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Vero, nonostante l'apparenza di democrazia in molti Stati occidentali, la distribuzione delle risorse non rispecchia i principi di uguaglianza e giustizia sociale. L'accumulo di ricchezza da parte di una minoranza, insieme alla successione ereditaria, può in effetti anche contribuire alla distribuzione ingiusta delle risorse. Tu proponi una riforma della legge sulla successione ereditaria con l'obiettivo di ridistribuire le risorse in modo più equo tra i cittadini e suggerisci l'idea di una "democrazia etica" come un ideale da perseguire, in cui le risorse siano distribuite, indipendentemente dal loro status sociale o familiare, richiamando la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo ed il principio che tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti, sottolineando la necessità di trasferire questi principi anche sul piano patrimoniale. Rispetto alle possibili soluzioni che avanzi, relativamente alla distribuzione delle ricchezze e alla democrazia, personalmente ti posso dire che la redistribuzione delle ricchezze in modo più corretto potrebbe ridurre, in molti casi, gravi disuguaglianze sociali e promuovere una maggiore giustizia economica e non si può che essere d'accordo in merito ad una "democrazia etica" in cui i cittadini abbiano l'opportunità di beneficiare in modo più equilibrato dalla prosperità della società. Ma ci sono da considerare alcuni aspetti. Applicare una retribuzione alle eredità potrebbe essere vista da diverse prospettive e ci sono pro e contro da considerare. I pro includono la possibilità di una riduzione delle disuguaglianze: una tassazione più elevata sulle eredità potrebbe contribuire a ridurre le enormi disuguaglianze economiche, soprattutto se i fondi ricavati da questa imposta venissero reinvestiti nell'assistenza sociale o in altre iniziative per il benessere comune. I proventi da tasse sull'eredità potrebbero essere utilizzati per finanziare servizi pubblici vitali come l'assistenza sanitaria, l'istruzione e le infrastrutture. I contro, però, potrebbero anche riguardare i vincoli alla proprietà privata. Alcune persone, infatti, potrebbero considerare la tassazione delle eredità come un'ingerenza eccessiva nella proprietà privata, ritenendo che, dopo aver pagato imposte durante la vita, sia ingiusto tassare nuovamente la stessa ricchezza anche alla morte. Applicare una tassa sulle eredità, poi, può essere complesso e potrebbe richiedere risorse amministrative considerevoli e far sorgere anche non poche questioni legate alla valutazione e alla distribuzione delle attività ereditate. La modifica delle leggi sulla successione ereditaria e la creazione di un sistema di redistribuzione equa sarebbe un processo complesso che richiederebbe una profonda revisione del sistema fiscale e legale. C'è poi da considerare il discorso dei potenziali disincentivi all'investimento: alcuni sostengono che l'applicazione di tasse pesanti sulle eredità potrebbe scoraggiare gli individui dall'investire o accumulare ricchezza durante la loro vita, sapendo che gran parte di essa verrà tassata alla loro morte. Inoltre, attuare una redistribuzione massiccia delle ricchezze può essere difficile da realizzare nella pratica. Potrebbe incontrare resistenza da parte di coloro che detengono grandi ricchezze e potere economico.
E, non ultimo, perdonami ma io non sono un politico né un economista, lascio la questione più vicina a me, vale a dire la definizione di "equità", che è spesso soggettiva e può variare da persona a persona. Determinare ciò che costituisce una distribuzione equa può essere complesso e suscettibile di interpretazione.
Ci sono poi altre considerazioni da fare sulla redistribuzione forzata delle risorse attraverso politiche come la tassazione delle eredità. Queste preoccupazioni condivise da molti sono oggetto di dibattito tra economisti di cui io non faccio, chiaramente, parte. Ad esempio la fuga di capitali per evitare la tassazione delle eredità, trasferendo fondi all'estero o utilizzando scappatoie fiscali. Questo potrebbe ridurre le entrate previste e complicare l'applicazione delle leggi sulla tassazione delle eredità. Le politiche di tassazione delle eredità potrebbero anche andare a colpire (prevalentemente? solo?) le piccole imprese e le famiglie che hanno accumulato ricchezza attraverso attività imprenditoriali e magari influenzare negativamente la successione delle imprese familiari e la loro capacità di crescita e bisogna anche considerare se queste politiche potrebbero ostacolare la mobilità economica, cioè la capacità delle persone di migliorare la propria situazione finanziaria attraverso il merito e l'impegno. Un altro punto che si solleva, poi, è quello della complessità del sistema fiscale. L'implementazione di politiche di redistribuzione forzata delle risorse può portare ad un sistema fiscale più complesso, con regolamenti intricati e quindi con l'utilizzo diffuso di consulenti fiscali per minimizzare le imposte ereditarie. Anche questo potrebbe comportare costi amministrativi aggiuntivi.
Questo solo per definire un quadro generico delle possibili criticità da considerare accanto agli effetti positivi.
Ma ancora, un'ultima cosa, tu parli di dare un aiuto economico ulteriore alle madri. Con tutto il rispetto possibile per le madri lavoratrici e non, però, io non sono d'accordo. Sono una donna, ed in seguito alla patologia oncologica per cui sono stata operata alle ovaie, non posso avere figli, ma anche se avessi potuto, magari avrei scelto liberamente di non averne, come tante altre donne che hanno ritenuto di non volere sperimentare la maternità e non mi sento né più né meno "eroina" di chi è madre. Ti faccio un esempio molto semplice, dopo il tumore io ho sviluppato una patologia che in Italia non viene riconosciuta tra quelle meritevoli di assistenza e vado a lavorare anche stando molto male o dopo aver fatto flebo in ospedale e sono costretta a ridurre all'osso le ore di lavoro, ma anche così non ho i tempi necessari per un sufficiente recupero biologico. Chiaramente non beneficio di alcun aiuto benché non sia stata una mia scelta quella di ammalarmi. Avere un figlio, invece - con tutto il bello e con tutto l'onere che questa responsabilità evidentemente rappresenta - è una scelta (non sempre, va comunque detto) libera e consapevole che, tra l'altro, a differenza di una malattia, teoricamente conferisce anche gioia e pienezza, contro bilanciando almeno in parte le eventuali o effettive difficoltà che comporta. E non credo sia una scelta di cui debbano obbligatoriamente farsi carico anche gli altri ed in tal senso, chiamo proprio in causa Tommaso Campanella che tu citi. Nell'opera La città del sole (che si ispira a La Repubblica di Platone) dopo il parto, le madri si occupano dei neonati solo per due anni e poi sono affidati ai maestri affinché siano loro ad occuparsi della loro educazione. In una società come quella prospettata da Campanella nessun figlio, quindi, è più figlio di una sola donna ma, entrando a far parte del sistema di relazioni che accomuna tutti gli abitanti della città, diventa potenzialmente il figlio di tutte le donne che per età potrebbero essergli madre. Nella proposta che tu avanzi, invece, in questa società impostata su affetti esclusivi e legami di sangue radicati, automaticamente verrebbero soltanto discriminate tutte quelle donne che madri non sono (anche a livello squisitamente "etico"). In Italia, ma in quasi tutti i Paesi del mondo, le donne - tutte le donne, giovani e meno giovani, madri e non, sane o ammalate - a parità di ruolo lavorativo, percepiscono ancora uno stipendio inferiore agli uomini; pensiamo, allora, piuttosto a questo...Credo che sia fondamentale riconoscere che la maternità sia essenzialmente un percorso di vita personale e che non tutte le donne desiderano o possono avere figli e credo che invece di concentrarsi su incentivi specifici per le madri, sia più importante affrontare il problema alla base, vale a dire eliminando semmai la disparità di genere nei luoghi di lavoro, come la differenza salariale tra uomini e donne che svolgono lo stesso lavoro. La lotta per la parità di genere in termini di salario è una priorità cruciale per molte società. Ed è altrettanto importante affrontare le questioni relative alla salute - la gravidanza (tranne, ovviamente, quella a rischio) la maternità o la genitorialità in genere, non sono considerabili come una malattia, né, tantomeno, come situazioni anomale o patologiche - ma semplici condizioni di stato sociale. Ci sono, al contrario, moltissime situazioni invisibili in cui le persone si trovano in contesti difficili a causa di patologie ed il sistema di assistenza sanitaria dovrebbe essere il più equo ed efficace di tutti.
In sostanza, la parità di genere e la "giustizia/etica sociale" sono obiettivi fondamentali che richiedono attenzione ed azione e la soluzione migliore potrebbe non essere quella di fornire benefici specifici ma lavorare per garantire l'uguaglianza di opportunità e trattamento per tutti (tenendo in conto, quindi, della differenza specifica degli individui, delle diverse esigenze e dei diversi limiti proprio come delle diverse potenzialità e risorse). Perché garantire l'uguaglianza per tutti non significa avere un pretesto per ignorare le differenze individuali. L'obiettivo dell'uguaglianza, lo sappiamo tutti, è di trattare le persone in modo da rimuovere discriminazioni basate su etnia, genere, età, orientamento sessuale, abilità, classe sociale etc. tuttavia è importante riconoscere che, per garantire l'uguaglianza effettiva è necessario accettare in modo onesto le differenze individuali. Ma questo concetto, infatti, tu lo hai espresso molto bene attraverso il principio dell'equità. E' l'equità che riconosce che le persone possono partire da punti di partenza diversi o avere esigenze differenti e che, di conseguenza, possano richiedere trattamenti diversi per raggiungere al risultato equo.
L'uguaglianza non implica uniformità, ma la considerazione delle peculiarità per garantire che tutti abbiano pari opportunità di successo. Solo così diventa autentica.
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Inviato da: rteo1
il 03/05/2024 alle 10:00
Inviato da: misteropagano
il 02/05/2024 alle 10:12
Inviato da: rteo1
il 11/01/2024 alle 21:40
Inviato da: ElettrikaPsike
il 11/01/2024 alle 20:09
Inviato da: ElettrikaPsike
il 11/01/2024 alle 20:06