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ALDA MERINI
E tutti noi costretti dentro
le ombre del vino
non abbiamo parole nè potere
per invogliare altri avventori.
Siamo osti senza domande
riceviamo tutti
solo che abbiano un cuore.
Siamo poeti fatti di vesti pesanti
e intime calure di bosco,
siamo contadini che portano
la terra a Venere
siamo usurai pieni di croci
siamo conventi che non hanno sangue
siamo una fede senza profeti
ma siamo poeti.
Soli come le bestie
buttati per ogni fango
senza una casa libera
nè un sasso per sentimento
CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG
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Post n°680 pubblicato il 10 Luglio 2008 da alexisdg10
“Lo sa che lei ha la patente scaduta?” mi dice la ragazzina brunetta e bellina dell’assicurazione dove sono andato a pagare la rata semestrale dell’auto. “ Scaduta?” dico io, come se non sapessi che i documenti non hanno una validità eterna. “ Sì, legga qua. È scaduta il 17 maggio del 2007!” Dal maggio del 2007 ad oggi avrò fatto almeno 20.000 km fra Torino e Treviso, più le puntate a Milano per il giornale, le corse in aeroporto e le mille giravolte qui in città, più tutte le volte che ho guidato io a Madrid. Morale: siccome domani dobbiamo andare a buttare un occhio alla nuova casa, oggi pomeriggio ho fissato la visita medica d’urgenza. Urgenza, già. Come se fossi un caso grave. Oddio, forse un po’ grave lo sono davvero. Il fatto è che l’unico documento che mi serve sul serio per lavoro, l’unico da cui io dipenda veramente, per visti, permessi e quant’altro, è il passaporto, che controllo come se fosse un neonato. Se è in regola quello sono mentalmente a posto. Strana faccenda. Non sono nuovo a questo genere di cose, purtroppo. Lo scorso anno, quando raggiungemmo Alonso in Grecia per una breve vacanza, prenotai un charter a buon prezzo da Malpensa. Come sempre ruppi le palle a Davide per accertarmi che avesse i documenti in regola, i biglietti del volo, tutte le sue cose ecc.ecc. “ Ho tutto Alex, basta rompere i coglioni!” Siccome il mio passaporto si trovava al Consolato indiano per ottenere il visto di rito, per poi passare dall’India a Kabul dopo qualche giorno, non mi preoccupai minimamente, giacchè sapevo che per la Grecia era sufficiente la carta d’identità. Arrivammo stranamente in aeroporto con largo anticipo, ci avviammo al check-in, consegnammo i bagagli, e fummo fermati dall’addetta all’imbarco, la quale, con fare normativo e sgridatorio prese a dire: “ Chi dei due è il Signor Padovan?” Come un bambino colto in flagrante alzai la mia mano. “La sua carta d’identità è scaduta, lo sa?” Cazzo, cazzo, cazzo ,cazzo. E adesso come faccio a partire? Farfugliai qualche scusa, mentre alla mie spalle sentivo Davide che recitava: “sei un asino, un coglione, una bestia! Vacanze saltate per colpa tua, testa di cazzo che non sei altro! Ma dove minchia vivi? Imbecille ecc. ecc. ecc. “ Si vede che la fanciulla si mosse a pena, perché mi disse che se correvo come un pazzo al terminal 1 avrei trovato un ufficio del Comune che, previo benestare dell’Anagrafe di Torino, mi avrebbe rilasciato un documento. Presi un taxi dal terminal 2 al terminal 1, sì e no 3 km che mi costarono 70 euro perchè il taxista era un figlio di puttana, gli intimai di aspettarmi, mi precipitai nel piccolo ufficio e spiegai concitato la situazione all’impiegata assonnata e confusa. “ Devo chiedere a Torino” mi disse mentre placida si beveva un caffè. “ E che cazzo aspetta, allora? Lo chieda subitoooo!” urlai senza ritegno. La povera comunale si guardò intorno spaventata, inghiottì il caffè e si mise all’opera. “ Ha con sé le fototessere?” mi chiese guardinga. “ Vacca, le foto, cazzo, cazzo ,cazzo, cazzo!”. Feci una corsa al primo piano, infilai 5 euro nella macchinetta, sorrisi all’obiettivo, presi le 4 foto dove apparivo come un terrorista musulmano stralunato e le portai alla ragazza. “ Da Torino non hanno ancora mandato il fax” mi disse lei desolata. “ Cazzo, manca un’ora al decollo, non ho i documenti e devo ancora fare il check.in!!!! La prego!!!” dissi quasi piangendo |
REGOLE DEL BLOG
Questo blog è nato come luogo di svago, come luogo di scambio di opinioni e di idee, come luogo di confronto, un posto dove ascoltare un pò di musica e leggere qualcosa . Magari, a volte, qualcosa di stimolante e persino d' interessante.
E non necessariamente perchè lo scrivo io.
Un luogo dove poter interagire liberamente. Tutti possono entrare, leggere e commentare purchè si esprima un 'opinione senza offendere chi la pensa diversamente. La libertà di ognuno di noi cessa nel momento in cui lede quella di un altro. La maggior parte delle foto e degli scritti in questo blog sono miei, ma alcuni sono anche tratti dal web. Dove possibile sono citati gli autori e le fonti. Se per disattenzione o perchè non disponibili, accadesse che in qualche modo qualcuno di sentisse leso, può tranquillamente scrivermi e la foto o il post verranno rimossi. In questo blog è lecito parlare di tutto. Ed è lecito dissentire. Come è pure lecito e auspicabile costruire. Il dissenso è legittimo quando è finalizzato alla costruzione e non alla mera distruzione fine a se stessa. Nessun commento sarà mai rimosso o censurato.
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PER I VOSTRI VIAGGI CONSAPEVOLI
Non dorme nessuno nel cielo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
I bambini della luna fiutano e aggirano le loro capanne.
Verranno le iguane vive a mordere gli uomini che non sognano
e colui che fugge col cuore spezzato troverà alle cantonate
l'incredibile coccodrillo tranquillo sotto la tenera protesta degli astri.
Non dorme nessuno nel mondo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
C'è un morto nel cimitero più lontano
che si lamenta da tre anni
perché ha un paesaggio secco nel ginocchio;
e il fanciullo che hanno seppellito stamane piangeva tanto
che fu necessario chiamare i cani per farlo tacere
Non è sogno la vita. All'erta! All'erta! All'erta!
Precipitiamo dalle scale per mangiare la terra bagnata
o saliamo al margine della neve con il coro delle dalie morte.
Ma non c'è oblio né sonno:
carne viva. I baci legano le bocche
in un groviglio di vene recenti
e, a chi gli duole, il suo dolore gli dorrà senza tregua
e, chi teme la morte, se la porterà sulle spalle.
Un giorno
i cavalli vivranno nelle taverne
e le formiche infuriate
aggrediranno i cieli gialli che si rifugiano negli occhi delle vacche.
Un altro giorno
vedremo la resurrezione delle farfalle dissecate
e andando in un paesaggio di spugne grigie e di navi mute
vedremo brillare il nostro anello e scaturire farfalle dalla nostra lingua.
All'erta! All'erta! All'erta!
Quelli macchiati ancora di fanghiglia e acquazzone,
quel ragazzo che piange perché non sa l'invenzione del ponte
o quel morto cui rimane soltanto la testa e una scarpa,
bisogna portarli al muro dove stanno in attesa iguane e serpenti,
dove aspetta la dentatura dell'orso,
dove aspetta la mano mummificata del bambino
e la pelle del cammello s'arriccia con un violento brivido azzurro.
Non dorme nessuno nel cielo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
Ma se qualcuno chiude gli occhi,
frustatelo, figli miei, frustatelo!
Permanga un panorama di occhi aperti
e amare piaghe accese.
Non dorme nessuno nel mondo. Nessuno, nessuno.
Ve l'ho detto.
Non dorme nessuno.
Ma se qualcuno nella notte ha troppo musco alle tempie,
aprite le botole affinché veda sotto la luna
i bicchieri falsi, il veleno e il teschio dei teatri.
Federico Garcia Lorca
sul comodino ( ma anche per terra e sotto il letto)
FOTO
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FOTO
Mentre salivamo in funicolare sul Vomero lui mi guarda e mi dice: Lì... ma la tua borsa?
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La borsa non ce l'avevo e il terreno delle mie sicurezze ha cominciato a franarmi sotto ai piedi...
Mi dicevo - Ma è impossibile, non a me! devono avermela rubata, per forza- e mentre ero lì, piombata in un limbo di disperazione misto a smarrimento, lui mi dice - Facciamo la strada al contrario e torniamo al ristorante, forse l'hai lasciata lì-
Lo smarrimento è svanito di botto, l'ho guardato furibonda e devo aver pensato qualcosa del genere - Tuu!! Perditore impenitente di bancomat e documenti vari... tu! Come osi anche solo lontanamente pensare che io possa aver DIMENTICATO la borsa in un ristorante. E a Napoli poi! Ritira immediamente, sai?-
Volevo andare a far denuncia direttamente ma lui, con la sua calma magistrale, mi ha convinta a buttar l'occhio nel famoso ristorante. E' entrato da solo alla fine, io orgogliosetta del ciufolo ero fuori tutta risentita che aspettavo convinta che sarebbe tornato a mani vuote.
La borsa era lì e nessuno aveva toccato niente, anzi, l'avevano presa e messa da parte dietro alla cassa. Il proprietario gli ha detto: siete stati fortunati stavolta, però state più attenti
Da allora ho smesso di dire: a me questa cosa non potrà mai succedere.