Libri Rari & da Collezione by Libreria Aiace Roma Montesacro

Biblioteca Alessandria Egitto

MICOLI & ROTOLI: I CAPELLI NELL’ANTICO EGITTO

PATOLOGIA, TERAPIA, COSMESI NEI TESTI MEDICI

Ai tempi delle piramidi e dei faraoni le pettinature dei reali erano curate con grande precisione. In molte occasioni, i capelli naturali venivano rasati e sostituiti con elaborate parrucche realizzate con capelli umani e fibre vegetali. La tricologia era una disciplina già conosciuta anche a quei tempi, dato che uno dei primi tricologi di cui i testi dell’epoca riportano notizia era l’egiziano Hakiem el Demagh, che esercitava la professione nel 4.000 a.C..

All’epoca andavano in voga acconciature voluminose e stravaganti, per questo motivo, si faceva un grande uso di oli e cere per fissare i capelli nella posa desiderata.

Inoltre, gli antichi egizi amavano infoltire i capelli con ciocche posticce o semplicemente tingerli e adornarli con forcine e gioielli.

Il colorante più comune era l’henné, che, mischiato con il sangue di animali, donava ai capelli diverse tonalità di arancione e rosso. Per creare tinture scure, invece, gli antichi egizi estraevano da una pianta una sostanza chiamata indaco.

Contro la calvizie venivano applicati sulla chioma degli impasti a base di grasso animale o degli impacchi vegetali di foglie di lattuga o semi di fieno.

 

BACHTIN: DOSTOEVSKIJ – EINAUDI

Nella vasta letteratura su Dostoevskij il libro di Michail Bachtin costituisce una tappa obbligatoria per chiunque si interessi del grande romanziere russo. Questo lavoro occupa infatti un posto centrale nella ricerca teorica e storica di Bachtin, il quale si è affermato come uno dei maggiori critici di storia letteraria del secolo.

Il saggio di Bachtin non vuol essere una monografia critico-biografica tradizionale, né una ennesima interpretazione filosofica o psicologica di Dostoevskij.

Attraverso una originale e magistrale analisi stilistica, Bachtin individua le categorie essenziali della «poetica» dostoevskiana e coglie la novità di questo mondo narrativo nella «polifonia», nell’insubordinazione delle «voci» dei personaggi a una conchiusa e cristallizzata concezione del mondo a esse estranea.

Nel suo insieme e, esplicitamente, in alcune sue parti teoriche e storiche, questo studio ha anche un valore generale di metodo, aprendo prospettive nuove agli studi sulla struttura del romanzo. ( Fonte: Einaudi )

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GOZZANO GUIDO: TUTTE LE POESIE – MONDADORI

Guido Gustavo Gozzano (Torino, 19 dicembre 1883 – Torino, 9 agosto 1916) è stato un poeta e scrittore italiano. Il suo nome è spesso associato alla corrente letteraria post-decadente del crepuscolarismo. Nato da una famiglia benestante di Agliè, inizialmente si dedicò alla poesia nell’emulazione di Gabriele D’Annunzio e del suo mito del dandy. Successivamente, la scoperta delle liriche di Giovanni Pascoli lo avvicinò alla cerchia di poeti intimisti che, poi, sarebbero stati denominati “crepuscolari”, accomunati dall’attenzione per “le buone cose di pessimo gusto”, con qualche accenno estetizzante, il “ciarpame reietto, così caro alla mia Musa”, come le definì ironicamente lui stesso. Morì a soli 32 anni, a causa del cosiddetto mal sottile, termine caduto in disuso che stava ad indicare la tubercolosi polmonare che lo affliggeva. Alla tubercolosi, che lo afflisse fin dal 1904, è collegato un viaggio in India nel 1912, intrapreso con la speranza di trovare nel clima di quel Paese un sollievo alla sua malattia. Durante il suo soggiorno in India scrisse una serie di articoli, raccolti nel volume postumo Verso la cuna del mondo (1917). Più importanti le sue raccolte in versi: La via del rifugio (1907) e I colloqui (1911). Il mondo da lui descritto è quello provinciale, piccolo-borghese, visto con amore, ma allo stesso tempo con un certo distacco ironico.

 

Gozzano

Libreria Aiace Roma in via Ojetti 36 Montesacro – Nomentana – Talenti

La libreria Aiace di via Ugo Ojetti 36, Roma, è un punto speciale per i lettori e le lettrici di Roma. Ci potete trovare saggi, romanzi, riviste, raccolte di poesie a prezzi incredibili, perché la caratteristica comune a tutti questi libri è che sono usati. Nessun imbarazzo, quindi: aprendo a caso una pagina o iniziando a divorare il testo non si ha la sensazione di profanare qualcosa di sacro che andrebbe conservato così com’è, bianco, immacolato e senza orecchie laterali. Qualcuno prima di voi ha già letto quel libro e lo ha già arricchito di quella patina antica che lo rende così prezioso.

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AGGIORNATO 3 FEBBRAIO 2024

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Collezionismo Libri

MIMMO FRANZINELLI, TORTURA – MONDADORI, 2018

La tortura riemerge periodicamente nelle cronache quotidiane, con vicende che impressionano l’opinione pubblica. Manca, tuttavia, a oggi una ricostruzione documentata del periodo in cui in Italia si torturò in modo diffuso: dall’autunno 1943 alla primavera 1945, nel territorio della Repubblica sociale occupato dai tedeschi. Attraverso fonti inedite depositate in archivi pubblici e privati Mimmo Franzinelli ripercorre il diverso uso della tortura da parte dei militari germanici e dei vari gruppi armati della Rsi, raccontando i più famigerati luoghi di sevizie, ma anche alcuni personaggi che seppero eroicamente resistere a ogni pressione. Senza nascondere che proprio grazie a questi trattamenti disumani si riuscì a infliggere danni enormi alla rete clandestina antifascista. Vengono inoltre spiegate le tecniche impiegate dalla Banda Koch, dalla Legione Muti e dai principali gruppi speciali di polizia. Si racconta di staffette partigiane cadute nelle mani del nemico, ma anche delle sevizie praticate da taluni partigiani, in violazione delle stesse norme stabilite dal CLN in materia di trattamento dei prigionieri. E nelle pagine finali si spiega come, grazie all’“amnistia Togliatti”, molti “torturatori efferati” l’abbiano passata liscia, senza rispondere penalmente dei loro crimini.

 

C. D’ONOFRIO, IL TEVERE, LA PAPESSA GIOVANNA ……

LA PAPESSA GIOVANNA: Donna che secondo la leggenda avrebbe occupato il soglio pontificio; vari resoconti collocano alternativamente il suo “pontificato” tra il IX, il X e l’XI secolo. Secondo una versione, nacque in Inghilterra ( o in Germania da genitori inglesi ) e si innamorò di un monaco benedettino, col quale fuggì ad Atene travestita da uomo. Alla morte del suo amante Giovanna divenne prete, cardinale e infine papa con il nome di Giovanni VIII, succedendo a Leone IV ( papa dall’847 all’855 ); morì di parto durante una processione papale ( per la biografia del vero papa vedi Giovanni VIII ). La leggenda della papessa divenne di pubblico dominio nel XIII secolo a opera dello scrittore religioso Stefano di Bourbon, e fu ripresa da altri nei tre secoli seguenti; accettata senza riserve dalla Chiesa, venne dapprima messa in discussione dallo storico bavarese Johannes Aventinus e in seguito altri scrittori, fra cui il teologo calvinista francese David Blondel, ne contestarono la veridicità, negata poi definitivamente dal teologo e storico cattolico tedesco Johann Döllinger nel 1863.

 

BREDEKAMP & JANZER – VICINO ORSINI E IL SACRO BOSCO DI BOMARZO

Il Parco dei Mostri, denominato anche Sacro Bosco o Villa delle Meraviglie di Bomarzo, in provincia di Viterbo, è un complesso monumentale italiano. Si tratta di un parco naturale ornato da numerose sculture in basalto risalenti al XVI secolo e ritraenti animali mitologici, divinità e mostri.

L’architetto e antiquario Pirro Ligorio su commissione del principe Pier Francesco Orsini ( detto Vicino Orsini ) progettò e sovraintese alla realizzazione, nel 1547, del parco, elevando a sistema, nelle figure mitologiche ivi rappresentate, il genere del grotesque.

Alcuni studiosi, erroneamente, facevano risalire la “regia” a Michelangelo Buonarroti ( E. Guidoni ), mentre altri, in particolare per il Tempio citavano il nome di Jacopo Barozzi da Vignola. La realizzazione delle opere scultoree fu probabilmente affidata a Simone Moschino.

L’Orsini chiamò il parco Sacro Bosco e lo dedicò a sua moglie, Giulia Farnese ( non l’omonima concubina del papa Alessandro VI ). Vi sono anche architetture impossibili, come la casa inclinata, o alcune statue enigmatiche che rappresentano forse le tappe di un itinerario di matrice alchemica. ( Wikipedia )

Bomarzo Bosco

 

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