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LA FORZA DELL'UTOPIA E DELLA NATURA

Post n°1015 pubblicato il 15 Aprile 2021 da rteo1

LA FORZA DELL'UTOPIA E DELLA NATURA

Utòpia, lo Stato di Tommaso Moro. Ma anche la Civitas Dei di sant'Agostino e La Città del Sole di Tommaso Campanella. Anche Hobbes ha tracciato le linee generali dello Stato-Leviatano, ispirato dal mostro marino dell'antico testamento. Sul piano giuridico, invece, lo Stato è stato visto come Ordinamento giuridico, oppure come l'insieme degli elementi costitutivi (territorio, ordinamento e popolo). Anche in ambito politico lo Stato è stato analizzato e descritto come Polis o Civitas. Ovviamente non potevano mancare i contributi degli studiosi contemporanei che, in senso storico-evolutivo, hanno descritto lo Stato dell'ancien regime come assoluto e, oggi, come Stato-democratico. Certamente ben altre ancora sono le distinzioni che sono state fatte e si potrebbero fare. In questa occasione vorrei avanzarne una diversa: lo Stato come "soggetto", od "organismo", della dinamica naturale della Forza. Baruch Spinoza riteneva che nella società, civile e politica, coabitino due Forze contrapposte, quella della natura e quella della "ragione". Quest'ultima, per quanto si sforzi, non potrà mai vincere contro la prima, che perciò condizionerà sempre tutte le decisioni e azioni degli esseri umani. Per verificarlo è necessario partire da questi ultimi. Homo homini lupus, diceva Hobbes. Ovviamente questa "crudele" dinamica relazionale non è assolutamente esclusiva degli uomini ma costituisce la regola fondamentale della vita, così come l'ha descritta Darwin nella sua opera l'Origine della specie. L'uomo, quindi, nel rapporto con un proprio simile è guidato, indotto, dalla forza naturale che lo spinge ad esercitare la sua innata e inconscia volontà di potenza. Questa volontà in teoria non ha limiti e arriva anche alla estinzione fisica del proprio simile quando questi costituisca un ostacolo, un limite, all'esercizio e all'accrescimento della potenza. La volontà di potenza, tuttavia, nel tempo è riuscita ad avvalersi della cosiddetta "ragione", ossia della esperienza, che consente di valutare i risultati in termini di costi-efficacia. Per cui la volontà di potenza riesce ad autolimitarsi quando valuta più utile per se stessa non annientare il proprio simile (o altro organismo) bensì lasciarlo vivere, o instaurare con esso perfino delle forme di collaborazione, di cooperazione, o di padrone-schiavo. Questa stessa logica sta, purtroppo, alla base anche di tutte le sovrastrutture che gli esseri umani hanno istituito man mano che hanno organizzato le proprie comunità, a partire dai nuclei familiari, le tribù, i villaggi, le città e gli Stati. Ogni "istituzione", perciò, ha sempre avuto in sé la proiezione dell'umana volontà di potenza, che si è incarnata in coloro che hanno assunto, e assumono, il ruolo di titolare dell'istituzione. E la stessa dinamica si riverbera ad ogni livello, e quindi anche nei rapporti tra i diversi Stati. Se l'Italia, per fare un esempio, è spinta dalla volontà di potenza nei confronti di altri Stati, essa spinge tale volontà soltanto entro il limite che la "ragione" le consiglia (salvo errori, come la storia insegna), per evitare di riceverne un danno (quando, ad es., lo Stato "nemico" ha una maggiore potenza). Con questa visione vanno perciò intese anche tutte le "Alleanze" (U.E., NATO, ecc.) che si costituiscono (sempre mutevoli e temporanee) tra i diversi Stati (ma anche tra i  singoli o i gruppi, come ad es. i partiti, ma anche i sindacati, le associazioni, ecc.). Stando così le cose, allora, sembra che gli uomini siano "prigionieri" delle forze universali della natura e, perciò, non esista alcuna libertà, nessun "libero arbitrio". Per fortuna (o per follia ?), però, non tutti sono convinti dell'ineluttabilità del "Destino" degli esseri umani perché credono di poter reprimere le forze "brute" della natura anche con l'uso del diritto, con l'intervento delle Corti di giustizia, dei testimoni di pace e di fratellanza. Come ben si comprende, due forze contrapposte orientano le azioni degli esseri umani. Alla fine prevarrà la forza dell'Utopia o quella della natura ?

 
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