'amore, la rabbia e l'allegria: la mia vita

 
 

 

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"Sólo los besos son más placenteros que las palabras" 

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FERMIAMO LA GUERRA

per tutte le infanzie rubate

per i legami strappati

per i fiori recisi

per le andate senza ritorno

per tutti i “progetti-uomo” mai realizzati

per tutte le ferite dell’abbandono

per tutto il freddo

per tutta la paura

per tutto l’odio

per tutta la fame

per tutto il non amore…

 

SOLO LIBERTà...E GIUSTIZIA

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ALDA MERINI

E tutti noi costretti dentro
le ombre del vino
non abbiamo parole nè potere
per invogliare altri avventori.
Siamo osti senza domande
riceviamo tutti
solo che abbiano un cuore.
Siamo poeti fatti di vesti pesanti
e intime calure di bosco,
siamo contadini che portano
la terra a Venere
siamo usurai pieni di croci
siamo conventi che non hanno sangue
siamo una fede senza profeti
ma siamo poeti.
Soli come le bestie
buttati per ogni fango
senza una casa libera
nè un sasso per sentimento

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Post N° 548

Post n°548 pubblicato il 17 Novembre 2007 da alexisdg10

Noto che in questo periodo moltissimi blog sostengono  la lotta dei monaci buddisti in Birmania per mezzo di articoli, alcuni scritti anche molto bene, foto, banners e quant’altro ancora. Posto che credo pochissimo che porre un semplice banner   o una foto in un blog possa esercitare davvero una qualunque pressione su chicchessia, come dicevo ad un commento ad un’amica ( che non cessa di essere amica solo perché su questo argomento ci troviamo in disaccordo), spesso è molto bello, sull’onda delle emozioni, lasciarci trascinare in quelle che io chiamo “ le lotte da salotto”. Le lotte da salotto sono quelle lotte sincere, mosse da sentimenti autentici, da veri moti di condivisione, che però hanno il limite estremo di fermarsi alla  porta di casa, in questo caso alla porta di casa del proprio blog, e diventano quindi un fine esercizio borghese, una dissertazione intellettuale barocca, un cesello fatto di buone intenzioni, ma che, ahimè, non si scostano mai  dalla visione privata ed emotiva dei fatti. Il risultato delle cose reali non cambia, dunque. Pertanto, ogni volta che leggo appelli di vario tipo, contro la pedofilia  e contro la violenza sulle donne, dalla fame nel mondo ai monaci birmani, mi viene da sorridere. Quegli imperativi: “ Stop alla violenza sulle donne, sugli indifesi, stop al massacro in Birmania” sono limitativi come lo è il pensiero di un bambino, che crede che basti pronunciare un sì o un no per risolvere ogni questione. Perché  è ovvio che nessuna mente pensante e normodotata potrebbe essere d’accordo con la pedofilia, gli stupri o all’uccisione dei monaci a Rangoon, Il problema sta, come sempre, nell’andare un filino oltre. 

La solidarietà con i monaci e il popolo birmano oppresso da una dittatura atroce, è cosa positiva e pienamente condivisibile. Ma, siccome il cervello  ragiona ancora, facciamoci qualche domanda:

Dov'erano i media e i politici di mezzo mondo negli ultimi vent'anni, mentre Aung San Suu Kyi languiva in galera? E dov'erano (soprattutto) gli editorialisti della stampa, quella nazionale e quella straniera? E dove saranno domani, visto che già sui giornali di oggi, lo spazio per i fatti indocinesi è in caduta verticale?
 Desta sorpresa e un po' di sconcerto la maniera estetizzante con la quale i media  si sono gettati sulla tragedia della dittatura fondomonetarista birmana, fino a ieri rigorosamente ignorata. Saranno gli abiti dei monaci che producono un effetto fotografico notevole, ma bene, meglio di niente se serve a  scuotere quotidiani  e politici che appoggiano senza scrupoli dittature in giro per il mondo chiamando ossequiosamente "Presidente", dittatori e violatori di diritti umani come Moubarak, Musharraf e alcune decine di altri, per non contare quelli morti di vecchiaia nel loro letto ( alcuni  anche in quello di cliniche private super lusso )

Fa quasi tenerezza l'enfasi messa dai nostri editorialisti di punta, che in una cartina muta scambierebbero la Birmania con il Congo Brazaville, nel compitare il nome del dittatore di quel paese, fino ad allora da loro mai sentito nominare e mai denunciato, nonostante sia al potere da secoli, Than Shwe, per la cronaca, nell'esaltare la lotta non violenta dei monaci, dei quali non conoscono e non citano alcuna delle rivendicazioni, nell'evidenziare i guasti di una dittatura repressiva e illiberale in Birmania, oggi Myanmar, che George Bush,per farsi vedere in qualche modo reattivo, ha deciso di ribattezzare col vecchio nome coloniale, Burma.

Lo sdegno e lo stupore, come l’orrore e ed il ribrezzo per tanta violenza sono, in un certo senso, come gesti autoassolutori,  che fanno fare  bella figura a costo zero. Perché invece non  organizzzare una raccolta di fondi per le famiglie delle vittime, magari?  E sarebbero disposti , editorialisti e politici tutti, a mettere mano al portafogli per qualche massacro qui dietro l'angolo, come per esempio i morti sul lavoro? Forse no. Perché quello significherebbe fare politica. Politica seria, s’intende.

Chi stabilisce per quali dittatori mobilitarsi e per quali lasciar correre? Per esempio, perché nel 2003 gli editorialisti nostrani fecero passare sotto completo silenzio le manifestazioni popolari in Bolivia in difesa dell'acqua come bene comune, per reprimere le quali il presidente neoliberale Gonzalo Sánchez de Lozada, fece massacrare in strada più di 70 persone? Perché nessuno si occupa della questione del Kashmir che, nella contesa che dura da decenni fra India e Pakistan , ha visto morire qualche migliaio di persone, per la maggior parte giovani  e quasi tutti sotto tortura? Dove sono i giornalisti, i politici , i governi saggi, quelli democratici e civili, quando in ogni angolo del Sud nel mondo la gente crepa di fame? Come mai va benissino, in una logica  tutta psicotica e deforme, che milioni di africani muoiano di AIDS  e, ogni giorno che viene sulla terra, di sete e di stenti?

Commenti al Post:
LupettaRandagia
LupettaRandagia il 17/11/07 alle 16:05 via WEB
I blog sono come diari e ognuno ci scrive quello che pensa, quindi non solo scrivendo post, ma anche semplicemente esponendo un banner :) Per quanto riguarda tutti gli altri, si sa che ormai anche l'informazione e i politici seguono la moda: ieri era di moda lo tsunami, oggi la Birmania, domani qualunque altra cosa. E' come i fatti interni all'Italia: ieri i furti, oggi gli omicidi, domani qualcos'altro.
 
 
alexisdg10
alexisdg10 il 17/11/07 alle 16:09 via WEB
quindi? questo lo sappiamo tutti e nessuno discute la libertà di ognuno di usare il proprio blog come vuole. parlavo di andare oltre. Che cosa vuol dire questo commento?
 
Stefy14
Stefy14 il 17/11/07 alle 17:01 via WEB
E perchè non parlare del popolo Saharawi, costretto da più di ventanni a vivere in campi profughi nel deserto algerino? Io credo che ognuno, dentro di sè - per motivi che a volte non sappiano spiegare, per il proprio carattere, per la propria indole e le proprie sensibilità - prenda a cuore una causa piuttosto che un'altra. Anche a me è successo di pubblicare nel mio blog dei post o dei box per richiamare l'attenzione della gente che passava su accadimenti, fatti che ritenevo e ritengo ancora vergognosi per il genere umano e l'ho fatto perchè "sentivo" che dovevo farlo. E quindi credo nella buona volontà di chi, blogger come me, sente di dover scrivere dei monaci birmani o delle vittime della mafia. Quello che non riuscirò mai a concepire è prendere a cuore una causa perchè in quel momento fa notizia, per abbandonarla quando notizia non è più..quando invece avrebbe ancora più bisogno del nostro "supporto" seppur morale. E molta della nostra classe giornalistica purtroppo si comporta proprio così..infarcendo i propri interventi di falsi moralismi che non riesco a sopportare. Ti abbraccio, Stefi
 
MirtilloGirl
MirtilloGirl il 17/11/07 alle 19:37 via WEB
dio, quanto ti adoro quando scrivi così, lasciamelo dire.
 
epoisa
epoisa il 18/11/07 alle 10:18 via WEB
Alex, onestamente è così: i nostri sono salotti virtuali. Quel qualcosa di più, tipo raccogliere soldi, per quante persone bisognerebbe farlo? C'è molto più di mezzo mondo in difficoltà. E chi ti assicura che i soldi donati vanno veramente per la causa che tu desideravi? Io cerco di solidarizzare, anche economicamente, con situazioni che conosco con certezza e che so come utilizzano i miei soldi. E con ciò so di non aver fatto ancora niente. Un bacio. (hai ricevuto un paio di miei messaggi?)
 
 
alexisdg10
alexisdg10 il 18/11/07 alle 10:41 via WEB
di questo paralavo infatti, anche marea ha ragione. Non è tanto quello che si mette o si dice sui blog, ed è vero che ognuno fa quello che può, aiuta chi può, non possiamo salvare il momdo. Il punto è che davvero, per la politica ed i media, esitono situazioni che fanno notizia, altre che vengono assolutamente ignorate nei secli dei secoli. Emergenze di seria A di serie Z, stati canaglia e stati amici, a seconda di come fa comodo.
 
maredolce72
maredolce72 il 18/11/07 alle 10:26 via WEB
non credo più al gironalismo o alla classe politica seppur di sinsitra radicale. perchè alla fine tutto viene mostrato per come deve portare acqua al proprio mulino. se serve far capire che gli usa sono i paladini delle democrazia si mostra le torture che la cina infligge ai preti cattolici, ai monaci, ai lavoratori. se serve mostrare invece che gli usa e l'europa sono per il dialogo, si mostra la bravura della cina nelle cooperazioni. senza dire che lo sviluppo della cina e la prevaricazione sui diritti dell'uomo appena elencata sono la stessa cosa.
 
puppeapera66
puppeapera66 il 18/11/07 alle 14:32 via WEB
Ciao Alexis... io non sono molto d'accordo con il tuo punto di vista.. ma comprendo le tue ragioni ed il tuo moto a muoverti verso l'altro in aiuto, portando la testimonianza di quello che accade in posti lontani da noi che quotidianamente, vengono politicamente ignorati, spostando l'interesse mediatico, ora su di un problema, ora sull'altro e relegando, gli spettatori occidentali a vivere questi eventi come insormontabili.. I media oggi promuovonoun messaggio di immobilità e l'assenza di poter veramente cambiare le cose.. Io ritengo che portare aiuti materiali alle popolazioni in crisi sia solo una cura palliativa... ricordiamoci bene che siamo noi in primis ,la causa dei mali di queste popolazioni.. ed è solo lavorando nei nostri paesi che si può capovolgere e curare la vera malattia del sud del mondo.Sono molto convinta che una lotta fatta quotidianamente a casa nostra, nel nostro occidente "avanzato"sia fondamentale... da questo punto di vista ,è interessante la politica che stà portando avanti ad esempio, il sub comandante Marcos in Nicaragua che, pur ostracizzato dai media mondiali, cerca di promuovere il confronto con tutti gli altri paesi del mondo,anche attraverso la rete, per portare la propria voce al difuori del suo paese,o meglio del paese dove lotta,e per muovere l'occidente verso il rispetto e l'autodeterminazione dei popoli, che da millenni vendono sfruttati e derubati delle loro risorse... Tra poco ci sarà il 3° incontro del popolo zapatista con il popolo del mondo, un incontro dedicato in primo luogo alle donne, alle madri che educano i loro figli e che per prime hanno il compito di aprire gli occhi ai propri figli.Se ci guadiamo bene intorno Alexis... ad un primo esame sembriamo, in occidente dei fortunati, che vivono chi piu' o chi meno tra gli agi ed i lussi di un mondo ricco ed evoluto... se poi osserviamo bene.. siamo una massa di bambini manipolati e inebetiti da un sistema che ci stritola ogni giorno di piu'... una parte di noi è preda delle droghe .. un'altra grande parte dell'alcool, altri ancora schiavi degli psicofarmaci e dei vaccini vari.. altri ancora vengono violati da piccoli cosicchè da adulti con grandi difficoltà riusciranno a liberarsi, altre ancora le donne vengono continuamente violate nel corpo e nell'anima.. poi ci sono quelli che restano attaccati tutto il giorno ad uno schermo ipnotizzati dal vuoto assoluto riempito a forza di contenuti ignobili,altri che settimanalmente vengono inviati ed invitati a sfogare i propri impulsi piu' reconditi, all'interno di gabbie alla domenica , per sfogare degli stinti repressi, che spostati posson esser meglio controllati..altri burattini ancora vengono investiti di pseudo poteri per sublimare la propria sete ed il proprio bisogno di esser utile e di appparire... come vedi la torta tagliata in tante piccole o grandi fette è quasi completa... Lisa
 
 
alexisdg10
alexisdg10 il 18/11/07 alle 14:38 via WEB
totalmente d'accordo. Era quello che volevo esprimere. Mi sembra che la pensiamo allo stesso modo. Quando parlo di raccolta fondi è solo per sottolinearecome spesso la politica lavori solo a parole e non a fatti. Ma è certo vero che molto dell'Occidente è sia da rivedere.
 
falco58dgl
falco58dgl il 18/11/07 alle 15:07 via WEB
Molti blog hanno pubblicato post di solidarietà con i monaci birmani e di denuncia della repressione operata dalla giunta militare non perché il tema sia "di moda" (anzi sui mezzi di comunicazione non se ne parla praticamemnte mai), ma perché alcuni blog hanno lanciato iniziative di coordinamento. E' il caso dei Bloggers for Burma, di Raqqash (su Splinder) e anche mio. Ho linkato uno per uno più di 120 blog che hanno trattato negli ultimi 15 giorni la questione birmana (e adesso linkerò anche il tuo post) e incitato costantemente a scrivere sulla vicenda. Non sono un idiota e quindi so benissimo che parlarne nella blogosfera non modifica gli equilibri del paese. Tuttavia, ritengo che spezzare il muro del silenzio sia un'operazione importante che può preludere a iniziative significative. Ad esempio, l'invito ad aderire al boicottaggio delle compagnie petrolifere che finanziano di fatto la giunta birmana mi pare importante, concreto e condivisibile. Se c'è da finanziare la resistenza anche con denaro, sono pronto a farlo. Mi sembra invece meno costruttivo bollare le iniziative di solidarietà come una moda di salotto. Certo, in qualcuno può esserci anche questa motivazione, ma la grande maggioranza di chi ne ha parlato lo fa per passione civile, convinzione personale e scelta etica. Ciao. Writer.
 
 
alexisdg10
alexisdg10 il 18/11/07 alle 15:12 via WEB
Non ho dubbi writer e di certo non volevo fare di tutta un'erba un fascio. Quello che mi premeva era porre innanzitutto a me stesso le domande che ho posto. Sulla causa birmana ci sono anch'io, ma è lecito chiedersi come mai, da sempre, ci siano moltissime altre cause che sono regolrmente ingnorate, dalla politica e dai media. grazie del tuo intervento.
 
   
falco58dgl
falco58dgl il 18/11/07 alle 15:30 via WEB
I media si occupano delle crisi nei paesi lontani solo se sono "spettacolari" e non eccessivamente rischiose per gli inviati. Le forze politiche se ne occupano soltanto se possono trarre un beneficio strumentale (per quanto riguarda l'Italia un'eccezione è rappresentata dal Libano dove il contingente italiano sta facendo un ottimo lavoro in un'area di crisi strategica). Certo, bisognerebbe parlare anche del Darfur, del corno d'Africa, delle stragi che la povertà, l'Hiv, le malattie curabili producono nell'Africa australe. Ma credo che iniziare a porre il problema non sia tempo perso, anche se certamente non risolve i problemi giganteschi delle aree di crisi. W.
 
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PER I VOSTRI VIAGGI CONSAPEVOLI

 Non dorme nessuno nel cielo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
I bambini della luna fiutano e aggirano le loro capanne.
Verranno le iguane vive a mordere gli uomini che non sognano
e colui che fugge col cuore spezzato troverà alle cantonate
l'incredibile coccodrillo tranquillo sotto la tenera protesta degli astri. 
Non dorme nessuno nel mondo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
C'è un morto nel cimitero più lontano
che si lamenta da tre anni
perché ha un paesaggio secco nel ginocchio;
e il fanciullo che hanno seppellito stamane piangeva tanto
che fu necessario chiamare i cani per farlo tacere 
Non è sogno la vita. All'erta! All'erta! All'erta!
Precipitiamo dalle scale per mangiare la terra bagnata
o saliamo al margine della neve con il coro delle dalie morte.
Ma non c'è oblio né sonno:
carne viva. I baci legano le bocche
in un groviglio di vene recenti
e, a chi gli duole, il suo dolore gli dorrà senza tregua
e, chi teme la morte, se la porterà sulle spalle. 
 Un giorno
i cavalli vivranno nelle taverne
e le formiche infuriate
aggrediranno i cieli gialli che si rifugiano negli occhi delle vacche. 
Un altro giorno
vedremo la resurrezione delle farfalle dissecate
e andando in un paesaggio di spugne grigie e di navi mute
vedremo brillare il nostro anello e scaturire farfalle dalla nostra lingua.
All'erta! All'erta! All'erta!
Quelli macchiati ancora di fanghiglia e acquazzone,
quel ragazzo che piange perché non sa l'invenzione del ponte
o quel morto cui rimane soltanto la testa e una scarpa,
bisogna portarli al muro dove stanno in attesa iguane e serpenti,
dove aspetta la dentatura dell'orso,
dove aspetta la mano mummificata del bambino
e la pelle del cammello s'arriccia con un violento brivido azzurro. 
Non dorme nessuno nel cielo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
Ma se qualcuno chiude gli occhi,
frustatelo, figli miei, frustatelo!
Permanga un panorama di occhi aperti
e amare piaghe accese.
Non dorme nessuno nel mondo. Nessuno, nessuno.
Ve l'ho detto.
Non dorme nessuno.
Ma se qualcuno nella notte ha troppo musco alle tempie,
aprite le botole affinché veda sotto la luna
i bicchieri falsi, il veleno e il teschio dei teatri.

Federico Garcia Lorca

 sul comodino ( ma anche per terra e sotto il letto)

 

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