LA FATA DELL'AUTUNNO
BENVENUTI
UN BAMBINO E LA FATA
Ogni volta che un bambino smette di credere alle Fate, una Fata muore…
~• James Matthew Barrie •~
QUESTO BLOG
La maggior parte delle immagini e dei video provengono dal web, il copyright è dei loro rispettivi creatori anche se sconosciuti. Se il loro uso violasse diritti di autore, dietro segnalazione, provvederò alla loro rimozione.
Il mio grazie sincero va a tutti coloro che si adoperano con la grafica e consigli e rendono disponibile a tutti la loro creatività.
Messaggi di Dicembre 2017
L’amor è……
L’amore è un fuoco ardete
che se si spegne
non è più niente.
L’amore è un sentimento profondo,
è un mondo fatato
che non fa ritorno.
È un lago infinito con
molto amore e molto calore.
Come il sorriso di un
neonato sincero e
beato.
In poche parole l’amore è così
è un mondo magico
che non finisce qui.
Tratto dal sito: www.filastrocche.it |
La nanna di Tommaso
Quando la sera dà il passo alla notte,
svelto Tommaso a letto si mette.
Al caldo si coccola dentro al piumino,
il libro del cuore sotto il cuscino.
Stringe vicino il morbido orsetto,
il viso premuto sul buffo musetto.
Tutto tranquillo, ma il sonno non viene…
Ed ecco la mamma: la mano gli tiene,
gli dà un bacio dolce, gli fa una carezza,
gli dice una storia di rara bellezza…
Pian piano il sonno lo porta lontano,
tra fate dei boschi e gnomi del grano,
per ricondurlo, di primo mattino,
nel caldo tepore del suo lettino.
Tratto dal sito: filastrocche.it (dal web)
|
Alla ricerca di Leo
C’era una volta, tanto tempo fa, una Fatina di nome Lorena Lantie Lantis, che tutti però
Chiamavano Pammete. Piccola, deliziosa e mattacchiona, pur avendo 250 anni umani,
nel mondo fatato ne aveva appena 5. Un giorno, mentre ne combinava un’altra delle sue,
nella camera segreta del Sommo Mago Salmonreo, da uno scritto antichissimo come
il Mondo, una magia andata a male la fece nel mondo umano, ritrovandosi in un bellissimo giardino circondata da fiori colorati, e alberi alti, verdi e rigogliosi. Sembrava essere ancora
nel mondo fatato, però, la mancanza degli inseparabili pimmete e pumette e alcuni giocattoli
umani sparsi qua e là, le fecero capire che non poteva trattarsi di casa sua.
Qualcuno chiamava a gran voce: “Leo! Leo! Dove sei?”
Una bellissima ragazzina dai lunghi capelli biondi e brillanti occhi azzurri, vestita in modo
bizzarro, girava in lungo e in largo chiamando piangendo. Pammete le apparve davanti chiedendole chi cercasse. La ragazzina la guardò stranita; non aveva mai visto una libellula parlante.
“Non sono una libellula!” protestò Pammete stizzita, mostrandosi in tutta la sua personcina.
“Io sono una Fatina”. Sillabò affinché capisse.
“Le fatine esistono solo nelle favole!” replicò la ragazzina scettica, guardandola da tutti i lati;
Pammete lo prese come un affronto.
“Anche gli umani nel mio mondo esistono SO.LO nei libri!” Proclamò. Pan focaccia era quello che avrebbe dato. “ Non ho visto una fatina così petulante…..nemmeno nei cartoni animati!” La ragazzina sembrava convinta.
“Non ho mai visto un’umana….”Pammete si fermò. Che poteva dire? Anche spremendo
le meningi non veniva fuori nulla. “ Non ho mai visto un’umana.. e basta!” concluse divenendo
di tutti i colori dell’arcobaleno. Sembrava così buffa mentre s’illuminava, cambiando di colore continuamente. La ragazzina si mise a ridere divertita perché non aveva mai visto qualcosa
del genere e chissà come, anche Pammete lo trovò divertente; non le era mai successo di non trovare un modo di replicare. Dopo che si furono e asciugati gli occhi che lacrimavano per
il gran ridere, cominciarono a parlare del problema della ragazzina.
“Come mai piangevi, umana?”
“Mi chiamo Lorena e sono umana” disse la ragazzina mostrandole un’ immagine dentro a uno specchio magico che teneva in mano.
“Hai un bellissimo specchio magico. Si possono vedere le cose le persone!” Pammete
sembrava estasiata. “Da noi solo il Sommo Mago Salmonreo può guardare nello specchio
magico”.
La ragazzina le spiegò che non era uno specchio magico ma un cellulare, un apparecchio
che serviva per parlare con le altre persone e poteva anche fare delle foto; e proprio mentre
giocava con il suo cellulare, distraendosi, aveva smarrito Leo, il suo chiwawa bianco.
“Anche io mi chiamo Lorena!” esclamò Pammete sorpresa per la novità del marchingegno
che, a loro non serviva, e per la coincidenza dei nomi. “Davvero?”
Si! Lorena Lantie Lantis, però tutti mi chiamano Pammete”
Lorena prese Pammete nella sua mano guardandola attentamente. “ Ci assomigliamo!”
disse sorpresa ammirando la sua versione in miniatura.
Pammete si accorse che aveva ragione, Lorena sembrava una sua versione gigante adulta,
anche sei lei nel mondo umano sarebbe stata una vecchia, vecchia, vecchia signora.
Si viveva fino a 250 anni nel mondo umano? Boh !
Pammete spiegò a Lorena, ciò che avrebbe fatto; essendo una fatina poteva volare, perciò
avrebbe cercato dall’alto il cagnolino di nome Leo. Lorena acconsenti dicendo che avrebbe
cercato da terra. Le due si misero alla ricerca del chiwawa, mandandoli segnali, fermandosi
a parlare, a volte giocando, discutendo o raccondandosi pezzi della loro vita, ma di Leo
nessuna traccia. Verso sera Pammete si accorse che cominciava a svanire; qualcuno
la richiamava nel suo mondo, sicuramente il Sommo Mago Salmonreo. Veloce veloce,
volò da Lorena per avvisarla che forse non sarebbe stata in grado di aiutarla per molto perché doveva ritornare indietro. Lorena ne fu dispiaciuta, non aveva mai visto un’amica così
minuscola, carina, divertente e per giunta con lo stesso nome. La ringraziò per la sua
generosità e le augurò buona fortuna, però, mentre stava per scomparire, Pammete notò
ai piedi dell’albero più grande del giardino, dentro al suo tronco cavo, qualcosa di bianco
e rotondo.
-racconto tagliato- tratto dal sito: tiraccontounafiaba.it
|
I sortilegi delle tredici Fate
C’erano una volta un re e una regina. La regina non faceva figli. Il marito usciva in giardino e diceva:- Albero che non fa frutto, tagliato! La moglie l’udiva dir così e pensava: “Ahimè, è di me sta parlando!” Allora disse:- Madonna mia, aiutami tu! Ed io, a chiunque si presenti alla mia porta, farò la carità-. Fece la carità per molto tempo, ma non ottenne mai la grazia.
Un giorno si presentò un vecchio e disse:- Carità, per l’amor di mio!- Lei rispose:- Ma quale carità! Son tanti anni che faccio la carità e il Signore non mi fa avere un figlio!- Per questo mi tratti in malo modo?- disse il vecchio:- ti farò avere io un figlio-. Diede allora alla donna un’ invidia lei ne mangiò il cuor cuore e diede alla serva le foglie meno buone, più scure, perché le bussasse; la serva, invece di buttarle, se le mangiò.
Poco tempo la padrona era incinta e, dopo di lei, era incinta anche la serva. Passarono i nove mesi e partorirono tutt’è due insieme. Prima di partorire, la serva era molto angustiata; la padrona le diceva:- Su, non t’affiggere!- Lei rispondeva:- Come non affiggermi? Senza saperne nulla! Io sono stata sempre virtuosa-.
Insomma, s’affiggeva. Poi partorirono entrambe e ognuna di loro diede alla luce un bambino: prima la padrona, poi la serva. Li battezzarono e chiamarono uno Peppino, l’altro Antonio; Peppino, il figlio della padrona, e Antonio il figlio delle serva. La regina cominciò ad allevarli tutt’e due- lo dimenticato di riferire che la padrona aveva detto alla serva di non aver paura, perché una volta che avesse partorito, avrebbe allevato lei i due bambini; sicché la serva s’era tranquillizzata; però aveva conservato il rammarico per quella vergogna essendo lei nubile.
Dopo averli allevati, che eran grandi abbastanza per andare a scuola, il figlio della signora disse:- Bene, mamma io vado a scuola, ma tra qualche tempo andrò un po’ in giro per il mondo.- Davvero? Non ti dispiace andartene e lasciarmi?- Se me ne andassi per rimanere, mi dispiacerebbe; ma io solo per conoscere il mondo, non per restarci.- Allora ti sia concesso, il figlio mio.
Così i due fratelli presero un cavallo ciascuno e s’incamminarono insieme; qualsiasi cosa incontrassero, il piccolo rispettava sempre il più grande, oppure, se gli ordinava qualcosa, era sempre pronto, servizievole. A un tratto videro un palazzo, un palazzo tutto rosso, e subito vi si diressero. Arrivarono giù le stalle con le greppie e tutto il resto per lasciare i cavalli; ed assi salirono sul palazzo. Salirono e trovarono tredici sedie attorno al tavolo: dodici uguali ed una più rossa delle altre, d’un colore più vivo, come nelle corone del rosario. Osservarono tutte le sedie, poi il più grande, Peppino, disse- Fammi scegliere una, - e si sedette su quella più rossa di tutte.
C’erano poi tredici stanze, e in ogni stanza c’era un letto rosso. Egli di nuovo scelse il letto più rosso, il più bello, e disse al fratello- Stasera dormirò qui.- Dormi pure, io ti farò la guardia, rispose l’altro,- nel caso venisse qualcuno.- d’accordo; domani dormirai tu.
La sera, all’ora che dovevano rientrare, vennero le fate. Entrarono e la prima disse:- Io ordino che costui che sta dormendo nel mio letto, quando s’alzerà e andrà per scendere, si rompa una gamba.
E se chi ascolta glielo dirà statua di marmo diventerà. L’altra disse:- Io ordino che, una volta alzato, prima ch’egli passi attraverso la porta, crolli l’arco e lo uccida.
E se chi ascolta glielo dirà statua di marmo diventerà.
Il fratello ascoltava. La terza disse:- Io ordino che, nello scendere dal letto, gli si storca il piede e si rompa tutte le ossa.
E se chi ascolta glielo dirà statua di marmo diventerà.
L’altra ancora disse:- Io ordino che, quando scenderà e andrà a sciogliere il cavallo, questo gli si avventi contro per morderlo e stramazzino entrambi.
E se chi glielo dirà statua di marmo diventerà.
-Io- disse l’altra, - ordino che, quando saliranno sul cavallo e correranno verso il paese, nell’attraversare il bosco, cada la più grossa quercia che incontreranno e li uccida entrambi. E se chi ascolta glielo dirà statua marmo diventerà.
L’altra disse:- Io ordino che, quando avviverà in paese, prima d’entrare, gli crolli l’arco addosso e lo schiacci. E se chi glielo dirà statua di marmo diventerà.
E l’altra- lo ordino che, mentre si dirigono verso il paese, incontrino una macchia e ci sia un rovo; lo calpestino e cadano tutt’è tre.
E se chi ascolta glielo dirà statua marmo diventerà.
-Io- disse l’altra,- ordino che, prima di arrivare in paese, incontri una masseria, escano fuori due leoni e lo uccidano. E se chi ascolta glielo dirà statua di marmo diventerà.
-Io,- disse l’altra, ordino che, quando passerà sopra la brina, si trovi un ago, si infilzi nell’unghia del cavallo e stramazzino entrambi. E se ascolta glielo dirà statua di marmo diventerà.
L’Altra disse.- Io ordino che,quando entrerà in paese, si chiuda il portone e li divida tutt’e due. E se chi ascolta glielo dirà statua di marmo diventerà.
-Io ordino- disse l’altra, - che sia un venditore di pistole,quando arriveranno in paese; che egli voglia prenderne una e, appena l’avrà tra le mani, essa spari e uccida lui e il cavallo.
E se chi ascolta glielo dirà statua di marmo diventerà.
-Io ordino,- disse l’altra, che quando arriverà dalla madre lei, che non lo vede da molto tempo, gli corra incontro per baciarlo; mentre lo bacia, cada un fulmine e li bruci entrambi.
E se chi ascolta glielo dirà statua di marmo diventerà.
-Io ordino,- disse l’altra,- che quando si sposerà,la prima notte che dormirà con sua moglie, vada un animale con sette teste e li divori. E se chi ascolta dirà statua di marmo diventerà.
Il giovane si svegliò dal sonno e disse:- Oh, che bella dormita che ho fatto! Com’è bello questo letto! Davvero? Rispose il fratello- voglio vedere com’è -. Sali su e scese prima di lui, in modo che l’altro non cadesse e si rompesse la gamba.- Bell’affronto, scendere prima di me!- disse l’altro.- Non importa, siamo fratelli, non importa! Facciamo a chi corre più veloce?- D’accordo-. Questi gli saltò davanti e passò per primo sotto la porta; così non crollò. Poi propose:- Peppino, facciamo a chi scende per primo dalla scala?- Sì, sì -. Di nuovo gli saltò davanti e scese per primo, e l’altro passò sano e salvo. Il fratello disse:- Mi sei passato ancora davanti! Fai sempre così. Quando torneremo a casa, ti accuserò a mia madre. – Che t’importa?-disse l’altro:- tu cerca di correre più veloce di me. Poi disse:- Facciamo a chi scioglie per primo il cavallo?- D’accordo; mi hai superato ogni volta, ma stavolta non ce la farai.- Proviamo! Corse velocissimo, sciolse il cavallo e glielo diede nelle mani. Di nuovo propose:- Facciamo a chi è più veloce ad arrivare al portone?- D’accordo-. Cominciarono a correre. Corsero velocissimi, arrivarono al portone e l’attraverso per il primo Antonio. Il fratello passò ancora sano e salvo:- Vedi quanti affronti mi fai subire?
|
L’onda di Luce
Tremolio d’ombre e di silenzi
al bisbigliare di lente preghiere
tra veli di dolente stupore
e lamento increspato di fiori.
Odore di cera e d’incenso
a scolpire la trepidazione del Sepolcro
in eterni riti, certi del miracolo ancora.
Tace l’ansia delle campane elfiche,
sordo al richiamo della rondine mai paga,
e dorme la voglia d’armonia
nella veglia assorta e smarrita.
L’intristito vagare scivola piano
sull’argento pallido delle acque del fiume
in cerca del giorno avido di luce e di suoni.
Ed il giorno venne…
Il fragore dell’alba risorta
sbiancò la faccia cupa delle tenebre
all’esplorare della luce sovrana,
grido complice d’intesa del Cielo e della Terra.
Al trastullo del vento,
l’onda di luce della meraviglia
sgusciò nel tremore del risveglio
e accese di fragranze d’aria purificando
i germogli del petto,
che non aveva dubitato!
Aprite gli occhi amici miei!
Siamo tornati!
Siamo uno!!!!!
Tratto: Poesie e canti Antichi
Scritto da Marius Depréde
(dal Web)
|
DONNE CELTICHE
CERCA IN QUESTO BLOG
NEL BOSCO DELLE FATINE
AREA PERSONALE
MENU
ULTIMI COMMENTI
FIORI E FARFALLE
TAG
CERCA IN QUESTO BLOG
I MIEI BLOG AMICI
- musica
- Dark side of Mars...
- Amour érotique
- Lanimo dei bimbi...
- LA DANZA DEL FAUNO
- Gioielli magici
- il mio blog
- La befana Rossana
- CARICO A CHIACCHIERE
- Narrativa&Oltre
- RINCOMINCIO da CAPO
- FATAMATTA
- GRANDE_STELLA
- Unghie da collezione
- IL TAVOLO ROTONDO
- La mia Anima2
- La MiA ViTa A CoLoRi
- Occhi di un Angelo
- pragmatic@_mente
- Sfigatta !
- vivi e lascia vivere
- LaNinfaMaia
- ALTAMAREA
- Stargazer
- NON FATE COME ME
- Fili di scrittura
- Yumiko
- Ginevra...
- Paese... Meraviglia
- Donna, lavoro e casa
- TRACCE DANIMA
- Passeggiando
- In Compagnia del tè
- Ritorno alla vita!
- Giorni... e sogni
- @Creative Insomnia
- Yume no Hime
- Io FaTa...
- Never Be Alone
- .ME.
- SOLO UN BLOG
- Tra sogni e realtà
- REASON TO BELIEVE
- Cuore di Cristallo
- ThisIsMe
- Il tuo dilemma
- Aranel
- buone notizie
- BACIO FATATO
- ...
- PENSIERI E PAROLE
- La nostra ricchezza
- Di Tutto e di Niente
- Vezzipoetici
- Liberi di esprimersi
- ONLY TIME
- Punto e a capo
- Setoseallegorie
- Scie di pensieri
- club dei cartoni
- AYCELIN
- Eat Pray Love
- Caos Creativo
- FARFALLA NARRANTE
- autentiche emozioni
- Notturno..
- Lily Rose Golding
- Diamante per la vita
- Il Mio Arcobaleno
- Una storia perduta
- Sono fatta così
- AmicheErbe
- Dark Angel
- Ti vedo, ti guardo
- il cigno
- bricolage
- Amithiel
- EFFETTI PERSONALI
- Blog Magazine
- CHIACCHERE FRA AMICI
- confini dellanima
- INFINITY
- Opera Viva
- Nero di Gabriel
- laviniaodidone
- @Mon Cygne Noir@
- Segmenti di una vita
- Battito dali
- LA GRANDE BELLEZZA
- La riva dei pensieri
- IMP3RF3TTA ©®
- DOLCI MOMENTI
- Grigioperla
- comunicare
- Lone Wolf
Inviato da: cassetta2
il 05/10/2020 alle 18:27
Inviato da: Spiky03
il 27/03/2019 alle 14:18
Inviato da: monellaccio19
il 08/03/2019 alle 18:29
Inviato da: molto.personale
il 07/01/2019 alle 16:23
Inviato da: Spiky03
il 29/12/2018 alle 12:05