LA FATA DELL'AUTUNNO
BENVENUTI
UN BAMBINO E LA FATA
Ogni volta che un bambino smette di credere alle Fate, una Fata muore…
~• James Matthew Barrie •~
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Il mio grazie sincero va a tutti coloro che si adoperano con la grafica e consigli e rendono disponibile a tutti la loro creatività.
Messaggi di Gennaio 2018
Le gocce di Fata di acqua
Quel giorno pioveva e faceva molto freddo.
Fata Acqua stava giocando con le gocce che scendevano lente sulla finestra.
“Che belle, sembrate perle danzanti sul vetro”. Ma guardando bene Fata Acqua si accorse che
Stava succedendo qualcosa: le gocce si stavano ghiacciando; erano diventate fredde, dure e immobili.
“Che peccato, non riuscite più a danzare come prima! Siete imprigionate nella morsa del freddo
e io sono una fata bambina che non sa come liberarvi”.
Sporgendosi fuori curiosa, dalla sua finestra, vide che proprio il sotto, in giardino,
sua sorella Fata Aria stava soffiando. Era suo il vento gelido che aveva bloccato le gocce
ballerine.
“Che brutto scherzo mi hai fatto! Hai rovinato la danza delle mie gocce! Sei una fata cattiva”.
Ma Fata Aria rispose offesa: “Non sono cattiva, lo sai, mi piacciono gli scherzi”.
“ E allora libera le mie gocce, rimetti tutto come prima” la rimproverò ancora la sorella. Ma
Fata Aria sussurrò: “ Ci ho provato e non sono capace”.
Le due fate erano deluse, nessuna delle due sapeva sbloccare la situazione e il freddo stava ghiacciando anche loro, quando arrivarono le altre fate sorelle, Fata Terra e Fata fuoco, che tornavano da una passeggiata.
“A che gioco giocate?” chiesero curiose. “Al gioco del ghiaccio, ma ora non ci piace più e non sappiamo come smettere”.
Allora Fata Terra e Fata Fuoco si guardarono sorridendo e si misero al lavoro. Fata Terra
raccolse un bel po’ di rametti in giardino e li ammucchiò sotto la finestra, poi sussurrò alla
sorella:
“Sapresti accendere un fuoco piccolo piccolo con questi?”.
“Ma certo” rispose Fata Fuoco “Non aspettavo altro, con questo freddo….”
Fata Fuoco creò una scintilla e Fata Aria soffiò lieve lieve. La piccola fiamma salutò allegria
le quattro sorelle.
Fata Aria allora capì che doveva soffiare un vento morbido sopra la fiamma e aspettare che
l’aria calda arrivasse fino alla finestra. Il vento diventò così caldo che abbracciò le piccole
gocce ghiacciate sul vetro. Con quella carezza calda subito le gocce tornarono d’acqua e ricominciarono a danzare come perle, sotto gli occhi di Fata Acqua.
“Evviva” esclamò lei contenta “insieme avete liberato le mie gocce dal ghiaccio. Ora tocca a
me”. Con una bella cascata di gocce ballerine, il piccolo fuoco si addormentò prima di
diventare troppo grande e il sole annebbiato dell’inverno uscì un momento dalla sua nuvola
per salutare: “ Brave fate bambine, saper giocare insieme è il primo passò per sentirsi grandi!”
Lodovica cima (dal Web)
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I due principi innamorati
Lilli e Lalla sono due fatine che sembrano gemelle ma invece non lo sono,
però sono talmente amiche che non si separano mai solo nei pochi casi,
quando la Regina le manda in missione in due angoli diversi del mondo. Allora in queste occasioni, essendo loro due gran birichine e naturalmente all’insaputa della Sovrana, si scatenano nelle più disparate magie per poi raccontarsele al prossimo incontro. Oggi è una di quelle volte.
“Sai…” dice Lilli, stiracchiando pigramente le alucce azzurre e sbadigliando,
stendendosi tra le fresche foglie dell’albero più alto del bosco.
“Sai dove mi ha mandato questa volta Sua Maestà? Fino in un villaggio sotto
la Grande Muraglia ad aiutare un bambino che non riusciva a ritrovare i suoi
genitori….”
“Oh, normale amministrazione mi pare.” “ Si vero, ma è altro quello che ho visto là. Poco distante dal villaggio c’è un sentuoso palazzo dove vive una principessa bellissima ma così antipatica che nessuno avvicina più. Il padre, padrone del paese, più d’una volta l’ha pregata di cercarsi un fidanzato tra quelli che le presentava, ma lei sdegnosa ha sempre rifiutato adducendo la scusa di essere
ancora troppo giovane per sposarsi e che stava bene tra i suoi libri, dipinti e ricami. Il padre così disperato e non riuscendo a farla ragionare, l’ha rinchiusa
nella sua stanza, ha messo delle sbarre alla finestra e la porta è sorvegliata dalle guardie più forti del palazzo e chi osa avvinarsi viene gettato in prigione. Povera principessa.”
“Sai che anch’io sono stata testimone di una storia simile. L’altra settimana
che mi trovo su di un’isola sperduta nell’oceano, per aiutare un contadino
che non riusciva più sfamare i suoi 20 figli, tanto povero è. ( dice Lalla
lisciandosi le alette rosa brillare ancora di più.) Anche su quell’isola c’è un palazzo immenso splendido dove vive un principe, capriccioso e disobbediente.
Il padre re del luogo, più d’una volta ha organizzato per lui magnifici banchetti
e invitato le più belle principesse del posto affinché, il figlio, ne scegliesse una
e la sposasse. Ma lui non si è mai presentato a quelle feste mandandogli dire
che, visto la sua giovane età intendeva divertirsi a modo suo non si sarebbe
sposato mai.
Così il re infuriato, lo ha rinchiuso nell’ala più sconnessa del palazzo, con
Sbarre grossissime alle finestre e guardato a vista da cani feroci che non permettono a nessuno di avvicinarsi.”
“E noi cosa possiamo fare per questi due giovani?” chiese Lilli “ Io direi di
Farli incontrare.” rispose furbetta Lalla.
“Si ma come?” “Semplice, usiamo la poverina magica che li farà dormire profondamente fino trasporteremo uno nella camera dell’altro e viceversa.”
“Si, si ( protesta Lilli) ma per fare ciò dobbiamo chiedere il permesso alla
Regina se non vogliamo incorrere in una pesante punizione.” “Hai ragione,
andiamo allora.) In un battibaleno si presentano al cospetto della loro
Sovrana e le raccontano tutta la storia che desideravano fare per i due. La Regina, in un primo momento le guardò accigliata, poi con un sorriso chiamò
a raccolta le tre fatine facendole partecipi dell’impresa e ordinando di aiutare
a trasportare i giovani da un posto all’altro, visto che loro erano piccoline e gli
umani grandi e pesanti, aggiunse che se c’era bisogno avrebbe aiutato anche
lei. Così si divisero, Lilli dalla principessa e Lalla dal principe e li cosparsero
della polverina magica rendendo il loro sonno ancora più profondo, quindi si
ritrovarono nella sala reale con le altre fate per ritornare dal giovane nobile
che, avvolto nella sua coperta di seta, trasportarono nella camera e nel letto
della principessa. Infine rendendosi tutte invisibile attesero l’evolversi degli
eventi. Il giovane si svegliò lentamente, vicino a lui che c’era qualcosa di strano,
un lieve soffio, come un respiro gli stuzzicava l’orecchio e nell’aria aleggiava un
profumo che non conosceva. La sua mano sfiorava qualcosa di talmente soffice che era sicuro non poteva essere la sua coperta. Aperti gli occhi si trovò a scrutare il volto di una sconosciuta, una bellissima sconosciuta, incantato rimase
racconto tagliato autore sconosciuto (dal Web)
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Soliloquio di un boscaiolo pazzo
A volte mi capita
di far tardi:
guardo lo scompiglio
di uomini e cani
e mi avvilisco l’anima….
Ma poi mi riprendo,
ricordo che son mago,
e rimetto a posto
per domani
massi e pietre,
il passaggio giusto,
la calma al bosco
e anche se ondivago
riprendo il mio andare,
nel richiamo
al vento stanco…
È tempo di volare,
mi chiedo;
o di assecondare
l’umor dell’aria?
Le lepri gravide,
e le volpi più che mai,
s’intanano;
ma le vipere,
finito il letargo,
s’aggirano
tra le sparaghere
mentre rivoli d’acqua,
non ancor ruscelli,
cercano di scorrere
all’ombra di pioppi
e ontani
timidi di fronde,
sporchi di zolle
smembrate e rotolanti
a grumi tra grugniti
di tardiva primavera.
-testo tagliato-
Autore: Falcone (dal Web)
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La fata Bifisella
Lontano nell’Universo, un mondo dal nostro tutto diverso, viveva su una stella
la fata Bifisella.
Lei da lassù,
immersa nel profondo blu,
tutte le notti controllava,
ciò che ogni bimbo sognava.
Lei che creava i sogni belli,
dove spesso c’erano enormi castelli.
In essi vivevano audaci cavalieri
con i loro abili e bianchi destrieri.
E se un tenero bambino,
intento a dormir nel suo lettino,
stava facendo un sogno spaventoso,
davvero terribile e pauroso,
la fatina in un istante
cancellava l’immagine terrificante.
Bisogna quindi ricordarsi,
prima di addormentarsi,
di tanto ringraziare,
e con un bacino salutare,
la fata Bifisella
che vive lontano su una piccola stella.
Autore: elisa (23 marzo 2010)
Tratto dal sito: www.filastrocche.it
(dal Web)
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Una fragolina coraggiosa
C’era una volta una piccola Fragolina che viveva in un bellissimo e incantato giardino amorevolmente curato da Comare Lisa.
In effetti, in quel posto magico, vi splendeva sempre il sole, gli alberi parlavano tra di loro
e si muovevano, spesso canticchiando allegre filastrocche, i frutti nascevano e crescevano,
accuditi dalle loro mamme, proprio come succede ai bambini veri. I gatti che vi
gironzolavano si riunivano al tramonto per intonare romantiche serenate e gli uccelli,
di tante splendide varietà, vi svolazzavano leggiadri senza mai mangiucchiare quei
deliziosi frutti ma, anzi, facendo anche amicizia con loro. La fragolina, a causa del suo
aspetto minuto e bitorzoluto, veniva spesso presa in giro dagli altri frutti.
La vanitosa signora Pera, con il suo cappellino rosa con il fiocco bianco e la vezzosa borsetta,
non le rivolgeva mai la parola, le tre sorelle Prugne, avvizzite e acidine, che avevano il vizio di
andare in giro tenendosi a braccetto spettegolando su tutto e tutti, sghignazzavano ogni volta
che la incontravano. Il signor Ananas si faceva sempre delle grasse risate, mentre, facendo
la sua folta chioma verde, raccontava storielle stupide su di lei. La signorina Ciliegia, rossa,
lucida e dalla forma perfetta, si divertita a farle notare che non sarebbe mai stata corteggiata
come lo era lei. La tenera Fragolina passava le sue giornate tra gli alberi e i fiori, che
la guardavano impietositi, piangendo.
Un giorno la fatina dei giardini, non potendone più di vedere quella dolce Fragolina
così triste, si arrabbiò così tanto con gli altri frutti che decise di far scoppiare un violento acquazzone. All’improvviso il cielo divenne grigio e iniziarono a cadere le prime gocce. In
un attimo la pioggia venne giù così abbondante e rumorosa che tutti gli abitanti del giardino furono costretti a fuggire via in prenda al terrore. Chi trovò rifugio tra i rami degli alberi e
chi le ali amorevoli di qualche passerotto. La Fragolina venne invece protetta dall’abbraccio affettuoso della fatina. Ad un tratto, però, si udirono delle urla: erano la signorina Ciliegia e
la signora Pera che erano cadute in un torrente, che si era formato per via della pioggia abbondante. Si erano aggrappate a delle pietruzze, nel tentativo di resistere alla forte
corrente che avrebbe trascinate via e portare chissà dove. La Fragolina non ci pensò un
attimo. Nonostante il nubifragio, accorse subito in aiuto delle due sventurate. Prese un
ramoscello spezzato e lo allungò alle poverette. Tira di qua e tira di là, riuscì a portare fuori
la signorina Ciliegia tira di qua, tira di là e finalmente pure la signora Pera venne tratta in
salvo. Smise anche di piovere e il sole sorridendo, tornò a fare capolino tra le nuvole. A poco
a poco i frutti uscirono fuori da loro rifugi e si vergognarono non poco di aver sempre
trattato così male la povera Fragolina. Da quel giorno la signorina Ciliegia divenne la sua più
cara amica, la signora Pera iniziò ad invitarla sempre più spesso a casa sua gli altri la
trattarono con amore e rispetto. La fatina la premiò facendola diventare il frutto più gustoso
e pregiato del giardino e Comare Lisa di piantare che presto nacquero e crebbero felici.
Autore: Rosadiporcellana
Tratto dal sito: www.filastrocche.it
(dal Web)
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