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Di violenza e tessere

Post n°265 pubblicato il 20 Aprile 2008 da lubely

Premetto subito che trovo la violenza sulle donne (ma anche su bambini, o sugli uomini, perché no?) una delle cose più obbrobriose. Dovrebbe essere una di quelle cose in cui si mette il responsabile in galera, senza troppi riguardi, e poi si butta via la chiave.

Detto questo, quando sento del solito extracomunitario che violenta la malcapitata di turno stento a comprendere le reazioni della gente e della politica. Mi spiego. Grosso modo fare violenza a qualcuno vuol dire costringere quel qualcuno a subire un atto (nel 95 per cento dei casi a sfondo sessuale) contro la propria volontà. Non è una definizione da vocabolario, ma è come la penso io. Per cui mi sta bene che ci si indigni, si chiedano provvedimenti, si dia la colpa a quelli della parte politica avversa (senza dimenticare che statistiche alla mano le violenze denunciate non hanno subito grosse variazioni da quando al governo c’erano gli uni o gli altri). Però non capisco perché non ci si indigni e, anzi, si guardi con una specie di maialesco compiacimento a tutte quelle che vengono violentate ogni sera, ogni giorno, in ogni città, non dico nel disinteresse generale, ma comunque in una sorta di tacito consenso.

Perché spero nessuno voglia farmi credere che quelle che battono, a napoli come in val d’aosta, lo facciano per diletto, perché è quello che hanno sempre voluto fare nella vita. Tu che vuoi fare da grande? Io l’infermiera. E tu? Io voglio farmi sequestrare il passaporto, farmi massacrare di botte e poi battere la sera. E tu? Io voglio aprire un negozio di scarpe…. Ma, tranne i casi più eclatanti di cronaca, qualcuno ci ha mai fatto un mezzo pensiero a questo? Qualcuno si è mai chiesto cosa le porta a fare quel lavoro? Poi Carla Corso e Pia Covre le ho sentite anch’io raccontare la loro storia. Operaie che passavano le loro giornate a beccarsi pacche sul culo dai colleghi e a lavorare otto ore in fabbrica per una miseria. Hanno deciso di fare la vita. E’ stata una loro decisione: l’hanno fatto contente di farlo, si sono fatte i soldi. Buon per loro. Mi sta pure bene se qualche studentessa preferisce aprire le gambe che mettere volantini in buca o dare ripetizioni: contente loro contenti tutti.

Ma non è tutto così. C’è chi quel lavoro non vorrebbe farlo. Ma tra botte e minacce non possono fare altro. Ogni tanto qualcuna ci crepa anche. Una fucilata e via. 30 secondi di cronaca al tiggì, nessun responsabile mai, o quasi, al gabbio. E via di nuovo.

E quelli che tutte le sere le caricano, le sbattono sul sedile di una macchina e poi se ne vanno, non sono extracomunitari illegali meritevoli di espulsione. Sono italiani in gran parte. Gente a posto. Padri di famiglia. Uomini di chiesa. Gente che se le scopa e poi si incazza perché non c’è sicurezza, perché una brava ragazza non può correre il rischio di uscire la sera ed essere violentata da un balordo. Ci sarebbe da ridere. Ma da ridere non c’è…

Torno un attimo su quella cosa di qualche post fa sulle tessere della vita che si dispongono in maniera casuale e danno risultati inaspettati.

Capita che ci sia una mattinata di sole, e tu salti in bici assieme agli altri, per la solita sgambata domenicale. Poi le tessere iniziano a combinarsi. Forse se avessi accelerato un po’ di più, forse se avessi frenato, forse se ti fossi fermato a pisciare sul ciglio di uno strada, forse se ti fossi fermati a riempire la borraccia ad una fontana, forse forse forse… Ma le tessere della tua vita si sono combinate così: ti hanno fatto arrivare ad un incrocio proprio mentre dall’altra parte arrivava uno che non ha fatto lo stop. Fine delle sgambate, fine delle domeniche mattina, fine delle tessere.

Ciao Remo

 
Rispondi al commento:
stefanovers
stefanovers il 03/05/08 alle 17:32 via WEB
PROPRIO A PROPOSITO DEL RUMENO STUPTRATORE... LEGGI E FAI LEGGERE!!! Chi difende lo sbandato stupratore rumeno? Il Principe del Foro Avv. Pettinari Questa notizia, gira sul web con una certa insistenza e lo scrive anche Repubblica del 23 aprile: "...Sul fronte giudiziario, invece, si va definendo la strategia difensiva. L' avvocato Francesco Pettinari chiederà che il giovane romeno venga sottoposto a una perizia psichiatrica. Secondo il penalista, che assiste Rus assieme all' avvocato Antonio Sansoni, risulta che già in Romania l' uomo fosse stato sottoposto a cure psichiatriche..." La domanda è: come può un rumeno senza fissa dimora, mezz'ora dopo aver aggredito la povera ragazza nei pressi della Stazione della Storta, avere come difensore l'avvocato Francesco Saverio Pettinari, famoso penalista, difensore del magistrato Metta, indagato nell'ambito del processo sul Lodo Mondadori, che vedeva indagati Berlusconi, Pacifico, Previti e Squillante? E prima ancora del fratello del Senatore Claudio Vitalone? Altra stranezza: l'avvocato Pettinari risulta iscritto in gioventù all'MSI. Altra coincidenza: uno dei soccorritori della ragazza firma con Alemanno, con tanto di foto sul Messaggero del 22 aprile 2008, il patto per la legalità e la sicurezza. Il tutto accade alla vigilia del ballottaggio fra Rutelli ed Alemanno. Quando si dice il caso... Agatha Christie faceva dire a Poirot: una coincidenza è una coincidenza; due coincidenze sono un indizio; tre coincidenze rassomigliano ad una prova. (http://www.disabiliforum.com/) La procura affianca un altro magistrato al pm Amelio: "Bisogna chiarire gli orari" Interrogato l'uomo che salvò la ragazza. Domande sui suoi rapporti con Alemanno Violenza sessuale a La Storta Dinamica dubbia, verbali secretati Bruno Musci, uno dei due testimoni che ha chiamato i carabinieri a La Storta ROMA - Non tutto è chiaro nella vicenda della studentessa originaria del Lesotho, violentata ed accoltellata dal romeno Joan Rus la sera del 17 aprile scorso a Roma. La ricostruzione dei fatti deve essere approfondita. L'orario in cui è avvenuta la violenza ad esempio, e il momento in cui sono stati avvisati i carabinieri. Ci sono ancora dubbi da sciogliere. La procura ha disposto la secretazione dei verbali dell'interrogatorio del romeno imputato della violenza e della ragazza. Da oggi, ad indagare sulla vicenda saranno due pm: al sostituto procuratore Erminio Amelio è stata affiancata la collega Maria Monteleone. Il gip di Roma nell'ordinanza di custodia cautelare ha scritto che Joan Rus "aveva abusato della ragazza costringendola a subire rapporti sessuali di vario tipo". Anche la direzione sanitaria del San Filippo Neri dove la ragazza è stata ricoverata alcuni giorni aveva parlato apertamente di segni di abuso e di una coltellata al ventre. Tra le persone ascoltate dai giudici anche Bruno Musci, testimone dei fatti insieme a Massimo Crepas. L'uomo, sentito per circa quattro ore dal pm Monteleone, ha ribadito quanto già raccontato ai carabinieri la sera del 17 aprile, ossia di essersi fermato con la sua auto in luogo appartato nei pressi della stazione ferroviaria La Storta per fare un bisogno fisico e di aver notato Rus che violentava la studentessa. Solo dopo aver incrociato una pattuglia dei carabinieri, è la versione del teste, "ho dato l'allarme". Non è escluso che durante l'atto istruttorio siano state fatte domande a Musci sui suoi rapporti con Gianni Alemanno alla luce del suo sostegno al piano di sicurezza del candidato sindaco di Roma per il Pdl. "Si lascia intendere chissà che cosa intorno allo stupro della ragazza del Lesotho", ha detto Gianni Alemanno. "E' una cosa talmente fantascientifica che non so se fa più ridere o piangere. Come si fa a strumentalizzare il dolore?" Poche ore prima, Francesco Rutelli aveva detto "Alcune vicende degli ultimi giorni sembrano sospette. Non sta a me giudicare. Ci penserà la magistratura". Alemanno ha replicato: " Si è toccato il fondo. Sono preoccupato di come Rutelli sta affrontando quest'ultimo scorcio di campagna elettorale". (http://www.repubblica.it/)
 
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Capita di trovarsi
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In genere qualcuno c'è.
Io ne ho avuto bisogno.
Le mani ci sono state.
Adesso le mie,
assieme a quelle
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sono nel
"Blog for Africa".

Lo trovate qui accanto,
a sinistra.

Sono lì.
In attesa di altre mani....
 

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