Creato da christie_malry il 25/07/2013

Empire Of slack

Un poeta non è nulla se non l'ombra di sè stesso

 

 

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Una sera

Post n°142 pubblicato il 25 Novembre 2015 da christie_malry







Tutta l'attrezzatura per fare accedere la disabile era stata calata. E ora
Lei avanzava nel bus sulla sua carrozzella, e si metteva lungo la corsia
centrale tentando di non infastidire o danneggiare gli altri passeggeri.
Con uno sgradevole sibilo elettronico l'ambaradan era stato ritirato e il
mezzo era pronto a ripartire. Michele e il vecchio ingegnere stavano
in fondo al convoglio ed entrambi fissavano la ragazza araba sul suo
sgangherato mezzo di spostamento. Portava il velo sulla testa e il viso
pareva essere quello di una madonna, con gli occhi profondi, buoni e
nerissimi e lo spazio intorno senza il minimo accenno di trucco. Il tempo
era quello della fase dopo gli attentati, e la gente non era incline ad
avere molta simpatia per i mediorientali. Lei, meravigliosa, pareva
rendersene ben conto e si sarebbe detto che cercasse di scomparire
nelle pieghe dell'autobus, quasi percepisse tutte su di sé le critiche
lamentose, feroci e cadenzate degli altri uomini e donne europee.
L'ingegnere si voltò verso di me strizzandomi l'occhio. Fino a un
minuto prima si era lanciato in una farraginosa diatriba contro la
sostanziale amoralità della religione islamica e ora osservava con
piacere il dipanarsi degli eventi. Era un vecchio autonomista, non
possedeva nulla del reazionario o conservatore, ma mi aveva espresso
con profusione di dettagli il suo sbigottimento di fronte all'incrudelirsi
dei fanatici mussulmani. A cominciare fu una donna sulla sessantina
che sbottò su "certa gente" che si fa mantenere in Italia invece di
recarsi nei lussuosissimi Emirati. A darle man forte era sopraggiunta
un'altra signora che aveva imprecato riguardo i buoni pasto e le
ricariche elemosinate dai profughi siriani. Poi si era aggiunto uno
studente, con tanto di zainetto invicta, che aveva protestato di
doversi pagare tasse scolastiche spropositate mentre "Certa gente"
attendeva senza pagare un centesimo l'università, prendendosela
ben comoda nel percorso studi e mangiando e bevendo sulle spalle
dei fondi europei. Poi si erano aggregati l'impiegato trentenne, la
nonnina novantenne e un po' tutto l'insieme variegato del carico di
pendolari. La ragazza era rimasta immobile anche se visibilmente
impallidita. Poi, con una lentezza esasperante, si era sollevata
parte della lunga gonna di cotone oltre i polpacci fino ai monconi
delle gambe, poco sotto le ginocchia. Il contrasto del viso,
terso e immacolato, con le ferite aberranti che le erano state inflitte
non poteva essere più mostruoso. "Un razzo israeliano" aveva
mormorato sorridendo "Sono palestinese. Di Gaza City." Il
silenzio era calato come una mannaia su tutto il convoglio.
Fuori le luci pungolanti della notte urbana facevano a pugni
con il buio incipiente e, nella lotta, si spargevano a destra e
a sinistra.






(Continua)






 
 
 
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