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Creato da nefertiti704 il 02/07/2011

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« Il fiume raccontaOceani ancestrali »

Aprile a New York

 

Nella maturità l’infanzia può tornare
tra  grattacieli che spannano nubi
e renella che più non scivola in clessidra.

Al Boat House Café del Central Park,
erba spruzzata del verde magenta
friniva versi ispirati di Barbara Guest.

Sull’Empire State Building,
l’anima s’intorpidiva d’acme
e il cuore  mutava  stagione.

Ad Harlem,
jazzisti neri bruciavano musica
con  note di sapienze impossibili.

Al Guggenheim Museum,
Kandinsky, Picasso, Chagall,
Monet, Modigliani, Klee
hanno colorato l’enigma del mio andare.

In notturne  ciclopiche Music Hall
Joe Cocker (nella mia cuffia)  arrochiva
You can Leave Your Hat on.
Gambe emozionate mimavano
la sua fisica intensità.  

Nella  sacralità marmorea  
di  St. Patrick’s  Cathedral,
ho implorato il Dio delle madri
di richiamarmi dal futuro,
per rivivere  i giorni bloccati 
di quell’Aprile e di quella Pasqua.

Con te, figlio.

 
 
 
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