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Problemi di coppia:dodicesimo, tredicesimo e quattordicesimo capitolo.

Post n°11 pubblicato il 15 Dicembre 2012 da orianaalekos
 

Carissimi, in questi nuovi capitoli un personaggio minaccioso farà la sua comparsa nel romanzo. Attendo i vostri commenti. Vi abbraccio.

 

Problemi di coppia.

 

12°capitolo.

 

 

Per tutta la notte Marcus si rigirò nel letto senza riuscire a prendere sonno: le parole del signor Mitchell gli rimbombavano in testa facendolo tremare.

Il rapporto tra lui ed il padre di Shaila non era mai stato idilliaco anche se, da quando la sua donna era rimasta incinta, il signor Mitchell sembrava essersi rassegnato ma ora, quella minaccia, lo metteva di fronte ad un bivio e questo non gli piaceva perché si sentiva in trappola e lui odiava questa orribile sensazione di disagio e di prigionia. "Cosa devo fare dannazione?" Si chiese "questo matrimonio sta diventando una tortura, un'agonia di cui vorrei tanto liberarmi."

Mentre pensava squillò il telefono. Marcus andò a rispondere e, la dolcissima voce di Faith, lo fece sobbalzare. "Faith!!" Esclamò preoccupato" sono le tre di notte, é tardi. Come mai mi chiami a quest'ora? E' successo qualcosa?" Faith sospirò e disse: "Ho bisogno di te, subito!!" Marcus sospirò e chiese: "Ma dove sei, Faith? Ti sento lontana." Faith scoppiò in lacrime e rispose: "Sono in autostrada, nell'autogrill di Tomash Cleshi." Marcus tremò: Tomash Cleshi era un rumeno di 56 anni, alto 1.90, capelli rossi, occhi grigi, con la schiena piena di cicatrici causate dai combattimenti clandestini a cui aveva partecipato da ragazzo. Da dieci anni era proprietario di un autogrill ma gestiva anche un giro di prostituzione. Tutti lo conoscevano come uno strozzino violento e viscido e sapevano anche che si era fatto due anni di galera per aver ammazzato una persona in una rissa.

"Faith" disse Marcus "ma come si finita lì?" Faith sospirò e, singhiozzando, gli disse: "Vienimi a prendere Marcus, ti supplico!!" Marcus esitò. "Dovrei aspettare che ritorni mia moglie" si disse "se non mi trova e lo racconta a suo padre il signor Mitchell mi ammazza." L'esitazione durò soltanto un attimo. Lasciò un piccolo biglietto alla moglie in cui le diceva di non preoccuparsi perché era andato a recuperare un amico che aveva bevuto troppo e che era stato lasciato in mezzo alla strada da un gruppo di bastardi che, dopo averlo fatto ubriacare, lo avevano scaricato, prese la giacca ed uscì.

 

Problemi di coppia.

 

13°capitolo.

 

Marcus arrivò all'autogrill che era l'alba. Scese dalla macchina e, davanti alla porta dell'autogrill, vide Faith che tremava coperta solo da un plaid viola.

Marcus le si avvicinò, la prese tra le braccia e la strinse. "Cosa é successo, piccola?" Chiese. "Portami via, Marcus." Mormorò Faith "ti prego, portami via. "Marcus annuì, la fece salire in macchina e la portò nella casa al mare dove si erano amati per la prima volta. Faith era stanchissima e, mentre Marcus guidava, si addormentò.

Non appena furono arrivati, Marcus: la prese tra le braccia, entrò in casa, accese il fuoco, tolse il plaid dalle spalle della ragazza, la adagiò sul letto e la coprì. Faith si raggomitolò tra le coperte e continuò a dormire. Marcus le si sedette accanto e, accarezzandole il viso, mormorò: "Povera piccola, chissà cosa ti é successo, chissà cosa ti ha fatto quel bastardo di Tomash Cleshi!!" Le accarezzò i capelli e Faith, muovendosi, lo attirò a sé. Marcus sorrise, si stese accanto a lei e la strinse tra le sue braccia coccolandola. "Dormi, piccolina" le sussurrò baciandola sui capelli e sulla fronte "dormi tranquilla, sono qui con te, veglierò io su di te."

All'improvviso il cellulare emise un doppio bib: era il segnale che c'era un messaggio in arrivo. Marcus prese il telefonino, aprì la messaggeria e vide che sua moglie Shaila le aveva mandato un messaggio che diceva così: "Tutto bene, amore mio? Sei riuscito a recuperare il tuo amico? Torna presto a casa, ti prego, ho bisogno di stare con te e di parlarti per provare a salvare qualcosa di noi due." Marcus: si staccò da Faith, la baciò sul collo, si allontanò e chiamò la sua donna. "Amore mio!!" Esclamò Shaila appena rispose al telefono. "Tesoro mio, ti ho chiamato per dirti di non preoccuparti" disse Marcus con voce sussurrata "io sto bene e tornerò a casa appena possibile. Sono riuscito a recuperare il mio amico, l'ho portato a casa ed ora dorme ma, per questa notte, preferisco rimanere qui per vedere se posso essergli d'aiuto nel caso si sentisse male. Non é la prima volta che gli succede e, siccome ha una malattia al fegato che solo io conosco, soltanto io so cosa fare per aiutarlo quando é ubriaco." Shaila annuì e disse: "Tu sei sempre stato un uomo sensibile e disponibile, amore mio e ti sei sempre prodigato per tutti, per questo mi piaci da morire e per questo ti amo. Non ti preccupare, cucciolo mio, ti aspetterò a casa e, quando tornerai, parleremo." Marcus sospirò e, dopo aver ringraziato la sua donna, chiuse la comunicazione e tornò a sdraiarsi accanto a Faith stringendola tra le sue braccia.

 

Problemi di coppia.

 

14°capitolo.

 

Faith dormì per tutta la notte ma, il suo, fu un sonno molto agitato.

Verso le cinque della mattina aprì gli occhi e, lanciando un grido, balzò a sedere sul letto. Marcus, che si era appena alzato e stava preparando la colazione in cucina, lasciò tutto, corse da lei e la strinse forte a sé. "Cosa succede, dolce cucciola mia bella? Ti sei agitata per tutta la notte ed adesso ti sei svegliata urlando. Perché, tesoro mio?" Chiese baciandola sui capelli. Faith piangeva a dirotto e tremava come un passerotto intirizzito. "Tesoro parlami, ti prego!!" Disse Marcus "che ti succede? Perché hai gridato?" Faith abbassò gli occhi e, con un filo di voce, mormorò: "Ho vissuto una giornata orribile ieri, Marcus, una giornata che non auguro a nessuno, nemmeno al mio peggior nemico. "Marcus le asciugò le lacrime e le chiese: "Vuoi provare a raccontarmela, amore mio? Vuoi provare a spiegarmi per quale motivo ti trovavi in quell'autogrill, ieri sera? Spero che quel lurido bastardo di Tomash Cleshi non ti abbia fatto niente di male altrimenti, questo, sarà il suo ultimo giorno di vita." Faith si asciugò le lacrime e, stupita, guardò Marcus negli occhi e gli chiese: "Lo conosci, Marcus? Hai avuto a che fare con lui in passato?" Marcus annuì e rispose: "Sì, mio tesoro, lo conosco perfettamente e, più tardi, se lo vorrai, ti parlerò di questa parte del mio passato ma, ora, vorrei che tu mi raccontassi cosa ti é successo ieri sera." Faith annuì ed iniziò a raccontare: "Dopo la meravigliosa notte d'amore che abbiamo passato insieme in questa casa, ci siamo addormentati vicini e, la mattina dopo, tu mi hai accompagnato a casa ti ricordi?" Marcus annuì e Faith continuò: "Sono scesa dalla tua macchina e sono entrata in casa. Le luci erano spente come se non ci fosse nessuno. Mi sembrava molto strano perché, quel giorno, mio marito Thomas aveva la giornata libera e, di solito, quando non lavora perché non ha cause né penali né civili da seguire, lui resta a casa perché adora il modellismo e gli piace ricostruire le navi da guerra. Questa passione gliel'ha trasmessa suo padre da quando mio marito era un bambino di sei anni e, lui e suo padre, quando Thomas tornava da scuola, si divertivano a costruire imbarcazioni insieme. Mio marito ha anche fondato un club del modellismo molto frequentato dai personaggi più in vista della città. Quel giorno, quindi, mio marito sarebbe dovuto rimanere a casa ma, quando io sono entrata in casa, come ho già detto, sembrava che non ci fosse nessuno. Ero stupita ma, nonostante ciò, mi sono diretta verso la mia camera perché volevo cambiarmi. Stavo per entrare, avevo già la mano sulla maniglia quando, dal bagno, ho sentito provenire delle risate. Mi sono avvicinata alla porta del bagno, ho accostato l'orecchio per sentire meglio ed ho sentito due voci parlare tra loro. Una era la voce di mio marito, l'altra non la conoscevo. Ho aperto lentamente la porta ed ho visto mio marito e un'altra ragazza che non conosco abbracciati che si baciavano e ridevano. Sono rimasta impietrita, senza avere nemmeno la forza di scappare. Ad un tratto, mio marito Thomas, ha alzato gli occhi dalla scollatura della sua amica e mi ha visto. Ha cercato di parlarmi ma io sono scappata via sbattendo la porta. Sono salita in macchina, ho messo in moto ed ho iniziato a guidare senza meta finché, a causa del pianto che mi offuscava gli occhi e mi impediva di vedere bene la strada, sono andata fuori strada con la macchina sbattendo contro un albero. Per fortuna, nonostante il violento impatto, non mi sono fatta niente anche se la macchina é da buttare. Sono riuscita ad uscire dall'auto strisciando, ho camminato per qualche metro e, dopo un po', mi sono ritrovata davanti l'autogrill di Tomash Cleshi. Lui era sulla porta, mi ha visto, mi è venuto incontro e mi ha chiesto: "Signorina, tutto bene?" Io ho annuito e lui mi ha portato dentro offrendomi da bere. Ero talmente disperata che non sapevo quello che stavo facendo. Stanotte, mentre dormivo, mi é tornato in mente quel poco che non ricordavo e mi é venuta in mente la violenza che ho subito." Faith si alzò e mostrò i lividi e le ferite che aveva sul corpo. "Cosa … cosa sono questi lividi e queste ferite amore?" Chiese Marcus a denti stretti "Cosa ti ha fatto quel bastardo piccola?" Faith si sedette di nuovo sul letto e disse: "Tomash Cleshi mi ha fatto bere gin e vodka per due lunghe ore e poi, approfittando del fatto che ero completamente in preda dell'alcool, mi ha strappato i vestiti ed ha provato a violentarmi. Non so come ho fatto ma ho reagito e lui, sentendosi rifiutato, si é infuriato, mi ha preso a calci violentemente, poi mi ha legato al tavolo del bar e mi ha picchiato senza pietà con una frusta nera di cuoio per un'ora insultandomi ed infischiandosene delle mie urla di dolore e delle mie richieste di essere lasciata libera. Poi … poi … finalmente, si é deciso a sciogliermi, mi ha preso per un braccio, mi ha scaraventata fuori dalla porta e mi ha gettato un plaid addosso. Mi sono alzata barcollando e stringendomi in quella coperta. Ero completamente nuda, avevo soltanto quel vecchio plaid sulle spalle, tremavo dal freddo e dalla paura e volevo solamente tornare a casa. Mi sono seduta sul marciapiede e mi sono guardata intorno. Era buio, ma sono riuscita a scorgere una cabina telefonica e, appena l'ho vista, ho capito che, telefonare a qualcuno e chiedere aiuto, era la sola soluzione per andarmene da lì. Allora, a fatica, mi sono alzata e ti ho chiamato." Faith scoppiò di nuovo in lacrime e, piangendo disperata, si rifugiò tra le forti braccia di Marcus che la accarezzò sulla schiena e, baciandola dolcemente sulla fronte, le disse: "Non ti preoccupare, piccola mia, nessuno ti farà più del male, ora ci sono io a proteggerti." Faith non rispose e Marcus si accorse che la ragazza gli si era addormentata di nuovo tra le braccia. Sorrise, la coprì con il lenzuolo, poi si alzò, si vestì, si mise la giacca, uscì accostando la porta e si sedette sull'uscio di casa ripensando a tutto quello che Faith gli aveva raccontato. "Bastardo, infame!!" Mormorò tra sé e sé. "Tomash Cleshi, non ti basta quello che hai fatto a me ed ai miei genitori? Anche di questa donna: tenera, bellissima, indifesa ed innocente ti dovevi approfittare? Essere immondo!! Questa me la paghi, miserabile, quanto è vero che esisto!!" 

 
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