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Oceani ancestrali

Post n°17 pubblicato il 07 Novembre 2011 da nefertiti704
 

                         

Sinistramente brilla la lama di coltello
tra le   labbra incendiate dal rossetto
e fuori son le unghie come artigli
contro il maschio che dovrà mancare.
Sai cacciare
hai assorbito da bambina
e non è mai finita.
Frangibile  gazzella spaurita
fiutata da leoni neri.
Scampi lungo sconfinate  gallerie
dove pietrificato dimora il tuo dolore.
Folle la corsa che sempre ti riporta
nella dolcezza del materno grembo
dove cerchi invano di scavare pace.
Giovane fiore dall’animo ossidato
che non  diluisce con gocciole di sale
non tutti i maschi devono spirare
ma è il nefasto ricordo di quel padre
che morde le tue viscere infantili
e tu dolce ragazza dallo sguardo duro
nel girone infernale  lo devi ricacciare
incapace come sei di perdonare.
Bruciante fiele è la sterile vendetta.

Drappi di piombo pressano il tuo corpo
che  si erode nella sapidità della sconfitta.
Polvere d’ossa è ormai quel padre
sdrucito lo spettro  di quel maschio
che di tua madre s’è ingollato il cuore
incidendo nel tuo animo bambino
rabbiose spire di dolore.
Rossastri grumi di cagliato sangue
d’una malsana  piaga  che deve spurgare
per poi ricominciare.

(Poe classificata al primo posto nella gara-gioco
del salotto virtuale  di Lady Juliette
che aveva come traccia. I SETTE PECCATI CAPITALI.
Ho scelto l’IRA. Un’ira cattiva, rabbiosa che il passare
del tempo non placa  anzi  acuisce rendendola sanguigna e
dolorosamente eterna.)


 
 
 
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