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Un blog creato da alexisdg10 il 01/02/2005

Arrancame la vida!

la realtà, i sogni, la politica, l'amore, la rabbia e l'allegria: la mia vita

 
 

 

AREA PERSONALE

 

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"Sólo los besos son más placenteros que las palabras" 

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FERMIAMO LA GUERRA

per tutte le infanzie rubate

per i legami strappati

per i fiori recisi

per le andate senza ritorno

per tutti i “progetti-uomo” mai realizzati

per tutte le ferite dell’abbandono

per tutto il freddo

per tutta la paura

per tutto l’odio

per tutta la fame

per tutto il non amore…

 

SOLO LIBERTÀ...E GIUSTIZIA

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ALDA MERINI

E tutti noi costretti dentro
le ombre del vino
non abbiamo parole nè potere
per invogliare altri avventori.
Siamo osti senza domande
riceviamo tutti
solo che abbiano un cuore.
Siamo poeti fatti di vesti pesanti
e intime calure di bosco,
siamo contadini che portano
la terra a Venere
siamo usurai pieni di croci
siamo conventi che non hanno sangue
siamo una fede senza profeti
ma siamo poeti.
Soli come le bestie
buttati per ogni fango
senza una casa libera
nè un sasso per sentimento

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Post N° 568

Post n°568 pubblicato il 12 Dicembre 2007 da alexisdg10

Luisa era una cugina di mamma, la figlia di una delle sue sorelle più grandi, morta tanti anni fa. Oggi è morta anche lei, la Luisa. Non avevamo grandi rapporti, la Luisa ed io. Ci vedevamo sì e no una volta all’anno, quando lei tornava in Veneto dai parenti e anch’io mi trovavo da quelle parti per caso. Luisa era una zitella di 79 anni, morta vergine, credo. Nella storia della nostra famiglia, prima di me, Luisa era l’unica ad aver studiato, quella che aveva frequentato l’università. C’era una sorta di alone di deferenza e di rispetto attorno alla sua figura. Figlia della zia Carla e dello zio Ernesto, Luisa era vecchia da quando io ne conservo il ricordo e la memoria. Ci sono delle sue foto da giovane a casa di mamma: una ragazzotta bruttina, un po’ goffa, con dei capelli neri, spenti, né lisci né mossi, mi pare perfino con un filo di peluria sopra le labbra. Lo zio Ernesto era un ragazzo di buona famiglia. Quando s’innamorò della zia Carla a nonna Agnese non parve vero. I suoi di lui ostacolarono non poco quel matrimonio. La nostra famiglia non aveva niente tranne la terra secca che si ostinava a coltivare e i suoi erano abbastanza ricchi da pretendere un matrimonio migliore per il loro unico figlio maschio. Ma il loro amore ebbe la meglio. In famiglia si dice che in poco tempo la zia Carla si trasformò in una borghese. Divenne sprezzante, altezzosa, arrogante coi suoi e con quelli della sua razza. Quando l’allora Stipel offrì allo zio Ernesto un posto da dirigente a Pisa, la zia Carla si trasferì in un baleno. Comprarono una villetta fuori città. Lei ebbe una pelliccia, dei gioielli, una vacanza l’anno in un posto di mare. Veniva ogni tanto a Torino a trovare mia madre. Di lei ho dei vaghi ricordi; io ero piccolo allora. Mi ricordo che arrivava con una vassoio di petit four, avvolto in una carta argentata, “dalla migliore pasticceria di Pisa”, diceva. Per la zia Carla tutto doveva essere di prima qualità. Mia madre cucinava per tre giorni di fila, viveva nell’ansia e nella trepidazione per tutto il tempo che la zia Carla si fermava da noi, non aveva più una vita sua. Una volta la sentii mentire e ci rimasi molto male, Mia madre non aveva mai mentito prima di allora. La zia fece notare a mia madre quanto la carne che aveva acquistato per  il bollito fosse dura, e lei, per tutta risposta, commentò dicendo quanto fosse strano, giacché  il suo macellaio di fiducia ci dava solo bocconi di prima scelta. Provai una pena infinita. Per noi, per mio padre, per la nostra condizioni di poveri, ma provai pena soprattutto per lei, costretta a dire una pietosa bugia per coprire qualcosa di cui si vergognava profondamente , qualcosa che era assolutamente sotto gli occhi di tutti, zia Carla compresa. La facevamo dormire su di una poltrona a letto in cucina , la zona più calda, che il riscaldamento non ce lo avevamo. La mattina mia madre le preparava il caffè con latte e biscotti, negandolo a noi figli che odiavamo a morte la zia Carla  perché sapeva benissimo che quello che mangiava lei era sottratto a noi. La finzione era paralizzante e letale. Per una settimana tutti facevano finta che la realtà fosse un ‘altra. Tiravo un sospiro di sollievo quando la zia Carla se ne tornava a casa sua, nella città della torre che pende, anche se poi non mangiavo più carne per almeno un mese. Luisa era una donna  già grande quando la conobbi. Insegnava matematica presso un liceo della sua città. Era una donna rinsecchita e ruvida. D’estate capitava che ci trovassimo tutti nella grande casa di nonna Agnese e il mio supplizio incominciava quando Luisa decideva che si sarebbe occupata di me e dei miei compiti delle vacanze. Era un’insegnante Luisa, sul lavoro e nella vita. Mi rimproverava continuamente . Mi diceva di non appoggiare i gomiti sul tavolo, di non tirar su col naso, di non distrarmi, mi richiamava all’attenzione e al dovere di continuo. La sua stessa vita era fatta interamente di doveri. Presto compresi che non era cattiva Luisa, era soltanto sola. Si sgolava  Luisa e mi guardava preoccupata. “che ne sarà in futuro di questo bambino mezzo matto che assomiglia a un selvaggio, di questo bambino appassionato e strambo che sembra sempre chiedere la luna?” Mio padre rideva e mi batteva le sue manone sulle spalle. “ No te preocupar Luisa, che l' tosato xe forte”. Rideva il mio papà. E anche se io non ero poi tanto sicuro di essere così forte, mi sentivo protetto dalle mie paure, dai rimproveri di Luisa e dalla stessa vita quando lui diceva così . Non si è mai sposata Luisa. Si racconta di alcuni spasimanti, si parlava addirittura di un direttore di banca e di un avvocato, entrambi intenzionati a  impalmarla. Gli anni passavano e la pazienza degli spasimanti pure. Alla morte dei genitori Luisa si trovò sola nella grande villa alle porte della città con la torre che pende. Qualche anno dopo andò in pensione. L’ultima volta che la vidi fu al funerale di mio padre. Era la stessa di tanti anni fa, ma con gli spigoli smussati e meno ruvidi. Per l’occasione rispolverò perfino il suo dialetto trevigiano-lei che aveva sempre sostenuto che il veneto è la lingua dei bifolchi-, abbracciò mia madre e rimase di fianco al feretro come imbambolata per tutto il tempo. Mi fece tenerezza Luisa. Tenerezza e quasi pena. Lo zittellume e il mostro strettamente legati. E una vagina secca e chiusa, una vagina che a forza di essere ignorata è come se non esistesse e che gridava così forte da questa sua quasi non-esistenza che il suo urlo angosciato avrebbe potuto sconquassare l’universo, una vagina che ha atteso invano un San Giorgio che non ha  saputo ascoltare questo grido disperato e muto che nasceva dal suo vuoto scuro e intatto, un San Giorgio indolente e molle, che non ha saputo liberarla da quel brutto incantesimo durato troppi anni, tutta una vita. E mentre ascolto la voce di mia madre che mi dice della morte di Luisa, mia madre che prefigura e organizza come un generale spedizioni di famiglia nelle città della torre che pende, una madre che ha già chiamato parenti ed amici in tutto il Veneto e che è adesso  sommersa dalla valanga inesorabile delle memorie, visibilmente e comprensibilmente commossa, io mi ricordo con grandissima pena, con enorme disprezzo, con così profonda tenerezza della mia vergine adusta, che  mi voleva angelo o demonio, in una lotta costante tra il mio angelo e il mio demone privati, prossimo ai più alti o ai più sordidi destini e mi chiedo che cosa direbbe se sapesse che la vita, dopo mille giravolte, mi ha portato fin qui.

http://it.youtube.com/watch?v=4TQmwLV_r1U

Commenti al Post:
nataieri73
nataieri73 il 12/12/07 alle 22:55 via WEB
io credo che ti volesse bene e che non avrebbe detto nulla di dove sei adesso, probabilmente perchè anche lei, del resto, a modo suo, non si era completamente conformata alla massa...chissà realmente cosa le frullava per la testa, non lo sapremo mai. Ma ho percepito questa sorta di affetto, questo si...
 
 
alexisdg10
alexisdg10 il 13/12/07 alle 00:53 via WEB
sai, io non sono uno che vuole che tutti gli vogliano bene. A dire il vero non m'importa del bene di Luisa. A me ha sempre ispirato un'infinita solitudine.Per questo ne ho scritto.
 
   
nataieri73
nataieri73 il 13/12/07 alle 22:54 via WEB
ma io non ho detto che sei uno che vuole che tutti gli vogliono bene. Ho immaginato questa donna come se avesse un'anima e forse l'ho romanzata troppo. E ho percepito il senso di solitudine che ti ha sempre ispirato, non sono tonta. Buonanotte
 
     
alexisdg10
alexisdg10 il 13/12/07 alle 23:34 via WEB
infatti, l'ho detto io. Ma perchè vi sentite in dovere di spiegarvi sempre? Tranquilli,non ce l'ho con nessuno, ma dico quello che mi pare :)
 
     
nataieri73
nataieri73 il 13/12/07 alle 23:40 via WEB
ci mancherebbe che tu non possa dire quello che ti pare ma perchè usi il plurale? Perchè "vi sentite in dovere", io ho scritto da sola. ....buonanotte??
 
mercurio7513
mercurio7513 il 13/12/07 alle 08:32 via WEB
Secondo me alla fine ne sarebbe soddisfatta di dove sei arrivato!Un saluto M P.S: Ma io non ho capito: era tua cugina o la cugina di tua madre?... Credo che oltre con i santi... fai confusione anche con i parenti.... ;) Un saluto e buona discesa nella mia terra!
 
 
alexisdg10
alexisdg10 il 13/12/07 alle 11:07 via WEB
Merc, guarda che faccio come Luisa e ti richiamo all'attenzione, sbadatello! Era la figlia delle sorella grande di mamma, quindi sua nipote.... com me cugina..ma forse sono io far casino.....boh. che cazzo ne so? cugina,mia, forse. Sì, nipote sua..Tutto chiaro?
 
   
mercurio7513
mercurio7513 il 13/12/07 alle 11:56 via WEB
.... così è giusto..... l'inizio del postnon esprimeva effettivamente questo concetto! ;)))) Chi è che deve essere richiamato all'attenzione???? :P. Un grande saluto ed un abbraccio M
 
     
alexisdg10
alexisdg10 il 13/12/07 alle 11:59 via WEB
zio can, che maestrino! :) abbraccio ricambiato
 
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 13/12/07 alle 08:32 via WEB
Grande ed intensa, commemorazione...
 
piandeloa
piandeloa il 13/12/07 alle 08:36 via WEB
sei come Giulia: "parla di uomini e donne come solo lei sa"
 
XafterglowX
XafterglowX il 13/12/07 alle 11:25 via WEB
solo un bacio..
 
donnaemadre
donnaemadre il 13/12/07 alle 17:29 via WEB
Mi hai fatto pensare a tante cose... Luisa mi ha fatto pensare a tante cose, troppe, e oggi purtroppo sono strozzata con il tempo e non posso scrivere tutto quello che vorrei. Mi auguro solo che Luisa abbia avuto un amore, che magari ha tenuto nascosto a voi tutti.
 
d_dap
d_dap il 13/12/07 alle 20:58 via WEB
Anche a me piace pensare che Luisa abbia comunque vissuto una grande storia d'amore impossibile da raccontare per quei tempi ...e la grande dignità di tua madre al punto di raccontare una bugia ... che son convinta l'abbia fatto perchè aveva le sue buone ragioni ... donne come lei non fan mai qualcosa così per caso...sicuramente non per vergogna....
 
 
alexisdg10
alexisdg10 il 14/12/07 alle 00:38 via WEB
santo cielo che donne romantiche! A dire il vero io certe volte ho pensato che fosse lesbica. Mica sarò stato il primo omoesessuale nella storia della mia famiglia, no? :)
 
Chi_ero
Chi_ero il 13/12/07 alle 21:59 via WEB
Mi hai riportata a situazioni vissute da bambina..Anche mia madre "mentiva",ma non come la tua..Piuttosto lo faceva per apparire,quando c'era poco da far vedere in realtà, o per competizione (gare perse)..E io credevo a lei,almeno fino ad un certo punto,il punto della ribellione.Ps.Anche io avevo una "zia Carla"..
 
specchio5
specchio5 il 15/12/07 alle 20:34 via WEB
scorrono fluide le parole, un'immagine dopo l'altra ...sempre piacevole leggerti
 
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 Non dorme nessuno nel cielo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
I bambini della luna fiutano e aggirano le loro capanne.
Verranno le iguane vive a mordere gli uomini che non sognano
e colui che fugge col cuore spezzato troverà alle cantonate
l'incredibile coccodrillo tranquillo sotto la tenera protesta degli astri. 
Non dorme nessuno nel mondo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
C'è un morto nel cimitero più lontano
che si lamenta da tre anni
perché ha un paesaggio secco nel ginocchio;
e il fanciullo che hanno seppellito stamane piangeva tanto
che fu necessario chiamare i cani per farlo tacere 
Non è sogno la vita. All'erta! All'erta! All'erta!
Precipitiamo dalle scale per mangiare la terra bagnata
o saliamo al margine della neve con il coro delle dalie morte.
Ma non c'è oblio né sonno:
carne viva. I baci legano le bocche
in un groviglio di vene recenti
e, a chi gli duole, il suo dolore gli dorrà senza tregua
e, chi teme la morte, se la porterà sulle spalle. 
 Un giorno
i cavalli vivranno nelle taverne
e le formiche infuriate
aggrediranno i cieli gialli che si rifugiano negli occhi delle vacche. 
Un altro giorno
vedremo la resurrezione delle farfalle dissecate
e andando in un paesaggio di spugne grigie e di navi mute
vedremo brillare il nostro anello e scaturire farfalle dalla nostra lingua.
All'erta! All'erta! All'erta!
Quelli macchiati ancora di fanghiglia e acquazzone,
quel ragazzo che piange perché non sa l'invenzione del ponte
o quel morto cui rimane soltanto la testa e una scarpa,
bisogna portarli al muro dove stanno in attesa iguane e serpenti,
dove aspetta la dentatura dell'orso,
dove aspetta la mano mummificata del bambino
e la pelle del cammello s'arriccia con un violento brivido azzurro. 
Non dorme nessuno nel cielo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
Ma se qualcuno chiude gli occhi,
frustatelo, figli miei, frustatelo!
Permanga un panorama di occhi aperti
e amare piaghe accese.
Non dorme nessuno nel mondo. Nessuno, nessuno.
Ve l'ho detto.
Non dorme nessuno.
Ma se qualcuno nella notte ha troppo musco alle tempie,
aprite le botole affinché veda sotto la luna
i bicchieri falsi, il veleno e il teschio dei teatri.

Federico Garcia Lorca

 sul comodino ( ma anche per terra e sotto il letto)

 

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